Stato depressivo maggiore in adolescente

Gentili Medici buongiorno,

vi scrivo a proposito di mia figlia (unica) di anni 17 ricoverata in neuropsichiatria infantile dal dal 25 Ottobre al 29 Dicembre
e dimessa con la seguente diagnosi:

Episodio depressivo grave, fobia sociale, e sindrome di somatizzazione, in paziente con difficoltà socio-comunicative e
conseguente fragilità nella comprensione e gestione delle relazioni con i coetanei, pensiero rigido con tratti ossessivi e
spunti di bizzarria.

Il "motore" di questa grave situazione venutasi a creare è stata (principalmente) un'ansia scolastica esagerata (senza che
ci fosse un reale motivo, mia figlia frequenta (va) il liceo, e andava bene) maturata individualmente e senza che questa
ci venisse comunicata od espressa esplicitamente.

Attualmente mia figlia (a partire di fatto dai primi giorni della degenza, quindi ormai da circa quattro mesi) assume la seguente
terapia:

Sertralina (ZOLOFT) 50 mg (1 cp al dì)
Aripiprazolo (ABILIFY) 15 mg (1 cp al dì)
Alprazolam (XANAX) 0. 5 mg tre volte al dì (ovvero 1. 5 mg in totale).

Purtroppo, per motivi legati anche alla difficoltà enorme di presa in carico da parte delle strutture territoriali, mia figlia non sta
tuttora seguendo nessun percorso psicoterapico di supporto.

L'Ospedale non ci indica alcun riferimento segnalandoci "solo" che la ragazza ha bisogno di una "psicoterapia di tipo educativo",
la struttura territoriale non ha a disposizione psicologi adatti alla bisogna e stiamo di fatto aspettando una indicazione precisa
in tal senso che ci è stata promessa sempre dalla struttura territoriale (in quanto, data la gravità della situazione e la conseguente
necessità di procedere in modo coordinato con la figura professionale più adatta, non penso che la cosa migliore da fare da parte
mia sia quella di puntare un dito a caso sulle pagine gialle e di "scegliere un nome fra tanti"... ) .

Mia figlia, dimessa da circa due mesi, è ancora molto deflessa, e se si riscontra comunque un certo (non marcato)
miglioramento delle sue condizioni dal punto di vista emotivo e relazionale, ciò che mi preoccupa di più è che fisicamente,
a due mesi dalla dimissione, è ancora uno straccio.

E' di fatto sempre molto stanca ("fisicamente e mentalmente"), dorme circa (in due tappe) dalle 12 alle 14 ore al giorno,
talvolta si sente molto, molto debole sulle gambe, occorre spesso "forzarla" per fare le cose, e accusa ripetutamente dolori
alla testa (alla radice del naso) e giramenti di testa.

Durante la degenza ha effettuato EEG e RM cervello e tronco encefalico che sono risultati normali.

Ha ultimamente effettuato esami ematochimici di base anch'essi nella norma.

Ma questo stato fisico così esageratamente astenico (anche se talvolta ci sono giorni migliori, ma pochi), oltretutto in
peggioramento, a cosa lo si può imputare? Può essere un effetto della terapia farmacologica così prolungata? Ci sono
altri esami da poter effettuare (che so, metabolici, etc.) ? Cosa ci dobbiamo aspettare nel futuro?

Grazie
[#1]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Buonasera.
Capisco la sua ansia. Sua figlia non sta ancora bene, e prima di pensare ai supporti psicologici dovrebbe essere rivalutata da uno specialista in Psichiatria per rivalutare la terapia farmacologica. Non faccia passare troppo tempo.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#2]
Utente
Utente
Egregio Dottore,
grazie innanzitutto della riposta.

Mia figlia effettua ogni quindici giorni una visita di controllo dalla neuropsichiatra
che l'ha seguita durante il ricovero ospedaliero (e che le ha assegnato la terapia
farmacologica indicata).

Nel corso dell'ultima visita è stato rilevato questo oggettivo peggioramento dello
stato di sonnolenza e debolezza, ma è stato "categoricamente" escluso che la terapia
(che lei assume da quattro mesi e che qui per comodità riporto : 1.5 mg alprazolam,
50 mg sertralina, 15 mg aripiprazolo) possa essere anche in parte la motivazione di
questo stato di astenia.

La motivazione è stata invece indicata nello stato di fatica mentale causato da singoli
episodi od eventi legati al motore originario dell'ansia, ovvero alla sua scuola che però
mia figlia non frequenta più da mesi. Tali "episodi" scatenanti sono stati individuati ad
esempio in una visita a scuola presso la quale siamo passati un giorno per salutare la
sua Preside e più recentemente per salutare all'uscita qualche suo compagno, con cui
mia figlia si è trattenuta per circa mezz'ora.

Tra parentesi, dopo queste visite mia figlia ha espresso il deciso desiderio di tornare
a scuola, anche se in maniera graduale e senza particolari impegni od incombenze
di tipo didattico (cosa già discussa e concertata con la Preside) ma su questo "piano"
non ho trovato grande conforto con la sua neuropsichiatra che invece vorrebbe
farle frequentare un centro diurno.

Solo che l'unico centro diurno disponibile individuato per lei in realtà non è un centro
diurno adolescenti, ma di fatto un centro di terapie individuali soprattutto volto a
probelmatiche tipo DSA, autismo e simili (da cui il discorso sulla psicoterapia).

E quindi l'unica possibilità di interazione sociale rimane la scuola, depurata, ripeto,
da tutte le "fatiche" e/o obiettivi di tipo prestazionale e didattico.

Ma tornando alla Sua risposta Lei parla di "rivalutare" la terapia (che invece la sua
neuropsichiatra ha confermato assolutamente). Perchè "rivalutare"? Può essere la
terapia una causa (anche se magari non la sola) di questo stato di forte astenia e
debolezza?

Grazie
[#3]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Buonasera.
Tra quello che lei riporta, sono importanti i seguenti dati, subiettivi ed obiettivi:
- "è' di fatto sempre molto stanca (fisicamente e mentalmente), dorme dalle 12 alle 14 ore al giorno";
- "talvolta si sente molto, molto debole sulle gambe, occorre spesso "forzarla" per fare le cose, e accusa ripetutamente dolori alla testa (alla radice del naso) e giramenti di testa."

Questi sintomi (subiettivi) e segni (obiettivi) non possono che derivare da una delle seguenti cause, o magari da entrambe:
1) persistenza di depressione.
2) collateralità da farmaci.

Non avevo ben capito che la ragazza è tuttora seguita da uno specialista che ha sicuramente preso in esame queste possibilità, e che evidentemente ritiene che per il momento non è il caso di introdurre modifiche. Conoscendo bene la ragazza, ha sicuramente le sue buone ragioni.
In ogni caso auguri.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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