Problemi lettura bimba 9 anni

Salve a tutti,
Vorrei un consiglio circa la situazione di mia figlia 9 anni (figlia unica).

La scuola sin dai primi mesi della prima elementare, mi ha sempre fatto presente che ci sono problemi strumentali: difficoltà rispetto alla classe nel leggere e nello scrivere.

La bimba è stata valutata più volte da equipe di specialisti che lavorano presso centri che si occupano di dsa: a sei anni mi è stato detto che era presente una personalità anale, a sette e otto anni ha fatto diversi test (tra cui wisc con qi 130) in cui è emerso un livello cognitivo elevato con una forte caduta nelle abilità grafomotorie con un’ipotesi di un disturbo di coordinazione motoria o disprassia che potrebbe riproporsi anche a livello di controllo dell’oculomozione.

Nonostante le valutazioni, non abbiamo mai intrapreso un percorso, perché per il centro è una situazione border line, l’unico consiglio che ci ha dato è di ignorare tutto ciò che era legata alla scuola e di responsabilizzarla (se fa i compiti bene se no fa nulla), ma confesso che spesso non ci riesco perché per me l’impegno per la scuola deve essere al massimo.

Ciò che io noto è che la bimba spesso, quando legge, confonde la e con la a, oppure inverte le lettere (il legge li) oppure legge solo la prima sillaba e poi tira a caso una parola che potrebbe andar bene.

Inoltre le docenti riferiscono che mentre risponde perfettamente alle singole domande, va in difficoltà se deve utilizzare più concetti in contemporanea.

La maestra di italiano mi chiede se è il caso di dispensarla dalla lettura ad alta voce, visto che oramai i compagni di classe la deridono e lei si dispiace.

Non so cosa fare...
Grazie di cuore e confido nel vostro aiuto.
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Dr. Tiziano Pellegrini Psicologo, Psicoterapeuta 40 3
G.le Sig.ra

Nell'ultima valutazione eseguita sono state riscontrate delle criticità in altre aree? sono stati fatti test per gli apprendimenti (lettura, scrittura, calcolo, comprensione) e per altre abilità cognitive visive, attentive, esecutive etc.? in poche parole, ha un referto dove le indicano ciascuna componente valutativa con punteggi e con commenti? nelle conclusioni c'è un inquadramento diagnostico o sono state riportate delle criticità specifiche?

in secondo luogo: sono state escluse problematiche di natura sensoriale e organica (problemi dell'udito o della vista)?
Per caso commette altri tipi di errori, come lo scambio di lettere o sillabe che a livello di suono sono totalmente diverse tra di loro? Ha una lettura lenta o normale? Commette anche errori nella scrittura?

Per quanto attiene alle raccomandazioni del centro: una situazione borderline non le impedisce di intraprendere percorsi di potenziamento di eventuali abilità scolastiche deficitarie, anche borderline, quindi quasi vicino alla norma. Non bisogna certo avere una diagnosi per dover offrire aiuto alla bambina. Può provare a farla valutare da un altro centro o parlarne con gli stessi che l'hanno valutata e chiedere se non sia il caso di offrire comunque un supporto a sua figlia al di là di una diagnosi. Ovviamente il servizio pubblico difficilmente è in grado di prendere in carico anche ragazzi con difficoltà lievi (nel caso lo fosse), motivo per cui probabilmente l'eventuale potenziamento sarà a suo carico in un centro privato (da cui può comunque detrarne il 19%). Sul decidere il da farsi senta anche le maestre che in quanto tali sono a stretto contatto con sua figlia quotidianamente e ne conoscono tutti gli aspetti relativi all'apprendimento.

Per quanto attiene alla responsabilizzazione (se fa i compiti è bene, altrimenti fa niente), la strategia suggeritale dal centro probabilmente è la "conseguenza naturale" e concerne una qualsiasi risposta automatica dell'ambiente alle nostre azioni che rinforzerà o punirà il nostro comportamento. la conseguenza naturale in molti contesti è più utile rispetto ai dettami dei genitori in quanto è più responsabilizzante.
es. se il bambino non si copre la sera prima di uscire, possiamo obbligarlo a coprirsi o possiamo applicare le conseguenze naturali: se non si coprirà ci penserà il freddo fuori a fargli cambiare idea la prossima volta. non si ammalerà col freddo ovviamente.
es.2 se il bambino gioca con la candela posso dirgli di smetterla perchè è pericoloso o potrà essere una scottatura (conseguenza naturale) a fargli pensare due volte se giocare con candela la prossima volta.

Nel nostro caso, a scuola se va con i compiti fatti è bene altrimenti fa niente...ci penserà la sgridata della maestra o la nota a farle tener bene a mente che la prossima volta non potrà andare a scuola senza compiti fatti. Ci sono tre scenari:
- sua figlia percepisce uno scenario del genere (note rimproveri) come avversivo o negativo e ciò la motiva a impegnarsi
- le note o i rimproveri non hanno alcun effetto punitivo su di lei
- le conseguenze sono estremamente avversive tanto da minare l'autostima e la motivazione di sua figlia.
Nel primo caso è una strategia fondata su un ragionamento corretto, in quanto al posto di esser Lei a motivare sua figlia è il contesto che la motiva a impegnarsi. Nel secondo caso, se il contesto non è motivante per sua figlia, allora bisognerebbe rinforzarla per l'impegno. Nell'ultimo caso confido che l'insegnante conosca sua figlia tanto da capire quanto una eventuale punizione potrebbe essere educativa e quando distruttiva.

Per quanto attiene alle misure dispensative prese dall'insegnante bisognerà che ne parli con i colleghi in modo da concordare le misure specifiche da adottare univocamente e in maniera condivisa. è necessario che la derisione dei compagni sia immediatamente disinnescata dall'insegnante.

Generalmente, molte difficoltà e disturbi inerenti agli apprendimenti scolastici non dipendono dalla volontà del bambino e possono minare seriamente la sua autostima. Le raccomando di non concentrarsi troppo sulla performance, in altre parole sul fare bene tutti i compiti. I bambini prima di andare a scuola con i compiti fatti bene devono andare a scuola col sorriso.

Cordiali saluti

Dr. Tiziano Pellegrini
Psicologo dell'infanzia, dell'adolescenza e dell'età adulta

[#2]
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la risposta esaustiva.
Sono stati fatti i seguenti test con i seguenti risultati (scala WISC-IV). ICV 154 (intervallo confidenza 95% rango percentile 99.9), IRP 128 (intervallo confidenza 95% rango percentile 97), IML 115 (intervallo confidenza 95% rango percentile 83.5), IVE 76 (intervallo confidenza 95% rango percentile 6.3), QI 130 (intervallo confidenza 95% rango percentile 98.2). QI, IAG, ICC non possono essere considerati una stima valida ed attendibile per l'ampiezza di differenza degli indici. E' stata eseguita anche la Batteria degli Apprendimenti, da cui si evidenzia un lieve calo della performance nella prova di correttezza e rapidità di lettura (MT-3), nella lettura di parole e nelle prove di velocità di scrittura (DDE-2). La relazione conclusiva riporta: "Le parole spesso cambiano forma e struttura (sostituzioni, inversioni, delezioni, metatesi ed epentesi). Nelle prove di dettato si evincono omissioni di gruppi consonantici (schi/sche, sci/sce, ghi/ghe) e omissioni o aggiunta di geminate. Alla luce di ciò non emerge un quadro clinico ascrivibile ad un DSA. Le difficoltà riscontrate non sono da rintracciare da deficit di funzionamento ma risultano essere riconducibili da immaturità psico-affettiva della piccola e alla presenza di condotte educative poco direttive ed incoerenti."
La neuropsichiatra infantile ci ha rimproverato dicendo che dobbiamo responsabilizzarla e non essere di supporto in tutto quello che fa, ecco il perchè della frase "se hai i compiti da sola bene, altrimenti fa niente". La reazione della bimba quando non esegue ciò (seppure noi genitori sbagliando e non seguendo le indicazioni del centro siamo sempre pronti a ordinarle di fare i compiti e a controllare il suo operato), è diversa ad ogni occasione e a volte si impegna di più, a volte perde l'autostima, a volte come se nulla fosse accaduto.
Ciò che notiamo è che spesso la bimba ci accusa di odiarla, e ciò capita quando Le diamo un diniego o un ordine, eppure noi cerchiamo in ogni occasione di mostrarle il nostro affetto facendo ciò che a lei piace o con regali inaspettati, certo lavorando entrambi ed essendo di carattere poco pazientosi e giocherelloni non trascorriamo molto tempo in attività comuni.
Per quanto concerne le insegnanti, per fortuna sono molto attente e comprensive, ma non possono far altro che confermarmi le sue difficoltà nell'utilizzo degli strumenti in suo possesso.
Ha eseguito test udito e vista, e tranne un pò di miopia (1 ) è tutto nella norma.
Le sarei grata se potessi avere una sua valutazione in merito.
Ancora grazie
[#3]
Dr. Tiziano Pellegrini Psicologo, Psicoterapeuta 40 3
G.le Sig.ra
Posso, ovviamente, fornirle sono opinioni e impressioni in merito, poiché siamo a distanza e non ho conoscenza di sua figlia. Sostanzialmente dal centro non hanno rilevato criticità, è molto probabile che non vi sia alcun DSA. Le cadute nelle prove di apprendimento, se pur basse, potrebbero essere state influenzate o da difficoltà contestuali scolastiche nel processo di apprendimento o da variabili circostanziali alla valutazione(come faticabilità, oppositività etc). In ogni caso una semplice difficoltà di apprendimento dovrebbe rientrare facilmente con qualche ciclo di potenziamento della letto-scrittura. Se vi sono difficoltà emotive o sociali relazioni, un doposcuola (preferibilmente specialistico) in piccoli gruppi (3-4 bambini max) potrebbe aiutarla parecchio, essendo questo un micro-ambiente di apprendimento fortemente controllato dagli operatori.

quanto alla responsabilizzazione, d'accordo con la neuropsichiatra ma non esiste la responsabilizzazione a priori. un'evento, affinchè, sia davvero responsabilizzante e vincoli il comportamento di sua figlia verso obiettivi più funzionali deve prevedere la possibilità di conseguenze negative dell'ambiente sulla condotta "inappropriata" di sua figlia. Quindi bisogna assicurarsi che le conseguenze di un comportamento inadeguato (non fare i compiti), opposto a quello che stiamo promuovendo (fare in modo che faccia i compiti da sola), abbia veramente conseguenze spiacevoli. In altre parole, così come può valere per altri comportamenti:
se io vado a scuola senza compiti fatti, se non mi controlla la prof non succede niente e ho imparato che se li faccio o meno è indifferente;
se vado a scuola senza compiti fatti e la prof mi sgrida o mi mette una nota ma non me ne frega niente imparerò che a questo punto è meglio non farli.

Quindi aggiungerei al giusto consiglio elargito dalla neuropsichiatra: va bene responsabilizzare. chiedetevi sempre però: il comportamento opposto a quello che sto responsabilizzando ha delle conseguenze negative per mio figlio? se si, allora imparerà dalle risposte ambientali...
quelle che noi adulti chiamiamo "batoste in senso figurato".
es. se sei ritardatario in futuro perderai occasioni di lavoro, se sei disordinato e perdi le chiavi di casa dovrai ricomprare un altra serratura, se spacchi il pc per un impeto di ira dovrai ricomprarne un altro con i soldi che avresti potuto destinare ad altre attività.
queste, per farle un esempio, sono azioni che implicano conseguenze naturali o responsabilizzazioni poichè le conseguenze sono automaticamente spiacevoli per chi agisce in questo modo.

sul fatto che vostra figlia esprima il commento di "odio" davanti a un diniego o un obbligo, non fatevi scoraggiare. non esiste al mondo bambino che contrariamente vi ringrazi. Fortunatamente quando un genitore è presente nel momento del bisogno, è empatico, capisce, condivide e supporta il bambino nel proprio disagio, non esiste figlio che, diventato adulto in futuro, possa rinfacciare qualche diniego o qualche ordine impartito durante l'infanzia.

Cordiali saluti