Oppositivita
Buongiorno,sono mamma di un bimbo che a fine mese compirà 4 anni. Mio figlio frequenta il primo anno di materna e le maestre mi hanno fatto presente dopo poco che il bimbo spesso e volentieri manifesta atteggiamenti oppositivi.
Spesso prima di eseguire le istruzioni ,anche quelle di routine come prepararsi al pranzo, manifesta un atteggiamento contrariato fino a quando non si utilizza un metodo davvero fermo che poi lo porta ad ubbidire. E' spesso l ultimo a ubbidire.Anche con gli amici spesso fatica a relazionarsi perché il suo approccio è abbastanza prepotente con la conseguenza poi di essere allontanato dal compagno e provocando in lui una sorta di frustrazione. Anche a casa spesso siamo costretti ad alzare la voce per fargli eseguire un comando perché non vuole ubbidire da subito(ovviamente se qualcosa gli interessa diventa molto collaborativo). Abbiamo già fatto una visita da una neuropsichiatria infantile che ha notato questo suo atteggiamento oppositivo e ci ha riferito che,per il momento,a suo avviso non è il caso di indagare ulteriormente ma di attendere ancora 6 mesi e vedere se con un atteggiamento più fermo il bimbo migliora.
A casa è abbastanza tranquillo gli piace giocare. Frequenta un corso di acquaticità e segue l istruttore abbastanza bene. Ha da poco cominciato anche un corso di psicomotricità (l'ho iscritto di mia iniziativa)e la psicomotricista mi ha detto che un aspetto su cui lavorare é proprio il rispetto delle regole ma mi ha detto che non ha riscontrato un atteggiamento oppositivo.
La mia pediatra mi dice che spesso tanti bimbi hanno questo atteggiamento a quest'età,e che é parte del suo modo di essere quindi per lei non ci sono motivi per cui approfondire.
Non so più cosa fare e cosa pensare. Mio marito mi dice che é semplicemente un bimbo molto vivace e che va educato. Le maestre continuano a ripetere che fanno fatica a gestirlo.Non è sempre così ma va a momenti e a giornate secondo le insegnanti.A casa effettivamente riscontriamo anche noi che a volte fa i capricci e che non è facile gestirlo in alcuni momenti ma è comunque un bimbo che non ci esaspera.
Al giorno d'oggi mi rendo conto che sembra che si richieda tanto dai bambini e forse alcuni hanno solo bisogno di più tempo per la scolarizzazione. Spesso si tende a fare richiesta di diagnosi per qualunque atteggiamento. Io non sono favorevole a voler dare un'etichetta per ogni atteggiamento ma non vorrei nemmeno passare per una mamma poco attenta o che non voglia guardare la realtà.
Mi piacerebbe avere un parere in merito a quanto esposto.
ringrazio anticipatamente per l'attenzione dedicata.
Spesso prima di eseguire le istruzioni ,anche quelle di routine come prepararsi al pranzo, manifesta un atteggiamento contrariato fino a quando non si utilizza un metodo davvero fermo che poi lo porta ad ubbidire. E' spesso l ultimo a ubbidire.Anche con gli amici spesso fatica a relazionarsi perché il suo approccio è abbastanza prepotente con la conseguenza poi di essere allontanato dal compagno e provocando in lui una sorta di frustrazione. Anche a casa spesso siamo costretti ad alzare la voce per fargli eseguire un comando perché non vuole ubbidire da subito(ovviamente se qualcosa gli interessa diventa molto collaborativo). Abbiamo già fatto una visita da una neuropsichiatria infantile che ha notato questo suo atteggiamento oppositivo e ci ha riferito che,per il momento,a suo avviso non è il caso di indagare ulteriormente ma di attendere ancora 6 mesi e vedere se con un atteggiamento più fermo il bimbo migliora.
A casa è abbastanza tranquillo gli piace giocare. Frequenta un corso di acquaticità e segue l istruttore abbastanza bene. Ha da poco cominciato anche un corso di psicomotricità (l'ho iscritto di mia iniziativa)e la psicomotricista mi ha detto che un aspetto su cui lavorare é proprio il rispetto delle regole ma mi ha detto che non ha riscontrato un atteggiamento oppositivo.
La mia pediatra mi dice che spesso tanti bimbi hanno questo atteggiamento a quest'età,e che é parte del suo modo di essere quindi per lei non ci sono motivi per cui approfondire.
Non so più cosa fare e cosa pensare. Mio marito mi dice che é semplicemente un bimbo molto vivace e che va educato. Le maestre continuano a ripetere che fanno fatica a gestirlo.Non è sempre così ma va a momenti e a giornate secondo le insegnanti.A casa effettivamente riscontriamo anche noi che a volte fa i capricci e che non è facile gestirlo in alcuni momenti ma è comunque un bimbo che non ci esaspera.
Al giorno d'oggi mi rendo conto che sembra che si richieda tanto dai bambini e forse alcuni hanno solo bisogno di più tempo per la scolarizzazione. Spesso si tende a fare richiesta di diagnosi per qualunque atteggiamento. Io non sono favorevole a voler dare un'etichetta per ogni atteggiamento ma non vorrei nemmeno passare per una mamma poco attenta o che non voglia guardare la realtà.
Mi piacerebbe avere un parere in merito a quanto esposto.
ringrazio anticipatamente per l'attenzione dedicata.
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Buongiorno Signora,
sicuramente lei è una mamma molto attenta e quello che sta facendo lo conferma così come le riflessioni che propone.
E' assolutamente giusto nel rispetto della crescita non patologizzare i comportamenti o andare alla ricerca di un etichetta diagnostica che qualora anticipata o forzata crea più problemi e disagi di quanti non ne risolva.
Il fatto che i comportamenti oppositivi sono connessi a un'ambiente specifico lascia immaginare che forse a scuola ci sia da parte del bambino una percezione specifica di qualcosa, ma è anche vero che un atteggiamento più deciso sembra sortire effetto. Concordo con la sua scelta della psicomotricità, in quanto un lavoro sensomotorio e percettivo sul corpo sicuramente può aiutare la regolazione emotiva e attentiva e nello stesso tempo aumentare uno spazio di pensiero tra impulso e azione lavorando anche su turnazione, ritmi, condivisione ecc. in particolare se effettuata in contesto terapeutico di gruppo (o anche coppia/trio).
sicuramente lei è una mamma molto attenta e quello che sta facendo lo conferma così come le riflessioni che propone.
E' assolutamente giusto nel rispetto della crescita non patologizzare i comportamenti o andare alla ricerca di un etichetta diagnostica che qualora anticipata o forzata crea più problemi e disagi di quanti non ne risolva.
Il fatto che i comportamenti oppositivi sono connessi a un'ambiente specifico lascia immaginare che forse a scuola ci sia da parte del bambino una percezione specifica di qualcosa, ma è anche vero che un atteggiamento più deciso sembra sortire effetto. Concordo con la sua scelta della psicomotricità, in quanto un lavoro sensomotorio e percettivo sul corpo sicuramente può aiutare la regolazione emotiva e attentiva e nello stesso tempo aumentare uno spazio di pensiero tra impulso e azione lavorando anche su turnazione, ritmi, condivisione ecc. in particolare se effettuata in contesto terapeutico di gruppo (o anche coppia/trio).
Dr. Massimiliano Petrillo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 08/03/2018.
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