Ossessioni, indifferenza ai richiami
Buonasera,mia figlia,una tredicenne con uno sviluppo precoce,ha cominciato a sviluppare delle manie ossessive comportamentali,mi spiego meglio.Da quando le sono comparse le mestruazioni a meno di dieci anni ha avuto una trasformazione fisica troppo veloce che lei non ha accettato,dapprima nascondendo il proprio corpo poi chiudendosi sempre di più in se stessa e lasciando che certi compagni di scuola la umiliassero ogni giorno senza riuscire a reagire nè verbalmente e neppure chiedendo aiuto;questa situazione quotidiana l'ha resa succube di certi comportamenti ossessivi che la schiavizzano:adagiare i vestiti a terra invece dell'armadio,fare degli shampoo anche se i capelli sono evidentemente puliti,ripetere gli stessi rituali prima di uscire,tornando a casa o sedendosi a tavola etc.Abbiamo cercato di farle capire il suo disagio incoraggiandola a fare diversamente ,purtroppo con il risultato di scatenare la sua aggressività,è entrata in grandissimo conflitto con me e riesce a fare esattamente tutto il contrario di ciò che le dico di fare perdendo ogni tipo di rispetto. Io mi sento esasperata per questa continua pressione.Abbiamo tentato di farla seguire da una psicologa ma non ha collaborato facendo solo una seduta,io certi momenti osservando i suoi atteggiamenti credo che abbia qualcosa dentro che la rende prigioniera,la assecondiamo nei suoi desideri ma non dimostra mai alcun segno di gratitudine,in buona sostanza è perennemente scontenta e sul piede di guerra,tutti dicono è l'adolescenza passerà,io sinceramente penso che si dovrebbe intervenire però non so in che direzione visto la conflittualità che si è venuta a creare.Potete darmi qualche consiglio?
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Gentile utente,
non sono uno neuropsichiatra infantile, ma solo uno psichiatra,
ciò nonostante mi permetto di rispondereLe, perché la Sua richiesta di consulto è in attesa da alcuni giorni.
Il quadro che Lei descrive non mi sembra riducibile semplicemente e solo ad una fase di sviluppo (adolescenziale) e alla reazione ai comportamenti traumatizzanti dei compagni. Anche se fossero solo questi i problemi, allora non dovrebbero essere sottostimati e avrebbe senso consultare comunque uno psicologo specializzato nell'ambito adolescenziale (consultarlo dal vivo); ma, come scrivevo, non mi sembra che ci sia solo questo. Dunque, vi consiglio di rivolgersi (dal vivo) ad uno neuropsichiatra infantile. Forse potrebbe aver senso anche una valutazione endocrinologica (magari tenetelo presente, ma parlatene prima con il neuropsichiatra infantile).
un saluto
non sono uno neuropsichiatra infantile, ma solo uno psichiatra,
ciò nonostante mi permetto di rispondereLe, perché la Sua richiesta di consulto è in attesa da alcuni giorni.
Il quadro che Lei descrive non mi sembra riducibile semplicemente e solo ad una fase di sviluppo (adolescenziale) e alla reazione ai comportamenti traumatizzanti dei compagni. Anche se fossero solo questi i problemi, allora non dovrebbero essere sottostimati e avrebbe senso consultare comunque uno psicologo specializzato nell'ambito adolescenziale (consultarlo dal vivo); ma, come scrivevo, non mi sembra che ci sia solo questo. Dunque, vi consiglio di rivolgersi (dal vivo) ad uno neuropsichiatra infantile. Forse potrebbe aver senso anche una valutazione endocrinologica (magari tenetelo presente, ma parlatene prima con il neuropsichiatra infantile).
un saluto
Dr. Alex Aleksey Gukov
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 14/10/2014.
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