Pres cause e trattamento post dimissione che fa abbassare troppo la pressione arteriosa
Salve, sono una ragazza e vi sarei davvero grata se potesse esprimere un vostro parere sulla situazione di mia madre (61 anni, peso 85kg, altezza 172 cm) che mi preoccupa molto.
Premettendo che mia madre ha sempre avuto una sorta di fobia verso medici e medicina e che quindi non si è mai fatta controllare in nulla per molti anni vi espongo l'accaduto.
10 giorni fa dopo mal di testa durato due giorni è stata ricoverata d'urgenza dopo crisi epilettica e alterazioni del visus e dello stato di coscienza, per sospetto ischemico.
Fortunatamente tac negativa per emorragie e ischemia, dopo qualche ora la diagnosi di " encefalopatia posteriore reversibile (PRES) " causata da crisi ipertensiva.
In ospedale risponde bene al trattamento, la pressione viene fatta scendere gradatamente e viene dimessa dopo 6 giorni con farmaci consigliati: norvasc, Triatec, tenormin, pantoprazolo, keppra, da assumere per un mese fino a risonanza magnetica di controllo.
Il problema è che, nonostante un miglioramento notevole dei sintomi (vista ritornata normale) , noto dopo 4 giorni dalla dimissione ancora un stato leggermente confusionale, sonnolenza e debolezza (che si alternano a momenti di quasi normalità).
Inoltre oggi misurandole la pressione, questa è risultatata 108/70, con mia madre visibilmente astenica.
La mia paura è che questi farmaci possano causarle un eccessivo abbassamento di pressione e in più non riesco a comprendere cosa le possa aver causato una crisi ipertensiva (in ospedale le hanno fatto anche visita cardiologica con assenza di ipertrofia cardiaca, FE 60%, unica alterazione è dilatazione dell' atrio sinistro, cardiologo le dice che è ok...).
Lei afferma di aver fatto uso eccessivo nelle ultime settimane di Aulin così sia io che mio padre (lui medico, io studentessa di medicina) abbiamo ipotizzato che il picco pressorio possa essere stato causato da questo farmaco di cui lei ammette di aver fatto un abuso, in aggiunta forse di un esordio di ipertensione arteriosa essenziale (che hanno anche i genitori di mia madre).
A livello renale, epatico, nessuna alterazione, indici nella norma.
Chiaramente faremo ulteriori accertamenti sia cardiologici che neurologici, ma avere un parere in più sarebbe davvero d'aiuto, non essendo specialisti del settore.
Le mie domande sono rivolte su qualche delucidazione riguardo la PRES nella situazione specifica di mia madre e sul trattamento consigliatole post dimissione in relazione alla sua situazione, e infine se è normale che lei sia ancora debole, stanca e leggermente confusa.
In più fornisco qualche altre nformazione riguardo mia madre: lei da circa un annetto presente edemi declivi più evidenti (a questo punto credo da insufficienza venosa, escluse patologie renali e cardiache?) , dolori articolari, cefalee (probabilmente muscolo tensive (purtroppo non si è mai fatta visitare per cui sono tutte ipotesi) che lei automedicava con Aulin.
Attendo un vostro parere e vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
Premettendo che mia madre ha sempre avuto una sorta di fobia verso medici e medicina e che quindi non si è mai fatta controllare in nulla per molti anni vi espongo l'accaduto.
10 giorni fa dopo mal di testa durato due giorni è stata ricoverata d'urgenza dopo crisi epilettica e alterazioni del visus e dello stato di coscienza, per sospetto ischemico.
Fortunatamente tac negativa per emorragie e ischemia, dopo qualche ora la diagnosi di " encefalopatia posteriore reversibile (PRES) " causata da crisi ipertensiva.
In ospedale risponde bene al trattamento, la pressione viene fatta scendere gradatamente e viene dimessa dopo 6 giorni con farmaci consigliati: norvasc, Triatec, tenormin, pantoprazolo, keppra, da assumere per un mese fino a risonanza magnetica di controllo.
Il problema è che, nonostante un miglioramento notevole dei sintomi (vista ritornata normale) , noto dopo 4 giorni dalla dimissione ancora un stato leggermente confusionale, sonnolenza e debolezza (che si alternano a momenti di quasi normalità).
Inoltre oggi misurandole la pressione, questa è risultatata 108/70, con mia madre visibilmente astenica.
La mia paura è che questi farmaci possano causarle un eccessivo abbassamento di pressione e in più non riesco a comprendere cosa le possa aver causato una crisi ipertensiva (in ospedale le hanno fatto anche visita cardiologica con assenza di ipertrofia cardiaca, FE 60%, unica alterazione è dilatazione dell' atrio sinistro, cardiologo le dice che è ok...).
Lei afferma di aver fatto uso eccessivo nelle ultime settimane di Aulin così sia io che mio padre (lui medico, io studentessa di medicina) abbiamo ipotizzato che il picco pressorio possa essere stato causato da questo farmaco di cui lei ammette di aver fatto un abuso, in aggiunta forse di un esordio di ipertensione arteriosa essenziale (che hanno anche i genitori di mia madre).
A livello renale, epatico, nessuna alterazione, indici nella norma.
Chiaramente faremo ulteriori accertamenti sia cardiologici che neurologici, ma avere un parere in più sarebbe davvero d'aiuto, non essendo specialisti del settore.
Le mie domande sono rivolte su qualche delucidazione riguardo la PRES nella situazione specifica di mia madre e sul trattamento consigliatole post dimissione in relazione alla sua situazione, e infine se è normale che lei sia ancora debole, stanca e leggermente confusa.
In più fornisco qualche altre nformazione riguardo mia madre: lei da circa un annetto presente edemi declivi più evidenti (a questo punto credo da insufficienza venosa, escluse patologie renali e cardiache?) , dolori articolari, cefalee (probabilmente muscolo tensive (purtroppo non si è mai fatta visitare per cui sono tutte ipotesi) che lei automedicava con Aulin.
Attendo un vostro parere e vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile Utente,
questa entità clinica è stata introdotta di recente nella nosografia e, come da lei descritto, è caratterizzata da un corteo di sintomi quali cefalea, nausea e vomito, crisi epilettiche, calo del visus ascrivibili ad edema cerebrale più evidente a carico delle regioni posteriori (da cui la definizione dall'acronimo anglosassone PRES (Posterior Reversible Encefalopathy Syndrome), risultandone segnatamente interessata la scissura calcarina, da cui il disturbo visivo. Una delle più frequenti cause è costituita dalle crisi ipertensive. E' generalmente temporanea, arrivando a risoluzione spontanea oppure coadiuvata da farmaci anti-edema (agenti deidratanti e desametazone). La sequela che si manifesta più di frequente è caratterizzata dai sintomi neurologici che ha descritto, costituiti da ottundimento del sensorio, e che rispondono bene alle terapie ad hoc.
Cordialmente
questa entità clinica è stata introdotta di recente nella nosografia e, come da lei descritto, è caratterizzata da un corteo di sintomi quali cefalea, nausea e vomito, crisi epilettiche, calo del visus ascrivibili ad edema cerebrale più evidente a carico delle regioni posteriori (da cui la definizione dall'acronimo anglosassone PRES (Posterior Reversible Encefalopathy Syndrome), risultandone segnatamente interessata la scissura calcarina, da cui il disturbo visivo. Una delle più frequenti cause è costituita dalle crisi ipertensive. E' generalmente temporanea, arrivando a risoluzione spontanea oppure coadiuvata da farmaci anti-edema (agenti deidratanti e desametazone). La sequela che si manifesta più di frequente è caratterizzata dai sintomi neurologici che ha descritto, costituiti da ottundimento del sensorio, e che rispondono bene alle terapie ad hoc.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
[#2]
Utente
La ringrazio per il tempo dedicatomi e per le preziose delucidazioni. Se posso le chiedo un suo parere su due ultimi quesiti:
-secondo lei è possibile che una crisi ipertensiva (probabilmente in una persona che già soffre di ipertensione, cosa che chiariremo con una visita cardiologica) possa essere causata/aggravata da un abuso di nimesulide (1 bustina a settimana da circa un mese e mezzo)
?
-In un paziente che ha avuto la PRES causata da crisi ipertensiva è un bene mantenere la pressione un po' al di sotto dei valori standard nel mese successivo o potrebbe essere un fattore di rischio?
La ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
-secondo lei è possibile che una crisi ipertensiva (probabilmente in una persona che già soffre di ipertensione, cosa che chiariremo con una visita cardiologica) possa essere causata/aggravata da un abuso di nimesulide (1 bustina a settimana da circa un mese e mezzo)
?
-In un paziente che ha avuto la PRES causata da crisi ipertensiva è un bene mantenere la pressione un po' al di sotto dei valori standard nel mese successivo o potrebbe essere un fattore di rischio?
La ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
[#3]
Nei pazienti con ipertensione arteriosa l'utilizzo di nimesulide richiede un adeguato monitoraggio, ma come è ben noto questo farmaco, com'è peculiare dei FANS, ha principalmente effetti avversi gastro-intestinali. In un soggetto che abbia avuto un evento trombotico cerebro-vascolare non è prudente forzare l'abbassamento dei valori pressori.
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
[#5]
È stato un piacere essere utile ad un Collega e ad una futura collega, tra l'altro miei concittadini.
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 981 visite dal 11/11/2022.
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