Mal di testa persistente ma non so cosa fare
Buongiorno dottori vorrei un consiglio, e da più di qualche mese che avverto queste strane sensazioni al volto parestesie nella zona periorbitale destra e arcata mandibolare con alcuni punti marcati come la punta del mento e arco mandibolare.
Questa sensazione è diventata pressoché costante ed si e aggiunto da circa un mese e mezzo una sensazione urente alla testa tempero-occipitale bilaterale ma leggermente più intenso a dx (come se avessi un casco), assimilabile a cefalea tensiva.
All'inizio mi hanno detto che potesse dipendere dalla mia malocclusione dentale, ho fatto un percorso con uno gnatologo ho fatto un bite rigido arcata superiore da portare la notte, ma nessun beneficio, mi avevano detto che se ci fossero stati benefici si sarebbe potuto risolvere permanentemente con un intervento maxillo-facciale.
Ho avuto anche un consulto da un chirurgo che però lui stesso mi ha sconsigliato di effettuare l'intervento e tutto l'iter pre operatorio se il mio disturbo non fosse associato alla masticazione.
Dunque continuo con il bite notturno, ma assolutamente nessun giovamento.
Ho provato numerosissimi anti-infiammatori, brufen, Tachipirina, naprossane supposte, nessuno di questi ha effetto, l'unico che allevia leggermente la sintomatologia è difmetrè, ma essendo un disturbo ormai giornaliero il medico curante mi ha sconsigliato di prenderlo tutti i giorni per non avere effetti opposti.
Mi ha consigliato laroxyl 8 goccie al giorno ad oggi sono 16 giorni che lo prendo ma ancora nessun beneficio.
Ovviamente ho effettuato risonanza, agio risonanza e risonanza con contrasto, di cui tutto negativo.
Oggi sono stato dal centesimo neurologo che mi ha detto testuali parole "continui la cura con laroxyl".
Non so più cosa fare e a chi rivolgermi ho cambiato anche diverse città in cui farmi visitare ma nessun neurologo che mi ha visitato ha trovato una diagnosi, mi hanno detto che poteva essere una somatizzazione ansiosa e mi hanno anche prescritto lexotan 5 goccie la mattina e 5 la sera per due settimane, poi sospese perché prive di beneficio.
Avete dei consigli?
So che con laroxyl serve tempo prima di vedere dei risultati ma è la strada giusta?
questa situazione ha impattato notevolmente la mia vita sociale ed universitaria e vorrei trovare una soluzione il prima possibile.
Grazie mille dell'attenzione.
Questa sensazione è diventata pressoché costante ed si e aggiunto da circa un mese e mezzo una sensazione urente alla testa tempero-occipitale bilaterale ma leggermente più intenso a dx (come se avessi un casco), assimilabile a cefalea tensiva.
All'inizio mi hanno detto che potesse dipendere dalla mia malocclusione dentale, ho fatto un percorso con uno gnatologo ho fatto un bite rigido arcata superiore da portare la notte, ma nessun beneficio, mi avevano detto che se ci fossero stati benefici si sarebbe potuto risolvere permanentemente con un intervento maxillo-facciale.
Ho avuto anche un consulto da un chirurgo che però lui stesso mi ha sconsigliato di effettuare l'intervento e tutto l'iter pre operatorio se il mio disturbo non fosse associato alla masticazione.
Dunque continuo con il bite notturno, ma assolutamente nessun giovamento.
Ho provato numerosissimi anti-infiammatori, brufen, Tachipirina, naprossane supposte, nessuno di questi ha effetto, l'unico che allevia leggermente la sintomatologia è difmetrè, ma essendo un disturbo ormai giornaliero il medico curante mi ha sconsigliato di prenderlo tutti i giorni per non avere effetti opposti.
Mi ha consigliato laroxyl 8 goccie al giorno ad oggi sono 16 giorni che lo prendo ma ancora nessun beneficio.
Ovviamente ho effettuato risonanza, agio risonanza e risonanza con contrasto, di cui tutto negativo.
Oggi sono stato dal centesimo neurologo che mi ha detto testuali parole "continui la cura con laroxyl".
Non so più cosa fare e a chi rivolgermi ho cambiato anche diverse città in cui farmi visitare ma nessun neurologo che mi ha visitato ha trovato una diagnosi, mi hanno detto che poteva essere una somatizzazione ansiosa e mi hanno anche prescritto lexotan 5 goccie la mattina e 5 la sera per due settimane, poi sospese perché prive di beneficio.
Avete dei consigli?
So che con laroxyl serve tempo prima di vedere dei risultati ma è la strada giusta?
questa situazione ha impattato notevolmente la mia vita sociale ed universitaria e vorrei trovare una soluzione il prima possibile.
Grazie mille dell'attenzione.
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Gentile Paziente, poiché ha già fatto gli accertamenti abituali nel suo caso, e ha già consultato vRI NeurologI, MA "nessun neurologo che mi ha visitato ha trovato una diagnosi" : nessuno le ha parlato di emicrania, cefalea tensiva, dolori facciali atipici o altro come possibile diagnosi?
Le suggerirei comuque di non trascurare un'ipotesi che spesso non viene presa in considerazione: il ruolo che nell'insorgenza della cefalea può essere sostenuto dalla malocclusione dentaria e dalla scorretta postura della mandibola. Infatti, sia in funzioni normali (deglutizione, masticazione) che patologiche (digrignamento, serramento) la mandibola, trascinata dai muscoli elevatori, ha la tendenza ad avvicinarsi alla mascella facendo perno sul condilo e fermandosi solo quando le arcate dentarie antagoniste entrano in contatto fra loro. Ma se questo contatto avviene per qualunque ragione (scheletrica, dentale, iatrogena, ecc.) in una posizione scorretta (morso profondo, deviato, retruso) ecco che, per un periodo di ore/giorno incredibilmente alto, indipendentemente dalla volontà o dallo stato di sonno o veglia, i muscoli masticatori risultano contratti, e predispongono all'insorgenza della cefalea.
Che nel suo caso possa trattarsi di quanto sopra è già stato supposto: di qui il percorso gnatologico intrapreso, purtroppo senza risultato.
La prescrizione di un bite, in un caso come il suo probabilmente è corretta, ma dire "un bite" é come dire "una pillola" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale, e , come una pillola consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni una pillola può risolvere una patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l''oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un''ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Molti gnatologi prescrivono il trattamento notturno, nonostante che la sintomatologia riferita dal paziente sia presente anche e sopratutto di giorno: la memoria posturale può mantenere il risultato anche togliendolo di giorno. Tuttavia, nella mia attività quotidiana non mi piace contare su questa condizione favorevole, pur possibile. A mio parere, è del tutto evidente che, rimosso il bite , di giorno se prescritto per la sola notte, come anche rimosso definitivamente dopo mesi (o 20 anni), il paziente può essere esattamente com'era prima di cominciare. Per questo privilegio in termini assoluti il trattamento h24, non condividendo la speranza che andando 8 ore avanti e 16 indietro si possa fare molta strada.
Ovviamente il bite deve essere conformato adeguatamente anche per consentirne l'impiego nella vita di relazione.
Se però dopo alcuni mesi di bite, portato 24 ore al giorno pasti esclusi, non si arriva ad un risultato, delle due l''una: o i suoi problemi non dipendono dall''occlusione e dall''ATM (ma ne dubito), oppure il bite potrebbe essere inadeguato, o, infine, non è stato prescritto con le caratteristiche adeguate al suo caso, forse perché i suoi problemi non rientravano negli obiettivi.
Quanto alla presunta" somatizzazione ansiosa e mi hanno anche prescritto lexotan 5 goccie la mattina e 5 la sera" , la componente psicologica può essere certamente in gioco nel suo caso, ma va sottolineato che le motivazioni psicologiche sono spessissimo presenti anche nelle disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare: anche la bocca è un organo di stress, e spesso reagisce agli eventi stressogeni con parafuzioni quali bruxismo e serramento, diurni e notturni, che accentuano , se presenti, problemi occlusali, amplificandone gli effetti dannosi.
Sottolineo che chi non si occupa di gatologia (o addirittura ne sorride) spesso non crede quanto i pazienti con problemi gnatologici possono soffrire a causa di questi, e a fronte di racconti drammatici, sono portati ad ascrivere il problema alla sfera psichica, il che é peraltro comprensibile, perché veder trascorrere anni di dolore senza trovare rimedio, e sentirsi parlare di ansia, stress o depressione é per il paziente davvero deprimente: in quelle condizioni saremmo un po' "schizzati" tutti, e la diagnosi in tal senso sarebbe corretta , anche se fuorviante rispetto al vero problema, che é somatopsichico, non psicosomatico.
"Non so più cosa fare e a chi rivolgermi" Io le consiglio di richiedere una seconda opinione in campo gnatologico
Può trovare altre notizie utili sui rapporti malocclusione-cefalea visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma) alla pagina Patologie trattate- Cefalea e di leggere gli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema. Se si riconosce nelle problematiche trattate, eventualmente mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7974-la-gestione-clinica-delle-cefalee-primarie-e-secondarie-a-problemi-di-bocca.html
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7060-orientamento-ricerca.html
Le suggerirei comuque di non trascurare un'ipotesi che spesso non viene presa in considerazione: il ruolo che nell'insorgenza della cefalea può essere sostenuto dalla malocclusione dentaria e dalla scorretta postura della mandibola. Infatti, sia in funzioni normali (deglutizione, masticazione) che patologiche (digrignamento, serramento) la mandibola, trascinata dai muscoli elevatori, ha la tendenza ad avvicinarsi alla mascella facendo perno sul condilo e fermandosi solo quando le arcate dentarie antagoniste entrano in contatto fra loro. Ma se questo contatto avviene per qualunque ragione (scheletrica, dentale, iatrogena, ecc.) in una posizione scorretta (morso profondo, deviato, retruso) ecco che, per un periodo di ore/giorno incredibilmente alto, indipendentemente dalla volontà o dallo stato di sonno o veglia, i muscoli masticatori risultano contratti, e predispongono all'insorgenza della cefalea.
Che nel suo caso possa trattarsi di quanto sopra è già stato supposto: di qui il percorso gnatologico intrapreso, purtroppo senza risultato.
La prescrizione di un bite, in un caso come il suo probabilmente è corretta, ma dire "un bite" é come dire "una pillola" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale, e , come una pillola consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni una pillola può risolvere una patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l''oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un''ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Molti gnatologi prescrivono il trattamento notturno, nonostante che la sintomatologia riferita dal paziente sia presente anche e sopratutto di giorno: la memoria posturale può mantenere il risultato anche togliendolo di giorno. Tuttavia, nella mia attività quotidiana non mi piace contare su questa condizione favorevole, pur possibile. A mio parere, è del tutto evidente che, rimosso il bite , di giorno se prescritto per la sola notte, come anche rimosso definitivamente dopo mesi (o 20 anni), il paziente può essere esattamente com'era prima di cominciare. Per questo privilegio in termini assoluti il trattamento h24, non condividendo la speranza che andando 8 ore avanti e 16 indietro si possa fare molta strada.
Ovviamente il bite deve essere conformato adeguatamente anche per consentirne l'impiego nella vita di relazione.
Se però dopo alcuni mesi di bite, portato 24 ore al giorno pasti esclusi, non si arriva ad un risultato, delle due l''una: o i suoi problemi non dipendono dall''occlusione e dall''ATM (ma ne dubito), oppure il bite potrebbe essere inadeguato, o, infine, non è stato prescritto con le caratteristiche adeguate al suo caso, forse perché i suoi problemi non rientravano negli obiettivi.
Quanto alla presunta" somatizzazione ansiosa e mi hanno anche prescritto lexotan 5 goccie la mattina e 5 la sera" , la componente psicologica può essere certamente in gioco nel suo caso, ma va sottolineato che le motivazioni psicologiche sono spessissimo presenti anche nelle disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare: anche la bocca è un organo di stress, e spesso reagisce agli eventi stressogeni con parafuzioni quali bruxismo e serramento, diurni e notturni, che accentuano , se presenti, problemi occlusali, amplificandone gli effetti dannosi.
Sottolineo che chi non si occupa di gatologia (o addirittura ne sorride) spesso non crede quanto i pazienti con problemi gnatologici possono soffrire a causa di questi, e a fronte di racconti drammatici, sono portati ad ascrivere il problema alla sfera psichica, il che é peraltro comprensibile, perché veder trascorrere anni di dolore senza trovare rimedio, e sentirsi parlare di ansia, stress o depressione é per il paziente davvero deprimente: in quelle condizioni saremmo un po' "schizzati" tutti, e la diagnosi in tal senso sarebbe corretta , anche se fuorviante rispetto al vero problema, che é somatopsichico, non psicosomatico.
"Non so più cosa fare e a chi rivolgermi" Io le consiglio di richiedere una seconda opinione in campo gnatologico
Può trovare altre notizie utili sui rapporti malocclusione-cefalea visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma) alla pagina Patologie trattate- Cefalea e di leggere gli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema. Se si riconosce nelle problematiche trattate, eventualmente mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7974-la-gestione-clinica-delle-cefalee-primarie-e-secondarie-a-problemi-di-bocca.html
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7060-orientamento-ricerca.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
Utente
Dottore innanzitutto la ringrazio dell'esaustiva risposta, io mi rispecchio in parte nei sintomi della cefalea muscolo tensiva con alcuni episodi sporadici ci emicrania con aurea, ma nessuno ha saputo darmi una diagnosi perchè reputano i miei sintomi atipici e non ascrivibili ad alcuna patologia in letteratura scientifica. Rimbalzo da un medico all'altro da circa un anno purtroppo senza arrivare ad una conclusione con terapie sempre diverse. Le confesso che prima della sua risposta avevo totalmente escluso la strada gnatologica. Non so se in questa sede e possibile farlo ma vorrei chiederle dato che ho visto che lei fa studio a Parma ed io studio a Bologna secondo lei potrei venire direttamente da lei per un consulto e magari intraprendere con lei una terapia o la distanza non è la cosa migliore?
[#3]
La ringrazio della fiducia. La distanza fra Bologna e Parma o Bologna Vicenza è , nel mio quotidiano, del tutto ininfluente. Se crede, mi scriva privatamente, e sarò lieto di riceverla.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#4]
Utente
La rigrazio dottore cercherò non appena possibile di venire a fare un consulto da lei. Nel frattempo però vorrei comunque una delucidazione sulla terapia con laroxyl cioè non so più se ne valga la pena continuare, se il problema è di tipo occlusale assumendo farmaci non troverei beneficio fino alla risoluzione della malocclusione o sbaglio? nel frattempo cosa si potrebbe fare per alleviare un minimo la sintomatologia per poter riuscire a dare gli esami universitari e nello stesso tempo tornare ad una vita "simil normale", perché tutto ciò mi ha debilitato davvero tanto. Ho provato l'agopuntura ma nessun beneficio. Vorrei risolvere assolutamente il problema ma allo stesso tempo vorrei riuscire ad avere un po di sollievo. Quindi vorrei sapere se ne vale la pena proseguire con laroxyl oppure se non ne vale la pena. grazie mille cordiali saluti
[#5]
Purtroppo non prescrivo farmaci, e non ne sono esperto: si consulti con il Collega che glieli ha prescritti. Cordiali saluti ed auguri
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.4k visite dal 22/07/2022.
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Approfondimento su Cefalea
Cefalea è il termine che descrive tutte le diverse forme di mal di testa: sintomi, cause, diagnosi e terapie possibili per le cefalee primarie e secondarie.