Vertigine emicranica
Gentili Dottori, mia figlia 32 anni soffre di endometriosi pelvica diagnosticata nel 2018, assume effiprev in regime di semicontinuita (9 settimane e 1 di sospensione) e sirdalud 2 mg per ipertono basale all'ER.
Ha avuto una emitirotiectomia per adenoma e assume tiroxina 50 mg /die.
Circa due mesi fa ha avuto un forte attacco di vertigini soggettive che perdurano anche se diminuite fino ad oggi.
Ha effettuato una prima visita dall'otorino che non riscontrando alcuna problematica labirintitica ha prescritto risonanza magnetica con mcd del cervello e rachide cervicale.
Risultate tutte regolari unica rilevanza modesta protusione centrale del disco C6_C7.
Si è rivolta ad un altro otorino che si occupa di vertigini che effettuati alcuni test tutti nella norma rilevava che il test vibratorio a 100 hz applicato sul collo a sinistra evocava la vertigine.
Dopo aver chiesto a mia figlia se soffriva di emicrania, alla risposta che le capitava di avere mal di testa specialmente quando era particolarmente stanca la sera che comunque passava con una bella dormita o al massimo prendendo un brufen 400, concludeva con verosimile equivalente emicranico e consigliava valutazione neurologica.
Ha quindi effettuato una prima visita neurologica dove veniva esclusa la vertigine emicranica e non evidenziava patologie neurologiche ma concludeva con sindrome vertiginosa soggettiva espressione di possibile sindrome ansiosa con somatizzazione.
Prescriveva cipralex 5 gocce alla sera per due settimane, poi 8 gocce per un mese e poi a scalare.
Non convinta della diagnosi fatta in modo affrettato e quasi scocciato mia figlia, anche supportata dal medico di base, non prendeva le gocce e fissava un appuntamento privatamente con un altro neurologo.
Nel frattempo aveva fatto anche encefalogramma che risultava nella norma.
Le vertigini continuavano specialmente quando usciva, non poteva andare al lavoro.
Il secondo neurologo dopo aver ascoltato e visionato i vari referti concludeva che evidentemente vi era uno stato di tensione che il sirdalud da solo non bastava e proponeva anche lei farmaci tipo cipralex.
Al rifiuto di mia figlia a prendere antidepressivi dopo una ricerca in internet optava per flunarizina 5mg per 5 giorni alla settimana e integratori pineal tens e Bvital.
La diagnosi è di sospetta vertigine emicranica.
Ora io sono preoccupata da farmaci dati con leggerezza e temo gli effetti collaterali.
Mia figlia ha mal di testa, ma non quelle crisi emicraniche che mi ricordo aveva una mia collega seguita dal centro cefalee.
Lei continua ad avere vertigini anche se meno forti e deve rientrare al lavoro e quindi ha deciso di provare questa cura con flunarizina.
Ma se non fossero vertigini emicraniche a cosa servirebbe?
E come è possibile passare da un psicofarmaco ad un antiemicranico come se fossero equivalenti?
Resto in attesa di una vostra cortese risposta.
Cordiali saluti
Ha avuto una emitirotiectomia per adenoma e assume tiroxina 50 mg /die.
Circa due mesi fa ha avuto un forte attacco di vertigini soggettive che perdurano anche se diminuite fino ad oggi.
Ha effettuato una prima visita dall'otorino che non riscontrando alcuna problematica labirintitica ha prescritto risonanza magnetica con mcd del cervello e rachide cervicale.
Risultate tutte regolari unica rilevanza modesta protusione centrale del disco C6_C7.
Si è rivolta ad un altro otorino che si occupa di vertigini che effettuati alcuni test tutti nella norma rilevava che il test vibratorio a 100 hz applicato sul collo a sinistra evocava la vertigine.
Dopo aver chiesto a mia figlia se soffriva di emicrania, alla risposta che le capitava di avere mal di testa specialmente quando era particolarmente stanca la sera che comunque passava con una bella dormita o al massimo prendendo un brufen 400, concludeva con verosimile equivalente emicranico e consigliava valutazione neurologica.
Ha quindi effettuato una prima visita neurologica dove veniva esclusa la vertigine emicranica e non evidenziava patologie neurologiche ma concludeva con sindrome vertiginosa soggettiva espressione di possibile sindrome ansiosa con somatizzazione.
Prescriveva cipralex 5 gocce alla sera per due settimane, poi 8 gocce per un mese e poi a scalare.
Non convinta della diagnosi fatta in modo affrettato e quasi scocciato mia figlia, anche supportata dal medico di base, non prendeva le gocce e fissava un appuntamento privatamente con un altro neurologo.
Nel frattempo aveva fatto anche encefalogramma che risultava nella norma.
Le vertigini continuavano specialmente quando usciva, non poteva andare al lavoro.
Il secondo neurologo dopo aver ascoltato e visionato i vari referti concludeva che evidentemente vi era uno stato di tensione che il sirdalud da solo non bastava e proponeva anche lei farmaci tipo cipralex.
Al rifiuto di mia figlia a prendere antidepressivi dopo una ricerca in internet optava per flunarizina 5mg per 5 giorni alla settimana e integratori pineal tens e Bvital.
La diagnosi è di sospetta vertigine emicranica.
Ora io sono preoccupata da farmaci dati con leggerezza e temo gli effetti collaterali.
Mia figlia ha mal di testa, ma non quelle crisi emicraniche che mi ricordo aveva una mia collega seguita dal centro cefalee.
Lei continua ad avere vertigini anche se meno forti e deve rientrare al lavoro e quindi ha deciso di provare questa cura con flunarizina.
Ma se non fossero vertigini emicraniche a cosa servirebbe?
E come è possibile passare da un psicofarmaco ad un antiemicranico come se fossero equivalenti?
Resto in attesa di una vostra cortese risposta.
Cordiali saluti
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Gentila Signora, il caso di sua figlia potrebbe configurare il quadro di "vertigine emicranica", ma anche costituire un'associazione fra vertigini e cefalea di diversa natura.
Vertigini, cefalea e cervicalgia sono sintomi spesso associati a disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) , a loro volta spesso legate a malocclusione dentaria: polichè ha già fatto gli accertamenti abituali nel suo caso, consultando Neurologo e Otorinolaringoiatra, le suggerirei di non trascurare nemmeno il ruolo che può essere sostenuto dalla malocclusione dentaria e dalla scorretta postura della mandibola. Infatti, sia in funzioni normali (deglutizione, masticazione) che patologiche (digrignamento, serramento) la mandibola, trascinata dai muscoli elevatori, ha la tendenza ad avvicinarsi alla mascella facendo perno sul condilo e fermandosi solo quando le arcate dentarie antagoniste entrano in contatto fra loro.
Ma se questo contatto avviene per qualunque ragione (scheletrica, dentale, iatrogena, ecc.) in una posizione scorretta (morso profondo, deviato, retruso) ecco che, per un periodo di ore/giorno incredibilmente alto, indipendentemente dalla volontà o dallo stato di sonno o veglia, i muscoli masticatori risultano contratti, e predispongono all'insorgenza della cefalea, erroneamente chiamata "muscolo tensiva". Le suggerirei di non trascurare questa possibile causa anche nel caso delle vertigini: appunto la disfunzione dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Del resto anche la letteratura scientifica riferisce che quando alcuni sintomi di usuale pertinenza otorinolaringoiatria e neurologica non sono sostenuti da problemi riscontrabili in sede specialistica, o non se ne trova la soluzione , è al possibile conflitto fra condilo mandibolare e orecchio e allo squilibrio muscolare sostenuto dalla bocca che bisogna rivolgere qualche attenzione.
La vertigine e la cefalea , fra questi sintomi, sono forse i più tipici.
Trova ulteriori notizie su questo argomento visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma), alla pagina Patologie trattate patologie dell’Orecchio e cefalea , e leggendo gli articoli che si aprono con i link qui sotto.
Cordiali saluti ed auguri
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7974-la-gestione-clinica-delle-cefalee-primarie-e-secondarie-a-problemi-di-bocca.html
Vertigini, cefalea e cervicalgia sono sintomi spesso associati a disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) , a loro volta spesso legate a malocclusione dentaria: polichè ha già fatto gli accertamenti abituali nel suo caso, consultando Neurologo e Otorinolaringoiatra, le suggerirei di non trascurare nemmeno il ruolo che può essere sostenuto dalla malocclusione dentaria e dalla scorretta postura della mandibola. Infatti, sia in funzioni normali (deglutizione, masticazione) che patologiche (digrignamento, serramento) la mandibola, trascinata dai muscoli elevatori, ha la tendenza ad avvicinarsi alla mascella facendo perno sul condilo e fermandosi solo quando le arcate dentarie antagoniste entrano in contatto fra loro.
Ma se questo contatto avviene per qualunque ragione (scheletrica, dentale, iatrogena, ecc.) in una posizione scorretta (morso profondo, deviato, retruso) ecco che, per un periodo di ore/giorno incredibilmente alto, indipendentemente dalla volontà o dallo stato di sonno o veglia, i muscoli masticatori risultano contratti, e predispongono all'insorgenza della cefalea, erroneamente chiamata "muscolo tensiva". Le suggerirei di non trascurare questa possibile causa anche nel caso delle vertigini: appunto la disfunzione dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Del resto anche la letteratura scientifica riferisce che quando alcuni sintomi di usuale pertinenza otorinolaringoiatria e neurologica non sono sostenuti da problemi riscontrabili in sede specialistica, o non se ne trova la soluzione , è al possibile conflitto fra condilo mandibolare e orecchio e allo squilibrio muscolare sostenuto dalla bocca che bisogna rivolgere qualche attenzione.
La vertigine e la cefalea , fra questi sintomi, sono forse i più tipici.
Trova ulteriori notizie su questo argomento visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma), alla pagina Patologie trattate patologie dell’Orecchio e cefalea , e leggendo gli articoli che si aprono con i link qui sotto.
Cordiali saluti ed auguri
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7974-la-gestione-clinica-delle-cefalee-primarie-e-secondarie-a-problemi-di-bocca.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
Utente
Gentile Dott Bernkofp, La ringrazio della sua risposta. Anche mia figlia aveva letto dei Suoi articoli e voleva appunto consultare un gnatologo, ma non so come trovarne uno nella mia città, il mio dentista non ha saputo darmi indicazioni, mi saprebbe dire se vi è qualche centro affidabile qui vicino? Grazie ancora per la Sua professionalità e gentilezza.
[#3]
Utente
Buon giorno, mia figlia ha anche fatto radiografia che evidenzia rettilineizzazione della fisiologica lordosi. Ha iniziato la cura e contemporaneamente ha fatto una seduta di fisioterapia settimanale che dice darle beneficio perché si sente sbloccare e alleggerire. Le vertigini ora sono molto poche, prende flunarizina da circa una settimana e anche gli integratori. Vi chiedo la flunarizina se fosse una questione di tensione muscolare servirebbe? Se no si può interrompere bruscamente?
[#5]
La Flunarizina è un antiemicranico, anche se a volte viene prescritto per problemi diversi, che possono avere un qualche legame con l'emicrania, come le vertigini. E' bene che ne parli con chi l'ha prescritta avendo potuto considerare direttamente il suo caso. Cordiali saluti ed auguri.
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.3k visite dal 02/03/2022.
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