Depakin crono: riduzione?
Buongiorno, ho 43 anni, da oltre 27 anni assumo Depakin prima nella sua formulazione normale e poi Chrono (2 compresse da 500 mg al dì) in quanto a 16 anni ebbi l'epilessia giovanile, per fortuna sotto cura non ebbi più problemi nè convulsioni.
Tentammo con lo specialista di sospendere la cura nel 2003 per guarigione essendo passati i primi 6 anni di cura senza problemi (5+1 di riduzione farmaco fino a sospensione), ma dopo pochi mesi dalla totale sospensione si riverificò una crisi, seppur dettata da perdita di sonno e vita più movimentata avendo all'epoca 25 anni...
Pertanto riprendevo la cura, ovviamente senza più problemi, e decidevo di mantenerla sino ad oggi per evitare qualsiasi possibile problema di ricadute, avendo comunque una famiglia e responsabilità da lavoro di libero professionista.
Dal 2003 ad oggi non vi sono state più crisi (così come in precedenza in presenza di farmaco).
Tuttavia, non sono mancati gli effetti indesiderati, seppur non gravi: aumento di peso, ipotiroidismo subclinico (e conseguente terapia con levotiroxina), sporadica ansia... situazioni che negli anni ho imparato a controllare.
La domanda, a questo punto, è: si può ipotizzare una riduzione del dosaggio ed assumere una dose minore per "mantenimento" al fine di contemperare le esigenze di tutela del farmaco con quelle dei minori effetti collaterali (esempio, due compresse da 300mg in luogo di due da 500mg), oppure un minore dosaggio sarebbe lo stesso di nulla?; o, ancora, è consigliabile nelle ipotesi di mantenimento in assenza di crisi, scegliere un altro farmaco con meno effetti collaterali?
Devo dire che sopporto bene il valproato, e leggo in giro che comunque è un farmaco di prima scelta dagli effetti collaterali tutto sommato ridotti, ma mi chiedo se a questo punto posso variare qualcosa per migliorare e/o alleggerire gli aspetti "indesiderati" (penso ad esempio all'ipotiroidismo ed all'aumento di peso, ma anche all'ansia che ogni tanto si verifica).
Grazie mille.
Tentammo con lo specialista di sospendere la cura nel 2003 per guarigione essendo passati i primi 6 anni di cura senza problemi (5+1 di riduzione farmaco fino a sospensione), ma dopo pochi mesi dalla totale sospensione si riverificò una crisi, seppur dettata da perdita di sonno e vita più movimentata avendo all'epoca 25 anni...
Pertanto riprendevo la cura, ovviamente senza più problemi, e decidevo di mantenerla sino ad oggi per evitare qualsiasi possibile problema di ricadute, avendo comunque una famiglia e responsabilità da lavoro di libero professionista.
Dal 2003 ad oggi non vi sono state più crisi (così come in precedenza in presenza di farmaco).
Tuttavia, non sono mancati gli effetti indesiderati, seppur non gravi: aumento di peso, ipotiroidismo subclinico (e conseguente terapia con levotiroxina), sporadica ansia... situazioni che negli anni ho imparato a controllare.
La domanda, a questo punto, è: si può ipotizzare una riduzione del dosaggio ed assumere una dose minore per "mantenimento" al fine di contemperare le esigenze di tutela del farmaco con quelle dei minori effetti collaterali (esempio, due compresse da 300mg in luogo di due da 500mg), oppure un minore dosaggio sarebbe lo stesso di nulla?; o, ancora, è consigliabile nelle ipotesi di mantenimento in assenza di crisi, scegliere un altro farmaco con meno effetti collaterali?
Devo dire che sopporto bene il valproato, e leggo in giro che comunque è un farmaco di prima scelta dagli effetti collaterali tutto sommato ridotti, ma mi chiedo se a questo punto posso variare qualcosa per migliorare e/o alleggerire gli aspetti "indesiderati" (penso ad esempio all'ipotiroidismo ed all'aumento di peso, ma anche all'ansia che ogni tanto si verifica).
Grazie mille.
[#1]
Buongiorno.
La variazione di una terapia antiepilettica è sempre un momento delicato, e va ragionato insieme allo specialista neurologo.
In linea generale è possibile ridurre, con estrema cautela, la dose di un antiepilettico dopo molti anni di assenza di crisi, sempre non escludendo il rischio che, in casi particolari (ad esempio perdita di sonno) la cura possa diventare insufficiente. In molti casi l'EEG può fare da guida.
Come lei stesso scrive il Depakin è tra gli antiepilettici più tranquilli. Escluderei, tra gli effetti collaterali, l'ansia. Questa molecola è anzi blandamente ansiolitica. Tutti gli altri farmaci possono avere effetti collaterali come e più del valproato.
La variazione di una terapia antiepilettica è sempre un momento delicato, e va ragionato insieme allo specialista neurologo.
In linea generale è possibile ridurre, con estrema cautela, la dose di un antiepilettico dopo molti anni di assenza di crisi, sempre non escludendo il rischio che, in casi particolari (ad esempio perdita di sonno) la cura possa diventare insufficiente. In molti casi l'EEG può fare da guida.
Come lei stesso scrive il Depakin è tra gli antiepilettici più tranquilli. Escluderei, tra gli effetti collaterali, l'ansia. Questa molecola è anzi blandamente ansiolitica. Tutti gli altri farmaci possono avere effetti collaterali come e più del valproato.
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
[#2]
Ex utente
Gent.mo dottore, grazie per la delucidazione. Si, in effetti ho elencato l'ansia ma non è ricollegabile al valproato, penso potrebbe essere ricollegabile invece all'adeguamento del tiche (levotiroxina) che mi è stato aumentato dal medico curante perchè nelle ultime analisi il TSH era risultato alto e dunque ha portato la dose giornaliera da 88 mg a 100 mg (e 112 nel weekend), ed a ciò va aggiunto lo stress lavorativo, per cui farò debite analisi in merito.
Tornando al depakin, fu proprio l'assenza di sonno che nel 2003 fece tornare la crisi (anche se ero in regime di totale sospensione da farmaco), ed ora il mio timore è sempre questo, cioè una possibile ricaduta, magari in un certo periodo di possibile stress e perdita di sonno, il che mi preoccupa avendo famiglia, figli e responsabilità lavorative e non.
Lei dunque consiglia un EEG ed una successiva valutazione su possibile riduzione, o il mantenimento dell'attuale terapia che non mi comporta alcuna crisi? Grazie.
Tornando al depakin, fu proprio l'assenza di sonno che nel 2003 fece tornare la crisi (anche se ero in regime di totale sospensione da farmaco), ed ora il mio timore è sempre questo, cioè una possibile ricaduta, magari in un certo periodo di possibile stress e perdita di sonno, il che mi preoccupa avendo famiglia, figli e responsabilità lavorative e non.
Lei dunque consiglia un EEG ed una successiva valutazione su possibile riduzione, o il mantenimento dell'attuale terapia che non mi comporta alcuna crisi? Grazie.
[#4]
Ex utente
Va bene, si, certo, ne parlerò con il mio specialista e valuteremo. Ultima domanda e poi la saluto cordialmente: se decidessi di mantenere cura e dosaggio, il depakin è un farmaco che comunque può prendersi "a vita" senza particolari problemi (che finora non mi ha mai dato negli anni, analisi del sangue sempre buone, tranne l'aumento peso e il possibile ipotiroidismo subclinico) oppure potrebbe darne in futuro? Grazie per la pazienza, cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.3k visite dal 15/10/2021.
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