Come curare cefalea tensiva?

Salve a tutti, da più di un mese ho un mal di testa costante - che ha intensità leggera ma per tutto il giorno tranne momenti in cui è più forte - localizzato nella zona immediatamente superiore agli occhi, unito a dolori al collo, anteriore e posteriore.
Lo avverto di più quando deglutisco o inspiro.
Si univano a questo dolori alla schiena, dolori addominali e pesantezza sulle gambe.
Ho effettuato varie visite specialistiche: il fisiatra mi ha diagnosticato cefalea cervicogenica, l'oculista nulla di grave se non aumento della miopia per cui ho cambiato le lenti degli occhiali.
Il dolore alla testa non è sparito.
Il medico di base mi ha prescritto Laroxyl: sto prendendo da 25 giorni 3 gocce al mattino e 3 gocce a sera, ha alleviato dolori cervicali ma alla testa nessun effetto.

Dal momento che, dopo un po' di giorni, ho cominciato ad avvertire apatia, stanchezza e pensieri sul senso della vita, la neurologa e psichiatra mi ha parlato di burnout da stress psicofosico con "somatizzazioni riferibili all'ansia".
Ho preso per 7 gg mezza pasticca di Deniban al giorno e per altri 7 una pasticca intera (dovrei aggiungere tra pochi giorni un max di 6 gocce di Escitalopram al giorno per almeno due mesi).
Va meglio dal punto di vista emotivo (sto abbinando percorso di psicoterapia), meno da quello fisico.
Pertanto vuole che faccia una risonanza encefalica.
Secondo voi è la mossa migliore?

C'è un modo specifico per curare questa cefalea?
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Buonasera.
Mi riferisco alla sola cefalea, perchè lei scrive che l'umore è migliorato.
Non è chiaro se il Laroxyl è stato o no abbandonato. Era (è) un'ottima scelta, ma la dose di 12 mg (6 gocce) era (o è) troppo bassa. Molti specialisti, compreso chi scrive, ritengono che questo farmaco sia di prima scelta nella cefalea, sia nelle forme cosiddette "tensive" che in quelle emicraniche.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#2]
Utente
Utente
Salve, dottor Carbonetti, grazie della risposta.
Per quanto riguarda l'umore, è migliorato: rispetto alle settimane precedenti, ho più voglia di impegnarmi nella giornata, uscire e socializzare. Ci sono ancora, sullo sfondo, pensieri ossessivi - legati al voler risolvere il mal di testa e i dolori al collo - e una sorta di tensione e irrequietezza.

Per quanto riguarda Laroxy, sto continuando a prenderlo ma, dopo la visita dal neurologo, caduta dopo 20 giorni di gocce, mi ha ridotto il dosaggio a sole 3 gocce al giorno. Quante ritiene dovrei prendere?

Grazie, buon lavoro.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Buongiorno.
Evidentemente il suo neurologo ritiene che non sia il caso di insistere con il Laroxyl. Ha sicuramente delle buone ragioni.
Saluti.
[#4]
Utente
Utente
Salve, dottor Carbonetti. Mi fa piacere aggiornarla sugli sviluppi della cura. Dopo aver effettuato, su indicazione della neurologa, RME, da cui non sono emerse problematiche, mi ha aggiunto al Deniban una compressa giornaliera di Venlafaxina 37.5 mg. Ho letto che gli effetti si vedono dopo 4 settimane: è così?


Per quanto riguarda l'umore, nonostante mi dedichi attivamente ad attività lavorative e sociali, sento sullo sfondo una continua ansia e tensione, unita a pensieri ricorrenti sull’utilità della vita (a volte suicidi), che non mi permettono di godere con serenità e entusiasmo dei vari momenti della giornata. E' colpa dell'ansia?

Grazie, a presto.
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.7k 215
Gentile Paziente, se ha già fatto gli accertamenti abituali nel suo caso, le suggerirei di non trascurare un'ipotesi che spesso non viene presa in considerazione: il ruolo che nell'insorgenza della cefalea può essere sostenuto dalla malocclusione dentaria e dalla scorretta postura della mandibola.
L'ipotesi diagnostica di Cefalea Tensiva, tipologia appartenente alle Cefalee Primarie, quelle cioé di cui non si conosce la causa, dovrebbe preliminarmente aver escluso la possibilità che si tratti di una cefalea secondaria, quale é appunto la Cefalea derivante da problemi alla masticazione e all'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM).
Infatti, sia in funzioni normali (deglutizione, masticazione) che patologiche (digrignamento, serramento) la mandibola, trascinata dai muscoli elevatori, ha la tendenza ad avvicinarsi alla mascella facendo perno sul condilo e fermandosi solo quando le arcate dentarie antagoniste entrano in contatto fra loro.
Ma se questo contatto avviene per qualunque ragione (scheletrica, dentale, iatrogena, ecc.) in una posizione scorretta (morso profondo, deviato, retruso) ecco che, per un periodo di ore/giorno incredibilmente alto, indipendentemente dalla volontà o dallo stato di sonno o veglia, i muscoli masticatori risultano contratti, e predispongono all'insorgenza della cefalea.
Per quel che riguarda l'origine cervicale, , è necessario considerare che le problematiche della colonna cervicale (ma anche lombare) non sono sempre isolate e fini a se stesse, ma inserite nel generale contesto posturale dell'intera struttura corporea . Può essere considerata , in molti casi, un sistema di compenso di malposizioni che intervengono nei distretti inferiori ( bacino, ginocchia, caviglie, piedi) solitamente chiamate "Ascendenti", o superiori (malocclusione dentaria con malposizione mandibolare sopratutto), chiamate Discendenti .
La postura del cranio rispetto alla colonna cervicale non è determinata solo dai muscoli del collo che connettono direttamente questi due sistemi, ma anche da un altro sistema muscolare indiretto formato dai sottoioidei, dai sopraioidei e dagli elevatori della mandibola
La postura della mandibola è dunque pienamente coinvolta (anche se spesso trascurata) nella postura del sistema cranio-vertebrale. Anzi il suo ruolo va opportunamente rivalutato in considerazione del fatto che la mandibola è l'unico elemento macroscopicamente mobile del cranio, e viene coinvolta non solo in molte funzioni normali (masticazione, fonazione, deglutizione) e patologiche (bruxismo, serramento) ma partecipa attivamente anche all'interpretazione dei diversi stati psichici del soggetto (basti pensare al serramento nei momenti di collera, di paura, di sforzo o di lotta), costituendo molto spesso un indispensabile anello di congiunzione fra lo stress psicofisico e il dolore cefalico e vertebrale.
La componente psicologica può essere certamente in gioco nel suo caso, ma va sottolineato che le motivazioni psicologiche sono spessissimo presenti anche nelle disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare: anche la bocca è un organo di stress, e spesso reagisce agli eventi stressogeni con parafuzioni quali bruxismo e serramento, diurni e notturni, che accentuano , se presenti, problemi occlusali, amplificandone gli effetti dannosi.
Sottolineo che chi non si occupa di gatologia (o addirittura ne sorride) spesso non crede quanto i pazienti con problemi gnatologici possono soffrire a causa di questi, e a fronte di racconti drammatici, sono portati ad ascrivere il problema alla sfera psichica, il che é peraltro comprensibile, perché veder trascorrere anni di dolore senza trovare rimedio, e sentirsi parlare di stress o depressione é per il paziente davvero deprimente: in quelle condizioni saremmo un po' "ansiosi " tutti, e la diagnosi in tal senso sarebbe corretta , anche se fuorviante rispetto al vero problema, che é somatopsichico, non psicosomatico.
Trova ulteriori notizie su questo argomento visitando il mio sito internet, alla pagina patologie trattate-cefalea e leggendo gli articoli che si aprono con i link qui sotto: se si riconosce nelle problematiche trattate, eventualmente mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri

https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7974-la-gestione-clinica-delle-cefalee-primarie-e-secondarie-a-problemi-di-bocca.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2326-dolore-cronico-disturbi-nel-sonno-e-disfunzioni-cranio-mandibolo-vertebrali.html

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Buonasera. Da quanto lei scrive sembra esserci ansia ed una certa deflessione dell'umore. Sia il Deniban (amisulpride) che la venlafaxina sono ottimi antidepressivi, che agiscono anche sulla componente ansiosa. La venlafaxina a 37,5 mg è largamente sottodosata, e immagino che la sua specialista vorrà aggiustarne la dose nei prossimi controlli.
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Utente
Utente
Grazie ancora. Contando che prendo Deniban da circa tre settimane e ipotizzando che venlafaxina 37.5 a rilascio prolungato venga aumentata, dopo quanto potrei vedere effetti?
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Utente
Utente
Salve, dottor Carbonetti, la neurologa mi ha indicato di prendere deniban e venlafaxina 37.5 fino a inizio settembre. Le richiedo nuovamente quando potrei vederne gli effetti, grazie.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
Dobbiamo distinguere tra ansia/umore e cefalea, ammesso che questi due disturbi non siano collegati. Per gli antidepressivi i tempi di risposta variano tra le 2 e le 6 settimane, purchè le dosi siano congrue. Per la cefalea occorre attendere più a lungo, anche tre mesi.
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Utente
Utente
Per quanto riguarda Deniban, sto prendendo una compressa da 50 gr al giorno dal 19 luglio. La ritiene una dose congrua?
Comunque martedì vedrò un nuovo psichiatra
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 221
50 mg di amisulpride sono una dose congrua.
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Utente
Utente
Salve, dott. Carbonetti, sono stato in visita da un nuovo psichiatra che mi ha impostato una terapia più corposa: due compresse al dì di Deniban 50 mg che arriveranno a quattro giornaliere tra 20 gg; Adepril 25mg una volta al giorno; Zoloft 50 mg una volta al giorno.
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