Alla c.a. del Dott. Ferraloro - Parkinsonismo o altro?

Buongiorno, La ringrazio in anticipo per l'attenzione, vorrei esporre sinteticamente il caso di mia madre, di anni 67.


Fin da quando era giovane ha sofferto di episodi di "vertigini" che, quando si verificavano, la costringevano a casa per qualche giorno.

Inoltre da diversi anni ha anche problemi di osteoporosi.


Qualche anno fa mia mamma ha iniziato a presentare difficoltà nella deambulazione che nel tempo si sono aggarvate.

Abbiamo sempre attribuito detti problemi all'osteoporosi che, per molto tempo ha trascurato.


Tuttavia, nello scorso mese di febbraio, su indicazione dell'ortopedico, ci siamo rivolti ad un neurologo.


Nello specifico mia mamma è stata sottoposta ad RM Encefalo (nel mese di maggio 2020) e ad una PET con FDOPA (eseguita ad ottobre 2020) con i seguenti risultati.


RM Encefalo: L'esame documenta presenza di multiple piccole areole di gicosi, su probabile genesi micro-vascolare ischemica pregressa, a calcolo sostanza bianca periventricolare sovratentoriale ed iuxta-corticale biemisferica; non apprezzabili aree con restrizione della diffusività e nè si rilevano aree con caduta del segnale GRE; sfumata caduta a carico dei nuclei lenticolari sostanzialmentre simmetrici, compatibili con depositi ferro - magnetici aspecifici, verosimilmente parafisiologici in relazione all'età della Pz.

Dilatazione delle porzioni sovratentoriali del sistema ventricolare, con asimmetrica prevalenza delle sezioni laterali di dx; sempre a dx appare più evidente la dilatazione gli spazi pericefalici al vertice.


Tomoscintigrafia cerebrale (PET) con Radiofarmaco: 18F-DOPA:
Si documenta riduzione dell'uptake del rdiofarmaco in corrispondenza del putamen di destra.

Regolare l'uptake a livello dei caudati e del putamen di sinistra.


Successivamente agli esiti della PET a mia mamma è stata prescritta la seguente cura:
MADOPAR 200 + 50 (Metà compressa 4 volte al dì - dopo una prima settimana di 1/4 di compressa al dì) e JUMEX 10 mg (una compressa una volta al dì - dopo una prima settimana di metà compressa al dì)

Tuttavia, ad oggi, detta cura (iniziata dal 20 ottobre) sembra non aver sortito i risultati sperati considerato che mia mamma evidenzia un "blocco" nell'inizio della marcia e ed un improvviso arresto ogni 4/5 passi.


Inoltre afferma di sentirsi insicura nella camminata tanto da essere arrivata a doversi appoggaire a qualcuno o anche semplicemente alla parete per deambulare (se si concentra e si sente sicura riesce a camminare facendo cinque o sei passi abbastanza normalmemte).


Visto, quanto sopra, con gli ovvi limiti di una valutazione a distanza, secondo il suo illustre parere, potrebbe trattarsi di una patologia diversa da un parkinsonismo?
O comunque, in linea di massima, di un parkinsonismo di diversa tipologia (es vascolare) o un idrocefalo?

Glielo chiedo perchè oltre a quanto sopra mia mamma ha anche frequenti episodi di incontinenza urinaria ed una sorta di balbuzie quando cerca di parlare velocemente.


La ringrazio infinatamente.
[#1]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.8k 2.4k
Gentile Utente,

l'ipotesi parkinsoniana sembrerebbe la più probabile.
Sarebbe molto utile comunque conoscere l’esito della visita neurologica per dare un parere più attendibile.
Consideri che il blocco motorio all’inizio della marcia, tipicamente parkinsoniano e definito "freezing", solitamente non risponde bene alla terapia farmacologica. La condizione che risponde meglio è la rigidità, quando presente.
In ogni caso la terapia rallenta il decorso anche quando non ci sono miglioramenti evidenti.
Alla levodopa (madopar) possono essere associati altri farmaci, questo dipende dalle valutazioni del neurologo.
Molto utile risulta l’associazione della fisioterapia.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottore,
la ringrazio per la celere risposta.
La diagnosi resa dopo aver visionato la PET, ma prima dell’inizio della cura con MADOPAR e JUMEX, è stata
quella di parkinsonismo .

Mia mamma da quando è sorto il disturbo in questione dice di aver paura di cadere durante la deambulazione, per questo tiene costantemente la mano sx aggrappata alla propria maglia come se questa cosa la rendesse più sicura e stabile, e inoltre, in assenza di appoggio, non è in grado di scendere un gradino neppure di pochi cm riferendo ugualmente di avere paura.
Certamente è una persona molto ansiosa tanto che accanto al MADOPAR ed allo JUMEX le veniva prescritta anche l’assunzione di DEPAS che, tuttavia, lei si ostina a non prendere essendosi intimorita per gli effetti collaterali letti sul bugiardino.

La cosa singolare, almeno in apparenza, è che il blocco motorio in partenza (caratterizzato da una difficoltà a staccare il piede dal pavimento, che sembra riesca a muovere solo dopo aver provato più volte) sembra essersi aggravato a seguito dell’assunzione della cura con i suddetti farmaci. Potrebbe esserci un nesso tra le due cose?

Inoltre, considerata la difficoltà che a volte manifesta nel parlare (evidenziando talvolta una sorta di balbuzie, in special modo quando è ansiosa) nonché l’incontinenza urinaria abbastanza frequente, è possibile, con i normali limiti di una consulenza a distanza, propendere per una specifica tipologia di parkinsonismo?

Tenga presente che da febbraio a ottobre (inizio della cura) la situazione si è notevolmente aggravata.
Perdoni le innumerevoli domande ma sono molto preoccupato.
Nuovamente grazie.
[#3]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.8k 2.4k
Gentile Utente,

i parkinsonismi in generale sono malattie a decorso progressivo che si aggravano quindi col tempo, la velocità di progressione varia da un soggetto all’altro e pertanto non è prevedibile.
L'aggravamento di cui parla potrebbe essere in funzione del normale decorso clinico della malattia.
Riguardo la forma specifica, non è possibile stabilirlo a distanza senza un'accurata visita neurologica.
La Mamma è seguita presso un Centro per i disturbi del movimento?
Se non lo fosse, è consigliabile sentire un secondo parere presso uno specialista di questi Centri.

Cordialmente
[#4]
Utente
Utente
Buongiorno dottore,
no, in effetti sino ad oggi è stata visitata da un primo neurologo, nel mese di febbraio, quando ancora i disordini del movimento non erano gravi, che rilevò uno stato ansioso - depressivo e dal secondo neurologo che ad ottobre ha diagnosticato il parkinsonismo.
Provvederò come da Lei suggerito a farla visitare presso un Centro che si occupa di questi problemi, presente qui in zona.
Solo due ultime domande:
L'incontinenza urinaria, di cui mia mamma soffre da un paio di mesi, in modo sempre maggiore, può essere ricondotta al parkinsonismo o alla cura che sta facendo e ci sono dei farmaci per contrastare questo problema?
Inoltre, considerato che a distanza di due mesi la cura madopar + jumex, almeno in apparenza, non sembra fare effetto, ci sono altri farmaci efficaci per contrastare il parkinsonismo in questi casi?
Grazie ancora.
Cordiali saluti
[#5]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.8k 2.4k
Gentile Utente,

solitamente i disturbi urinari fanno parte dei cosiddetti sintomi non motori del Parkinsonismo, esiste una terapia farmacologica ma deve essere sempre il neurologo che visita il paziente a prescriverla se ci sono le condizioni.
Come Le dicevo nella prima risposta, si possono utilizzare altri farmaci da associare alla levodopa se ritenuti utili secondo il decorso della malattia.

Cordialità
[#6]
Utente
Utente
La ringrazio per il pronto e professionale consulto.
Buona serata.
[#7]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.8k 2.4k
Di nulla.

Buona serata anche a Lei
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