Intossicarmi di farmaci oppure resistere al dolore a oltranza
Buongiorno dottore,
da oltre quarant'anni soffro di cefalea.
Mi hanno diagnosticato praticamente tutti i tipi di cefalee primarie, nonché emicrania con aura (anche se per fortuna molto rara).
In questi quarant'anni ho fatto visite ovunque (i classici "viaggi della speranza" in giro per l'Italia) e ho fatto terapie di ogni tipo, spendendo un capitale in visite, tac, rmn, viaggi e medicinali.
Ho fatto terapie farmacologiche (alcune parzialmente efficaci, ma non ripetibili per tutta la vita) e non (agopuntura, massaggi e omeopatia).
Da qualche anno a questa parte mi sono rassegnato e vivo con i miei attacchi di emicrania (uno ogni 3/5 giorni a seconda del periodo).
L'unico medicinale che attualmente, non dico mi risolve completamente, ma almeno mi da sollievo, è l'ibupofene da 800mg (due compresse da 400mg e non una da 800mg, perché è a rilascio prolungato e non mi fa lo stesso effetto).
Negli anni mi sono abituato a fare di tutto anche durante le crisi (studiare, lavorare e persino in qualche raro caso sport).
Ovviamente quando ho gli attacchi che io chiamo "violenti" sono impossibilitato a fare qualsiasi cosa.
La mia domanda è questa: penso spesso che i medicinali facciano male (oltre che bene), pertanto cerco di assumerne il meno possibile, visto che viaggio a circa 8 ibuprofene al mese.
Col fatto che la mia resistenza la dolore, o forse sarebbe meglio dire sopportazione, è alta, e considerando che un leggerissimo mal di testa in sottofondo c'è, non dico tutti i giorni, ma spessissimo, tendo a non prendere nulla e sopportare il dolore.
Un neurologo alcuni anni fa mi disse che gli effetti collaterali del dolore costante sono sicuramente superiori a quelli collaterali dei farmaci.
Essendo che i miei mal di testa leggeri di sottofondo a volte spariscono e a volte esplodono in emicrania, non posso certo prendere il farmaco all'inizio della crisi non sapendo se si presenterà questa crisi.
Quindi io vivo sopportando il dolore e a volte, quando non ce la faccio più prendo il farmaco, che diventa 9 volte su 10 inefficace.
Pertanto le chiedo conferma del fatto che sia meglio assumere qualche farmaco in più piuttosto che rischiare questi fantomatici "effetti collaterali del dolore".
Scusi la lungaggine.
La ringrazio anticipatamente.
da oltre quarant'anni soffro di cefalea.
Mi hanno diagnosticato praticamente tutti i tipi di cefalee primarie, nonché emicrania con aura (anche se per fortuna molto rara).
In questi quarant'anni ho fatto visite ovunque (i classici "viaggi della speranza" in giro per l'Italia) e ho fatto terapie di ogni tipo, spendendo un capitale in visite, tac, rmn, viaggi e medicinali.
Ho fatto terapie farmacologiche (alcune parzialmente efficaci, ma non ripetibili per tutta la vita) e non (agopuntura, massaggi e omeopatia).
Da qualche anno a questa parte mi sono rassegnato e vivo con i miei attacchi di emicrania (uno ogni 3/5 giorni a seconda del periodo).
L'unico medicinale che attualmente, non dico mi risolve completamente, ma almeno mi da sollievo, è l'ibupofene da 800mg (due compresse da 400mg e non una da 800mg, perché è a rilascio prolungato e non mi fa lo stesso effetto).
Negli anni mi sono abituato a fare di tutto anche durante le crisi (studiare, lavorare e persino in qualche raro caso sport).
Ovviamente quando ho gli attacchi che io chiamo "violenti" sono impossibilitato a fare qualsiasi cosa.
La mia domanda è questa: penso spesso che i medicinali facciano male (oltre che bene), pertanto cerco di assumerne il meno possibile, visto che viaggio a circa 8 ibuprofene al mese.
Col fatto che la mia resistenza la dolore, o forse sarebbe meglio dire sopportazione, è alta, e considerando che un leggerissimo mal di testa in sottofondo c'è, non dico tutti i giorni, ma spessissimo, tendo a non prendere nulla e sopportare il dolore.
Un neurologo alcuni anni fa mi disse che gli effetti collaterali del dolore costante sono sicuramente superiori a quelli collaterali dei farmaci.
Essendo che i miei mal di testa leggeri di sottofondo a volte spariscono e a volte esplodono in emicrania, non posso certo prendere il farmaco all'inizio della crisi non sapendo se si presenterà questa crisi.
Quindi io vivo sopportando il dolore e a volte, quando non ce la faccio più prendo il farmaco, che diventa 9 volte su 10 inefficace.
Pertanto le chiedo conferma del fatto che sia meglio assumere qualche farmaco in più piuttosto che rischiare questi fantomatici "effetti collaterali del dolore".
Scusi la lungaggine.
La ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile Utente,
dobbiamo fare una precisazione, nei casi di cefalea primaria esistono due tipologie di terapia, una tendente a stroncare o ridurre l’attacco e l'altra di prevenzione non a base di antidolorifici.
Lei scrive che ha fatto diverse terapie farmacologiche ma non menziona i farmaci assunti (per la prevenzione o l’attacco?).
Consideri pure che l’abuso di antidolorifici può cronicizzare la cefalea stessa e favorire l'insorgenza della cosiddetta "cefalea da abuso".
Mi faccia sapere se ha assunto farmaci di prevenzione, per quanto tempo e quali.
Cordiali saluti
dobbiamo fare una precisazione, nei casi di cefalea primaria esistono due tipologie di terapia, una tendente a stroncare o ridurre l’attacco e l'altra di prevenzione non a base di antidolorifici.
Lei scrive che ha fatto diverse terapie farmacologiche ma non menziona i farmaci assunti (per la prevenzione o l’attacco?).
Consideri pure che l’abuso di antidolorifici può cronicizzare la cefalea stessa e favorire l'insorgenza della cosiddetta "cefalea da abuso".
Mi faccia sapere se ha assunto farmaci di prevenzione, per quanto tempo e quali.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Utente
Buongiorno e grazie molte per la risposta. In passato ho fatto terapie preventive con antidepressivi, betabloccanti e antiepilettici. Sinceramente non ricordo i nomi, perché l'ultima volta le ho fatte circa quattro/cinque anni fa (poi riproposte da altri medici in altre forme, ma mai rifatte), quindi per i nomi precisi dovrei andare a vedermi tutte le carte che ho a casa. Le dico solamente che periodicamente dovevo modificare o sospendere tali terapie, in quanto efficaci dal punto di vista degli attacchi, ma deleterie per quanto riguarda vita sociale, sessuale e lavorativa (apatia, stanchezza, difficoltà di concentrazione). Stavo molto, molto meglio con le terapie preventive, ma molto peggio nella vita quotidiana, per cui ho deciso in autonomia di abbandonare quella strada, pur avendo provato a cambiare neurologo varie volte, ma vedo che la tendenza di quasi tutti è la terapia preventiva. Forse avrò fatto male, non vivo più per le cefalee, ma vivo per tutto il resto. Devo solo capire se la quantità mensile di farmaci che assumo può essere tale da provocare la cefalea da abuso di farmaci e se la sopportazione del dolore può essere alla lunga deletaria per il fisico. Ps: in passato ho provato i triptani, ma non li tollero (sono anche finito al Pronto Soccorso per gli effetti collaterali).
Grazie ancora.
Grazie ancora.
[#3]
Gentile Utente,
anche i triptani possono causare cefalea da abuso, come gli antidolorifici comuni, i fans.
Lei scrive che la tendenza dei vari neurologi era quella di prescrivere farmaci di prevenzione, in effetti questa scelta è la più corretta in un soggetto come Lei che riferisce attacchi ogni 3-5 giorni.
È stato sfortunato riguardo gli effetti collaterali, infatti questi non si manifestano in tutti i soggetti ma solo in una percentuale non poi così elevata, in ogni caso sono altamente individuali.
Il consiglio che Le posso dare è di rivolgersi nuovamente ad un neurologo esperto in cefalee o che si dedichi quasi esclusivamente a queste, portare tutti i farmaci di volta in volta utilizzati ed esporre di ciascuno i suoi effetti collaterali limitanti e la loro rispettiva efficacia.
Sicuramente ancora ci saranno molecole da Lei mai utilizzate che possono essere provate, sperando con successo.
Cordialmente
anche i triptani possono causare cefalea da abuso, come gli antidolorifici comuni, i fans.
Lei scrive che la tendenza dei vari neurologi era quella di prescrivere farmaci di prevenzione, in effetti questa scelta è la più corretta in un soggetto come Lei che riferisce attacchi ogni 3-5 giorni.
È stato sfortunato riguardo gli effetti collaterali, infatti questi non si manifestano in tutti i soggetti ma solo in una percentuale non poi così elevata, in ogni caso sono altamente individuali.
Il consiglio che Le posso dare è di rivolgersi nuovamente ad un neurologo esperto in cefalee o che si dedichi quasi esclusivamente a queste, portare tutti i farmaci di volta in volta utilizzati ed esporre di ciascuno i suoi effetti collaterali limitanti e la loro rispettiva efficacia.
Sicuramente ancora ci saranno molecole da Lei mai utilizzate che possono essere provate, sperando con successo.
Cordialmente
[#4]
Utente
La ringrazio nuovamente per la risposta e per il suggerimento di rivolgermi nuovamente, per l'ennesima volta a uno specialista, anche se, pur essendo a conoscenza che la medicina e la farmacologia sono sempre in continua evoluzione, nutro poche speranze di migliorare la mia situazione (non certo di risolverla) e Le chiedo in definitiva una risposta al mio primo quesito anche se immagino non abbia una risposta certa: stare tante ore con il dolore (se non addirittura giornate intere), senza assumere farmaci, può creare problemi all'organismo?
Grazie ancora e buona giornata!
Grazie ancora e buona giornata!
[#5]
Gentile Utente,
non curare un’emicrania che si manifesta con la frequenza che ci ha riferito a mio avviso può creare soprattutto problemi della sfera psichica, come ansia, depressione dell'umore, disturbi della personalità, ecc., nonché problematiche circolatorie cerebrali in occasione di attacchi violenti (spot ischemici).
Questo tuttavia non è un invito alla terapia degli attacchi acuti (rischio cefalea da abuso, effetti collaterali dei fans) ma alla terapia di prevenzione.
Cordialità
non curare un’emicrania che si manifesta con la frequenza che ci ha riferito a mio avviso può creare soprattutto problemi della sfera psichica, come ansia, depressione dell'umore, disturbi della personalità, ecc., nonché problematiche circolatorie cerebrali in occasione di attacchi violenti (spot ischemici).
Questo tuttavia non è un invito alla terapia degli attacchi acuti (rischio cefalea da abuso, effetti collaterali dei fans) ma alla terapia di prevenzione.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5k visite dal 17/08/2020.
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Approfondimento su Emicrania
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