Danni cerebrali dosi elevate xanax ed elopram

DANNI CEREBRALI ELEVATE DOSI DI BENZODIAZEPINE.
Gentilissimi Dott.ri (vi prego rispondetemi), ho 53 anni di sesso maschile, in data 10 febbraio 2017, per uno stato di ansia, un Neurologo mi prescrisse la seguente terapia di psicofarmaci che ho effettuato per due mesi:
1 compressa da 2 mg. di Xanax R.P. la sera - da aumentare a 2 compresse da 2 mg R.P. in caso di bisogno;
1 compressa di elopram 20 mg. a pranzo. Non avevo mai fatto uso di psicofarmaci e prima avevo un’ottima memoria ed eccellenti facoltà di ragionamento. Dopo l'assunzione ho subito accusato:mancanza di memoria, confusione stordimento, sensazione di vuoto formicolio alla testa prefrontale, forte agitazione, ronzii e fischi alle orecchie, perdita delle funzioni cognitive, mancanza di ragionamento, incapacità di organizzare le cose, manie di suicidio, delirio, atassia e pressione bassissima, rallentamento del pensiero, rimbambimento totale, non riuscivo a parlare, fortissima stitichezza, ottundimento emozionale (infatti non piango più da due anni). Il neurologo però pensava che quei disturbi erano causati dalla mia stessa ansia e così li ho presi per due mesi. Sono passati due anni, ed ancora oggi, ho un grave deficit di memoria, non memorizzo più i nomi nuovi, non memorizzo niente di quello che leggo, non riesco più a studiare ad imparare cose nuove anche elementari, dimentico le cose, mi tira in mezzo alla testa e frontale, la testa mi barcolla, ho sbandamenti, formicolii alle braccia, pancia, gambe. Ho ancora oggi dei gravi deficit per la perdita delle funzioni cognitive, non riesco a risolvere problemi, ho difficoltà di ragionamento, non riesco a capire i discorsi più elaborati, non so organizzare le cose di lavoro, non riesco a capire la logica delle cose, sono confuso, per lo sforzo di ricordare mi tira in testa e nella zona prefrontale, mi ronzano forte fischiano e si tappano le orecchie. E’possibile che questi farmaci, presi in dosi elevate, mi abbiano procurato dei danni cerebrali? Da una risonanza magnetica fatta alcuni mesi dopo l'assunzione è risultata una evidente atrofia cerebrale, ma l'assunzione di benzodiazepine a dosi elevate può provocare atrofia cerebrale? Da elettroencefalogrammi e mappe celebrali fatte dopo è risultata una caduta del segnale CGG e sofferenza diffusa nella zona corticale frontale ed occipitale ridotta attività elettrica cerebrale. Da poco ho fatto una PET per alzaimer, ma è risultato tutto apposto. E' possibile che abbia avuto uno squilibrio chimico ed elettrico del cervello? Alcuni soggetti prendono le benzodiazepine per anni ma a dosi basse 0,25 - 0,50 che aumentano gradualmente nel tempo perché diventano assuefatti, ma nel mio caso anche se il periodo di assunzione è stato breve bisogna però considerare le dosi elevatissime che mi hanno subito stordito mg. di xanax, per chi li assume la prima volta, sono dosi elevate? poi assunte con elopram hanno aumentato gli effetti collaterali. Vi prego rispondetemi.Grazie infinite.Cordiali Saluti
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Egregio Paziente,
Oramai da anni innumerevoli ricerche hanno evidenziato gli effetti negativi gravi ed i possibili esiti avversi legati ad assunzione protratta di benzodiazepine per oltre tre mesi. Già da oltre un trentennio è noto il collegamento fra le benzodiazepine e l'atrofia cerebrale.
Uno studio del 2014 pubblicato sul British Medical Journal "Uso di benzodiazepine e malattia di Alzheimer: studio sul controllo dei casi" sostiene che l’uso degli ansiolitici aumenta del 51% il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Il rischio aumenta col periodo di assunzione, per arrivare all'84% per chi assume benzodiazepine per più di sei mesi. Il danno è ancora più immediato se la somministrazione è a carico di soggetti ultrasessantenni. Da quanto lei descrive in uno con il referto della RM, ad onta della sua età non avanzata, esprime in atto una condizione di atrofia cerebrale cui, tuttavia dal modo compito ed anche con ottima capacità di critica e di giudizio unitamente al referto della PET, si potrebbe escludere una condizione in atto di malattia di Alzheimer. Tuttavia, oltre che suggerirle di disassuefarsi dall'uso delle benzodiazepine, Le suggerisco di consultare un Neurologo che la sottoponga a test neuropsicologici per valutare in modo appropriato il suo attuale potere cognitivo.
Cordialmente

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it

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Utente
Utente
Gentilissimo Dottore, La ringrazio infinitamente per la sua disponibilità, Grazie infinite per la risposta che ha dato al mio consulto, mi congratulo per la sua professionalità, è stato chiarissimo e molto esauriente, e sopratutto mi ha tolto molti dubbi,
Dottore non vorrei approfittare della sua gentilezza, ma oso porle un'altro quesito: Prendendo in considerazione il collegamento tra uso di benzodiazepine ed atrofia cerebrale, Lei ha detto che il rischio di atrofia aumenta con il periodo di assunzione delle medesime, può per favore dirmi se esiste anche una proporzionalità diretta tra il rischio di atrofia cerebrale ed il dosaggio giornaliero assunto delle benzodiazepine?

La ringrazio infinitamente per la sua Gentilezza.
Cordiali Saluti. .
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Caro paziente,
La ringrazio per i suoi gentili complimenti e le rispondo umoristicamente con una espressione del nostro illustre concittadino Toto’: è la somma che fa il totale! Però voglio tranquillizzarla dicendole che le RM fa una diagnosi radiologica che spesso non corrisponde all’effettivo stato funzionale, che deve seguire un percorso valutativo specifico. Un’attenta valutazione neurologica potrà aiutarla a fugare la sua preoccupazione. Cordialmente
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Utente
Utente
Gentilissimo Dottore, La ringrazio infinitamente per avermi sempre cortesemente risposto, Lei è sempre molto disponibile ed anche stavolta è stato molto esauriente nella risposta, La prego di rispondere ad una mia ultima domanda: "Per un soggetto (53 anni - 75 Kg.) che, in vita sua, non è mai stato trattato con nessun tipo di psicofarmaco, assumere una compressa al giorno di XANAX da 2 mg rilascio prolungato, per due mesi consecutivi, solo per un banale stato di ansia, non sembra una dose molto elevata? anche in considerazione che assunta in combinazione con una compressa di 20 mg, di elopram avrebbe degli effetti molto forti?
Cioè 2 mg. di XANAX R.P. , è da considerarsi una dose elevata per un lieve stato di ansia? di solito si inizia da dosi basse tipo 0,25 oppure 0,50 (come raccomanda anche il foglio illustrativo) per valutare la risposta del paziente al farmaco ed agli effetti collaterali e se il paziente risponde bene si continua con le dosi più basse, evitando di somministrare inutili e dannosi dosaggi elevati.
La Ringrazio Cordiali Saluti.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Le risposte che noi di MI forniamo ai nostri Utenti, per ovvi motivi deontologici e medico-legali, non possono prendere in considerazione terapie prescritte da altri specialisti neppure sotto forma di commento generico. Le mie precedenti risposte hanno invece affrontato l'aspetto scientifico più generale relativo al suo quesito e spero che nel contempo l'abbiano rassicurata.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Dottore mi scusi non sapevo del codice deontologico, ma allora in mi dica solo questo, quando Lei parla di : """"......da anni innumerevoli ricerche hanno evidenziato gli effetti negativi gravi ed i possibili esiti avversi legati ad assunzione protratta di benzodiazepine per oltre tre mesi. Già da oltre un trentennio è noto il collegamento fra le benzodiazepine e l'atrofia cerebrale.
................. l’uso degli ansiolitici aumenta del 51% il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Il rischio aumenta col periodo di assunzione, per arrivare all'84% per chi assume benzodiazepine per più di sei mesi"""""""""".
Per assunzione di benzodiazepine a quali dosi si riferisce, a dosi basse, medie o alte? ovvero il rischio di atrofia per assunzione di benzo esiste anche per assunzione di dosi non eccessivamente alte?
Grazie infinite.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Il dosaggio di alprazolam da lei assunto non può considerarsi eccessivo ma neanche basso. C'è comunque un dato incontrovertibile costituito sia dal reperto RM di atrofia cerebrale, sproporzionato alla sua età anagrafica, ed il disturbo soggettivo da lei accusato nell'ambito del suo potenziale cognitivo. Le rinnovo il mio consiglio di sottoporsi a test neuropsicologici specifici.
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Utente
Utente
Gentilissimo Dottore, Lei in una risposta precedente di questo consulto ha affermato che :"... è noto il collegamento tra le benzodiazepine e l'atrofia cerebrale."" 1) Ma dopo quanto tempo dall'assunzione di benzodiazepine possiamo riscontrare con Risonanza Magnetica l'atrofia cerebrale? si possono quantificare questi tempi?
2) In considerazione del collegamento tra atrofia cerebrale e uso di benzo, in che dosi bisogna considerare l'assunzione delle benzo (basse 0.25 - 0.50 mg, medie 1 mg, oppure elevate 2 mg.? ovvero gli studi che lei ha citato in che dosi sono stati effettuati?
3) Quindi se è la somma che fa il totale, Lei vuole dire che i tempi affinché con l'uso di benzo si riscontri tramite RM atrofia cerebrale possono essere anche più ridotti ed immediati rispetto all'uso di dosi basse? si possono quantificare?
La ringrazio Dottore. Sempre Gentile e Disponibile.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Onestamente questa puntigliosa quantificazione che lei prospetta esula dall'indagine clinica e non è di alcuna pratica utilità, in quanto in relazione a quanto ha riferito nella sua prima richiesta "da una risonanza magnetica fatta alcuni mesi dopo l'assunzione è risultata una evidente atrofia cerebrale" per cui questa è una condizione oramai conclamata ed accertata. Come le ho più volte detto, al presente è necessario solamente non assumere ulteriormente questi farmaci e cercare di stabilire, attraverso un'indagine clinica mirata, se all'aspetto morfologico rilevato dalla RM corrisponda un quadro reale di danno delle funzioni cognitive.
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Utente
Utente
Volevo solo sapere se è possibile che dall'assunzione di xanax 2 mg. a rilascio prolung. e 20 mg di elopram assunti per due mesi, io abbia sviluppato atrofia cerebrale diagnosticata con Risonanza Magnetica, dopo sei mesi dall'assunzione. Oppure per sviluppare l'atrofia cerebrale ci vogliono diversi anni dall'assunzione di psicofarmaci.
Cioè se si è fatto uso di benzo, l'atrofia si sviluppa in tarda età oppure dopo poco tempo dall'assunzione?
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
la cronologia del processo non è determinabile con esattezza
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Utente
Utente
Dott.re non mi dica che sono scocciante La prego. Voglio che conosca con precisione tutta la mia storia e che possa essere di monito affinchè chiunque si possa ravvedere in futuro ed evitare che si ripeti.
Pochi giorni prima dell'assunzione di tali farmaci avevo una intelligenza spiccata ed una memoria brillante, non ho mai fatto uso di psicofarmaci, se non in quella occasione, quando in seguito ad un trasferimento di lavoro ebbi uno stato di lieve insonnia ed un neurologo mi prescrisse la terapia che ho precedentemente descritta, eseguita per due mesi. Dopo la completa dismissione di quei farmaci, i disturbi di memoria e di cognizione non cessavano ed ho fatto elettro encefalogramma e mappe cerebrali dove si evidenzia una marcata e diffusa riduzione dell'attività elettrica cerebrale, contestualmente ho consultato più di dieci, tra i più noti emeriti psichiatri, psicologi, neurologi, neuropsichiatri, anche di fama internazionale perché partecipano a convegni in Giappone, Stati Uniti ecc.., alcuni di loro hanno affermato che quelle dosi erano alte ed inappropriate al mio caso, qualcuno ha anche affermato che erano mazzate in testa tutte le sere. Mi hanno prescritto degli esami PET con la ricerca di amiloide che è risultata negativa, poi testatura NPS, cioè dei test in cui dopo aver visto una figura di linee intersecata di quadrati rombi ecc.. dovevo cercare di ricordare e disegnare a mano libera, oppure sentire sette o otto parole pronunciate dal medico e dopo qualche minuto cercare di ripetere,o individuare il pezzo mancante della figura, ma nonostante parecchi mesi dalla dismissione dei farmaci, ero confuso, facevo sforzo a ricordare, ricordavo il minimo, però i punteggi finali sono risultati nettamente inferiori ai numeri di riferimento, ciononostante hanno detto che non c'è deterioramento.
Il mio decadimento cognitivo lo posso valutare solo io, che personalmente percepisco la differenza tra come ero prima dell'assunzione di quei maledetti psicofarmaci e come sono diventato adesso.
Penso che l'elevato dosaggio mi abbia procurato una intossicazione cerebrale con restringimento del cervello ed abbia procurato anche una depressione del sistema nervoso centrale, in quanto oltre la mancanza di memoria, ho ancora costantemente dei forti ronzii e fischi alle orecchie perché nel periodo di assunzione dei farmaci stavo facendo intercettazioni telefoniche e mi sforzavo nel capire e nel sentire, infatti da un lato i farmaci mi spegnevano il cervello ed io dall'altra lo accendevo compromettendo la zona neuronale interessata. Ancora oggi ho una sensazione di vuoto e di formicolio sopra la testa nella zona della corteccia proprio dove hanno agito quei farmaci specialmente quando sono impegnato a fare qualche attività che richiede impegno mnemonico e di ragionamento, ma poi devo rinunciare, simultaneamente si accende un formicolio alle gambe, braccia e nella pancia. Mi hanno prescritto il DEPAKIN forse perchè ho letto che è un potente antidolorifico ed in alcuni esperimenti, per ridurre gli acufeni, sono stai utilizzati farmaci antiepilettici quindi il DEPAKIN (antiepilettico) forse serve anche per ridurre i ronzii e fischi alle orecchie e la sensazione di formicolio. E' tutta una questione neuronale compromessa.
Se fumo qualche sigaretta le gambe mi si paralizzano e ho una sensazione di formicolio in testa nella zona della corteccia, penso che il sistema nervoso reagisca eccessivamente anche ad una minima intossicazione quale quella della sigaretta. Non posso più lavorare perchè sono confuso stento a capire quello che leggo o percepisco poco di quello che leggo e poi subito dimentico quello che ho letto. Non memorizzo più concetti nuovi, nomi nuovi, anche semplici parole nuove, o non memorizzo il ritornello di una canzone nuova, poche parole di una preghiera nuova, non so più niente di attualità, non posso più fare discorsi perchè non so di che argomento parlare perchè mi è difficile evocare,
infatti, il richiamo spontaneo alla memoria è bloccato oppure è lentissimo anche se cerco di ricordare le cose passate, ho quasi resettato tutti gli studi fatti, ma se qualcuno rievoca qualcosa che ho memorizzato in passato mi ritorna alla mente. Non faccio niente tutta la giornata sono uno zombie ed è impossibile continuare a vivere in queste condizioni. A volte l'istinto mi dice di provare a fumare marjuana per calmere i fisci ed i ronzii alle orecchie ed i formicolii al corpo.
Mi dica Lei quali esami neurologici devo fare. Mi può aiutare con qualche consiglio?
La ringrazio Distinti saluti.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Ho letto il suo lungo memoriale e voglio innanzitutto puntualizzare che le sue sensazioni di disturbi al cervello sono sostanzialmente inesistenti perchè il cervello è insensibile; il Depakin le è stato verosimilmente prescritto come psico-stabilizzatore per il trattamento del suo disturbo depressivo, cui sono in larga parte ascrivibili i fenomeni che lei ha descritto (difficoltà di concentrazione, dolori diffusi, calo dell'umore, formicolii...). Le credo che abbia consultato tanti specialisti, ma da come si tratteggia ritengo che non farebbe male a ricercare un'altra opinione che le chiarisca bene quale sia il suo stato attuale.
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Utente
Utente
Gentile Dottore, la realtà dei fatti è una sola, il giorno 9 gennaio 2017, ho firmato la mia documentazione valutativa per il mio rendimento in servizio, le quali, oltre ad elogiare un complesso di ottime qualità, si evidenziano soprattutto eccellenti doti professionali, culturali, intellettive, inoltre si attesta anche "dotato di memoria pronta e fedele" con giudizio conclusivo "Eccellente rendimento costantemente elevato pieno e sicuro con apprezzamento e lode".
Invece dal giorno 10 febbraio 2019, circa un mese dopo le mie documentate ed eccezionali qualità, quando incominciai ad assumere quei psicofarmaci in dosi massicce, incominciai ad avere dei problemi di memoria e di cognizione tanto che dovetti assentarmi dal lavoro per parecchio tempo perché non riuscivo a lavorare come prima con incredulità dei miei Superiori che mi avevano sempre apprezzato ed elogiato da più di 30 anni, e che poi furono costretti ad inviarmi ad accertamenti psichiatrici per accertate l' idoneità al servizio. Perciò alcuni mesi dopo feci le RM che confermarono l'atrofia cerebrale e gli elettroencefaloframmi che confermarono una marcata e diffusa riduzione dell'attività cerebrale.
Orbene per logica io penso che questo stato di deficienza cerebrale è pervenuto in seguito all'assunzione di questi psicofarmaci, in quanto non sono stato più in grado di svolgere l'attività che facevo in precedenza, permanendo a tutt'oggi in uno stato di inerzia perché non so più organizzare il lavoro. Ma è possibile che questi psicofarmaci, in tempi brevi, circa quatto o cinque mesi dall'assunzione e perché assunti in dosi elevate, abbiano causato atrofia cerebrale? oppure la riduzione dell'attività elettrica del cervello? altrimenti non si spiega che un mese prima ero Eccellente e un mese dopo uno scemo. Dottore la prego non mi dia risposte evasive e generiche, mi dia delle risposte concrete che possono indicare dati, tempi, studi fatti in merito. Non concluda come al solito che ormai l'atrofia è conclamata ed accertata, questo lo so e quindi non mi sarei dedicato con enorme sforzo a scrivere questi messaggi, solo così mi potrò rassegnare e tranquillizzare.
La ringrazio infinitamente.
Cordiali Saluti.
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Utente
Utente
Gentilissimo dottore, ma non mi ha risposto a quest'ultima domanda? Mi sembra un paradosso, Lei mi da sempre delle risposte generiche proprio a quelle domande specifiche e sottili che le faccio, di cui avrei bisogno di una risposta più efficace e diretta. Ma mi sembra di aver percepito che nell'ambito medico c'è una certa reticenza nel rispondere, per evitare di compromettere l'operato dei colleghi, infatti ho avuto sempre l'opinione che i medici non si pizzicano mai tra di loro. Ma in alcuni casi particolari si devono superare questi pregiudizi anche per amore della giustizia e del prossimo. A volte si tergiversa per non criticare l'operato di un altro collega, ma è anche vero che proprio per il rispetto della deontologia e del giuramento di Socrate i medici dovrebbero stare più dalla parte del paziente.
La Ringrazio Dottore.
Cordiali Saluti.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Egregio Signore,
non credo che lei debba risentirsi di come le ho sinora risposto e non è il caso, mi creda, di scomodarsi a ricordarmi il giuramento di Ippocrate. Se non ha sinora voluto comprendere ciò che le ho detto è perchè evidentemente vorrebbe trovare nelle mie risposte alle sue domande un appiglio di carattere medico-legale. In questo caso, il sito Medicitalia non è quello più adatto.
Con questo la prego di non replicare.
La saluto
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