Un infezione che l ha colpita una ventina
Egregi dottori, scrivo per la mia mamma, che ha avuto i primi disagi neurologici circa 5 anni fa. In una prima visita in un centro specializzato ci hanno parlato di parkinsonismo atipico, diagnosi che poi si è col tempo modificata richiedendo il parere di altri centri della zona. Scrivo perché le condizioni ad oggi sono molto peggiorate. Mamma è completamente allettata, rigida, incapace di compiere qualsiasi movimento, completamente disfagica e non più in grado di parlare. Ad oggi è ricoverata per un infezione che L ha colpita una ventina di giorni fa alla vescica(porta il catetere per vescica neurologica) e che ad oggi è arrivata nonostante curata con antibiotici si polmoni provocando catarro e l ha resa tachipnoica. È sostenuta dall alimentazione parenterale con un port inseritole un mese fa circa. Quello che chiedo è quanta spettativa di vita ancora le rimane e se, vista la sua volontà di finire la vita a casa sua, non fosse il caso di firmare e portarla a casa, anche perché sembra che questa infezione non riesca ad essere debellata. Nell ospedale in cui siamo continuano a dire che la situazione è molto complicata ma non si espongono più di tanto. Chiedo scusa se forse non sono stata molto chiara e ringrazio anticipatamente per l attenzione.
[#1]
Gentile Utente,
innanzitutto Le dico che mi dispiace davvero per la situazione in cui si trova la Mamma.
Riguardo la Sua domanda, non è possibile dare una risposta attendibile, peraltro non data nemmeno dai colleghi che seguono la Signora e che quindi conoscono bene il caso. Ogni soggetto presenta un decorso assolutamente individuale che dipende da tante variabili, in questo caso, in primis dalla risposta all'antibiotico e dalle difese immunitarie.
Le auguro davvero che la Mamma possa superare questo periodo critico.
Un grande in bocca al lupo.
Cordiali saluti
innanzitutto Le dico che mi dispiace davvero per la situazione in cui si trova la Mamma.
Riguardo la Sua domanda, non è possibile dare una risposta attendibile, peraltro non data nemmeno dai colleghi che seguono la Signora e che quindi conoscono bene il caso. Ogni soggetto presenta un decorso assolutamente individuale che dipende da tante variabili, in questo caso, in primis dalla risposta all'antibiotico e dalle difese immunitarie.
Le auguro davvero che la Mamma possa superare questo periodo critico.
Un grande in bocca al lupo.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Utente
Dottore la ringrazio innanzitutto per la celerità della sua risposta, le speranze che L antibiotico lavori a dovere sono poche anche perché mamma è fortemente immunodepressa, tanto da non aver manifestato febbre all insorgere dell infezione. Vista la sua disponibilità Le chiederei ancora: ammesso che si riesca a debellare quest infezione e mamma possa tornare a casa, avendo deciso di evitare una peg perché a detta dei medici non abbiamo tanto tempo per una peg , quanto può continuare L alimentazione Parenterale? È sufficiente per L organismo? Non c è rischio che L arteria in qui è inserito il catetere si bruci ?
[#3]
Gentile Utente,
questo rischio non c’è, l’alimentazione è sufficiente considerato che la Mamma è allettata.
Ovviamente sul lungo periodo, che non può essere quantificato da questa postazione, è preferibile impiantare una peg ma i tempi li devono decidere i sanitari che seguono il caso.
Cordialmente
questo rischio non c’è, l’alimentazione è sufficiente considerato che la Mamma è allettata.
Ovviamente sul lungo periodo, che non può essere quantificato da questa postazione, è preferibile impiantare una peg ma i tempi li devono decidere i sanitari che seguono il caso.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 663 visite dal 04/05/2019.
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