Tecnica chiamata Depolarizzazione (o Ripolarizazione? )?
Buongiorno Gentili Specialisti
mi è capitato di leggere che i dolori di natura neuropatica, le neuropatie periferiche, o neuropatie compressive, potrebbero essere trattate con una tecnica che si chiamerebbe di Depolarizzazione (o Ripolarizazione forse?); è realtà, esistono e funzionano veramente, o sono solo fantasie? in poche parole per problemi tipo parestesie, formicolì, sensazioni di punzecchiature, disestesie etc, sono funzionali? nel mio caso non sono per problemi che ho io fisiologicamente cioè di mio, l'altro piede non ha nulla di quei disturbi ma il piede che subì trauma lamenta i citati problemi.
E chi praticherebbe queste tecniche? immagino il neurologo ovvio, volevo anche dire se è diffusa tale tecnica..
Saluti cordiali e grazie
mi è capitato di leggere che i dolori di natura neuropatica, le neuropatie periferiche, o neuropatie compressive, potrebbero essere trattate con una tecnica che si chiamerebbe di Depolarizzazione (o Ripolarizazione forse?); è realtà, esistono e funzionano veramente, o sono solo fantasie? in poche parole per problemi tipo parestesie, formicolì, sensazioni di punzecchiature, disestesie etc, sono funzionali? nel mio caso non sono per problemi che ho io fisiologicamente cioè di mio, l'altro piede non ha nulla di quei disturbi ma il piede che subì trauma lamenta i citati problemi.
E chi praticherebbe queste tecniche? immagino il neurologo ovvio, volevo anche dire se è diffusa tale tecnica..
Saluti cordiali e grazie
[#1]
Gentile Utente,
ciò che lei ha citato non è una tecnica terapeutica ma una metodica d'indagine costituita dall'elettromiografia. Nell'EMG, utilizzando l’elettricità che i muscoli producono, si ottengono dei tracciati che ci informano sulla condizione dei muscoli, consentendoci di capire se è in corso una patologia muscolare o del sistema nervoso periferico o delle radici nervose che fuoriescono dalla colonna vertebrale. Ciò permette di differenziare un danno neurogeno da quello miogeno o di placca neuromuscolare. Per analizzare il funzionamento di un muscolo attraverso i potenziali elettrici che si sviluppano durante la contrazione, il segnale EMG si basa sulla raccolta dei potenziali d’azione alla membrana della fibra muscolare dovuto ai processi di depolarizzazione e ripolarizzazione. Inoltre, la valutazione relativa alla velocità di conduzione motoria (VCM) e sensitiva (VCS) indica lo stato di salute del nervo.Pertanto, per il problema che lei ha citato, è indicato che si sottoponga ad un EMG che appuri se vi sia o meno uno stato di sofferenza.
Cordialmente
ciò che lei ha citato non è una tecnica terapeutica ma una metodica d'indagine costituita dall'elettromiografia. Nell'EMG, utilizzando l’elettricità che i muscoli producono, si ottengono dei tracciati che ci informano sulla condizione dei muscoli, consentendoci di capire se è in corso una patologia muscolare o del sistema nervoso periferico o delle radici nervose che fuoriescono dalla colonna vertebrale. Ciò permette di differenziare un danno neurogeno da quello miogeno o di placca neuromuscolare. Per analizzare il funzionamento di un muscolo attraverso i potenziali elettrici che si sviluppano durante la contrazione, il segnale EMG si basa sulla raccolta dei potenziali d’azione alla membrana della fibra muscolare dovuto ai processi di depolarizzazione e ripolarizzazione. Inoltre, la valutazione relativa alla velocità di conduzione motoria (VCM) e sensitiva (VCS) indica lo stato di salute del nervo.Pertanto, per il problema che lei ha citato, è indicato che si sottoponga ad un EMG che appuri se vi sia o meno uno stato di sofferenza.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
[#2]
Utente
Gentile Dottor Colangelo
La ringrazio per la risposta e la chiarificazione, ovvero che la depolarizzazione non è una tecnica curativa, ma un metodo di indagine. In parte quegli esami che Lei cita li avevo eseguiti, giusto 1 anno fa. In sintesi, io per un vecchio trauma contusivo al piede (di 2 anni e mezzo fa) sul V metatarso, avverto continuamente spiacevoli sintomi dal piede dx, come parestesie, disestesie, formicolii, senso di piede "legato" e che "tira" verso le dita piccole, sensazione un pò di piede "freddo", a volte punzecchii e poi senso di corpo estraneo all'appoggio, veramente fastidioso mi creda. Il fatto incredibile è che tutti questi disturbi li avverto ad esempio come sono disposto ora, cioè a piede "libero", se sono seduto, oppure disteso, mentre invece col piede in carico ovvero con la calzatura e camminando, tutti questi disturbi citati spariscono completamente, non li percepisco, ma molto fastidioso sopraggiunge il fastidio all'appoggio come senso di avere uno o più "sassolini", una placca dura al contatto suolo.
Come accennavo, nel gennaio del 2018 effettuai una Elettroneurografia ed il Neurologo specialista di quegli esami mi disse che i nervi da risultati ENG erano nei limiti di norma, mi ha parlato che nei traumi di questo tipo sono coinvolti i "tessuti molli" e ci vuole molto tempo a che questi tessuti molli si normalizzino. Nel referto sono proprio indicate quelle sigle che Lei ha scritto, VCM e VCS, peroneo e surale. La Neurologa che dispose la ENG (prima quindi del referto) scrisse in referto che "Non ci sono deficit neurologici Pz vigile collaborante Probabile minima neuropatia compressiva". Ricordo che la Sua Collega agitava un diapason vicino al piede.
Alla luce di ciò che Lei Dottore mi ha scritto, citando anche la Elettromiografia, mi chiedo se nel mio caso era opportuna oppure superflua eseguire anche la EMG e non solo la ENG, visto che effettuai solo quest'ultima.
Lunedi prossimo ho prenotata una visita Neurologica, con altra Specialista, vediamo cosa dirà e se prescriverà esami approfonditi.
Superfluo riferire che, nonostante la conformazione dei piedi tenda un pò al piatto (e pronato), e mi hanno prescritto plantari ortopedici correttivi, l'altro piede non avverte alcunchè di fastidi, quindi i miei fastidi che avverto anche un pò invalidanti, sono solo dovuti al trauma che subì il piede destro
Mi chiedo se in qualche modo ne verrò fuori, sono piuttosto sfiduciato.
La saluto molto cordialmente
La ringrazio per la risposta e la chiarificazione, ovvero che la depolarizzazione non è una tecnica curativa, ma un metodo di indagine. In parte quegli esami che Lei cita li avevo eseguiti, giusto 1 anno fa. In sintesi, io per un vecchio trauma contusivo al piede (di 2 anni e mezzo fa) sul V metatarso, avverto continuamente spiacevoli sintomi dal piede dx, come parestesie, disestesie, formicolii, senso di piede "legato" e che "tira" verso le dita piccole, sensazione un pò di piede "freddo", a volte punzecchii e poi senso di corpo estraneo all'appoggio, veramente fastidioso mi creda. Il fatto incredibile è che tutti questi disturbi li avverto ad esempio come sono disposto ora, cioè a piede "libero", se sono seduto, oppure disteso, mentre invece col piede in carico ovvero con la calzatura e camminando, tutti questi disturbi citati spariscono completamente, non li percepisco, ma molto fastidioso sopraggiunge il fastidio all'appoggio come senso di avere uno o più "sassolini", una placca dura al contatto suolo.
Come accennavo, nel gennaio del 2018 effettuai una Elettroneurografia ed il Neurologo specialista di quegli esami mi disse che i nervi da risultati ENG erano nei limiti di norma, mi ha parlato che nei traumi di questo tipo sono coinvolti i "tessuti molli" e ci vuole molto tempo a che questi tessuti molli si normalizzino. Nel referto sono proprio indicate quelle sigle che Lei ha scritto, VCM e VCS, peroneo e surale. La Neurologa che dispose la ENG (prima quindi del referto) scrisse in referto che "Non ci sono deficit neurologici Pz vigile collaborante Probabile minima neuropatia compressiva". Ricordo che la Sua Collega agitava un diapason vicino al piede.
Alla luce di ciò che Lei Dottore mi ha scritto, citando anche la Elettromiografia, mi chiedo se nel mio caso era opportuna oppure superflua eseguire anche la EMG e non solo la ENG, visto che effettuai solo quest'ultima.
Lunedi prossimo ho prenotata una visita Neurologica, con altra Specialista, vediamo cosa dirà e se prescriverà esami approfonditi.
Superfluo riferire che, nonostante la conformazione dei piedi tenda un pò al piatto (e pronato), e mi hanno prescritto plantari ortopedici correttivi, l'altro piede non avverte alcunchè di fastidi, quindi i miei fastidi che avverto anche un pò invalidanti, sono solo dovuti al trauma che subì il piede destro
Mi chiedo se in qualche modo ne verrò fuori, sono piuttosto sfiduciato.
La saluto molto cordialmente
[#5]
Utente
Salve Dottor Colangelo
come scrissi oggi ho avuto la visita neurologica, di cui riporto il referto.
"Riferisce trauma da schiacciamento 4 - 5 metatarso di oltre 2 anni fa.
Da allora lamenta parestesie a riposo regione laterale piede dx e disestesia sotto la pianta del piede dx, aggravate dopo l'uso di plantare prescritto dal fisiatra.
ENG nn
EN nn, non alterazioni sensitive e motoria arti inferiori.
Verosimile persistente modesta neuropatia irritativa neuroperiferica distale esito del pregresso trauma.
Può tentare trattamento con antinevralgici (Gabapentin 100 fino a 1 x 3) se vantaggioso e ben tollerato".
A un certo punto la Neurologa ha detto (non gliel'ho chiesto io) "Ora va molto di moda il Lyrica io però nel suo caso preferirei eventualmente il Gabapentin"
Non ho mai assunto una compressa di psicofarmaco o neurolettico che dir si voglia in vita mia, quindi non so cosa aspettarmi da questo Gabapentin, se avrà effetto e come, se lo tollererò, effetti contrari collaterali etc. Tra l'altro ho notato che in referto la Specialista non ha scritto per quanto tempo dovrei / potrei prendere il gabapentin, se per un periodo limitato e quanto, se a vita...
Cordialità
come scrissi oggi ho avuto la visita neurologica, di cui riporto il referto.
"Riferisce trauma da schiacciamento 4 - 5 metatarso di oltre 2 anni fa.
Da allora lamenta parestesie a riposo regione laterale piede dx e disestesia sotto la pianta del piede dx, aggravate dopo l'uso di plantare prescritto dal fisiatra.
ENG nn
EN nn, non alterazioni sensitive e motoria arti inferiori.
Verosimile persistente modesta neuropatia irritativa neuroperiferica distale esito del pregresso trauma.
Può tentare trattamento con antinevralgici (Gabapentin 100 fino a 1 x 3) se vantaggioso e ben tollerato".
A un certo punto la Neurologa ha detto (non gliel'ho chiesto io) "Ora va molto di moda il Lyrica io però nel suo caso preferirei eventualmente il Gabapentin"
Non ho mai assunto una compressa di psicofarmaco o neurolettico che dir si voglia in vita mia, quindi non so cosa aspettarmi da questo Gabapentin, se avrà effetto e come, se lo tollererò, effetti contrari collaterali etc. Tra l'altro ho notato che in referto la Specialista non ha scritto per quanto tempo dovrei / potrei prendere il gabapentin, se per un periodo limitato e quanto, se a vita...
Cordialità
[#7]
Utente
Salve dottor Colangelo,
so che è banale la domanda anche per risposte immagino soggettive ai farmaci, ma grosso modo, se il farmaco Gabapentin dovesse giovarmi, dopo quanto tempo dalla prima assunzione noterò benefici?
Poi un'altra cosa, se possibile...da quello che ho capito la Sua Collega mi ha parlato che stanti i sintomi e gli esami riferiti coinvolte sarebbero, per alterazioni o traumi, le "ultime" o più piccole fibre nervose (forse più vicine alla pelle? sensitive?), e quindi sfuggirebbero all'esame della Elettroneurografia, allora chiedo, ma non esistono altri esami più raffinati della ENG? ad esempio per identificare bene la zona del piede in cui è localizzato il deficit o alterazione sensitiva. Avevo letto da qualche parte che ci sono dei Centri che farebbero anche la Biopsia della pelle per vedere le alterazioni nervose, potrebbe essere il mio caso?
Saluti cordiali e grazie
so che è banale la domanda anche per risposte immagino soggettive ai farmaci, ma grosso modo, se il farmaco Gabapentin dovesse giovarmi, dopo quanto tempo dalla prima assunzione noterò benefici?
Poi un'altra cosa, se possibile...da quello che ho capito la Sua Collega mi ha parlato che stanti i sintomi e gli esami riferiti coinvolte sarebbero, per alterazioni o traumi, le "ultime" o più piccole fibre nervose (forse più vicine alla pelle? sensitive?), e quindi sfuggirebbero all'esame della Elettroneurografia, allora chiedo, ma non esistono altri esami più raffinati della ENG? ad esempio per identificare bene la zona del piede in cui è localizzato il deficit o alterazione sensitiva. Avevo letto da qualche parte che ci sono dei Centri che farebbero anche la Biopsia della pelle per vedere le alterazioni nervose, potrebbe essere il mio caso?
Saluti cordiali e grazie
[#9]
Utente
Salve Dottore,
intanto La ringrazio per la segnalazione. Non voglio oltremodo approfittare della Sua gentilezza e pazienza, però avrei bisogno di un chiarimento in merito alla biopsia cutanea per la neuropatia delle piccole fibre. Ho letto un paio di articoli anche piuttosto doviziosi di informazioni, su questa "Neuropatia delle piccole fibre" e relativa biopsia, però anche riconoscendo che i sintomi fastidiosi di alterazione sensibilità grosso modo sono quelli, non ho però letto tra le varie cause di questa patologia quella traumatica; voglio dire, anche ammettendo che i sintomi sono quelli (parestesie varie, iperalgesia, disestesia) ed io per trauma abbia contratto la "Neuropatia delle piccole fibre", mi chiedo ma la biopsia è applicabile, è utile? e in quale zona del piede mi farebbero il miniprelievo di pelle, visto che il disturbo mi pare un pò "delocalizzato"? cioè delocalizzato...è davanti verso le dita piccole più che altro, ma faccio fatica a dire esattamente il punto esatto dove, poi alcuni disturbi a volte mi pare di sentirli in una zona, altri in modo diverso.....come farebbero ad individuare la zona precisa del prelievo bioptico...
Cordialità
intanto La ringrazio per la segnalazione. Non voglio oltremodo approfittare della Sua gentilezza e pazienza, però avrei bisogno di un chiarimento in merito alla biopsia cutanea per la neuropatia delle piccole fibre. Ho letto un paio di articoli anche piuttosto doviziosi di informazioni, su questa "Neuropatia delle piccole fibre" e relativa biopsia, però anche riconoscendo che i sintomi fastidiosi di alterazione sensibilità grosso modo sono quelli, non ho però letto tra le varie cause di questa patologia quella traumatica; voglio dire, anche ammettendo che i sintomi sono quelli (parestesie varie, iperalgesia, disestesia) ed io per trauma abbia contratto la "Neuropatia delle piccole fibre", mi chiedo ma la biopsia è applicabile, è utile? e in quale zona del piede mi farebbero il miniprelievo di pelle, visto che il disturbo mi pare un pò "delocalizzato"? cioè delocalizzato...è davanti verso le dita piccole più che altro, ma faccio fatica a dire esattamente il punto esatto dove, poi alcuni disturbi a volte mi pare di sentirli in una zona, altri in modo diverso.....come farebbero ad individuare la zona precisa del prelievo bioptico...
Cordialità
[#12]
Utente
Salve Dottore
Le scrivo ancora perchè vorrei avere chiarezza su una procedura, cioè capire se le due alternative che spiegherò sono uguali, o quale opzione bisogna prima intraprendere. Se ha la cortesia di leggere 2 minuti, capirà subito.
Dunque avevo posto un altro Consulto che focalizzava sull'utilizzo del Gabapentin
Mi rispose gentilmente un Suo Collega scrivendomi che...
"Il dolore di cui parla potrebbe essere definito come un dolore neuropatico localizzato e quindi dovrebbe esserci un'indicazione ad una terapia locale, ossia applicata solo nel punto in cui avverte il dolore , per esempio in forma di cerotti. La terapia del dolore per os con altri farmaci per il dolore neuropatico localizzato sarà indicata solo nel caso di un fallimento o nell'impossibilità di applicare la terapia locale. Ovviamente il tutto deve essere valutato e monitorato da uno specialista con esperienza nel dolore neuropatico e nelle sue terapie."
Ora il punto è: questo Suo Collega è direi chiaro e schietto scrivendomi che prima dovrei provare con terapia locali (cerotti etc) e poi eventualmente con farmaci per bocca.
La Vs Collega Neurologa non mi ha neppure accennato di questo "modus operandi" locale, prescrivendomi il Gabapentin.Come è possibile una simile divergenza? a chi devo dare retta? certo così ad intuito, l'idea di provare prima con terapia localizzata alla zona del trauma o che comunque scaturisce i sintomi (piede) non mi appare così peregrina..però non so.
Sempre grazie
Le scrivo ancora perchè vorrei avere chiarezza su una procedura, cioè capire se le due alternative che spiegherò sono uguali, o quale opzione bisogna prima intraprendere. Se ha la cortesia di leggere 2 minuti, capirà subito.
Dunque avevo posto un altro Consulto che focalizzava sull'utilizzo del Gabapentin
Mi rispose gentilmente un Suo Collega scrivendomi che...
"Il dolore di cui parla potrebbe essere definito come un dolore neuropatico localizzato e quindi dovrebbe esserci un'indicazione ad una terapia locale, ossia applicata solo nel punto in cui avverte il dolore , per esempio in forma di cerotti. La terapia del dolore per os con altri farmaci per il dolore neuropatico localizzato sarà indicata solo nel caso di un fallimento o nell'impossibilità di applicare la terapia locale. Ovviamente il tutto deve essere valutato e monitorato da uno specialista con esperienza nel dolore neuropatico e nelle sue terapie."
Ora il punto è: questo Suo Collega è direi chiaro e schietto scrivendomi che prima dovrei provare con terapia locali (cerotti etc) e poi eventualmente con farmaci per bocca.
La Vs Collega Neurologa non mi ha neppure accennato di questo "modus operandi" locale, prescrivendomi il Gabapentin.Come è possibile una simile divergenza? a chi devo dare retta? certo così ad intuito, l'idea di provare prima con terapia localizzata alla zona del trauma o che comunque scaturisce i sintomi (piede) non mi appare così peregrina..però non so.
Sempre grazie
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 1.1k visite dal 19/02/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.