Paura sla
Gentili dottori,
ho 29 anni e sono fortemente ipocondriaco da sempre. Ho fascicolazioni continue diffuse in tutto il corpo (a onor del vero ce le ho da tantissimi anni, ero adolescente quando mi iniziarono, ma mi sembrano intensificate ultimamente) e sensazione di debolezza al braccio destro e il pollice destro che si muove da solo in continuazione come se facesse piccoli scatti senza mai fermarsi. A gennaio ho eseguito uma rm encefalo basale risultata negativa e settimana scorsa sono stato dal neurologo, il quale dopo avermi visitato mi ha detto che sono sano e che non ho deficit di forza, riflessi o altro, pertanto non ho nessuna malattia. Io però continuo ad avere paura. È vero, come mi ha detto il neurologo, che anche in fase iniziale una sofferenza del motoneurone sarebbe facilmente identificabile alla visita sottoforma di effettivi deficit unilaterali?
Vivo nel terrore completo che magari nel giro di una settimana sono peggiorato ed ero già malato alla visita di settimana scorsa ma non ancora così tanto da farlo rilevare. Potrebbe essere?
Cordialmente
ho 29 anni e sono fortemente ipocondriaco da sempre. Ho fascicolazioni continue diffuse in tutto il corpo (a onor del vero ce le ho da tantissimi anni, ero adolescente quando mi iniziarono, ma mi sembrano intensificate ultimamente) e sensazione di debolezza al braccio destro e il pollice destro che si muove da solo in continuazione come se facesse piccoli scatti senza mai fermarsi. A gennaio ho eseguito uma rm encefalo basale risultata negativa e settimana scorsa sono stato dal neurologo, il quale dopo avermi visitato mi ha detto che sono sano e che non ho deficit di forza, riflessi o altro, pertanto non ho nessuna malattia. Io però continuo ad avere paura. È vero, come mi ha detto il neurologo, che anche in fase iniziale una sofferenza del motoneurone sarebbe facilmente identificabile alla visita sottoforma di effettivi deficit unilaterali?
Vivo nel terrore completo che magari nel giro di una settimana sono peggiorato ed ero già malato alla visita di settimana scorsa ma non ancora così tanto da farlo rilevare. Potrebbe essere?
Cordialmente
[#1]
Gentile Utente,
con una visita neurologica nella norma può stare tranquillo riguardo la SLA. I segni di questa malattia sono facilmente rilevabili alla visita neurologica, almeno il sospetto della malattia. Inoltre non ha nemmeno alcun sintomo sospetto.
La Sua è una paura immotivata che deve essere curata tempestivamente.
Cordiali saluti
con una visita neurologica nella norma può stare tranquillo riguardo la SLA. I segni di questa malattia sono facilmente rilevabili alla visita neurologica, almeno il sospetto della malattia. Inoltre non ha nemmeno alcun sintomo sospetto.
La Sua è una paura immotivata che deve essere curata tempestivamente.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Ex utente
Gentile dott. Ferraloro,
La mia vita fa così schifo che se io morissi in questo preciso momento con una tegola del tetto che mi cade in testa forse sarebbe la cosa migliore. Ma Lei ha idea dello stato in cui mi trovo? Sono a letto che non mi alzo da giorni, che nemmeno quasi mangio, al buio, a fissare in continuazione ossessivamente gli spasmi del mio pollice destro che si muove per conto suo su e giù, ascoltando con terrore le molteplici fascicolazioni sparse che ho ogni mezzo secondo, con la convinzione di essere malato gravemente nonostante visite e accertamenti, ecco, alla mia età, dove dovrei costruirmi una vita, Le sembra normale? Io sono un caso perso e non ho speranze di vita normali, morissi sarebbe davvero meglio. Invece a 29 anni sono ancora un peso a casa dei miei, in procinto di laurearmi senza mai fare il passo finale con l’impegno a causa dell’ipocondria: io sono un fallimento e merito di finire male.
La mia vita fa così schifo che se io morissi in questo preciso momento con una tegola del tetto che mi cade in testa forse sarebbe la cosa migliore. Ma Lei ha idea dello stato in cui mi trovo? Sono a letto che non mi alzo da giorni, che nemmeno quasi mangio, al buio, a fissare in continuazione ossessivamente gli spasmi del mio pollice destro che si muove per conto suo su e giù, ascoltando con terrore le molteplici fascicolazioni sparse che ho ogni mezzo secondo, con la convinzione di essere malato gravemente nonostante visite e accertamenti, ecco, alla mia età, dove dovrei costruirmi una vita, Le sembra normale? Io sono un caso perso e non ho speranze di vita normali, morissi sarebbe davvero meglio. Invece a 29 anni sono ancora un peso a casa dei miei, in procinto di laurearmi senza mai fare il passo finale con l’impegno a causa dell’ipocondria: io sono un fallimento e merito di finire male.
[#3]
Gentile Utente,
capisco il Suo stato d’animo ed il Suo sfogo per queste sofferenze, tuttavia Lei deve riprendersi la Sua vita, è giovane, non butti così questi anni. Mi pare di capire che è alle porte della laurea, basta un ultimo sforzo. Certamente con questo stato d’animo è difficile arrivarci, per questo motivo deve affrontare il problema ansioso e, mi pare, anche depressivo rivolgendosi ad uno psichiatra che possa inquadrare il caso e portarlo a risoluzione. Veda che si può fare ma non indugi, non metta tempo in mezzo per non fare scadere ulteriormente la qualità della vita. È possibile ma ci vuole il Suo input iniziale.
Mi ascolti.
Cordialmente
capisco il Suo stato d’animo ed il Suo sfogo per queste sofferenze, tuttavia Lei deve riprendersi la Sua vita, è giovane, non butti così questi anni. Mi pare di capire che è alle porte della laurea, basta un ultimo sforzo. Certamente con questo stato d’animo è difficile arrivarci, per questo motivo deve affrontare il problema ansioso e, mi pare, anche depressivo rivolgendosi ad uno psichiatra che possa inquadrare il caso e portarlo a risoluzione. Veda che si può fare ma non indugi, non metta tempo in mezzo per non fare scadere ulteriormente la qualità della vita. È possibile ma ci vuole il Suo input iniziale.
Mi ascolti.
Cordialmente
[#4]
Ex utente
Gentile dott. Ferraloro,
Sì, le confermo che la sua impressione è corretta, sono stato in cura per depressione ansiosa infatti (alcuni terapeuti hanno anche avanzato l’ipotesi di disturbo affettivo stagionale, volendo notare una certa ciclicità nelle ricadute/recrudescenze), interrompendo gli antidepressivi nell’estate del 2014 a 25 anni appena compiuti dopo circa 2 anni di assunzione di basse dosi di prima deniban e paroxetina poi. Mi sentivo relativamente bene e non volevo essere schiavo degli psicofarmaci tutta la vita.. e forse col senno di poi è stata una decisione infelice, perché dopo 4 anni di discreto benessere mi ritrovo peggio di prima. Mi succede sempre che a periodi, non ben precisati come distanza tra uno e l’altro, variabile da anni a mesi, inizio ad ascoltare più assiduamente qualsiasi segnale del mio corpo e perdo totalmente di vista il mio percorso di vita, non riesco più a pensare ad altro che alle malattie e riconduco qualsiasi manifestazione a una malattia grave, convincendomi di averla, e passo subito ad un’altra non appena mi viene provato che non ne sono affetto. Purtroppo è stressante a livelli esponenziali e finisco ogni volta esattamente come le ho descritto: a non mangiare, a dormire tutto il giorno e stare sveglio da notte a mattino presto, a smettere di studiare o uscire, e a pensare solo a prepararmi a morire in maniera spiacevole. Tutto ciò comporta un circolo vizioso dove autoalimento le mie ansie vedendomi sempre più magro, debole, sonnolento, riconducendo tutto a malattie che non ho. E così va avanti ciclicamente da quando ero bambino, ma ad ogni malattia che ho paura di avere ho sempre l’impressione vivida di averla sul serio, che quella sia la volta buona che mi sono ammalato seriamente. Ecco perché a 29 anni non sono riuscito a concludere ancora nulla: non ho mai lavorato un minuto in vita mia, solo studiato, quando riuscivo, effettivamente ci ho messo tanto ma è vero ora ho la laurea a pochi esami di distanza e mi sento impotente perché continuo a pensare a tutto tranne alla mia vita. Vivo ancora come se avessi 16 anni, gioco alla playstation tutto il tempo per inerzia e anche per via del mio aspetto estetico (dimostro 10 anni di meno e ho un viso dai tratti leggeri e vagamente efebici, non mi cresce quasi per nulla la barba, non ho rughe di espressione normali che noto in tutti i ragazzi della mia età) nessuno mi prende sul serio. In pratica è come se fossi un bambino, intrappolato nel corpo di un bambino, ma che sulla carta d’identità è praticamente un uomo a tutti gli effetti. So che Lei è un neurologo e queste cose le interessano relativamente avendo altra pertinenza specialistica, ma dal momento che siamo entrati nel discorso ho voluto che Lei ne capisse qualcosa di più su di me. In ogni caso, ogni parola da Lei proferita corrisponde a delle verità di cui sotto sotto anch’io sono consapevole, ma la paura di stare bene e riprendere in mano la mia vita forse è quello che mi spaventa più di tutto, forse per paura di non farcela, forse per paura di trovarmi un giorno non soddisfatto, di non trovare mai la mia dimensione, non lo so neanch’io. L’unica cosa che so è che andando avanti così equivale a non vivere affatto.
Sì, le confermo che la sua impressione è corretta, sono stato in cura per depressione ansiosa infatti (alcuni terapeuti hanno anche avanzato l’ipotesi di disturbo affettivo stagionale, volendo notare una certa ciclicità nelle ricadute/recrudescenze), interrompendo gli antidepressivi nell’estate del 2014 a 25 anni appena compiuti dopo circa 2 anni di assunzione di basse dosi di prima deniban e paroxetina poi. Mi sentivo relativamente bene e non volevo essere schiavo degli psicofarmaci tutta la vita.. e forse col senno di poi è stata una decisione infelice, perché dopo 4 anni di discreto benessere mi ritrovo peggio di prima. Mi succede sempre che a periodi, non ben precisati come distanza tra uno e l’altro, variabile da anni a mesi, inizio ad ascoltare più assiduamente qualsiasi segnale del mio corpo e perdo totalmente di vista il mio percorso di vita, non riesco più a pensare ad altro che alle malattie e riconduco qualsiasi manifestazione a una malattia grave, convincendomi di averla, e passo subito ad un’altra non appena mi viene provato che non ne sono affetto. Purtroppo è stressante a livelli esponenziali e finisco ogni volta esattamente come le ho descritto: a non mangiare, a dormire tutto il giorno e stare sveglio da notte a mattino presto, a smettere di studiare o uscire, e a pensare solo a prepararmi a morire in maniera spiacevole. Tutto ciò comporta un circolo vizioso dove autoalimento le mie ansie vedendomi sempre più magro, debole, sonnolento, riconducendo tutto a malattie che non ho. E così va avanti ciclicamente da quando ero bambino, ma ad ogni malattia che ho paura di avere ho sempre l’impressione vivida di averla sul serio, che quella sia la volta buona che mi sono ammalato seriamente. Ecco perché a 29 anni non sono riuscito a concludere ancora nulla: non ho mai lavorato un minuto in vita mia, solo studiato, quando riuscivo, effettivamente ci ho messo tanto ma è vero ora ho la laurea a pochi esami di distanza e mi sento impotente perché continuo a pensare a tutto tranne alla mia vita. Vivo ancora come se avessi 16 anni, gioco alla playstation tutto il tempo per inerzia e anche per via del mio aspetto estetico (dimostro 10 anni di meno e ho un viso dai tratti leggeri e vagamente efebici, non mi cresce quasi per nulla la barba, non ho rughe di espressione normali che noto in tutti i ragazzi della mia età) nessuno mi prende sul serio. In pratica è come se fossi un bambino, intrappolato nel corpo di un bambino, ma che sulla carta d’identità è praticamente un uomo a tutti gli effetti. So che Lei è un neurologo e queste cose le interessano relativamente avendo altra pertinenza specialistica, ma dal momento che siamo entrati nel discorso ho voluto che Lei ne capisse qualcosa di più su di me. In ogni caso, ogni parola da Lei proferita corrisponde a delle verità di cui sotto sotto anch’io sono consapevole, ma la paura di stare bene e riprendere in mano la mia vita forse è quello che mi spaventa più di tutto, forse per paura di non farcela, forse per paura di trovarmi un giorno non soddisfatto, di non trovare mai la mia dimensione, non lo so neanch’io. L’unica cosa che so è che andando avanti così equivale a non vivere affatto.
[#5]
Gentile Utente,
"la paura di stare bene e riprendere in mano la mia vita forse è quello che mi spaventa più di tutto, forse per paura di non farcela, forse per paura di trovarmi un giorno non soddisfatto, di non trovare mai la mia dimensione, non lo so neanch’io. L’unica cosa che so è che andando avanti così equivale a non vivere affatto."
È per questo motivo che deve affrontare nuovamente il problema. A mio avviso un’associazione di farmacoterapia e psicoterapia sarebbe la strada più razionale ed efficace da intraprendere.
Cordialità
"la paura di stare bene e riprendere in mano la mia vita forse è quello che mi spaventa più di tutto, forse per paura di non farcela, forse per paura di trovarmi un giorno non soddisfatto, di non trovare mai la mia dimensione, non lo so neanch’io. L’unica cosa che so è che andando avanti così equivale a non vivere affatto."
È per questo motivo che deve affrontare nuovamente il problema. A mio avviso un’associazione di farmacoterapia e psicoterapia sarebbe la strada più razionale ed efficace da intraprendere.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.7k visite dal 17/02/2019.
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