Emorragia cervelletto - vomito persistente
Buongiorno, mio suocero, 75 anni, persona attiva, vita sobria, 04 agosto vomito, dolore alla testa, rimane cosciente sempre, pronto soccorso e da qui Neurochirurgia.
Dimissioni:
Anamnesi: il 04.08.2018 ricovero in NHC per ESA posteriore con emorragia intracerebellare. Deviazione ventricolare esterna in sala operatoria con riscontro all'angiografia cerebrale di fistola artero-venosa in fossa cranica posteriore.
Degenza:
-il 14/08/2018 trattamento embolizzante della malformazione fistolosa. Nei giorni successivi progressiva chiusura delle derivazione ventricolare esterna e alla TC cranico eseguito dopo giorni dalla chiusura della stessa escluse significative dilatazioni del sistema ventricolare per cui in data 21.0 rimossa la derivazione.
-al controllo angiografico del 27/8 parziale esclusione delle nota malformazione fistolosa che, pertanto il 6/9 veniva sottoposto a nuovo trattamento endovascolare. Controllo TC del 18 settembre escludeva problematiche in atto: consigliato controllo angio-RM a tre mesi dal trattamento per controllo fistola.
Inoltre nel corso di degenza in Neurochirurgia:
-a partire dalla fine del mese di agosto progressivi episodi di dispepsia nausea e vomito: valutazioni endoscopiche con riscontro di incontinenza cardiale e gastro-duodenite erosiva.
il 25.9.18 dimesso e trasferito in cure Intermedie, monitoraggio clinico e per continuare la NPT.
Decorso: continuata nutrizione parenterale. Persistenza di episodi di vomito nonostante terapia con procinetici, inibitori di pompa, cortisteroidi, eseguiti diversi accertamenti e visite specialistiche: EGDscopia (incontinenza cardiale)Rm addome (litiasi biliare nota, non dilatazione vie biliari, non lesioni organi addominali), visita ORL (possibile quadro lieve deficit vestibolare) RM encefalo+angioRM e visita NCH (escluse ulteriori indicazioni NCH) nel corso della degenza eseguita FKT: ripresa della deambulazione con girello.
Alla dimissione il paziente riesce a deambulare con girello con assistenza, si alimenta parzialmente. Fornite indicazioni dietetiche da parte della dietista.
TERAPIA
se nausea/vomito Ondastenone 1 fl in fisiologica 100cc Zofran 8mg.
(non elenco i farmaci di supporto per l'alimentazione).
A casa dal 12 novembre, oggi in condizioni proibitive, vomito sempre più grave, deambulazione e alimentazione nulle.
Ieri riportato al pronto soccorso, ci hanno rifiutato il ricovero in reparto, prospettata degenza in ricovero.
Vorrei domandare come può essere spiegato il peggioramento (il cervelletto dovrebbe avere maggiore possibilità di recupero?), ormai sono quasi 5 mesi che vomita (tranne un miglioramento netto nelle settimane precedenti le dimissioni), abbiamo capito essere una situazione particolare, esistono casi analoghi? Il vomito è ancora conseguenza del danno cerbellare? o una stimolazione del sistema nervoso centrale?
Il vomito spesso è verde, ha senso trattare con Deursil?
Il trattamento endovascolare non era stato completato per impossibilità.
grazie
Dimissioni:
Anamnesi: il 04.08.2018 ricovero in NHC per ESA posteriore con emorragia intracerebellare. Deviazione ventricolare esterna in sala operatoria con riscontro all'angiografia cerebrale di fistola artero-venosa in fossa cranica posteriore.
Degenza:
-il 14/08/2018 trattamento embolizzante della malformazione fistolosa. Nei giorni successivi progressiva chiusura delle derivazione ventricolare esterna e alla TC cranico eseguito dopo giorni dalla chiusura della stessa escluse significative dilatazioni del sistema ventricolare per cui in data 21.0 rimossa la derivazione.
-al controllo angiografico del 27/8 parziale esclusione delle nota malformazione fistolosa che, pertanto il 6/9 veniva sottoposto a nuovo trattamento endovascolare. Controllo TC del 18 settembre escludeva problematiche in atto: consigliato controllo angio-RM a tre mesi dal trattamento per controllo fistola.
Inoltre nel corso di degenza in Neurochirurgia:
-a partire dalla fine del mese di agosto progressivi episodi di dispepsia nausea e vomito: valutazioni endoscopiche con riscontro di incontinenza cardiale e gastro-duodenite erosiva.
il 25.9.18 dimesso e trasferito in cure Intermedie, monitoraggio clinico e per continuare la NPT.
Decorso: continuata nutrizione parenterale. Persistenza di episodi di vomito nonostante terapia con procinetici, inibitori di pompa, cortisteroidi, eseguiti diversi accertamenti e visite specialistiche: EGDscopia (incontinenza cardiale)Rm addome (litiasi biliare nota, non dilatazione vie biliari, non lesioni organi addominali), visita ORL (possibile quadro lieve deficit vestibolare) RM encefalo+angioRM e visita NCH (escluse ulteriori indicazioni NCH) nel corso della degenza eseguita FKT: ripresa della deambulazione con girello.
Alla dimissione il paziente riesce a deambulare con girello con assistenza, si alimenta parzialmente. Fornite indicazioni dietetiche da parte della dietista.
TERAPIA
se nausea/vomito Ondastenone 1 fl in fisiologica 100cc Zofran 8mg.
(non elenco i farmaci di supporto per l'alimentazione).
A casa dal 12 novembre, oggi in condizioni proibitive, vomito sempre più grave, deambulazione e alimentazione nulle.
Ieri riportato al pronto soccorso, ci hanno rifiutato il ricovero in reparto, prospettata degenza in ricovero.
Vorrei domandare come può essere spiegato il peggioramento (il cervelletto dovrebbe avere maggiore possibilità di recupero?), ormai sono quasi 5 mesi che vomita (tranne un miglioramento netto nelle settimane precedenti le dimissioni), abbiamo capito essere una situazione particolare, esistono casi analoghi? Il vomito è ancora conseguenza del danno cerbellare? o una stimolazione del sistema nervoso centrale?
Il vomito spesso è verde, ha senso trattare con Deursil?
Il trattamento endovascolare non era stato completato per impossibilità.
grazie
[#1]
Egregio Utente,
il quesito che lei pone è pertinente, in quanto il centro bulbare del vomito è collocato sul pavimento del IV ventricolo, che appunto è in diretta contiguità anatomica col cervelletto. Ma il vomito potrebbe anche essere la conseguenza di un innalzamento della tensione endocranica. Questo è quanto, in linea generale attraverso un consulto online può essere risposto alle sue domande, poi, ovviamente, nella situazione specifica del paziente può rispondere solamente chi conosce il caso clinico.
Cordialmente
il quesito che lei pone è pertinente, in quanto il centro bulbare del vomito è collocato sul pavimento del IV ventricolo, che appunto è in diretta contiguità anatomica col cervelletto. Ma il vomito potrebbe anche essere la conseguenza di un innalzamento della tensione endocranica. Questo è quanto, in linea generale attraverso un consulto online può essere risposto alle sue domande, poi, ovviamente, nella situazione specifica del paziente può rispondere solamente chi conosce il caso clinico.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
[#2]
Utente
Buongiorno dott. Colangelo, la ringrazio molto per la risposta. Mi rendo conto della difficoltà nell'interpretare a distanza, e non ho pretese in questo senso.
Per parte mia sto cercando qualcuno che ha attraversato una situazione analoga (rara?) nella speranza di avere indicazioni.
A causa dell'iperattività con cui i medici si muovono quotidianamente e purtroppo la continua alternanza degli stessi, temo che qualcosa possa venir trascurato.
La TAC di ieri dovrebbe escludere la seconda situazione (ventricoli non sono dilatati, è corretto escluderla con questa osservazione?) così come il medesimo esame ripetuto molte volte non ha mai rivelato nulla di diverso da quello originale.
E' come se l'evento originale si fosse 'stabilizzato'.
Viceversa il vomito è un evento ricorrente e come dicevo a parte l'ultimo periodo in ospedale (tengo delle note scritte) in cui era in effetti quasi completamente scomparso, sta subentrando in modo pesante.
Ma non siamo mai riusciti a correlare direttamente il farmaco anti-vomito con il suo effetto, è come se la malattia potesse tranquillamente sovrastare l'efficacia del farmaco. Per un certo tempo gli è stato somministrato un farmaco più efficace ma poi sospeso per evitare conseguenze nefaste sul sistema nervoso centrale (se ho capito bene, quello attuale lavora solo sul sistema periferico).
Per parte mia sto cercando qualcuno che ha attraversato una situazione analoga (rara?) nella speranza di avere indicazioni.
A causa dell'iperattività con cui i medici si muovono quotidianamente e purtroppo la continua alternanza degli stessi, temo che qualcosa possa venir trascurato.
La TAC di ieri dovrebbe escludere la seconda situazione (ventricoli non sono dilatati, è corretto escluderla con questa osservazione?) così come il medesimo esame ripetuto molte volte non ha mai rivelato nulla di diverso da quello originale.
E' come se l'evento originale si fosse 'stabilizzato'.
Viceversa il vomito è un evento ricorrente e come dicevo a parte l'ultimo periodo in ospedale (tengo delle note scritte) in cui era in effetti quasi completamente scomparso, sta subentrando in modo pesante.
Ma non siamo mai riusciti a correlare direttamente il farmaco anti-vomito con il suo effetto, è come se la malattia potesse tranquillamente sovrastare l'efficacia del farmaco. Per un certo tempo gli è stato somministrato un farmaco più efficace ma poi sospeso per evitare conseguenze nefaste sul sistema nervoso centrale (se ho capito bene, quello attuale lavora solo sul sistema periferico).
[#3]
Se non coesiste dilatazione ventricoli non c'è ipertensione endocranica a scatenare il vomito, per cui l'ipotesi più plausibile resta quella del disturbo funzionale del Chemoreceptor Trigger Zone (CTZ), che è posizionato sul pavimento del quarto ventricolo. L'orientamento attuale di terapia, a quanto riferisce, è di non utilizzare farmaci antiemetici antagonisti dopaminergici (che esplicano la loro attività sulla CTZ) ma antagonisti serotoninergici, che agiscono solo in parte sulla CTZ e prevalentemente a livello periferico nel tratto gastrointestinale. Guardi, caro Utente, queste sono situazioni difficili da trattare in tutti gli ambienti ma che tendono a stabilizzarsi, sia per effetto della terapia che per risoluzione spontanea.
Cordialmente
Cordialmente
[#4]
Utente
Buongiorno dott. Colangelo, nuovamente la ringrazio per le sue parole. Quello che Lei descrive con termini scientifici appropriati corrisponde a quanto ho compreso in questo mesi.
Capisco che la situazione sia complessa, e ho visto i medici adoperarsi attorno a mio suocero per riuscire a portarlo in un situazione di equilibrio che gli consentisse di 'vivere' fino al sopraggiungere di una forma di stabilizzazione (anche se hanno sempre chiaramente detto che non era prevedibile, personalmente avevo intuito si parlasse almeno di 6 mesi, ma adesso sono propenso a raddoppiare questa stima).
La mia apprensione dipende principalmente dall'aver visto che il lungo percorso in salita, ma pur sempre in miglioramento, fatto durante il ricovero, si sia interrotto con il trasferimento a casa.
Il circolo virtuoso instauratotisi tra alimentazione per bocca, attività motoria e assenza di vomito aveva preso corpo (nell'ultima settimana mangiava il 50% del cibo, il vomito era saltuario, in alcuni giorni addirittura assente). In questo momento è regredito allo stadio in ci trovava 3-4 mesi fa.
Questo non riesco a spiegarlo con quanto ho appreso sulla malattia.
Nei colloqui con il medico di base che lo segue ho avuto la sensazione che non vi sia alcun feedback nella gestione della dieta: in ospedale veniva conteggiato il cibo e gestita l'alimentazione via venosa di conseguenza quasi da un giorno all'altro (tra l'altro con sacche particolari, realizzate a misura per lui). Adesso sta andando avanti con le prescrizioni fatte al momento delle dimissioni (12 novembre). Ma quasi da subito ha smesso di alimentarsi per bocca. Quindi probabilmente l'alimentazione non è adeguata, non ha le forze per fare attività motoria e queste due cose è come se avessero riaperto la strada ai fenomeni di vomito (perdoni questa rozza spiegazione).
Stiamo cercando di farlo ricoverare nuovamente (ma non in un semplice centro di degenza, presso cui non potrebbe ricevere lo stesso servizio).
Il suo peso corporeo sta scendendo in modo preoccupante.
La ringrazio in ogni caso per le Sue parole, che Le assicuro danno un contributo sostanziale a migliorare la nostra qualità di vita. cordialmente
Capisco che la situazione sia complessa, e ho visto i medici adoperarsi attorno a mio suocero per riuscire a portarlo in un situazione di equilibrio che gli consentisse di 'vivere' fino al sopraggiungere di una forma di stabilizzazione (anche se hanno sempre chiaramente detto che non era prevedibile, personalmente avevo intuito si parlasse almeno di 6 mesi, ma adesso sono propenso a raddoppiare questa stima).
La mia apprensione dipende principalmente dall'aver visto che il lungo percorso in salita, ma pur sempre in miglioramento, fatto durante il ricovero, si sia interrotto con il trasferimento a casa.
Il circolo virtuoso instauratotisi tra alimentazione per bocca, attività motoria e assenza di vomito aveva preso corpo (nell'ultima settimana mangiava il 50% del cibo, il vomito era saltuario, in alcuni giorni addirittura assente). In questo momento è regredito allo stadio in ci trovava 3-4 mesi fa.
Questo non riesco a spiegarlo con quanto ho appreso sulla malattia.
Nei colloqui con il medico di base che lo segue ho avuto la sensazione che non vi sia alcun feedback nella gestione della dieta: in ospedale veniva conteggiato il cibo e gestita l'alimentazione via venosa di conseguenza quasi da un giorno all'altro (tra l'altro con sacche particolari, realizzate a misura per lui). Adesso sta andando avanti con le prescrizioni fatte al momento delle dimissioni (12 novembre). Ma quasi da subito ha smesso di alimentarsi per bocca. Quindi probabilmente l'alimentazione non è adeguata, non ha le forze per fare attività motoria e queste due cose è come se avessero riaperto la strada ai fenomeni di vomito (perdoni questa rozza spiegazione).
Stiamo cercando di farlo ricoverare nuovamente (ma non in un semplice centro di degenza, presso cui non potrebbe ricevere lo stesso servizio).
Il suo peso corporeo sta scendendo in modo preoccupante.
La ringrazio in ogni caso per le Sue parole, che Le assicuro danno un contributo sostanziale a migliorare la nostra qualità di vita. cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.3k visite dal 27/12/2018.
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