Fascicolazioni debolezza rigidità parestesie dopo virus e antibiotico
Salve.
L'8 aprile, durante un periodo di grande stress e ansia, ebbi un episodio di febbre alta con brividi e nausea che durò per circa 4 giorni. Tale virus mi causò difficoltà ad urinare e sangue nello sperma. Mi fu quindi prescritta ciprofloxacina che assunsi per 6 giorni al termine dei quali il disturbo urinario scomparve, ma durante la quale cominciai ad avvertire un profondo senso di stanchezza e debolezza specie alle gambe e alle braccia e dolori muscolari alla base della schiena e alle gambe. Attribuii tutto all’antibiotico e/o al virus e pensai che sarebbe tutto passato nel giro di pochi giorni, ma non fu così. Nelle settimane successive faticavo a rimanere per l’intera giornata al lavoro, talvolta anche a terminare le lezioni (sono un insegnante) e durante le lezioni, se restavo per qualche minuto in piedi, mi dovevo subito sedere. Insieme a questo comparvero nuovi sintomi:
- rigidità e pesantezza alle gambe e sensazione di non controllarle pienamente specie nei movimenti più “piccoli”;
- muscoli alternativamente “molli” o “duri” per giorni come dopo una prolungata attività sportiva;
- rigidità al collo e alla nuca, che sembrava estendersi alle braccia provocando senso di debolezza e piccoli tremori nello scrivere, cucinare, mangiare, lavare i piatti… Tremori estremamente fastidiosi che controllavo tuttavia senza particolari problemi, riuscendo a svolgere tutte le suddette attività.
Il sintomo che mi allarmò di più furono le fascicolazioni. Ebbi una settimana di fascicolazioni galoppanti, specie ai polpacci, alle gambe e al pollice della mano sinistra, ma anche in altre parti del corpo, che in seguito si attenuarono senza tuttavia mai scomparire.
Quando ormai cominciavo a pensare al peggio, i sintomi lentamente scemarono finché, dopo poco più di un mese dall’episodio virale, erano quasi del tutto rientrati, fatte salve le fascicolazioni (tuttavia più sporadiche) e un vago senso di pesantezza alle gambe.
Passai due settimane senza pensieri finché ai primi di giugno, ricominciai a sentire un leggero senso di debolezza e rigidità alle gambe in certi momenti della giornata. I sintomi si ripresentarono in forma molto più attenuata, senza quel senso di profonda stanchezza che avevo avuto tra aprile e maggio e senza coinvolgere gli arti superiori e tuttavia con, seppur lievi parestesie agli arti, in particolare alla mano destra che presenta un formicolio che va e viene insieme a una strana sensazione di "guanto d'aria" anch'essa non continua ma molto fastidiosa.
Ora, in attesa della visita dal neurologo in programma per martedì, mi chiedo se in linea di massima è possibile che tutti i disturbi che ho avuto da aprile a questa parte possano in qualche modo dipendere o dal virus che ho contratto o dall’antibiotico che ho assunto, posto che, da buon ansioso, come molti utenti di questo sito, mi ritrovo a temere patologie degenerative.
Vi ringrazio fin d’ora.
L'8 aprile, durante un periodo di grande stress e ansia, ebbi un episodio di febbre alta con brividi e nausea che durò per circa 4 giorni. Tale virus mi causò difficoltà ad urinare e sangue nello sperma. Mi fu quindi prescritta ciprofloxacina che assunsi per 6 giorni al termine dei quali il disturbo urinario scomparve, ma durante la quale cominciai ad avvertire un profondo senso di stanchezza e debolezza specie alle gambe e alle braccia e dolori muscolari alla base della schiena e alle gambe. Attribuii tutto all’antibiotico e/o al virus e pensai che sarebbe tutto passato nel giro di pochi giorni, ma non fu così. Nelle settimane successive faticavo a rimanere per l’intera giornata al lavoro, talvolta anche a terminare le lezioni (sono un insegnante) e durante le lezioni, se restavo per qualche minuto in piedi, mi dovevo subito sedere. Insieme a questo comparvero nuovi sintomi:
- rigidità e pesantezza alle gambe e sensazione di non controllarle pienamente specie nei movimenti più “piccoli”;
- muscoli alternativamente “molli” o “duri” per giorni come dopo una prolungata attività sportiva;
- rigidità al collo e alla nuca, che sembrava estendersi alle braccia provocando senso di debolezza e piccoli tremori nello scrivere, cucinare, mangiare, lavare i piatti… Tremori estremamente fastidiosi che controllavo tuttavia senza particolari problemi, riuscendo a svolgere tutte le suddette attività.
Il sintomo che mi allarmò di più furono le fascicolazioni. Ebbi una settimana di fascicolazioni galoppanti, specie ai polpacci, alle gambe e al pollice della mano sinistra, ma anche in altre parti del corpo, che in seguito si attenuarono senza tuttavia mai scomparire.
Quando ormai cominciavo a pensare al peggio, i sintomi lentamente scemarono finché, dopo poco più di un mese dall’episodio virale, erano quasi del tutto rientrati, fatte salve le fascicolazioni (tuttavia più sporadiche) e un vago senso di pesantezza alle gambe.
Passai due settimane senza pensieri finché ai primi di giugno, ricominciai a sentire un leggero senso di debolezza e rigidità alle gambe in certi momenti della giornata. I sintomi si ripresentarono in forma molto più attenuata, senza quel senso di profonda stanchezza che avevo avuto tra aprile e maggio e senza coinvolgere gli arti superiori e tuttavia con, seppur lievi parestesie agli arti, in particolare alla mano destra che presenta un formicolio che va e viene insieme a una strana sensazione di "guanto d'aria" anch'essa non continua ma molto fastidiosa.
Ora, in attesa della visita dal neurologo in programma per martedì, mi chiedo se in linea di massima è possibile che tutti i disturbi che ho avuto da aprile a questa parte possano in qualche modo dipendere o dal virus che ho contratto o dall’antibiotico che ho assunto, posto che, da buon ansioso, come molti utenti di questo sito, mi ritrovo a temere patologie degenerative.
Vi ringrazio fin d’ora.
[#1]
Gentile Utente,
la sintomatologia riferita teoricamente può essere correlata all'infezione pregressa, presumibilmente batterica e non virale, se la regressione della sintomatologia urinaria è stata causata dall'antibiotico (Le ricordo che gli antibiotici sono attivi sui batteri ma non sui virus).
L'antibiotico invece avrebbe causato effetti collaterali per un periodo più breve, anche per questo è poco probabile.
Non so se ha fatto allora la ricerca del germe mediante urinocoltura ma dai tempi che descrive sembrerebbe improbabile.
Veda cosa Le dirà il Collega.
Cordiali saluti
la sintomatologia riferita teoricamente può essere correlata all'infezione pregressa, presumibilmente batterica e non virale, se la regressione della sintomatologia urinaria è stata causata dall'antibiotico (Le ricordo che gli antibiotici sono attivi sui batteri ma non sui virus).
L'antibiotico invece avrebbe causato effetti collaterali per un periodo più breve, anche per questo è poco probabile.
Non so se ha fatto allora la ricerca del germe mediante urinocoltura ma dai tempi che descrive sembrerebbe improbabile.
Veda cosa Le dirà il Collega.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Utente
Gentile dott. Ferraloro,
la ringrazio per la sua celere risposta e la aggiorno. Ho effettuato oggi la visita neurologica.
Faccio due premesse. La prima: l’esame ha dato esito negativo o, per usare le parole del neurologo, “non ha rilevato cause organiche” dei miei disturbi.
La seconda: attualmente non vivo in Italia, ma in un paese cosiddetto “in via di sviluppo”, ma quasi europeo. (Benchè immagino esistano standard internazionali, vi sono forse differenze di metodo e/o correnti di pensiero diverse?). Il neurologo che mi ha visitato, un conoscente peraltro, è un professionista affermato e docente universitario, ma noto per il suo carattere “eccentrico”.
Prima di effettuare la visita ho raccontato la storia dei mei sintomi (l’ansia, lo stress, l’infezione, l’antibiotico e i primi malesseri) a cui il neurologo non è parso prestare particolare attenzione. Quando tuttavia gli ho parlato delle fascicolazioni mi ha apostrofato con un “fascicolazioni? E perché non sei venuto subito da me? Non voglio terrorizzarti, ma le fascicolazioni sono segno di un problema al motoneurone. Possono anche essere sintomo di SLA”. Devo dire fortunatamente che non è riuscito a terrorizzarmi, dato che non ho grande timore di avere la SLA, non avendo deficit di forza ed essendo i miei sintomi molto migliorati e ora limitati solo a lieve rigidità-debolezza alle gambe e qualche fascicolazione. Mi domando però come l’avrei presa se, seguendo il suo consiglio, fossi andato da lui due mesi fa, in piena tempesta di sintomi. Gli ho risposto che ho sempre avuto piccoli episodi di fascicolazioni, ma non correlate ad altri disturbi e perciò non me ne sono mai preoccupato. Al che lui ha insistito che le fascicolazioni sono SEMPRE sintomo di “irritazione” del motoneurone (più o meno grave) e che se ne devono assolutamente indagare le cause. Durante l’intera visita mi è parso più concentrato a ricercare possibili segni che confermassero la sua teoria che ad indagare la totalità dei miei sintomi (forse è stata solo un'impressioni) tanto che dopo avermi detto di non aver rilevato cause organiche ha aggiunto: “Non ho trovato quello che cercavo”. Durante l'esame, infatti, di fascicolazioni non se n'è vista nemmeno l'ombra.
Credo, o almeno così mi è parso di capire, che il suo orientamento sia che potrei avere un problema alla colonna che mi “irrita” i nervi e provoca i fastidi alle gambe (e tutti gli altri sintomi che ho avuto???). Perciò mi ha prescritto EMG e RM lombare da effettuarsi con calma a settembre. Nel frattempo, considerata la mia indole ansiosa mi ha dato un farmaco “per rilassarmi”, a quello che ho capito un blando ansiolitico che risponde al nome di Adaptol (non so se in Italia sia distribuito).
Ora, posto che la negatività della visita non può che farmi piacere, sono piuttosto confuso riguardo alle sue affermazioni sulle fascicolazioni, dato che avevo sempre sentito informazioni diverse sulle loro cause. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio.
la ringrazio per la sua celere risposta e la aggiorno. Ho effettuato oggi la visita neurologica.
Faccio due premesse. La prima: l’esame ha dato esito negativo o, per usare le parole del neurologo, “non ha rilevato cause organiche” dei miei disturbi.
La seconda: attualmente non vivo in Italia, ma in un paese cosiddetto “in via di sviluppo”, ma quasi europeo. (Benchè immagino esistano standard internazionali, vi sono forse differenze di metodo e/o correnti di pensiero diverse?). Il neurologo che mi ha visitato, un conoscente peraltro, è un professionista affermato e docente universitario, ma noto per il suo carattere “eccentrico”.
Prima di effettuare la visita ho raccontato la storia dei mei sintomi (l’ansia, lo stress, l’infezione, l’antibiotico e i primi malesseri) a cui il neurologo non è parso prestare particolare attenzione. Quando tuttavia gli ho parlato delle fascicolazioni mi ha apostrofato con un “fascicolazioni? E perché non sei venuto subito da me? Non voglio terrorizzarti, ma le fascicolazioni sono segno di un problema al motoneurone. Possono anche essere sintomo di SLA”. Devo dire fortunatamente che non è riuscito a terrorizzarmi, dato che non ho grande timore di avere la SLA, non avendo deficit di forza ed essendo i miei sintomi molto migliorati e ora limitati solo a lieve rigidità-debolezza alle gambe e qualche fascicolazione. Mi domando però come l’avrei presa se, seguendo il suo consiglio, fossi andato da lui due mesi fa, in piena tempesta di sintomi. Gli ho risposto che ho sempre avuto piccoli episodi di fascicolazioni, ma non correlate ad altri disturbi e perciò non me ne sono mai preoccupato. Al che lui ha insistito che le fascicolazioni sono SEMPRE sintomo di “irritazione” del motoneurone (più o meno grave) e che se ne devono assolutamente indagare le cause. Durante l’intera visita mi è parso più concentrato a ricercare possibili segni che confermassero la sua teoria che ad indagare la totalità dei miei sintomi (forse è stata solo un'impressioni) tanto che dopo avermi detto di non aver rilevato cause organiche ha aggiunto: “Non ho trovato quello che cercavo”. Durante l'esame, infatti, di fascicolazioni non se n'è vista nemmeno l'ombra.
Credo, o almeno così mi è parso di capire, che il suo orientamento sia che potrei avere un problema alla colonna che mi “irrita” i nervi e provoca i fastidi alle gambe (e tutti gli altri sintomi che ho avuto???). Perciò mi ha prescritto EMG e RM lombare da effettuarsi con calma a settembre. Nel frattempo, considerata la mia indole ansiosa mi ha dato un farmaco “per rilassarmi”, a quello che ho capito un blando ansiolitico che risponde al nome di Adaptol (non so se in Italia sia distribuito).
Ora, posto che la negatività della visita non può che farmi piacere, sono piuttosto confuso riguardo alle sue affermazioni sulle fascicolazioni, dato che avevo sempre sentito informazioni diverse sulle loro cause. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio.
[#3]
Gentile Utente,
come sempre scrivo, la stragrande maggioranza delle fascicolazioni è benigna. Solo per parlare di Medicitalia, abbiamo avuto nel corso degli anni migliaia di utenti con fascicolazioni, consideri che nessuno di questi ha poi avuto la SLA.
È possibile invece, come Le ha detto il neurologo, una discopatia lombosacrale.
Altre cause di fascicolazioni sono squilibri elettrolitici, ansia e stress, fibromialgia, ecc.
Non rari pure i casi in cui non si riesce a trovare una causa (sindrome delle fascicolazioni benigne).
Cordialmente
come sempre scrivo, la stragrande maggioranza delle fascicolazioni è benigna. Solo per parlare di Medicitalia, abbiamo avuto nel corso degli anni migliaia di utenti con fascicolazioni, consideri che nessuno di questi ha poi avuto la SLA.
È possibile invece, come Le ha detto il neurologo, una discopatia lombosacrale.
Altre cause di fascicolazioni sono squilibri elettrolitici, ansia e stress, fibromialgia, ecc.
Non rari pure i casi in cui non si riesce a trovare una causa (sindrome delle fascicolazioni benigne).
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.4k visite dal 07/07/2018.
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