Botta in testa e problemi cognitivi
Gentili Dottori,
Circa tre settimane fa ho ricevuto un colpo di bassa/media intensità nella zona della tempia sinistra (a livello della "fossetta", per intenderci). Niente ematoma e niente bernoccolo (o almeno non visibili); l'area interessata, inoltre, non mi doleva granchè neanche alla pressione (ogni tanto sento solo qualche fitta di lieve intensità).
Ho tuttavia da subito notato, unicamente al tatto, un infossamento di maggiore entità nella zona colpita rispetto all'altra tempia.
Ho accusato, nei giorni successivi, mal di testa, male al collo, senso di stordimento, difficoltà di memoria e a leggere (leggendo mi capita di scambiare frequentemente parole con altre simili per scrittura [ad esempio al posto di "precedenza" leggo "pendenza"] ) /concentrarmi.
Gli ultimi due sintomi, accompagnati da un senso di vertigine (quest'ultimo da 4/5 giorni circa) praticamente costante (e anche miodesopsie), anche se di lieve intensità, mi permangono ancora (non escludo che una buona parte dei sintomi siano causati dalla preoccupazione visto che tendo ad andare un po' in ansia per questioni che concernono botte in testa et similia).
Una settimana dopo, per sicurezza, mi sono fatto controllare dal mio medico curante il quale, dopo avermi visitato e avermi tastato nella zona del colpo, mi ha rassicurato dicendomi che andava tutto perfettamente. Ho anche effettuato una visita oculistica (non per questo motivo, era parecchio tempo che non ne facevo una) e mi è stato riscontrato un peggioramento della vista causato da un affaticamento visivo. Inoltre, quando cammino abbastanza velocemente o scendo le scale sento un ticchettio che mi sembra provenire dalle zone adiacenti all'orecchio.
Premesso che riconosco tutti i limiti del consulto a distanza, volevo comunque sapere se, a livello prettamente teorico, sia possibile che i sintomi che accuso tutt'ora (soprattutto la difficoltà di lettura e di ragionamento) siano ascrivibili ad una lesione o comunque ad trauma conseguente alla botta.
Vi ringrazio per l'attenzione.
un trauma cranico lieve senza alcun evento di tipo commotivo, quale quello che avrebbe riportato lei, non può dare questi sintomi di carattere cognitivo che sta accusando. Se vuole avere una panoramica più vasta della problematica può leggere il mio articolo "Tutto sui traumi cranici" nella sezione Speciali Salute di Medicitalia.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
Ri-apro questo consulto, nella speranza di avere qualche delucidazione, perché sto constatando il protrarsi di due fenomeni parecchio fastidiosi:
- Una leggera anisocoria; notata subito dopo il trauma, alla quale inizialmente non ho attribuito grande peso (tant'è che mi sono pure dimenticato di riferirlo all'oculista).
Alla luce intensa, le due pupille sono di diametro uguale e rispondono , a quel che mi sembra, egualmente allo stimolo. A condizioni di illuminazione normali, tuttavia, la pupilla dx è più ampia di quella sx (ciò si accentua in condizioni di scarsa illuminazione);
E' possibile che l'oculista non l'abbia notato? O magari è conseguenza diretta dell' "affaticamento visivo" che mi è stato riscontrato?
-La confusione nella lettura e nel linguaggio.
Continuo a fare fatica a leggere correttamente, sbagliando non poche volte nella lettura delle parole (cosa per me nuova visto che ero abituato a leggere correttamente interi testi anche abbastanza velocemente). Inoltre ho qualche difficoltà nel richiamare, nel discorso parlato e scritto, alcune parole che risultano specifiche nella realizzazione degli stessi.
Non nego che tutto ciò mi stia creando qualche fastidio, soprattutto quando studio.
Aggiungo, infine, di aver effettuato, qualche settimana fa, per sicurezza, una TC encefalo senza MDC con esito assolutamente negativo.
Razionalmente tendo ad ascrivere questi sintomi, più che all'episodio traumatico, ad un periodo di stress/stanchezza. Tuttavia avrei il piacere di sentire anche il vostro parere, sicuramente più obiettivo e utile del mio.
Vi ringrazio, in anticipo, per l'attenzione-
I sintomi potrebbero quindi essere causati, a suo parere, dal trauma o è poco probabile? In tale caso, comunque, una lesione sintomatica del parenchima cerebrale non si dovrebbe rilevare anche con la TC?
Per quanto concerne il riflesso pupillare mi è stato valutato, una settimana dopo il trauma, dal mio medico curante il quale ha detto che andava tutto bene.
Rispondendo alla sua domanda, comunque, non mi sono ancora sottoposto ad una valutazione neurologica.
Solamente in questi giorni mi sono reso conto di non avere più aggiornato questo consulto, quindi, anche per rispetto nei confronti del Dott. Colangelo (riguardo a questo mi scuso), provvedo immediatamente.
Comincio con l'asserire che, a distanza di 3/4 mesi dall'urto i miei sintomi non sono migliorati, quindi ri-confermo in termini sintomatologici, tutto quello che ho scritto il 17/11/17.
Tuttavia ho effettuato più di un mese fa una visita neurologica, come consigliatomi in questo consulto:
La visita non è durata nemmeno 10 minuti ed è risultata assolutamente negativa.
Ho riportato al neurologo, più che altro, i miei problemi di lettura e di concentrazione come conseguenza, in termini temporali, della botta in testa dimenticandomi tuttavia di fare cenno all'anisocoria. Sono state subito escluse, in modo piuttosto deciso, conseguenze importanti derivanti dal trauma da parte del neurologo stesso, specialmente in virtù della TC encefalo senza MDC, risultata negativa, effettuata circa 3 settimane dopo l'evento traumatico.
Il tutto, molto brevemente, è stato imputato allo stress.
L'anisocoria, inoltre, mi è stata valutata presso uno specialista in oftalmologia il quale non ha dato molto peso alla cosa, specialmente in ragione del fatto che le pupille rispondono sia direttamente che consensualmente alla luce.
(In particolare anche l'oculista ha dubitato di un eventuale influenza della botta sulla anisocoria; in base soprattutto al fatto che il trauma, non essendo stato io ospedalizzato, difficilmente possa essere stato tanto importante da causare un'alterazione del sistema para e orto-simpatico).
Venendo alla mia condizione attuale, i miei problemi (tranne l'anisocoria) vertono essenzialmente sulla sfera linguistica:
- Difficoltà continua a leggere (non è una difficoltà di comprensione ma proprio di "decodifica" e di fluenza);
- Difficoltà ad organizzare il discorso e lo scritto (ho, praticamente in maniera persistente, problemi nel trovare parole, anche di uso comune, da utilizzare nell'eloquio e nello scritto [questo accade specialmente quando studio e devo ripetere]).
(Ricordo che questi sintomi sono di insorgenza subito successiva [si parla di qualche ora] alla botta).
Ora, visto e considerato che, volendo scegliere, non mi sottoporrei ad ulteriori accertamenti (a causa soprattutto della negatività all'obiettività neurologica) volevo chiedere se l'iter diagnostico, nonostante la persistenza dei sintomi, è da considerarsi concluso.
Aggiungo, inoltre, che non sono (nemmeno tutt'ora) mai stato eccessivamente ansioso ed ipocondriaco (anzi, se possibile sono il contrario) e mi sento quasi ridicolo a protrarre questa questione (vista anche l'entità della botta) ma, vista la fastidiosa permanenza di questi sintomi durante tutto il quotidiano, vorrei capirne un po' di più le motivazioni e, soprattutto, come comportarmi.
Ringrazio anticipatamente per l'attenzione chiunque abbia voglia/tempo di partecipare a questo consulto.
nel riconfermarle tutto quanto ebbi già occasione di comunicarle a riguardo della dubbia correlazione fra un trauma cranico lieve ed effetti cognitivi del tipo di quelli da Lei descritti, non si può tuttavia trascurare quanto Lei lamenta e che potrebbe anche avere una patogenesi differente da quella traumatica. Pertanto, il primo passo è quello di accertarne l'effettiva ed obbiettiva sussistenza, per cui è opportuno che venga sottoposto agli specifici test neuropsicologici di tipo cognitivo.
Mi premeva, più che altro, dirimere i miei dubbi rispetto ad un eventuale legame diretto tra il trauma cranico e questi sintomi. Tuttavia, suppongo, in base alla Sua risposta e alla visita neurologica, che in letteratura non sia mai stato documentato di problemi cognitivi del genere come sequele di traumi cranici lievi non commotivi.
Comunque provvederò a seguire il Suo consiglio nel caso in cui questi disturbi dovessero perdurare.
Grazie ancora.
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