Riduzione dosaggio Fenobarbital in malato di Alzheimer
Gentili Dottori,
mia madre (69 anni, malattia di Alzheimer con decadimento congnitivo da circa 5 anni) è stata recentemente ricoverata per una "probabile" crisi epilettica (la seconda, ne aveva già avuta una, "probabile", in marzo).
Prima di quest'ultimo ricovero (è stata dimessa il 7 settembre) seguiva la seguente terapia (data dopo il ricovero di marzo):
Rivotril 2.5 mg/ml. 5 gocce la sera
Quetiapina: 200mg mattina, 150mg ore 16, 200mg la sera
Mirtazapina 30mg la sera
Con quest'ultimo ricovero le hanno introdotto il fenobarbitale e ridotto la quetiapina di 100mg; la terapia attuale è la seguente:
Rivotril 2.5 mg/ml. 5 gocce la sera
Quetiapina: 150mg mattina, 100mg ore 16, 200mg la sera
Mirtazapina 30mg la sera
Fenobarbital 100mg la sera
Ora però mia madre è completamente "rintontita", dorme tutta la notte, fa colazione e dopo un'ora dorme ancora fino a mezzogiorno. Rimane poi "rintontita" per ore, tanto che è difficile darle da mangiare:
mentre per la colazione è sveglia (prende i biscotti da sola, mastica e deglutisce), per il pranzo e per la cena sta seduta a tavola con gli occhi chiusi, la imbocchiamo ma poi non deglutisce (frulliamo tutto) e sembra addormentarsi in piedi. E così non riusciamo a farla mangiare (già pesa meno di 40 kg)!
Alchè ho pensato che forse questo fenobarbitale introdotto è troppo...si potrebbe ridurne il dosaggio? Magari togliendo un quarto della compressa (quindi dandole 75 anzichè 100)?
Avevo segnalato la cosa in ospedale ma la risposta (penso visti i stati di agitazione di mia madre i mesi precedenti) è stata: "datele da mangiare quando è sveglia".
Con il neurologo che la "segue" non si riesce mai a parlare (se non al prossimo controllo...), già prima del ricovero di marzo cercai di contattarlo diverse volte (mia madre era in piena crisi violenta e non sapevamo cosa fare!), senza successo.
Spero possiate darmi un'indicazione.
Grazie
mia madre (69 anni, malattia di Alzheimer con decadimento congnitivo da circa 5 anni) è stata recentemente ricoverata per una "probabile" crisi epilettica (la seconda, ne aveva già avuta una, "probabile", in marzo).
Prima di quest'ultimo ricovero (è stata dimessa il 7 settembre) seguiva la seguente terapia (data dopo il ricovero di marzo):
Rivotril 2.5 mg/ml. 5 gocce la sera
Quetiapina: 200mg mattina, 150mg ore 16, 200mg la sera
Mirtazapina 30mg la sera
Con quest'ultimo ricovero le hanno introdotto il fenobarbitale e ridotto la quetiapina di 100mg; la terapia attuale è la seguente:
Rivotril 2.5 mg/ml. 5 gocce la sera
Quetiapina: 150mg mattina, 100mg ore 16, 200mg la sera
Mirtazapina 30mg la sera
Fenobarbital 100mg la sera
Ora però mia madre è completamente "rintontita", dorme tutta la notte, fa colazione e dopo un'ora dorme ancora fino a mezzogiorno. Rimane poi "rintontita" per ore, tanto che è difficile darle da mangiare:
mentre per la colazione è sveglia (prende i biscotti da sola, mastica e deglutisce), per il pranzo e per la cena sta seduta a tavola con gli occhi chiusi, la imbocchiamo ma poi non deglutisce (frulliamo tutto) e sembra addormentarsi in piedi. E così non riusciamo a farla mangiare (già pesa meno di 40 kg)!
Alchè ho pensato che forse questo fenobarbitale introdotto è troppo...si potrebbe ridurne il dosaggio? Magari togliendo un quarto della compressa (quindi dandole 75 anzichè 100)?
Avevo segnalato la cosa in ospedale ma la risposta (penso visti i stati di agitazione di mia madre i mesi precedenti) è stata: "datele da mangiare quando è sveglia".
Con il neurologo che la "segue" non si riesce mai a parlare (se non al prossimo controllo...), già prima del ricovero di marzo cercai di contattarlo diverse volte (mia madre era in piena crisi violenta e non sapevamo cosa fare!), senza successo.
Spero possiate darmi un'indicazione.
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
il fenobarbital è stato introdotto in terapia come antiepilettico ed in tal senso andrebbe dosato nel sangue dopo circa 30-40 giorni dalla prima assunzione, poi, in base ai valori riscontrati, il neurologo deciderà come procedere.
Piuttosto, considerato lo stato di torpore della Mamma, sarebbe più opportuno ridurre la quietapina, sempre su indicazione del Collega che segue la Signora, infatti on line è vietato consigliare farmaci, loro dosaggi o variazioni di terapie in atto.
Cordiali saluti ed auguri
il fenobarbital è stato introdotto in terapia come antiepilettico ed in tal senso andrebbe dosato nel sangue dopo circa 30-40 giorni dalla prima assunzione, poi, in base ai valori riscontrati, il neurologo deciderà come procedere.
Piuttosto, considerato lo stato di torpore della Mamma, sarebbe più opportuno ridurre la quietapina, sempre su indicazione del Collega che segue la Signora, infatti on line è vietato consigliare farmaci, loro dosaggi o variazioni di terapie in atto.
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Utente
Grazie mille Dott. Ferraloro per la Sua risposta.
Ma cosa significa "andrebbe dosato nel sangue dopo circa 30/40 giorni"?
Per l'eventuale riduzione della quietapina proverò a sentire anche il medico di base (se saprà darmi un'indicazione)...Le assicuro che il neurologo non ci dà udienza, nemmeno telefonica, se non quando abbiamo l'appuntamento.
Grazie ancora!
Ma cosa significa "andrebbe dosato nel sangue dopo circa 30/40 giorni"?
Per l'eventuale riduzione della quietapina proverò a sentire anche il medico di base (se saprà darmi un'indicazione)...Le assicuro che il neurologo non ci dà udienza, nemmeno telefonica, se non quando abbiamo l'appuntamento.
Grazie ancora!
[#3]
Gentile Utente,
di alcuni farmaci antiepilettici, tra questi il fenobarbital, è conveniente effettuare periodicamente il dosaggio plasmatico, cioè misurare la concentrazione del farmaco nel sangue, in tal senso esistono dei valori normali entro cui deve stare questa concentrazione, se il farmaco è al di sotto del valore minimo potrebbe non essere efficace, se invece supera il valore normale massimo potrebbe essere tossico.
Per questo motivo non è opportuno ridurre il fenobarbital in questo momento.
Non so se sono stato chiaro, capisco che il ragionamento possa essere contorto
Cordialmente
di alcuni farmaci antiepilettici, tra questi il fenobarbital, è conveniente effettuare periodicamente il dosaggio plasmatico, cioè misurare la concentrazione del farmaco nel sangue, in tal senso esistono dei valori normali entro cui deve stare questa concentrazione, se il farmaco è al di sotto del valore minimo potrebbe non essere efficace, se invece supera il valore normale massimo potrebbe essere tossico.
Per questo motivo non è opportuno ridurre il fenobarbital in questo momento.
Non so se sono stato chiaro, capisco che il ragionamento possa essere contorto
Cordialmente
[#4]
Utente
Grazie mille Dottore per la delucidazione.
In accordo con il medico di base abbiamo ridotto la Quietapina di 50mg la mattina.
La mamma però dorme tutto il giorno lo stesso e, in questi giorni, è praticamente impossibile darle da mangiare e da bere, se non qualche cucchiaio (e per "qualche" intendo 4/5!). Capisco che mia madre è ormai entrata in una fase molto severa della malattia, ma siccome in ospedale ancora mangiava (primo e secondo!) e questo era 12 giorni fa, mi chiedo se questo peggioramento improvviso non sia dovuto al cambio di terapia... Inoltre in ospedale ancora camminava, ora non si regge in piedi.
E in ogni caso, dobbiamo rassegnarci al fatto che non mangia più e basta?! In famiglia abbiamo sempre detto che non vogliamo "accanirci" con sondino nasogastico, peg, etc... , ma mi sembra di far morire mia madre di fame, il che mi pare una cosa terribile.
E, come Le dicevo, mi sembra così strano questo cambiamento in così pochi giorni...
Ringrazio per le informazioni che vorrà darmi.
In accordo con il medico di base abbiamo ridotto la Quietapina di 50mg la mattina.
La mamma però dorme tutto il giorno lo stesso e, in questi giorni, è praticamente impossibile darle da mangiare e da bere, se non qualche cucchiaio (e per "qualche" intendo 4/5!). Capisco che mia madre è ormai entrata in una fase molto severa della malattia, ma siccome in ospedale ancora mangiava (primo e secondo!) e questo era 12 giorni fa, mi chiedo se questo peggioramento improvviso non sia dovuto al cambio di terapia... Inoltre in ospedale ancora camminava, ora non si regge in piedi.
E in ogni caso, dobbiamo rassegnarci al fatto che non mangia più e basta?! In famiglia abbiamo sempre detto che non vogliamo "accanirci" con sondino nasogastico, peg, etc... , ma mi sembra di far morire mia madre di fame, il che mi pare una cosa terribile.
E, come Le dicevo, mi sembra così strano questo cambiamento in così pochi giorni...
Ringrazio per le informazioni che vorrà darmi.
[#5]
Gentile Utente,
la quietapina è un farmaco non curativo ma sintomatico che in questi casi viene prescritto, al di fuori delle indicazioni in scheda tecnica, quando subentra agitazione psicomotoria.
Se il paziente entra in uno stato soporoso la somministrazione della quietapina diventa dannosa e, ovviamente, controproducente.
Non possiamo nemmeno escludere un effetto collaterale del fenobarbital ma per questa ipotesi deve necessariamente rivolgersi al neurologo che segue la Mamma.
Altra ipotesi: che sia subentrato un fattore acuto cerebrale, per es. di natura vascolare (ischemia, emorragia)?
Come vede, le ipotesi che possiamo avanzare a distanza sono varie, spetta al collega cercare di capire quella esatta.
Capisco perfettamente il Vostro stato d'animo, ma a mio avviso, un'alimentazione è corretto fornirla, ne parli con lo specialista di riferimento, anche perché questa situazione potrebbe anche essere transitoria.
Cordialità
la quietapina è un farmaco non curativo ma sintomatico che in questi casi viene prescritto, al di fuori delle indicazioni in scheda tecnica, quando subentra agitazione psicomotoria.
Se il paziente entra in uno stato soporoso la somministrazione della quietapina diventa dannosa e, ovviamente, controproducente.
Non possiamo nemmeno escludere un effetto collaterale del fenobarbital ma per questa ipotesi deve necessariamente rivolgersi al neurologo che segue la Mamma.
Altra ipotesi: che sia subentrato un fattore acuto cerebrale, per es. di natura vascolare (ischemia, emorragia)?
Come vede, le ipotesi che possiamo avanzare a distanza sono varie, spetta al collega cercare di capire quella esatta.
Capisco perfettamente il Vostro stato d'animo, ma a mio avviso, un'alimentazione è corretto fornirla, ne parli con lo specialista di riferimento, anche perché questa situazione potrebbe anche essere transitoria.
Cordialità
[#7]
Gentile Utente,
essendo sopravvenuta una condizione grave imprevista, potrebbe chiedere al neurologo una visita urgente.
In alternativa anche il ricorso al P.S. di un ospedale con annesso reparto di neurologia potrebbe essere preso in considerazione.
Cordiali saluti
essendo sopravvenuta una condizione grave imprevista, potrebbe chiedere al neurologo una visita urgente.
In alternativa anche il ricorso al P.S. di un ospedale con annesso reparto di neurologia potrebbe essere preso in considerazione.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.9k visite dal 14/09/2017.
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