Rapporto: vagotonia-colon irritabile e reflusso gastroesofageo
Gentilissimi dottori.
Ho 50 anni e da quando avevo 25 anni mi è stato detto da uno specialista che ero un tipo vagotonico e, nello stesso tempo, mi fu riscontrato un colon irritabile. Spesso ho avuto abbassamenti improvvisi di pressione arteriosa soprattutto in corso di eventi chirurgici anche minimi( per esempio l'asportazione di un unghia incarnita all'alluce destro). Anni fa eseguendo una gastroscopia, per iperacidità gastrica, mi accadde la stessa cosa: Drastico abbassamento di pressione e di frequenza cardiaca. In entrambi i casi mi hanno iniettato una dose di atropina. Con il passare del tempo questi abbassamenti di pressione si presentavano all'improvviso anche durante forti emozioni o durante la normale attività lavorativa. Vivo con il terrore di subire altre indagini diagnostiche che potrebbero portarmi ad un nuovo episodio di stimoli vagali pericolosi. Da anni devo far fronte ad un reflusso gastroesofageo che però si è risolto con l'assunzione di una capsula di omeprazolo 20 mg al giorno al mattino a digiuno. Cinque anni fa ho sofferto di attacchi di panico e depressione per cui assumo ancora paroxetina 20 mg, con enormi benefici. Da allora non ho più abbassamenti di pressione e la frequenza cardiaca è un po' aumentata, dai 60 al minuto ai 75/80 al minuto. Il mio colon ultimamente, in seguito ad eventi stressanti, ha cominciato a fare i capricci: diarrea mattutina, una volta al giorno e un po' di dolore alla parte inferiore sinistra e poi durante la giornata più nulla. C'è qualche relazione tra la vagotonia e il colon irritabile a componente diarroica, così come tra la vagotonia e il reflusso gastroesofageo? Come mai da quando assumo paroxetina non ho più stimoli vagali? Certo ne sono contento ma c'è qualche relazione?
Grazie
Ame
Ho 50 anni e da quando avevo 25 anni mi è stato detto da uno specialista che ero un tipo vagotonico e, nello stesso tempo, mi fu riscontrato un colon irritabile. Spesso ho avuto abbassamenti improvvisi di pressione arteriosa soprattutto in corso di eventi chirurgici anche minimi( per esempio l'asportazione di un unghia incarnita all'alluce destro). Anni fa eseguendo una gastroscopia, per iperacidità gastrica, mi accadde la stessa cosa: Drastico abbassamento di pressione e di frequenza cardiaca. In entrambi i casi mi hanno iniettato una dose di atropina. Con il passare del tempo questi abbassamenti di pressione si presentavano all'improvviso anche durante forti emozioni o durante la normale attività lavorativa. Vivo con il terrore di subire altre indagini diagnostiche che potrebbero portarmi ad un nuovo episodio di stimoli vagali pericolosi. Da anni devo far fronte ad un reflusso gastroesofageo che però si è risolto con l'assunzione di una capsula di omeprazolo 20 mg al giorno al mattino a digiuno. Cinque anni fa ho sofferto di attacchi di panico e depressione per cui assumo ancora paroxetina 20 mg, con enormi benefici. Da allora non ho più abbassamenti di pressione e la frequenza cardiaca è un po' aumentata, dai 60 al minuto ai 75/80 al minuto. Il mio colon ultimamente, in seguito ad eventi stressanti, ha cominciato a fare i capricci: diarrea mattutina, una volta al giorno e un po' di dolore alla parte inferiore sinistra e poi durante la giornata più nulla. C'è qualche relazione tra la vagotonia e il colon irritabile a componente diarroica, così come tra la vagotonia e il reflusso gastroesofageo? Come mai da quando assumo paroxetina non ho più stimoli vagali? Certo ne sono contento ma c'è qualche relazione?
Grazie
Ame
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Michael D. Gershon responsabile del Dipartimento di Anatomia e Biologia cellulare della Columbia University, autore di innumerevoli pubblicazioni scientifiche, considerato uno dei padri della neuro gastroenterologia, in una pagina del suo libro riporta quanto segue: “Sappiamo che, per quanto il concetto possa apparire inadeguato, il sistema gastroenterico è dotato di un cervello. Lo sgradevole intestino è più intellettuale del cuore e potrebbe avere una capacità “emozionale” superiore. È il solo organo a contenere un sistema nervoso intrinseco in grado di mediare i riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale.“
Il sistema nervoso enterico è un residuo che abbiamo conservato dal nostro passato evolutivo, è un centro di elaborazione dati che ci consente di portare a termine compiti importanti
Nella parete intestinale si nascondono due strati sottilissimi di un sistema nervoso, secondo per grandezza dopo quello della testa, che avvolgono il tratto digerente, coordinando i movimenti del "riflesso peristaltico" che fa avanzare il cibo nell’intestino.
Così, tanto per citare i due modelli estremi di comportamento dello stomaco, se il riflesso peristaltico viene inibito, per esempio per poca serotonina, si ha la stitichezza, al contrario un'eccessiva stimolazione dovuta a troppa serotonina, provoca diarrea.
Ma questo secondo cervello è capace di trasferire anche altre informazioni alla testa, come i segnali del vomito in caso d’intossicazione alimentare o quelli più sottili ed inconsci legati alle emozioni le cosiddette
"decisioni viscerali", cioè spontanee e inconsapevoli legate alla gioia e al dolore.
Per spiegare il perché di questa apparente duplicazione del corpo umano, Michael Schemann, docente di fisiologia alla facoltà di veterinaria di Hannover (Germania) si rifà ad un esempio lungimirante e sottile: "Nella scatola cranica tutto non ci stava" spiega. "Per far passare i collegamenti col resto del corpo il collo avrebbe dovuto avere un diametro enorme. E poi, appena dopo la nascita, il néonato deve mangiare, bere e digerire: meglio che queste funzioni fondamentali siano autonome".
Infatti durante la formazione dell'embrione, una parte delle cellule nervose viene inglobata nella testa, un'altra va nell'addome: i collegamenti fra i due sono tenuti dal midollo spinale e dal nervo vago.
Marcello Costa, altro importante neuro gastroenterologo australiano, dimostrò che le cellule nervose dell'intestino producono serotonina, e che questa non è l'unica sostanza secreta dal cervello addominale, le cellule di entrambi i cervelli infatti parlano la stessa lingua chimica, e con i loro neuromediatori realizzano costanti comunicazioni tra cervello e testa.
Queste considerazioni spero possano far capire come le correlazioni tra mente e pancia siano estremamente legate tra loro ed interdipendenti sia nel buon che nel cattivo funzionamento.
Il sistema nervoso enterico è un residuo che abbiamo conservato dal nostro passato evolutivo, è un centro di elaborazione dati che ci consente di portare a termine compiti importanti
Nella parete intestinale si nascondono due strati sottilissimi di un sistema nervoso, secondo per grandezza dopo quello della testa, che avvolgono il tratto digerente, coordinando i movimenti del "riflesso peristaltico" che fa avanzare il cibo nell’intestino.
Così, tanto per citare i due modelli estremi di comportamento dello stomaco, se il riflesso peristaltico viene inibito, per esempio per poca serotonina, si ha la stitichezza, al contrario un'eccessiva stimolazione dovuta a troppa serotonina, provoca diarrea.
Ma questo secondo cervello è capace di trasferire anche altre informazioni alla testa, come i segnali del vomito in caso d’intossicazione alimentare o quelli più sottili ed inconsci legati alle emozioni le cosiddette
"decisioni viscerali", cioè spontanee e inconsapevoli legate alla gioia e al dolore.
Per spiegare il perché di questa apparente duplicazione del corpo umano, Michael Schemann, docente di fisiologia alla facoltà di veterinaria di Hannover (Germania) si rifà ad un esempio lungimirante e sottile: "Nella scatola cranica tutto non ci stava" spiega. "Per far passare i collegamenti col resto del corpo il collo avrebbe dovuto avere un diametro enorme. E poi, appena dopo la nascita, il néonato deve mangiare, bere e digerire: meglio che queste funzioni fondamentali siano autonome".
Infatti durante la formazione dell'embrione, una parte delle cellule nervose viene inglobata nella testa, un'altra va nell'addome: i collegamenti fra i due sono tenuti dal midollo spinale e dal nervo vago.
Marcello Costa, altro importante neuro gastroenterologo australiano, dimostrò che le cellule nervose dell'intestino producono serotonina, e che questa non è l'unica sostanza secreta dal cervello addominale, le cellule di entrambi i cervelli infatti parlano la stessa lingua chimica, e con i loro neuromediatori realizzano costanti comunicazioni tra cervello e testa.
Queste considerazioni spero possano far capire come le correlazioni tra mente e pancia siano estremamente legate tra loro ed interdipendenti sia nel buon che nel cattivo funzionamento.
Dr. Maurizio Arena
[#2]
Ex utente
Gentilissimo dottore.
La spiegazione delle correlazioni profonde tra il cervello intestinale e le emozioni è chiara e la ringrazio. Mi perdoni se il linguaggio, per me, non addetto ai lavori è un po' difficile. Aver capito le correlazioni non mi dà alcun sollievo se non riesco a capire, nello stesso tempo, se con queste manifestazioni io dovrò convivere per tutta vita, soprattutto per quando riguarda questa forma di diarrea mattutina, e se la cura che sto seguendo è la più opportuna per il mio caso o se ci sono altre strade da percorrere.
Grazie
La spiegazione delle correlazioni profonde tra il cervello intestinale e le emozioni è chiara e la ringrazio. Mi perdoni se il linguaggio, per me, non addetto ai lavori è un po' difficile. Aver capito le correlazioni non mi dà alcun sollievo se non riesco a capire, nello stesso tempo, se con queste manifestazioni io dovrò convivere per tutta vita, soprattutto per quando riguarda questa forma di diarrea mattutina, e se la cura che sto seguendo è la più opportuna per il mio caso o se ci sono altre strade da percorrere.
Grazie
[#3]
Gentile utente
Considerando gli strettissimi rapporti tra mente e corpo accanto alla giusta terapia farmacologica che lei sta attualmente seguendo, sarebbe utile potere affiancare un percorso psicoterapeutico a valenza prevalentemente psicosomatica, privilegiando il rilassamento fisico e mentale.
Questo approccio integrato le permetterebbe sicuramente una migliore integrazione tra la sua sfera emozionale e quella fisica, permettendole se non la guarigione certamente una migliore qualità della vita.
Cordialmente
Considerando gli strettissimi rapporti tra mente e corpo accanto alla giusta terapia farmacologica che lei sta attualmente seguendo, sarebbe utile potere affiancare un percorso psicoterapeutico a valenza prevalentemente psicosomatica, privilegiando il rilassamento fisico e mentale.
Questo approccio integrato le permetterebbe sicuramente una migliore integrazione tra la sua sfera emozionale e quella fisica, permettendole se non la guarigione certamente una migliore qualità della vita.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 22.6k visite dal 08/12/2008.
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Approfondimento su Reflusso gastroesofageo
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