Ictus e paziente

Salve,

mia madre (70 anni) ha avuto un ictus cerebrale il 22.02.2017. Riporto parola per parola la diagnosi fatta in ospedale: "Ictus ischemico in sede nucleo-capsulare sinistra estendentesi alla corona radiata omolaterale con soffusione emorragica a livello del corno parietale del ventricolo laterale sinistro. Malattia cerebrovascolare cronica. Ipertensione arteriosa. Cardiopatia ischemica cronica. Diabete tipo 2. Ipotiroidismo".
Adesso è emiplegica destra, totalmente afasica, disfagica, porta un catetere vescicale e il "pannolone". Anche il tronco è stato "preso" dall'emiplegia, perciò non riusciamo a metterla seduta. Il fisioterapista che la cura dice che non c'è alcuna attività a livello del tronco e non c'è tono muscolare negli arti, quindi è irrecuperabile e rimarrà per sempre come è adesso (quasi immobile a letto). E' vero? Io credo che non sia così, ma forse è solo una vana speranza: ho visto su Internet che esistono vari tipi di cinture e "bustini" per sedia a rotelle (e per sedili di automobili) studiati proprio per sostenere il tronco dei pazienti.
Inoltre mia madre ha avuto una polmonite un mese fa, che però è completamente guarita (per fortuna).
Vorrei sapere qualcosa sulla sua prognosi, se è possibile. E' davvero "non riabilitabile"? Nemmeno la parola è recuperabile significativamente? Tornerà a camminare un giorno, magari con aiuto?
Vorrei precisare che mia madre, quando è stata dimessa dall'ospedale il primo aprile dopo la polmonite (adesso è a casa), non dava segni di coscienza: guardava nel vuoto davanti a sé e non rispondeva a nessuno stimolo. Adesso invece, dopo una mia "riabilitazione cognitiva fai-da-te", è perfettamente vigile, segue un suo personale ritmo sonno-veglia, guarda le persone negli occhi, le segue con gli occhi se si spostano, se la chiamo si gira e mi guarda, è più espressiva, sorride ai suoi amici e parenti, porge la mano per salutare ecc... Insomma, è di buon umore. Poi però, quando non c'è nessuno, l'umore "scende" e comincia a piangere e disperarsi nel letto (senza parlare). Spesso, quando "scende" d'umore, ho la netta impressione che non mi riconosca, e non riconosce nemmeno mio padre e mia sorella, per ore o per intere giornate.
Che cosa posso sperare con questo quadro clinico?

Dr. Alberto Grasso Medico fisiatra, Neurologo, Medico dello sport, Neonatologo 159 13
La patologia cerebrovascolare di tipo emorragica e' una variante severa delle varie forme di " ictus ".
Se a 2 mesi di distanza dall'evento acuto persiste ipotonia all'emiliano dx con a fasi non e' certo un buon segno pronostico di possibile recupero.In genere le forme emorragie encefalo che hanno una prognosi di recupero peggiore.
Cmq almeno x 6 mesi dovrebbe continuare trattamento neuro riabilitativo e logopedia per tentare di migliorare la condizione clinica generale cosi' come tenere sempre monitorata giornaliermente la glicemia.
Una iperglicemia contribuisce in negativo sul livello di coscienza.Andrebbe , ovviamente seguita dal Neurologo , dal Fisiatra , dal un Internista-diabetologo.
Cordiali saluti.

Prof.Alberto Grasso

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