Memoria
Dopo un grave lutto avvenuto 7 anni fa, mia madre non è riuscita a d elaborare il lutto, sviluppando una depressione crescente. Di carattere insicuro e da sempre appesantita da forte ansia, ha lentamente smesso di occuparsi della sua vita, riducendo al minimo le attività sociali e volgendo i pensieri al passato.
Ciò che mi preoccupa di più è che in questi anni ha manifestato disturbi altalenanti della memoria a breve termine, divenuti costanti negli ultimi tempi. Ragionamenti, riflessioni e interazione con le persone sono invece nella norma, come anche la salute generale.
Oggi ha 70 anni, e nonostante il forte pregiudizio verso le possibili terapie farmacologiche ha accettato la visita neurologica, dalla quale è emersa una depressione ansiosa che, secondo lo specialista, non permette uno svolgimento corretto dei test.
Il dottore ha deciso quindi di rivederla dopo due mesi, in seguito alla somministrazione di Trazodone 75 mg a rilascio prolungato.
Dopo la cura è apparsa un pò meno ansiosa ma, escludendo una breve parentesi di miglioramento dell'umore, risulta ancora malinconica e depressa. Durante la recente visita di controllo, il dottore ha integrato la terapia con Trazodone aggiungendo Escitalopram 10 mg, rimandando ancora i test neurologici di tre mesi.
Forse sono stato prolisso nella premessa, ma il mio dubbio è il seguente. Mia madre assume da anni due farmaci, uno per l'ipertensione (Plaunac10 mg) ed un altro per aritmie cardiache (Sequacor 2,5 mg): posso essere tranquillo che non si verifichino interazioni rischiose?
Premetto che mi sono imposto di non leggere nulla sul web e di seguire le indicazioni dello specialista, ma sui bugiardini ho letto, ad esempio, di non assumere Escitalopram insieme a farmaci triciclici e antiaritmici.
Devo considerare queste informazioni come trascurabili atti dovuti delle case farmaceutiche, o le mie preoccupazioni sono fondate?
Grazie
Ciò che mi preoccupa di più è che in questi anni ha manifestato disturbi altalenanti della memoria a breve termine, divenuti costanti negli ultimi tempi. Ragionamenti, riflessioni e interazione con le persone sono invece nella norma, come anche la salute generale.
Oggi ha 70 anni, e nonostante il forte pregiudizio verso le possibili terapie farmacologiche ha accettato la visita neurologica, dalla quale è emersa una depressione ansiosa che, secondo lo specialista, non permette uno svolgimento corretto dei test.
Il dottore ha deciso quindi di rivederla dopo due mesi, in seguito alla somministrazione di Trazodone 75 mg a rilascio prolungato.
Dopo la cura è apparsa un pò meno ansiosa ma, escludendo una breve parentesi di miglioramento dell'umore, risulta ancora malinconica e depressa. Durante la recente visita di controllo, il dottore ha integrato la terapia con Trazodone aggiungendo Escitalopram 10 mg, rimandando ancora i test neurologici di tre mesi.
Forse sono stato prolisso nella premessa, ma il mio dubbio è il seguente. Mia madre assume da anni due farmaci, uno per l'ipertensione (Plaunac10 mg) ed un altro per aritmie cardiache (Sequacor 2,5 mg): posso essere tranquillo che non si verifichino interazioni rischiose?
Premetto che mi sono imposto di non leggere nulla sul web e di seguire le indicazioni dello specialista, ma sui bugiardini ho letto, ad esempio, di non assumere Escitalopram insieme a farmaci triciclici e antiaritmici.
Devo considerare queste informazioni come trascurabili atti dovuti delle case farmaceutiche, o le mie preoccupazioni sono fondate?
Grazie
[#1]
Ritengo sia il caso che ne parli "a breve" con il prescrittore dell'Escilatopram.
Il paziente è una persona, un insieme psico-fisico.
Uno specialista non può limitarsi a trattare solo quel che di propria competenza ma deve considerare il paziente nell'insieme, le patologie concomitanti ed i farmacci che vengono già assunti.
Quindi ottimizzare, tenendo conto delle suddette variabili, la terapia nella maniera più adeguata.
Cordialmente.
Il paziente è una persona, un insieme psico-fisico.
Uno specialista non può limitarsi a trattare solo quel che di propria competenza ma deve considerare il paziente nell'insieme, le patologie concomitanti ed i farmacci che vengono già assunti.
Quindi ottimizzare, tenendo conto delle suddette variabili, la terapia nella maniera più adeguata.
Cordialmente.
Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com
[#2]
Ex utente
Allo specialista ho comunicato le terapie che assume mia madre ed ho anche esposoto i miei quesiti riguardo la pressione arteriosa e le aritmie..
Ha incrementato le terapie essendo a conoscenza della situazione, dicendo soltanto di monitorare la pressione.
Le ripeto, io mi sono fidato e continuo a fidarmi.
Ho solo avuto qualche dubbio dopo aver letto il bugiardino, nel quale si dichiara di "non assumere" il farmaco di cui ho parlato, in concomitanza con gli altri già citati.
Ho usufruito di questo servizio in quanto veloce e comodo, e soprattutto perchè, talvolta, può risultare imbarazzante ed offensivo chiedere ulteriori rassicurazioni allo specialista.
L'importante per me, è sapere se quel "non assumere" abbia valore soggettivo o sia imperativo categorico.
In ogni modo, chiederò prima al medico curante ed eventualmente, allo specialista.
Grazie lo stesso
Ha incrementato le terapie essendo a conoscenza della situazione, dicendo soltanto di monitorare la pressione.
Le ripeto, io mi sono fidato e continuo a fidarmi.
Ho solo avuto qualche dubbio dopo aver letto il bugiardino, nel quale si dichiara di "non assumere" il farmaco di cui ho parlato, in concomitanza con gli altri già citati.
Ho usufruito di questo servizio in quanto veloce e comodo, e soprattutto perchè, talvolta, può risultare imbarazzante ed offensivo chiedere ulteriori rassicurazioni allo specialista.
L'importante per me, è sapere se quel "non assumere" abbia valore soggettivo o sia imperativo categorico.
In ogni modo, chiederò prima al medico curante ed eventualmente, allo specialista.
Grazie lo stesso
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 06/05/2017.
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