La mia fidanzata, una ragazza
Gentili Dottori,
mi trovo in una situazione molto spiacevole e per me alquanto preoccupante. Non ho ben chiaro se abbia il diritto ad una risposta da parte Vostra, dovendovi domandare un consulto per un problema fisico non mio.
Vengo ad esporre i fatti così come li conosco.
La mia fidanzata, una ragazza di 23 anni che gode normalmente di buona salute fisica e mentale, mi ha parlato in passato di alcune sue "crisi" di cefalea a grappolo, diagnosticatale presso la struttura ospedaliera della nostra città, dopo un interminabile quanto traumatico ricovero di oltre un mese all'età di 16 anni. Durante l'osservazione i medici avevano addirittura postulato la presenza di un tumore al cervello (ipotesi poi fortunatamente confutata).
Se sono giunto al punto di rivolgermi a voi è perchè proprio questo pomeriggio, durante un momento di fortissimo stress emotivo, la mia ragazza ha avuto per la prima volta da quando ci conosciamo uno di questi eventi. Il ricordo del suo volto penso non mi abbandonerà mai: mentre piangeva mi diceva di avere mal di testa e mentre cercavo di consolarla ha letteralmente perso il controllo, tentando di colpirmi violentemente. Perdonate il mio linguaggio per nulla medico, ma posso giurare in buona fede che "non fosse lei". si è divincolata dalla mia stretta e ha tentato di sbattere la testa contro una parete. Affrontando il discorso in passato i suoi conoscenti mi avevano riferito che per lei fosse prassi comune, durante una crisi del genere, lo sbattere violentemente la testa fino a svenire perchè (a detta della mia fidanzata) fosse l'unico modo di far terminare un dolore ben oltre i limiti della sopportazione umana.
Non c'è bisogno di aggiungere quanto penosa e dolorosa sia stata questa esperienza per me. A nulla è valso il tentativo di immobilizzarla e di rassicurarla con la voce più calma e con le carezze: tentava di colpirmi con ogni parte del suo corpo non avessi cinto con braccia o gambe. In più di un'occasione ho ricevuto una testata o una ginocchiata piuttosto che una gomitata. I suoi stati d'animo si alternavano: dal pianto isterico alle urla, dall'atarassia al riso sguaiato. Non mi ha mai "riconosciuto" durante la crisi. Una volta raggiunto il pavimento ha volontariamente battuto la nuca due volte sul pavimento, non essendo io riuscito ad impedirglielo, ed è piombata in una sorta di svenimento/sonno. Il dubbio che non fosse svenuta l'ho avuto quando, tornato nella stanza con dell'acqua per farla rinvenire, l'ho trovata su un fianco e con il braccio sotto la testa, come se stesse beatamente dormendo.
Una volta ripresasi (il che è stato immediato e senza il minimo stato di torpore) era lucidissima e continuava a domandarmi cosa fosse accaduto e perchè si trovasse per terra e bagnata.
E' stata proprio una di queste crisi, delle quali non ha mai memoria, ad aver portato i medici al ricovero durante la sua adolescenza: un banale mal di testa degenerato nel dolore atroce che le causò un evento nel bel mezzo della frequentata piazza cittadina, con tanto di tre persone che (invano) la tenevano.
Perdonate la prolissità, ma sono molto preoccupato e non ho modo di spiegarmi altrimenti.
Vi ringrazio anticipatamente per l'eventuale consiglio sul da farsi, tenendo ben presente quanto il discorso sia delicato e quasi "tabù" per la mia fidanzata, avendo sviluppato una forte avversione verso la struttura medica della nostra città.
Per favore: aiutatemi.
mi trovo in una situazione molto spiacevole e per me alquanto preoccupante. Non ho ben chiaro se abbia il diritto ad una risposta da parte Vostra, dovendovi domandare un consulto per un problema fisico non mio.
Vengo ad esporre i fatti così come li conosco.
La mia fidanzata, una ragazza di 23 anni che gode normalmente di buona salute fisica e mentale, mi ha parlato in passato di alcune sue "crisi" di cefalea a grappolo, diagnosticatale presso la struttura ospedaliera della nostra città, dopo un interminabile quanto traumatico ricovero di oltre un mese all'età di 16 anni. Durante l'osservazione i medici avevano addirittura postulato la presenza di un tumore al cervello (ipotesi poi fortunatamente confutata).
Se sono giunto al punto di rivolgermi a voi è perchè proprio questo pomeriggio, durante un momento di fortissimo stress emotivo, la mia ragazza ha avuto per la prima volta da quando ci conosciamo uno di questi eventi. Il ricordo del suo volto penso non mi abbandonerà mai: mentre piangeva mi diceva di avere mal di testa e mentre cercavo di consolarla ha letteralmente perso il controllo, tentando di colpirmi violentemente. Perdonate il mio linguaggio per nulla medico, ma posso giurare in buona fede che "non fosse lei". si è divincolata dalla mia stretta e ha tentato di sbattere la testa contro una parete. Affrontando il discorso in passato i suoi conoscenti mi avevano riferito che per lei fosse prassi comune, durante una crisi del genere, lo sbattere violentemente la testa fino a svenire perchè (a detta della mia fidanzata) fosse l'unico modo di far terminare un dolore ben oltre i limiti della sopportazione umana.
Non c'è bisogno di aggiungere quanto penosa e dolorosa sia stata questa esperienza per me. A nulla è valso il tentativo di immobilizzarla e di rassicurarla con la voce più calma e con le carezze: tentava di colpirmi con ogni parte del suo corpo non avessi cinto con braccia o gambe. In più di un'occasione ho ricevuto una testata o una ginocchiata piuttosto che una gomitata. I suoi stati d'animo si alternavano: dal pianto isterico alle urla, dall'atarassia al riso sguaiato. Non mi ha mai "riconosciuto" durante la crisi. Una volta raggiunto il pavimento ha volontariamente battuto la nuca due volte sul pavimento, non essendo io riuscito ad impedirglielo, ed è piombata in una sorta di svenimento/sonno. Il dubbio che non fosse svenuta l'ho avuto quando, tornato nella stanza con dell'acqua per farla rinvenire, l'ho trovata su un fianco e con il braccio sotto la testa, come se stesse beatamente dormendo.
Una volta ripresasi (il che è stato immediato e senza il minimo stato di torpore) era lucidissima e continuava a domandarmi cosa fosse accaduto e perchè si trovasse per terra e bagnata.
E' stata proprio una di queste crisi, delle quali non ha mai memoria, ad aver portato i medici al ricovero durante la sua adolescenza: un banale mal di testa degenerato nel dolore atroce che le causò un evento nel bel mezzo della frequentata piazza cittadina, con tanto di tre persone che (invano) la tenevano.
Perdonate la prolissità, ma sono molto preoccupato e non ho modo di spiegarmi altrimenti.
Vi ringrazio anticipatamente per l'eventuale consiglio sul da farsi, tenendo ben presente quanto il discorso sia delicato e quasi "tabù" per la mia fidanzata, avendo sviluppato una forte avversione verso la struttura medica della nostra città.
Per favore: aiutatemi.
[#1]
Gent. mo Utente,
la vivida descrizione della crisi di cefalea sofferta dalla Sua fidanzata potrebbe essere compatibile con cefalea a grappolo solo per un importante sintomo: l'agitazione in corso di crisi.
E' pur vero che tale agitazione, che giustamente tanto l'ha colpita, non sempre arriva, nelle crisi di cefalea a grappolo, ad una tale intensità. Il paziente è in genere irrequieto, cammina avanti e indietro, effettivamente talvolta colpisce la testa contro il muro (atteggiamento completamente diverso da quello dell'emicranico, che invece tende a coricarsi e isolarsi), ma non sempre arriva a comportamenti come quelli descritti.
Soprattutto colpisce il rilievo che dopo la crisi la paziente non ricordasse quanto accaduto.
Per chiarire la diagnosi, sarebbe importante sapere se: il dolore era unilaterale; si accompagnava a lacrimazione, arrossamento congiuntivale, ostruzione nasale, eventualmente restringimento della pupilla (tutti sintomi dal lato del dolore); durata della crisi; orario d'insorgenza; eventuali recidive e loro frequenza, nonché loro orario.
Se tali sintomi non fossero in accordo con la diagnosi bisognerebbe nuovamente indagare a fondo il caso anche sotto il profilo psichico.
Cordialmente
la vivida descrizione della crisi di cefalea sofferta dalla Sua fidanzata potrebbe essere compatibile con cefalea a grappolo solo per un importante sintomo: l'agitazione in corso di crisi.
E' pur vero che tale agitazione, che giustamente tanto l'ha colpita, non sempre arriva, nelle crisi di cefalea a grappolo, ad una tale intensità. Il paziente è in genere irrequieto, cammina avanti e indietro, effettivamente talvolta colpisce la testa contro il muro (atteggiamento completamente diverso da quello dell'emicranico, che invece tende a coricarsi e isolarsi), ma non sempre arriva a comportamenti come quelli descritti.
Soprattutto colpisce il rilievo che dopo la crisi la paziente non ricordasse quanto accaduto.
Per chiarire la diagnosi, sarebbe importante sapere se: il dolore era unilaterale; si accompagnava a lacrimazione, arrossamento congiuntivale, ostruzione nasale, eventualmente restringimento della pupilla (tutti sintomi dal lato del dolore); durata della crisi; orario d'insorgenza; eventuali recidive e loro frequenza, nonché loro orario.
Se tali sintomi non fossero in accordo con la diagnosi bisognerebbe nuovamente indagare a fondo il caso anche sotto il profilo psichico.
Cordialmente
Dott. Marco Trucco
Specialista in Neurologia e Neurofisiologia Clinica
www.marcotrucco.it
[#2]
Ex utente
Gent.mo Dott. Trucco,
la ringrazio per la risposta.
Inutile dire che, per la tensione sopraggiunta al momento della crisi, io non abbia avuto la minima freddezza nel constatare i sintomi da Lei evidenziati.
Posso aggiungere che il vuoto di memoria della mia fidanzata relativo all'evento al quale ho assistito abbracciasse non solo i cinque minuti di esplosione del dolore, ma addirittura una buona decina di minuti precedenti (posso dedurlo dal fatto che si sia stupita di trovarsi nella camera da letto e non più nella cucina, stanza in cui ci trovavamo all'incirca in quel lasso di tempo antecedente).
So anche che in passato abbia cancellato intere ore intercorse fra la fase di "incubazione" della cefalea e lo scoppio vero e proprio del dolore, mentre i presenti non notavano alcuna alterazione comportamentale da parte sua.
La lacrimazione era inizialmente dovuta ad un momento di forte agitazione emotiva, indipendentemente quindi dal dolore che poi sarebbe arrivato. Idem per il naso molto umido e comunque non ostruito se non per una lieve forma di raffreddore che si portava dietro da qualche giorno.
Le ho già fatto menzione della ritrosia con la quale la mia fidanzata parli dell'argomento: non so sinceramente fornire altri particolari.
Ho anche timore che, una volta fatto cenno ad una ulteriore indagine approfondita anche sotto il profilo psichico, si chiuda a riccio.
Può per favore consigliarmi, oltre ad una struttura adeguata di primo contatto, anche e soprattutto un tipo di approccio con cui spingere la mia fidanzata ad affrontare (nuovamente...e con fior fiore di precedenti...) un percorso di diagnosi e cura?
Comprendo l'esosità della richiesta, ma ho sempre avuto molta fiducia nella preparazione non solo medico-scientifica dei medici, ma anche in quella umana.
Certo della Sua comprensione, la ringrazio nuovamente di tutto cuore.
Saluti.
la ringrazio per la risposta.
Inutile dire che, per la tensione sopraggiunta al momento della crisi, io non abbia avuto la minima freddezza nel constatare i sintomi da Lei evidenziati.
Posso aggiungere che il vuoto di memoria della mia fidanzata relativo all'evento al quale ho assistito abbracciasse non solo i cinque minuti di esplosione del dolore, ma addirittura una buona decina di minuti precedenti (posso dedurlo dal fatto che si sia stupita di trovarsi nella camera da letto e non più nella cucina, stanza in cui ci trovavamo all'incirca in quel lasso di tempo antecedente).
So anche che in passato abbia cancellato intere ore intercorse fra la fase di "incubazione" della cefalea e lo scoppio vero e proprio del dolore, mentre i presenti non notavano alcuna alterazione comportamentale da parte sua.
La lacrimazione era inizialmente dovuta ad un momento di forte agitazione emotiva, indipendentemente quindi dal dolore che poi sarebbe arrivato. Idem per il naso molto umido e comunque non ostruito se non per una lieve forma di raffreddore che si portava dietro da qualche giorno.
Le ho già fatto menzione della ritrosia con la quale la mia fidanzata parli dell'argomento: non so sinceramente fornire altri particolari.
Ho anche timore che, una volta fatto cenno ad una ulteriore indagine approfondita anche sotto il profilo psichico, si chiuda a riccio.
Può per favore consigliarmi, oltre ad una struttura adeguata di primo contatto, anche e soprattutto un tipo di approccio con cui spingere la mia fidanzata ad affrontare (nuovamente...e con fior fiore di precedenti...) un percorso di diagnosi e cura?
Comprendo l'esosità della richiesta, ma ho sempre avuto molta fiducia nella preparazione non solo medico-scientifica dei medici, ma anche in quella umana.
Certo della Sua comprensione, la ringrazio nuovamente di tutto cuore.
Saluti.
[#3]
Gent. mo Utente,
come Le ho scritto, la diagnosi di cefalea a grappolo che in passato è stata fatta alla Sua fidanzata poggia su alcuni punti importanti che come mi scrive non possono essere confermati nel Suo caso.
Io mi sono limitato a verificare, con i pochi dati da Lei rilevati, se tale diagnosi poteva essere attendibile.
Mi pare che il corteo di sintomi "psichici" presentati dalla paziente non possano essere compatibili con una tale diagnosi, o comunque che la stessa debba senz'altro essere approfondita.
Purtroppo non sono in grado di segnalarLe molti Centri in Sardegna (non ho molti contatti o rapporti di collaborazione nell'isola) specialmente per quanto riguarda l'approccio psicodiagnostico.
Conosco di nome come uno Specialista delle Cefalee a Sassari il Dott. Annico Ganga che lavora in Università (potrà facilmente fare una ricerca su Internet).
A Cagliari c'è un importante Centro universitario diretto dalla Prof. ssa Maria Del Zompo che si occupa di cefalee ma credo che sia più orientato alla ricerca farmacologica e comunque potrebbe essere per voi difficile da contattare data la distanza.
Per quanto riguarda l'approccio da tenere con la ragazza mi è molto difficile proporre un comportamento adeguato non conoscendola, a parte gli ovvi consigli di carattere "umano"; potrebbe essere opportuno contattare uno/a psicologo/a o un/a operatore/trice che la paziente eventualmente già conosca in modo da fornire un primo sostegno e convincerla ad accertamenti/colloqui di carattere psicologico più approfonditi che penso siano indispensabili.
Cordialmente
come Le ho scritto, la diagnosi di cefalea a grappolo che in passato è stata fatta alla Sua fidanzata poggia su alcuni punti importanti che come mi scrive non possono essere confermati nel Suo caso.
Io mi sono limitato a verificare, con i pochi dati da Lei rilevati, se tale diagnosi poteva essere attendibile.
Mi pare che il corteo di sintomi "psichici" presentati dalla paziente non possano essere compatibili con una tale diagnosi, o comunque che la stessa debba senz'altro essere approfondita.
Purtroppo non sono in grado di segnalarLe molti Centri in Sardegna (non ho molti contatti o rapporti di collaborazione nell'isola) specialmente per quanto riguarda l'approccio psicodiagnostico.
Conosco di nome come uno Specialista delle Cefalee a Sassari il Dott. Annico Ganga che lavora in Università (potrà facilmente fare una ricerca su Internet).
A Cagliari c'è un importante Centro universitario diretto dalla Prof. ssa Maria Del Zompo che si occupa di cefalee ma credo che sia più orientato alla ricerca farmacologica e comunque potrebbe essere per voi difficile da contattare data la distanza.
Per quanto riguarda l'approccio da tenere con la ragazza mi è molto difficile proporre un comportamento adeguato non conoscendola, a parte gli ovvi consigli di carattere "umano"; potrebbe essere opportuno contattare uno/a psicologo/a o un/a operatore/trice che la paziente eventualmente già conosca in modo da fornire un primo sostegno e convincerla ad accertamenti/colloqui di carattere psicologico più approfonditi che penso siano indispensabili.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 9.4k visite dal 21/10/2008.
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Approfondimento su Cefalea
Cefalea è il termine che descrive tutte le diverse forme di mal di testa: sintomi, cause, diagnosi e terapie possibili per le cefalee primarie e secondarie.