Neuropatia e perdita della vista?

Salve,
scrivo per mio fratello... Racconto un pò la storia che ci è successa in questi ultimi mesi...
Esattamente l 11 marzo di quest'anno è stato ricoverato presso la rianimazione per una grave polmonite fulminante... a causa di questa polmonite è stato intubato, ma senza prima sedarlo e si è spaventato talmente tanto che ha avuto un arresto cardiaco a detta dei medici durato qualche minuto. è stato rianimato e messo in coma farmacologico (durato 6 settimane circa), cosi è stato possibile curare la polmonite. al suo risveglio non era molto presente, fissava un punto e non si muoveva. Ci sono state varie complicazioni come Dialiasi (dal quale si è staccato definitivamente) infezioni alle vie utinarie ecc.
Al centro di riabilitazione adesso va meglio e non è piu paralizzato, muove le gambe e le braccia, le dita delle mani e dei piedi e la tasta, inizia anche a muovere il bacino, ma dopo tanto tempo a letto ancora deve rimettere su i muscoli ma pare che la fisioterapia stia facendo bene.
La cosa che mi preoccupa è che lui prima secondo me vedeva, adesso con gli occhi non ci segue piu, sono un pò troppo fermi, e quando li muove non segue quasi nulla... la dottoressa dice che deve fargli fare un esame per vedere se la corteccia celebrale riceve la luce e quindi se lui vede... sono molto preoccupata.
Secondo lei è possibile che abbia perso la vista del tutto?
Gli hanno diagnosticato una neuropatia dovuta all arresto cardiaco, questa patologia porta alla perdita della vista?
In caso perda la vista si può riacquistare col tempo? o esiste qualche intervento per rivedere?
La ringrazio anticipatamente per la Sua risposta. Saluti
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Buona sera,

una sofferenza diffusa dell'encefalo quale postumo o esito di un arresto di circolo (l'arresto cardiaco) può sovente essere causa di una anossia cerebrale in particolare nel cos' detti territori di confine irrorati dalle varie arterie endocraniche.

Il quadro che descrive "...adesso con gli occhi non ci segue piu, sono un pò troppo fermi, e quando li muove non segue quasi nulla..." non necessariamente è correlabile alle strutture che rendono conto della vista (ovvero dalla retina alla corteccia visiva in regione occipitale).

Potrebbe trattarsi dello stato di coscienza (consapevolezza di sè e dell'ambiente circostante, persone care comprese) che è ben diverso dallo stato di vigilanza che è quello che lo fa stare ad occhi aperti e muovere gli arti magari su richiesta verbale.

Provi a chiedere ai colleghi rianimatori in quale "casella" di vigigilanza/coscienza lo hanno collocato.

A proposito la espressione del linguaggio e la sua comprensione come sono?
Ovvero parla?
Spontaneamente, o risponde solo a domande ben precise?
Le risposte sono congrue e condivisibili?

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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Utente
Utente
Per quanto riguarda la comprensione dice sì e no con gli occhi...per quanto riguarda invece il linguaggio niente... adesso proveranno a fare logopedia quando toglie la tracheotomia... per adesso ogni tanto urla... quando l altra volta hanno provato a togliere la canula vocalizzava ma poi per problemi di secrezioni sono dovuti tornare indietro... cosa intende con coscienza e vigilanza? A comando esce fuori la lingua e fa vedere i denti (cose che gli abbiamo insegnato quando era in rianimazione)...
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Come già accennato:
-la vigilanza è la condizione per la quale il paziente sta ad occhi aperti e reagisce agli stimoli ambientali;
-la coscienza è uno stato superiore, è la "consapepolezza" di sè stesso e dell'ambiente circostante persone comprese.

Se ha una tracheostomia ovviamente la espressione del linguaggio non è valutabile; buon segno è il fatto che esegua le richieste verbali il che lascerebbe pensare che la comprensione del linguaggio è presente.

Parli con i colleghi rianimatori per aver le idee più chiare circa le condizioni del paziente.

Cordialmente.