Ipersonnia e pochi episodi di ipopnea CENTRALE

Salve, premetto che ho un passato di depressione curata con citalopram per tre anni, ma vorrei che almeno voi non foste influenzati da questa informazione che nella mia esperienza di paziente ultimamente ho capito avere un potenziale fuorviante per il medico.
Ho scalato il citalopram un anno fa fino a toglierlo dato che sono sopraggiunti problemi di ipersonnia durante la cura. Vorrei precisare che ho sempre teso a dormire tanto, durante le superiori lasciata a dormire dormivo 10 ore, ma la cosa adesso è drammaticamente peggiorata dormo di fila senza problemi anche 14 ore, questo anche ad un certo punto della cura con citalopram (l'ipersonnia è quindi indipendente da essere sotto citalopram o no). La media delle ore per notte nell'ultimo periodo è più di 12 ore, se mi devo alzare per forza ho preso l'abitudine di non dormire perchè mi viene sonno a metà notte e so per esperienza che poche ore dopo non sento le sveglie, altrimenti un mio familiare dopo qualche ora che prova ad alzarmi ci riesce ma deve tirarmi l'acqua in faccia e deve alzarmi di peso perchè io continuo a dormire e non sento nulla. Da tutto ciò mi si è ovviamente sviluppato un disturbo del sonno posticipato, nel senso che se mi sveglio alle 16 o 18, mi sembra normale che non potrò andare a letto alle 23.
Ora l'approccio del neurologo è darmi un ansiolitico a emivita brevissima e la melatonina per ristabilire il ciclo sonno veglia. Il mio disturbo non migliora con questa cura, mi può far andare a letto prima una volta ma poi dormo comunque 11 ore abbondanti (ho bisogno di un ora in meno se vado a letto verso 00), a volte mi fa dormire ancora di più e a volte mi sveglia prestissimo, tipo alle sei, lasciandomi in uno stato di sonnolenza per tutto il giorno che diventa sempre più insopportabile fino a che non si tramuta nel pomeriggio in un colpo di sonno, dormo di pomeriggio e il circolo vizioso ricomincia. Il neurologo mi dice di insistere con la melatonina, ma mi sembra evidente che invece quello che vada fatto è trattare l'ipersonnia. Perchè non lo fa?
Tra i sintomi noto un discreto problema di memoria a breve termine, posso chiedere o leggere la stessa cosa varie volte nello stesso giorno e non essere in grado di immagazinarla. Detto tutto ciò al neurologo, mi sembra chiaro che non crede alla mia ipersonnia né ai disturbi di memoria.
Ho fatto di mia iniziativa dato che lui non lo riteneva il caso: un EEG, risultato onde theta fisio-patologiche,il resto nella norma. RMN: nulla da rilevare. POLISONNOGRAFIA DOMICILIARE: saturazione media 95,8% con 24 episodi di desaturazione (nadir 93%) e 4 di IPOPNEA CENTRALE durati tra i 23 e i 29 secondi in 6 ore di sonno. Non rientro nella patologia apnee ostruttive dato che l'indice di ipoapnee è troppo basso, ma cosa vuol dire questo risultato? E' preoccupante, è degno di attenzione medica? Possono questi episodi spiegare i miei problemi?
E' curabile la mia ipersonnia alla radice? Attendo fiduciosa delle risposte. Grazie.
[#1]
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Buon giorno,
Lei cconta di una storia di Ipersonnia.
Tra i sintomi ha avuto anche episodi di risoluzione del tono muscolare (cedimento) degli arti inferiori,
o paralisi transitorie al risveglio?

Non comprendo bene nè l'approccio diagnostico ed in particolare quello terapeutico cui fino ad ora è stato sottoposto.

L'iter usualmente (da "linee guida" secondo l'American Academy of Sleep Medicine) consiste in:
-una valutazione clinica presso uno specialista neurologo esperto in Medicina del Sonno,
-la somministrazione di alcuni test cartacei cui rispondere ad una dozzina di domande,
-quindi la parte strumentale ovverosia
--Polisonnografia con analisi quali/quantitativa del sonno che fornisce un grafico della architettura del suo sonno, e
--MSLT-EEG ovvero Test a Latenze Multiple nel Sonno mediante sedute ripetute di Elettroencefalografia solitamente nella giornata successiva a quella seguente la Polisonnografia.

Tra le varie possibili ipotesi diagnostiche potrebbe scoprire di essere affetto da una forma di Ipersonnia o da una variante pauci-sintomatica di Narcolessia.

Formulata la diagnosi vi sono farmaci "dedicati" al trattamento del disturbo.

Cerchi sul web un "Centro di Medicina del Sonno" cui affidare la propria salute a breve, medio e lungo termine.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

[#2]
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Mi scuso in anticipo per la lunghezza ma è importante che riesca ad essere chiara. Intanto la ringrazio per la risposta.
A discolpa del neurologo, che è specialista in medicina del sonno, posso dire che mi sono rivolta a lui da pocomeno di due mesi per la prima volta, non è che mi segue da tanto. Prima ero sempre stata seguita da uno psichiatra che attribuiva l’ipersonnia alla depressione.

Comunque io capisco che non si possa escludere che l’ipersonnia che presento possa essere una forma atipica di depressione o attribuibile ad un problema di ritmo circadiano, ma non c’è stato il minimo beneficio del dubbio da parte dello specialista, il quale ha rifiutato subito la mia richiesta di una polisonnografia che era il motivo per cui mi sono recata lì. Ritiene che sia un cronotipo serotino (per lui è questo il fulcro del problema) e il dormire tanto una caratteristica personale, e con la melatonina come da buon igienista del sonno vuole portare il mio orologio biologico piano piano ad andare a letto alle 22 e a svegliarmi alle 9, dice che ci vuole tempo, il resto della terapia si basa su carboidrati la sera e sole la mattina e occhiali da sole dopo le 18. Io non discuto la diagnosi ovvero di disturbo circadiano, che è il più evidente ora come ora e quello da risolvere con maggior urgenza, ma c’è comunque alla base un’ipersonnia di cui il mio neurologo non si sta preoccupando, e riguardo la terapia mi sembra ad alto rischio di ricadute e assolutamente inappropriata a lungo termine, conoscendomi.

Si mi è capitato di avere terribili paralisi del sonno sia in addormentamento sia al risveglio (con tanto di un’oscura figura che entrava nella stanza, mi saliva a cavalcioni e mi soffocava), ma pochi episodi, non più di 10 in tutto e la cosa risale a 4 anni fa (prima di citalopram), non so se è rilevante, era un anno in cui i problemi di sonno non erano ancora così grandi, ero costretta a svegliarmi molto presto, ero quasi tutto il giorno fuori casa e quindi la sera mi addormentavo subito. Non mi è più successo.
Non ho mai avuto franchi episodi di cataplessia, associata a emozioni, ma solo senza particolari motivi degli episodi di stanchezza più o meno improvvisa che coinvolge sia mente che corpo (debolezza muscolare).
Più che altro è al risveglio (e meno spesso all’addormentamento) che mi capita spesso di sentire una vera e propria "forza di gravità triplicata" che mi schiaccia e mi “rende difficili” i movimenti quando sono ancora a letto, una cosa molto più lieve della paralisi, è solo un senso di pesantezza marcato.
Inoltre nell’ultimo anno le volte in cui sono riuscita ad andare a lezione all’università (avendo dormito) mi sono prese delle vere e proprie incontrollabili crisi (della durata di 10-15 minuti) di sbadigli molto lunghi e quasi dolorosi e con frequenza uno dietro l’altro.
In ogni caso dalla polisonnografia fatta, il referto indica architettura del sonno nella norma.

Dopo averle illustrato il quadro passo alle domande:
-E' possibile che l’ipersonnia peggiori con il tempo? Io pensavo che con il tempo migliorasse perché una delle fasi del ciclo del sonno si accorcia con l’età e si dovrebbe aver bisogno di meno ore.
- Possibile che il peggioramento sia dovuto semplicemente ad una ebrezza del sonno e quindi reversibile in alcuni mesi di abitudine a dormire meno?

-Perchè il citalopram pur migliorando il quadro depressivo agì molto poco sull’ipersonnia, fino a farla addirittura peggiorare dopo un lungo periodo di assunzione? Ho letto che spesso gli antidepressivi pur migliorando l’umore non eliminano i disturbi di sonno sottostanti. E' vero?
Penso se possa essere allora davvero una depressione, anche a fronte dei problemi di memoria che ho, nonostante l’umore non sia male. (l’umore mi si abbassa come conseguenza della frustrazione che mi crea non avere il controllo sulla durata del sonno e sulla memoria, essendo studentessa è normale che questi fattori influiscano sulla mia giornata). Non è che sono nelle prime fasi di una pseudo demenza depressiva?

-E’ vero che nella depressione clinica c’è una vera e propria neuro degenerazione in alcune zone celebrali tra cui l’ippocampo?
-Non mi è chiaro se è un processo reversibile o no. Esistono farmaci antidepressivi che bloccano questo processo? Se esistono ormai i neuroni degenerati sono degenerati, non se ne rigenerano di nuovi nemmeno in seguito a stimoli positivi? Quindi un depresso non tornerà cognitivamente brillante come prima?

Invece quelle desaturazioni e ipopnee possono essere considerate normali?

Alla luce di queste informazioni sul mio caso che le ho dato ritiene ancora necessario rivolgermi ad un altro centro del sonno, o posso chiedere spiegazioni al neurologo che mi ha in cura, che ripeto essere molto fermo nelle sue idee, appellandomi al protocollo?

Scusi, lo so che sono tremenda con queste domande,
[#3]
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Personalmente non comprendo il perchè di tante domande fuori dal "topic" che nel sul caso è la ipersonnia associata alla astenia muscolare ed alle paralisi del sonno (fase di risveglio o di addormentamento).

La Polisonnografia da conto della architettura del sonno e di eventuali disturbi del respiro nel sonno (sindrome da apnee notturne).

Lo studio di uno stato di Ipersonnia con la suddetta sintomatologia associata, come già indicato, comprende dopo valutazione clinica, test di autovalutazione, e Polisonnografia l'esame che Le indicavo ovvero il Test a Latenze Multiple nel Sonno Mediante Elettroencefalogrammi seriati in una sola giornata (MSLT-EEG).

Melatonina e carboidrati aumentano la sonnolenza.

Il target è farla dormire dalle 22 alle 9 ovverosia 11 ore al giorno?
Ho ben compreso?
Quasi metà della vita passata dormendo?
Nulla di meglio da fare?

Ritengo di averLe già fornito indicazioni precise circa le "linee guida" da seguire nella diagnostica prima per poi programmare un trattamento adatto al suo disturbo.

Cerchi, eventualmente sul web se non riesce a trovare nella sua città, alla voce "Centro Medicina del Sonno".

Cordialmente.
[#4]
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
La sua reazione mi fa molto piacere, certo che ho di meglio da fare e la penso come lei.
Le domande immaginavo fossero troppe e fuori topic, ma siccome nessuno specialista mi da retta, è normale che mi vengano dei dubbi che magari abbiano ragione e la mia non sia un disturbo da trattare con riguardo ma solo secondario a depressione o a sonno posticipato, quindi cercavo conferme e non in tal senso. Ecco il perchè delle domande, oltre a pura curiosità e di voglia di capire quello che sto vivendo.
Infatti i carboidrati e melatonina sono per aiutarmi ad indurmi il sonno, quando non mi viene da dormire, perchè mi viene da dormire molto più tardi come già riportato.

Se non fosse per la privacy le direi anche il centro del sonno a cui mi sono rivolta.
Si io non ho nulla in contrario con le linee guida ma se il centro del sonno a cui mi sono rivolta non mi da retta cosa devo fare?
Andrò in un altra città o in un'altra regione.

La ringrazio per avermi dato il suo parere che è stato prezioso.
[#5]
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Bene,
sono contento di esserLe stato di aiuto.
Concordo con la sua conclusione alla domanda "...cosa devo fare?...".

Cerci con cura sul web voci tipo "Centro Medicina del Sonno" o simili.

Le giuste regole di Medicitalia non mi consentono di suggerirLe uno dei luoghi che personalmente ritengo essere tra quelli adatti al suo caso.

Cordialmente.
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