Grave stato confusionale dopo intervento palliativo per tumore allo stomaco
Gentili dottori,
a mia suocera, donna di 82 anni, è stato diagnosticato un mese fa un tumore allo stomaco con metastasi epatiche.
Dopo il ricovero è stato deciso un intervento palliativo consistente nel collegamento della parte superiore dello stomaco ad un'ansa intestinale; la speranza era quella di farla nutrire nuovamente e in modo naturale.
L'intervento è stato effettuato il 10 dicembre.
I giorni successivi l'hanno vista debole e un po' dolorante (con emorragie e vomito), ma hanno confermato la riuscita dell'intervento; il 6° giorno, a sorpresa, mia suocera pareva "rinata"; valori nella norma, attiva, lucida, sorridente.
La notte successiva, invece, ha iniziato a delirare nel vero senso del termine; si è alienata totalmente dalla realtà, ha cominciato ad avere allucinazioni, parlando con persone inesistenti, credendo di essere a casa, mimando le faccende domestiche o il semplice atto del mangiare, etc..
I momenti di lucidità sono stati sempre più rari, finché i medici del reparto di chirurgia hanno deciso di effettuare una TAC. L'esito è stato negativo, non risulta nulla.
I medici sono rimasti perplessi e al momento non hanno saputo fornire una spiegazione.
Si è deciso nel frattempo il trasferimento in hospice (non ancora effettuato).
Specifico che mia suocera è fortemente anemica, ha una grave insufficienza renale ed ha sofferto di una trombosi venale profonda circa 8 anni fa.
Dal ricovero pre-operatorio la terapia preventiva per la trombosi le è stata sospesa (le sono state solo messe delle calze elastiche strettissime, tanto che le rendono i piedi gelati).
Le sono state fatte numerose trasfusioni di sangue.
Vorrei sapere da che cosa può dipendere questa condizione mentale; sarebbe opportuno effettuare anche una risonanza magnetica o in questi casi la TAC dovrebbe bastare per evidenziare danni cerebrali?
Potrebbe trattarsi eventualmente di delirium post operatorio?
Spero in una Vs. risposta.
Grazie
a mia suocera, donna di 82 anni, è stato diagnosticato un mese fa un tumore allo stomaco con metastasi epatiche.
Dopo il ricovero è stato deciso un intervento palliativo consistente nel collegamento della parte superiore dello stomaco ad un'ansa intestinale; la speranza era quella di farla nutrire nuovamente e in modo naturale.
L'intervento è stato effettuato il 10 dicembre.
I giorni successivi l'hanno vista debole e un po' dolorante (con emorragie e vomito), ma hanno confermato la riuscita dell'intervento; il 6° giorno, a sorpresa, mia suocera pareva "rinata"; valori nella norma, attiva, lucida, sorridente.
La notte successiva, invece, ha iniziato a delirare nel vero senso del termine; si è alienata totalmente dalla realtà, ha cominciato ad avere allucinazioni, parlando con persone inesistenti, credendo di essere a casa, mimando le faccende domestiche o il semplice atto del mangiare, etc..
I momenti di lucidità sono stati sempre più rari, finché i medici del reparto di chirurgia hanno deciso di effettuare una TAC. L'esito è stato negativo, non risulta nulla.
I medici sono rimasti perplessi e al momento non hanno saputo fornire una spiegazione.
Si è deciso nel frattempo il trasferimento in hospice (non ancora effettuato).
Specifico che mia suocera è fortemente anemica, ha una grave insufficienza renale ed ha sofferto di una trombosi venale profonda circa 8 anni fa.
Dal ricovero pre-operatorio la terapia preventiva per la trombosi le è stata sospesa (le sono state solo messe delle calze elastiche strettissime, tanto che le rendono i piedi gelati).
Le sono state fatte numerose trasfusioni di sangue.
Vorrei sapere da che cosa può dipendere questa condizione mentale; sarebbe opportuno effettuare anche una risonanza magnetica o in questi casi la TAC dovrebbe bastare per evidenziare danni cerebrali?
Potrebbe trattarsi eventualmente di delirium post operatorio?
Spero in una Vs. risposta.
Grazie
[#1]
82 anni, neoplasia gastrica con metastasi epatiche. Inrvento seppur minore. Affetta da insufficienza renale, anemizzata, poli-trasfusa, TC cranio negativa.
La cosa più probabile è che il sottile filo ssul quale correva l'equilibrio delle condizioni cliniche si sia rotto o quantomeno fortemente indebolito.
Nei pazienti anziani affetti da gravi e molteplici patologie e sottoposti a procedure chirurgiche molto di sovente accade ciò.
La ipotesi più verosimile è una insufficienza multi-organo, uno squilibrio metabolico, uno squilibrio idrico/elettrolitico ed acido/base.
Per quanto concerne lo stato mentale dovrebbe essere valutata clinicamente da un neurologo edotto sulle problematiche interventiste e post acuzie.
Non è scritto che questo sia il suo stato definitivo da qui al fine vita ma è possibile.
Forse con un tempestivo trattamento adeguato ad individuare correttamente la causa principale dell'avvenuto squilibrio clinico potrebbero esserci margini di recupero.
Pertanto sarebbe auspicabile la valutazione clinica suddetta "a breve".
Cordialmente.
La cosa più probabile è che il sottile filo ssul quale correva l'equilibrio delle condizioni cliniche si sia rotto o quantomeno fortemente indebolito.
Nei pazienti anziani affetti da gravi e molteplici patologie e sottoposti a procedure chirurgiche molto di sovente accade ciò.
La ipotesi più verosimile è una insufficienza multi-organo, uno squilibrio metabolico, uno squilibrio idrico/elettrolitico ed acido/base.
Per quanto concerne lo stato mentale dovrebbe essere valutata clinicamente da un neurologo edotto sulle problematiche interventiste e post acuzie.
Non è scritto che questo sia il suo stato definitivo da qui al fine vita ma è possibile.
Forse con un tempestivo trattamento adeguato ad individuare correttamente la causa principale dell'avvenuto squilibrio clinico potrebbero esserci margini di recupero.
Pertanto sarebbe auspicabile la valutazione clinica suddetta "a breve".
Cordialmente.
Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 20/12/2014.
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