Si può essere sicuri che sia un TIA?

Buongiorno, vorrei chiedere un'informazione su quanto è successo ieri a mio padre.
Ha 78 anni, un po' sovrappeso ma non obeso, è in cura con antiipertensivi da circa 20 anni, e da 5-6 anni assume warfarin per fibrillazione atriale. Negli scorsi due anni ha avuto due episodi diagnosticati come TIA (in un caso è svenuto per alcuni secondi, nell'altro era confuso, non ricordava di essere in pensione e voleva andare al lavoro). In entrambi i casi, quando è arrivato in ospedale si era già ripreso. E' stato sottoposto a vari accertamenti, tra cui diverse TAC e RM al cranio, che non hanno mai evidenziato anomalie. Ha fatto un controllo alle carotidi e non è risultato niente di preoccupante (placche piccole per la sua età). Non gli hanno prescritto nessuna terapia, a parte la continuazione di quella che stava già facendo.
Da lunedì mio padre aveva mal di testa, per il quale il medico ha prescritto paracetamolo. Ieri sera sembrava stare meglio, ma dopo cena ha detto di non capire niente. Non riusciva a leggere bene, aveva difficoltà a trovare le parole per parlare. Non aveva problemi motori evidenti.
Il medico del 118 ha fatto un veloce controllo neurologico e ha detto che secondo lui non era un TIA. Non ha però specificato che cos'altro pensava che fosse, e nella fretta del momento non abbiamo chiesto chiarimenti. La pressione era 180/110. Mio padre era molto agitato (si fa prendere facilmente dall'ansia e in passato ha avuto attacchi di panico).
All'ospedale, dove è arrivato 20 minuti dopo, quando ormai stava bene, hanno detto che probabilmente si è trattato di un altro TIA, ma formalmente non c'è ancora una diagnosi. Stanno completando gli accertamenti.
Mi chiedo: se non risultasse nulla di anomalo, come è sempre successo finora, è possibile essere sicuri che sia stato un TIA? E' una diagnosi che si riesce a fare con certezza o ci sono elementi di dubbio? Altrimenti, quali altre possibilità ci sono? Alcuni amici hanno avuto casi simili in famiglia, che sono stati attribuiti alla pressione alta. Ma la pressione alta può fare davvero scherzi del genere? Faccio un po' fatica a crederlo. O un'emicrania con afasia? Ma è possibile che l'emicrania duri tre giorni e che l'afasia venga dopo invece che prima?
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Verosimilmente si è trattato di un TIA: deficit neurologico focale "...ha detto di non capire niente. Non riusciva a leggere bene, aveva difficoltà a trovare le parole per parlare..." a remissione spontanea entro le 24 ore.
I fattori di rischio di rilievo sono evidenti:
-la ipertensione arteriosa, e
-la fibrillazione atriale.

Le alternative:
-una emicrania con aura comitata;
-un episodio di amnesia globale transitoria (ma quest'ultimo mi sembra il meno probabile).

A sostanziare quest'ultima affermazione allego un link che sottolinea ben definisce la amnesia globale transitoria e le differenze con il TIA:
https://www.medicitalia.it/minforma/neurologia/2039-amnesia-globale-transitoria-ipotesi-vascolare-venosa.html

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie dottore,
sì, anche a me sembra che i sintomi non corrispondano a quelli di un'amnesia globale transitoria: la memoria era normale, c'era solo una difficoltà di linguaggio.
Ciò che mi faceva dubitare erano le parole del medico del 118. Non so su quali basi ritenesse che non fosse un TIA.

Approfitto della sua disponibilità per fare un'altra domanda: se dovesse succedere di nuovo che mio padre abbia forte mal di testa prolungato, dello stesso tipo che ha avuto questa volta, è il caso di portarlo al pronto soccorso? Cioè, questo mal di testa può essere una spia dell'arrivo di un TIA, che può consentire di intervenire in tempo per prevenirlo?

Grazie.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Suo padre soffre abitualmente di intensi mal di testa?
Forse l'ipertensione areriosa non è ben controllata dalla terapia e questa rappresenta uno dei fattori di rischio per stroke ischemico.

Suo padre valutato (sulla base dei dati da Lei forniti fino ad ora) con la scala in uso per il rischio di stroke ischemico denominata "CHA2DS2VAS score" totalizza un punteggio di 5 ovverosia punto di passaggio tra il rischio moderato ed in rischio severo.

Naturalmente il PS se in fase di acuzie ma una "revisione critica" dell'intera condizione clinica e del trattamento farmacologico cardiologico e neurologico ritengo sarebbe indicato.

Altra cosa: analgesico per la cefalea? solo dopo aver misurato i valori di pressione arteriosa e comunque con parsimonia.
[#4]
Utente
Utente
"Suo padre soffre abitualmente di intensi mal di testa?"
Abitualmente no. Gli era successo un'altra volta qualche mese fa, associato a mal di stomaco e nausea. Ma in quel caso non sono seguiti sintomi preoccupanti.

"Altra cosa: analgesico per la cefalea? solo dopo aver misurato i valori di pressione arteriosa e comunque con parsimonia."
Ok. Il medico gli ha prescritto l'analgesico dopo una visita, penso che gli abbia misurato la pressione.

Sentiremo che cosa ci dicono alla fine di questo ricovero. In occasione dello scorso ricovero, eravamo stati abbastanza rassicurati sul fatto che difficilmente sarebbe accaduto di nuovo. Ora, se non verranno proposte modifiche alla terapia, vedremo di sentire un'altra opinione, anche se capisco che i miracoli non si possono fare, spesso si cerca un compromesso tra rischi e benefici e i rischi non si possono annullare completamente.

Grazie per le informazioni che mi ha dato.
Buona giornata.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Buona giornata a Lei anche a ne di Medicitalia.
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Utente
Utente
Buongiorno dottore,
volevo aggiornarla sulle novità.
Mio padre è stato dimesso ieri. Questa volta, dopo la terapia intensiva, è stato ricoverato in neurologia, invece che in cardiologia come le altre volte. Mi sembra che sia stato seguito bene, hanno esplorato varie possibilità (TIA, epilessia, emicrania).
Durante il ricovero ha avuto un altro episodio in cui non riusciva a parlare bene, ed è stato possibile visitarlo mentre accadeva. Inoltre è stato sottoposto a EEG, oltre agli esami di routine in caso di sospetto TIA. Tutti sono sostanzialmente negativi, a parte ciò che già si sapeva.
Alla fine, non ci sono certezze al 100%, però i medici propendono per un'emicrania con aura. Quando ho scritto il consulto non lo sapevo, ma pare che mia nonna (madre di mio padre) soffrisse di attacchi di emicrania anche forte, dopo i quali aveva difficoltà di linguaggio. Non so quanto sia attendibile una diagnosi di emicrania fatta 40-50 anni fa, ma se lo fosse sarebbe un precedente interessante.
Il TIA da coagulo sembra improbabile, dato che la terapia anticoagulante è eseguita correttamente e l'INR al ricovero era nel range ottimale. Rimane un po' più probabile il TIA da pezzetto di colesterolo (anche se la stenosi carotidea è modesta), favorito dalla pressione alta. Per non trascurare questa possibilità, hanno prescritto antiaggregante e statina per 6 mesi, poi si valuterà se continuare o lasciare solo la TAO. Non sono entusiasta all'idea di aggiungere altri farmaci ai tanti che mio padre già prende, ma immagino abbiano valutato che i benefici superino i rischi.
Grazie per il suo interessamento. Spero che queste informazioni possano essere utili anche ad altri (a quanto pare, la diagnosi di TIA non è banale e, soprattutto nei casi ricorrenti, è bene sondare anche altre ipotesi).
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Grazie a Lei per il feeback anche a nome di Medicitalia.
Mi fa piacere che suo padre sia tornato a casa.
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