Ictus emorragico

buongiorno, mia mamma, 73 anni ha avuto un ictus, si trovava in vacanza a1300 m di altezza.
ricoverata d'urgenza è stata sottoposta a trombolisi dopo di che ha avuto una complicazione e conseguente emorragia.
Premetto che controllava la pressione giornalmente ed era normale; niente fumo e alimentazione sana, sport.
Solo alcuni picchi di pressone alta in conseguenza di litigi familiari e colesterolo a 260.
Attualmente dopo 1 mese ha ripreso a parlare anche se male ma non muove assolutamente ne la gamba destra ne il braccio destro.
Vorrei chiedere gentilmente:
1- quanto può avere influito l'altitudine
2- quanto influisce lo stress nel rischio di ictus
3- se dopo un mese non ci sono cenni di ripresa quante possibilità ci sono che torni a camminare.
Ora è in un centro di riabilitazione e sottoposta giornalmente a fisioterapia.
grazie mille per la risposta
[#1]
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Purtroppo in caso di stroke ischemico (ictus) la procedura della trombolisi, che solitamente salva paziente e tessuto/funzione cerebrale quando la indicazione alla procedura viene posta nei modi e nei tempi corretti, può complicarsi, seppur infrequentemente, con una emorragia cerebrale.

Circa le domande:
-1300 m di altitudine non mi sembrano molti ma bisognerebbe conoscere le condizioni precedenti lo stroke per esprimersi; usualmente non sono sufficienti (nel senso non c'è rarefazione di ossigeno tale da giustificare neanche un rapporto concausale con l'ictus);
-lo "stress" è un fattore di rischio generico (bisognerebbe comprendere cosa comporta: rialzi pressori, aritmie cardiache, ecc).

Venendo a quel che mi sembra al momento più importante ovvero le condizioni neurologiche di sua madre:
-è assolutamente un buon segno prognostico che abbia riacquisito l'uso del linguaggio;
-i tempi di recupero del deficit motorio possono essere lunghi (mesi e mesi) con un risultato alle volte solo parziale se non deludente.
Ciò va detto per onestà intellettuale.

Da quel che leggo la paziente sta facendo quel che deve ovverosia riabilitazione motoria che dovrà essere quotidiana ed intensiva.

Per una valutazione del caso e delle prospettive future occorrerebbe una valutazione clinica neurologica di persona: cosa che certamente i colleghi del centro faranno, ritengo, quotidianamente.

Mi auguro riesca a stare in poltrona poichè l'allettamento prolungato è solitamente fonte di complicanze per lo più infettive (polmonari ed urinarie) nonchè di sofferenza cutanea nei punti di appoggio (piaghe da decubito).
Pertanto, nel caso fosse questa la situazione, è necessaria una pluri-giornaliera mobilizzazione.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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Utente
Utente
grazie mille per la risposta esaudiente, molto professionale e obiettiva!
[#3]
Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Se crede resti pure in contatto.
In bocca al lupo.
[#4]
Utente
Utente
approfitto della sua gentilezza per chiederle un'ultima cosa: mia mamma è seguita in questo centro dove però, essendo agosto, l'unica logopedista è in ferie e quindi riuscirà solo a fine agosto a fare terapia per il linguaggio.
Può creare grossi problemi tutto questo tempo senza logopedista?
Ad oggi parla con tono sommesso e non sempre comprensibile, però articola frasi sensate e complesse.
Secondo la sua esperienza, visto che apprezzo la sua obiettività, quante probabilità ci sono che riesca a camminare, seppur con supporti e dopo lunga fisioterapia, visto che dopo un mese ancora non si vedono segni di recupero?
Preciso che ha sensibilità sia alla gamba che al braccio ma movimenti nulla.
Ad oggi sta seduta in sedia a rotelle per diverse ore al giorno, seppur con fatica e con tanta buona volontà di recuperare!
grazie mille.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
La riabilitazione sia neuromotoria che del linguaggio debbono essere precoci ed intensive.
Il primo periodo dopo la lesione dell'Encefalo (o del Midollo Spinale) è quello più importante in tema di riabilitazione.
Ogni ritardo è di nocumento per il "quantum" che il paziente può attendersi di recuperare.
Circa la domanda "...quante probabilità ci sono che riesca a camminare..." non so cosa risponderle.
Già valutando clinicamente il paziente di persona è difficile formulare una prognosi "quoad valitudinem" pertanto direi come ciò non sia possibile via mail, o via telefono, ecc.
Buona cosa è che la sensibilità sia conservata (ma bisognerebbe sondare quale: quella superficiale ovvero tattile/termica/dolorifica o quella profonda ovvero il senso di posizione e di movimento, che sono quelle che più impattano nel trattamento riabilitativo?).
Altre buona cosa è che riesca a mantenere la posizione seduta ovvero il busto eretto.
Oltre non saprei cosa dirle.

Cordialmente.
[#6]
Utente
Utente
grazie mille! gentilissimo!
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Grazie a Lei a nche a nome di Medicitalia.

Se crede resti pure in contatto con chi le scrive.

Cordialmente.
Ictus

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