Cefalee, artrosi e rachicentesi

Gent. DOTTORE,
sono bloccato da 15 giorni per la comparsa di cefalee post rachicentesi.Da anni sono soggetto ad attacchi di artrosi ma mai come adesso. Forse in queste circostanze si sono infiammate. Proabilmente i dolori potrebbero essere originati da ipotensione del LCR. Da un esame ospedaliero mi sono sentito dire di avere pazienza. Il dolore senza antidolorifici, è lancinante. Questa è la continuazione della richiesta di aiuto chiesta in cardiologia come aneurisma e ICD biventricolare degenerate nella situazione attuale. Chiedo aiuto, almeno per un trattamento antinfiammatorio, prima di rivolgermi ancora all'ospedale.
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Dr. Riccardo Lo Presti Neurologo 58 1
Gentile utente,
purtroppo il suo rientra verosimilmente tra quei tipici casi di cefalea da ipotensione liquorale, correlata, in questo caso, alla rachicentesi subita (non ho ben capito per quale indicazione). Se così è la sua cefalea deve essere strettamente correlata alla stazione eretta, comparendo in modo sistematico dopo circa 10-15 minuti dalla sua assunzione e, viceversa, risolvendosi con il decubito supino.I dati presenti in letteratura al riguardo sono in parte contrastanti e non propongono molte alternative terapeutiche. Personalmente ho trattato un paziente che per un periodo estremamente lungo ha accusato il sintomo ed è vero che la pazienza è indispensabile, così come ben poco risolvono gli antinfiammatori. Combinando le indicazioni classiche con la mia esperienza personale, le consiglierei, qualora non l'abbia fatto, di tentare il sacrificio di qualche giorno di allettamento, che potrebbe guarire il verosimile stillicidio di liquor; in alternativa l'unico intervento concreto che sembra dare benefici è l'esecuzione di un "patch" con sangue autologo. E' una procedura che va effettuata da un anestesista e consiste nell'inoculare mediante apposito ago alcuni cc del suo stesso sangue nello spazio epidurale, che dovrebbero chiudere, come una "toppa", appunto, la pervietà della dura madre. Altro, onestamente, non ho da proporle.
Mi tenga aggiornata e tanti auguri.

dr. Riccardo Lo Presti

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Attivo dal 2005 al 2015
Ex utente
Chiarissimo Dottore,
Lei è il primo Medico che per il problema cefalee da rachicentesi mi conforta, oltre che con la diagnosi anche con la rara terapia. Grazie.
Ovviamente le Sue informazioni sono conservate, per mio eventuale uso personale.
Sebbene i Suoi preziosi consigli siano tutti espressi al condizionale potrei, nel primo caso, conoscere mediamente quanti giorni si intende sa trascorrere in allettamento; con possibilità o meno, nelle 24 ore, di lasciarlo per le necessità fisiologiche ?
Nel secondo caso, risolvibile da un anestesista, si intende in Day Hospital o con ricovero in struttura ospedaliera per alcuni giorni?
Dando per sontati i beneficim quali potrebbero essere i nuovi rischi?
La ringrazio di cuore e porgo cordiali saluti.
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Dr. Riccardo Lo Presti Neurologo 58 1
Gentile sig. Alvaro,
vista la sua richiesta devo dedurre che il suo problema non si è ancora risolto; provo a darle le precisazioni da lei richieste, tornando a sottolineare che, purtroppo, tutti i trattamenti riconosciuti per questo tipo di cefalea sono poco standardizzati e assicurano percentuali di successo non esaltanti. Relativamente al periodo di allettamento io tendo a dare un consiglio empirico: più è prolungato e più dovrebbe essere utile; se possibile direi tre-quattro giorni, con la possibilità, comunque, delle necessità fisiologiche e con un criterio aggiuntivo: riprendere gradualmente le attività, considerando che la ricomparsa del disturbo è molto rapida e può suggerire un periodo di riposo più prolungato. Parallelamente potrebbe discutere col suo medico l'opportunità di provare un trattamento con corticosteroidi, riguardo al quale non esistono dati univoci di efficacia e che ha, naturalmente, le sue controindicazioni, ma potrebbe essere un estremo rimedio, se ci sono le condizioni. Relativamente al secondo quesito, invece, ritengo che sarebbe opportuno parlare direttamente col collega anestesista che dovrebbe occuparsi della procedura e che ha titolo per decidere i dettagli, in base alle sue abitudini ed alla struttura in cui lavora. In ogni caso consideri che non esistono rischi particolari e che la procedura è, tecnicamente, meno invasiva della puntura lombare da lei già praticata.
Tanti auguri. Attendo buone nuove.
[#4]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. Signor Alvaro,
perchè Le è statta praticata la rachicentesi?
Concordo con il collega Lo Presti e suggerirei anche di assumere per via endovenosa circa 2000 cc. al di per due-tre gg di Liquidi.
Si consulti su questa procedura con il Suo medico.
L'inoculazione di sangue autologo può essere un rimedio.Un'altro presidio potrebbe essere l'applicazione per qualche giorno di una derivazione esterna spinale. Procedure queste che è meglio fare in regime di ricovero.
Se il problema dovesse continuare bisognerà pensare a eseguire una RMN con effetto mielografico al fine di eventualmente valutare e individuare la fistola liquorale e quindi ripararla con un intervento chirurgico.

Cordialmente

Dottor Giovanni Migliaccio
Specialista in Neurochirurgia
Dirigente Medico U.O. di Neurochirurgia
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli & Oftalmico- Milano
Consulente Tribunale di Milano – Albo N° 8085
Ab.: viale Marche,64 – 20159 Milano Tf e fax 023450836
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