Sclerosi multipla e farmaci

Buongiorno,

Recentemente mi é stata diagnosticata la sclerosi multipla e vorrei chiedervi se i farmaci utilizzati per trattare questa patologia (cortisone ad alte dosi, interferone beta, glatiramer acetato, chemioterapici) possono causare riduzione di massa ossea e osteoporosi e, avendo in corso un trattamento ortodontico iniziato in precedenza, incorro in un maggiore rischio di rimanere praticamente sdentata se non interrompo immediatamente l'ortodonzia. Il mio dentista vuole interrompere subito (nonostante abbia già estratto un dente sano per fare spazio e ora ci sia questo buco aperto), il neurologo suggerisce di terminare un po' prima dei tempi previsti senza altre estrazioni perché sarebbe meglio non dilungarci.
Non so cosa devo fare perché non mi sono completamente chiari i rischi.
Confido in un vostro consiglio.

Vi ringrazio in anticipo per il vostro tempo e per la vostra risposta.
Cordiali saluti,
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Dr. Stefano Vollaro Neurologo 351 13
Buongiorno,
La sclerosi multipla è una patologia cronica, per cui tutte le scelte terapeutiche vanno pensate nel lunghissimo termine. Da un lato è meglio cominciare una terapia quanto prima, tuttavia un ritardo di pochi mesi non dovrebbe avere alcun impatto significativo sul decorso della malattia nel lungo termine.
Il cortisone ad alte dosi, l'unico farmaco che potrebbe portare a osteoporosi se assunto cronicamente, NON è una terapia preventiva per la sclerosi multipla. La sua unica utilità è trattare nell'immediato le ricadute cliniche per ridurre più rapidamente l'infiammazione.
Tutti gli altri farmaci (interferone beta nelle sue varie formulazioni, copolimero, fingolimod, natalizumab, teriflunomide, dimetilfumarato) sono relativamente ben tollerati e nessuno di essi ha mostrato significativi effetti avversi importanti sull'organismo nel lungo termine, altrimenti non sarebbero terapie proponibili in questa patologia.
Teoricamente non ci sarebbe necessità di sospendere le cure odontoiatriche né di ritardare i trattamenti al termine delle cure odontoiatriche. Tuttavia il neruologo è spesso più tranquillo nel fare una cosa per volta, in maniera da poter interpretare senza fattori confondenti la storia clinica (per esempio nuove ricadute o effetti avversi).
Di fatto la scelta sta al neurologo curante del suo centro sclerosi multipla: è probabile che se chiederà diversi pareri a diversi neurologi riceverà risposte differenti da ciascuno in merito a quanto cominciare la terapie o se continuare o meno le cure odontoiatriche. Questo perché ognuno privilegia uno dei punti di vista possibili, senza che vi sia realmente una sola strategia corretta. L'unica cosa davvero importante è sceglierne una e proseguire per quella strada. Pertanto le consiglierei di parlare ancora di questo problema di persona con il neurologo curante, fino a che i suoi dubbi non saranno chiariti e avrete scelto insieme serenamente la strategia da perseguire.

Dr. Stefano Vollaro

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Utente
Utente
La ringrazio per la Sua risposta Dott. Vollaro.
Sicuramente seguirò il suo consiglio e ne parlerò nuovamente con il neurologo che mi segue.
Fermo restando che la SM ha la precedenza, mi auguro che neurologo e dentista potranno trovare un accordo e collaborare (in caso contrario se il dentista mi abbandona in questo stato sono destinata a futuri problemi di masticazione visto che le arcate ora non si toccano).
Ancora grazie.
Un cordiale saluto
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