Terapia con interferone per lesione senza segni clinici
Buon giorno, vorrei chiedere un parere sul mio caso che mi pare decisamente bizzarro. A seguito di una mielite nel 2001 curata con 5 giorni di cortisone mi è stata diagnosticata SM probabile; diagnosi poi confermata l'anno successivo per altre due ricadute (sintomi strani: difficoltà a percepire la provenienza dei suoni e parestesie agli arti inferiori). Alla RM risultavano una lesione midollare cervicale, responsabile della mielite dell'anno precedente, e due lesioni all'encefalo (peduncolo cerebellare e una periventricolare). Sono stata in terapia con avonex dal 2002 al 2006, terapia poi interrotta fino ad oggi per una serie di problemi (grossi lavori odontoiatrici con innesto osseo). Fino a quest'anno non è successo nulla (sette anni e mezzo). All'ultimo controllo alla RM è comparsa una nuova lesione midollare D2 in sede posteriore non captante il mdc. Nonostante sia del tutto asintomatica questa nuova lesione ha indotto il mio neurologo a propormi di riprendere la terapia. Dopo la ricerca degli anticorpi antiacquaporina 4 risultata negativa mi è stato detto che sarà necessario passare al rebif 44. Le mie domande: Perchè una terapia così aggressiva? Il fatto che la lesione non abbia dato segno clinico potrebbe far pensare a una forma secondaria progressiva? Secondo Lei, dato il mio quadro clinico (EDSS 1,5; corro e mi alleno tre/quattro volte a settimana) dovrei aderire con convinzione a tale terapia che sicuramente cambierebbe la qualità della vita? Aggiungo: nel 2009 mi è stata diagnosticata una tiroidite di Hashimoto, credo causata dalla terapia con avonex. Per ora la tiroide continua a funzionare anche se ora i controlli continuo a farli perché si è ingrossata anche una paratiroide. La ringrazio anticipatamente per una Vs stimato parere.
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Gent.le
allego un passaggio tratto da un lungo articolo tratto da studi facenti capo ad una "Fondazione" che si occupa dell'argomento con la finalità di evidenziare il punto di vista ovvero il "razionale" del trattamento precoce.
Quindi in calce alleghero il link dell'intero articolo per sua più approfondita consultazione.
"...Studi specifici hanno dimostrato che se già al primo episodio clinico è evidente la presenza di un elevato numero di aree con alterato segnale alla Risonanza magnetica (pur asintomatiche), tale dato risulta predittivo dello sviluppo peggiorativo di malattia e della disabilità conseguente. E’ quindi evidente che il trattamento precoce risulta tanto più necessario quanto il paziente dimostri all’esordio un quadro infiammatorio attivo. Lo studio ETOMS (Early Treatment in Multiple Sclerosis) ha confermato questa idea, verificando l’efficacia dell’Interferone beta 1a (Rebif) se somministrato dopo il primo attacco di malattia, nel ridurre la percentuale di conversione a malattia ed il tempo per passare dal primo episodio alla malattia conclamata, con riduzione del carico lesionale alla Risonanaza magnetica dell’encefalo ed anche (come valutato in uno studio successivo) nel rallentare la progressiva perdita di tessuto cerebrale anche nelle fasi precoci di malattia.
L’effetto anti-infiammatorio dell’Interferone Beta 1 a è in grado quindi di esprimersi anche a livello di neuroprotezione, probabilmente riducendo quei fenomeni biologici alla base del successivo innesco del processo di danno assonale.
Alla luce di questi robusti dati scientifici, il trattamento precoce è da considerarsi un caposaldo dei moderni concetti terapeutici nella Sclerosi Multipla: nuovi studi sono in corso per valutare l’efficacia di trattamenti in fase precoce ancora più aggressivi (Mitoxantrone) come induzione ad una terapia con Interferone Beta 1 a, allo scopo di perseguire un effetto antinfiammatorio ancor più incisivo fin dai primi momenti di malattia..."
- See more at: http://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/ultime-notizie-sclerosi-multipla/sclerosi-multipla-quando-e-consigliabile-iniziare-una-delle-terapie/#sthash.7NeCyRuP.dpuf
Cordialmente.
allego un passaggio tratto da un lungo articolo tratto da studi facenti capo ad una "Fondazione" che si occupa dell'argomento con la finalità di evidenziare il punto di vista ovvero il "razionale" del trattamento precoce.
Quindi in calce alleghero il link dell'intero articolo per sua più approfondita consultazione.
"...Studi specifici hanno dimostrato che se già al primo episodio clinico è evidente la presenza di un elevato numero di aree con alterato segnale alla Risonanza magnetica (pur asintomatiche), tale dato risulta predittivo dello sviluppo peggiorativo di malattia e della disabilità conseguente. E’ quindi evidente che il trattamento precoce risulta tanto più necessario quanto il paziente dimostri all’esordio un quadro infiammatorio attivo. Lo studio ETOMS (Early Treatment in Multiple Sclerosis) ha confermato questa idea, verificando l’efficacia dell’Interferone beta 1a (Rebif) se somministrato dopo il primo attacco di malattia, nel ridurre la percentuale di conversione a malattia ed il tempo per passare dal primo episodio alla malattia conclamata, con riduzione del carico lesionale alla Risonanaza magnetica dell’encefalo ed anche (come valutato in uno studio successivo) nel rallentare la progressiva perdita di tessuto cerebrale anche nelle fasi precoci di malattia.
L’effetto anti-infiammatorio dell’Interferone Beta 1 a è in grado quindi di esprimersi anche a livello di neuroprotezione, probabilmente riducendo quei fenomeni biologici alla base del successivo innesco del processo di danno assonale.
Alla luce di questi robusti dati scientifici, il trattamento precoce è da considerarsi un caposaldo dei moderni concetti terapeutici nella Sclerosi Multipla: nuovi studi sono in corso per valutare l’efficacia di trattamenti in fase precoce ancora più aggressivi (Mitoxantrone) come induzione ad una terapia con Interferone Beta 1 a, allo scopo di perseguire un effetto antinfiammatorio ancor più incisivo fin dai primi momenti di malattia..."
- See more at: http://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/ultime-notizie-sclerosi-multipla/sclerosi-multipla-quando-e-consigliabile-iniziare-una-delle-terapie/#sthash.7NeCyRuP.dpuf
Cordialmente.
Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.1k visite dal 27/04/2014.
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