Idrocefalo regredito uomo adulto
Buongiorno,
cercherò di essere breve. Ho 36 anni, durante la mia nascita e' stato usato il forcipe causandomi un trauma per il quale mi e' stata impiantata una valvola e un catetere per eliminare il liquido cerebrale in in eccesso.
Successivamente sono stato sottoposto a diversi interventi 3 per allungamento del catetere (a 3,6,9,12 anni) e contemporaneamente anche per la sostituzione della valvola (quindi sono stato abbastanza bastonato nella mia infanzia ) ...il catetere scaricava in peritoneo.
A 13 anni ho fatto un controllo con radiografie e tac annesse e il neurologo (che ormai purtroppo non e' piu' tra ni noi) ha detto a mio padre e a me che la valvola non era piu' funzionante ...e io stavo bene (episodi di vomito, sbadigli in continuo, forti mal di testa non si presentavano).
Il neurologo ha definito questo caso come , raro e ha detto che probabilmente il liquido aveva trovato una sua strada per defluire.
Io la valvola e il catetere lì ho ancora oggi dentro di me perché mi e' stato detto che se non mi danno problemi eì meglio non toccare essendo il catetere ormai avvolto completamente da grasso ecc... e la valvola essendo cmq in zona cranica (quindi un intervento delicato).
L'unico disturbo che qualche volta mi trovo a osservare e' un leggero dolore al tatto nella zona valvolare (in quella zona diciamo c'e'un piccolo bernoccolo
Volevo chiedere se avete casi simili nella vostra esperienza (diciamo di un idrocefalo regredito) e se anche voi mi consigliate di tenere la valvola e il catetere perché a volte mi domando se mi possa dare problemi di qualsiasi tipo, secondo voi potrebbe darmi problemi??? (mi vengono in mente crisi epilettiche ecc...)
Grazie infinite.
cercherò di essere breve. Ho 36 anni, durante la mia nascita e' stato usato il forcipe causandomi un trauma per il quale mi e' stata impiantata una valvola e un catetere per eliminare il liquido cerebrale in in eccesso.
Successivamente sono stato sottoposto a diversi interventi 3 per allungamento del catetere (a 3,6,9,12 anni) e contemporaneamente anche per la sostituzione della valvola (quindi sono stato abbastanza bastonato nella mia infanzia ) ...il catetere scaricava in peritoneo.
A 13 anni ho fatto un controllo con radiografie e tac annesse e il neurologo (che ormai purtroppo non e' piu' tra ni noi) ha detto a mio padre e a me che la valvola non era piu' funzionante ...e io stavo bene (episodi di vomito, sbadigli in continuo, forti mal di testa non si presentavano).
Il neurologo ha definito questo caso come , raro e ha detto che probabilmente il liquido aveva trovato una sua strada per defluire.
Io la valvola e il catetere lì ho ancora oggi dentro di me perché mi e' stato detto che se non mi danno problemi eì meglio non toccare essendo il catetere ormai avvolto completamente da grasso ecc... e la valvola essendo cmq in zona cranica (quindi un intervento delicato).
L'unico disturbo che qualche volta mi trovo a osservare e' un leggero dolore al tatto nella zona valvolare (in quella zona diciamo c'e'un piccolo bernoccolo
Volevo chiedere se avete casi simili nella vostra esperienza (diciamo di un idrocefalo regredito) e se anche voi mi consigliate di tenere la valvola e il catetere perché a volte mi domando se mi possa dare problemi di qualsiasi tipo, secondo voi potrebbe darmi problemi??? (mi vengono in mente crisi epilettiche ecc...)
Grazie infinite.
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Gent.le utente,
è possibile che in fase di sofferenza perinatale si fossero create aderenze fibrotiche nelle vie di deflusso liquorale con conseguente idrocefalo. La dereivazione ventricolo-peritoneale ha impedito che l'encefalo ne soffrisse in maniera permanente mantenendo una corretta pressione del liquor.
Evidentemente in fase di crescita le aderenze fibrotiche in quanto tali non crescono mentre l'encefalo sano comprese le vie di deflusso liquorale si. Ciò deve aver concorso a ricreare spazio ad un normale drenaggio del liquor.
Il catetere liquorale è un corpo estraneo ma oramai divenuto parte della sua anatomia e la sua rimozione sarebbe pur sempre una procedura neurochirurgica gravata da i comuni rischi: infezione della breccia operatoria, irritazione cerebrale e rischio di manifestazioni critiche ovvero epilettiche, rischio anestesiologico, ecc.
Certamente la valutazione circa rimuovere il catetere o meno spetta a lei ed al suo neurologo/neurochirurgo di fiducia che la segue per la problematica.
Non è questione che possa essere determinata via mail.
Un consulto a distanza traccia solamente linee generiche ma nulla può sostituire una valutazione specialistica di persona alla quale la esorto.
Circa la domanda "...mai capitato...", per quel che mi concerne la risposta è si: 3 casi simili al suo esorditi in primissima infanzia che poi hanno ritrovato un proprio equilibrio idrodinamico in età adulta.
Cordialmente.
è possibile che in fase di sofferenza perinatale si fossero create aderenze fibrotiche nelle vie di deflusso liquorale con conseguente idrocefalo. La dereivazione ventricolo-peritoneale ha impedito che l'encefalo ne soffrisse in maniera permanente mantenendo una corretta pressione del liquor.
Evidentemente in fase di crescita le aderenze fibrotiche in quanto tali non crescono mentre l'encefalo sano comprese le vie di deflusso liquorale si. Ciò deve aver concorso a ricreare spazio ad un normale drenaggio del liquor.
Il catetere liquorale è un corpo estraneo ma oramai divenuto parte della sua anatomia e la sua rimozione sarebbe pur sempre una procedura neurochirurgica gravata da i comuni rischi: infezione della breccia operatoria, irritazione cerebrale e rischio di manifestazioni critiche ovvero epilettiche, rischio anestesiologico, ecc.
Certamente la valutazione circa rimuovere il catetere o meno spetta a lei ed al suo neurologo/neurochirurgo di fiducia che la segue per la problematica.
Non è questione che possa essere determinata via mail.
Un consulto a distanza traccia solamente linee generiche ma nulla può sostituire una valutazione specialistica di persona alla quale la esorto.
Circa la domanda "...mai capitato...", per quel che mi concerne la risposta è si: 3 casi simili al suo esorditi in primissima infanzia che poi hanno ritrovato un proprio equilibrio idrodinamico in età adulta.
Cordialmente.
Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.5k visite dal 17/01/2014.
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