Danno ipossico

Buongiorno,
sono una ragazza disperata! Il mio futuro marito ha avuto il 17/7/2013 un incidente sul lavoro rimanendo in arresto cardiaco per parecchi minuti. È stato tenuto in ipotermia per circa 48h e emsso in coma farmacologico presso il CTO di Torino reparto terapia intensiva, Primario Prof. Berardino. Ai primi segni di risveglio dopo 4/5 giorni è stata eseguita una prima risonanza che ha evidenziato piccoli danni al cervelletto ed al talamo. I segni di ripresa sono stati subito importanti: subito presente, attento e non rallentato nei movimenti. È stato trasferito dopo appena 10 giorni in riabilitazione con i medici molto fiduciosi in un pieno recupero, ma, ahimè, al 15/8 si sono presentate delle importanti crisi: movimenti a scatto, occhi sbarrati, mani ad uncino, rigidità nervosa e muscolare pazzesca curante in un primo tempo con valium, eptadone e vari calmanti senza ottenere alcun effetto. Le crisi erano violentissime e praticamente senza interruzioni, dopo aver fatto una nuova risonanza che evidenziava un peggioramento della situazione, il giorno 1/9 lo hanno nuovamente trasferito in terapia intensiva, lo hanno rimesso in coma e si sono affidati alla consulenza del dottor Lopiano delle Molinette, esperto di Parkinson e crisi distoniche attualmente viene curato con Revotril e con l’Artane, al momento, sembra, senza successo. Siamo disperati i medici sono disposti ad ascoltare qualsiasi collega possa aiutarli visto la rarità del caso. Chiunque sia in grado di aiutare, mi contatti o contatti il Porf. Berardino del CTO di Torino.

Grazie di cuore
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Gent.le utente,
ritengo non perseguibile la via del consulto a distanza in un caso complesso come quello di cui stiamo scrivendo. Non penso, a fronte di una pressochè assenza di informazioni cliniche, strumentali e di laboratorio, sia possibile formulare alcuna ipotesi basata su una qualche evidenza se non quella che verosimilmente la sofferenza delle regioni talamiche stia giocando un ruolo importante circa l'andamento del caso. Ovviamente i colleghi di Torino sapranno la medesima cosa. Penso che le occorra un eventuale consulto clinico neurologico diretto e verosimilmente ripetuto prima, durante e dopo aver preso in esame e studiato la documentazione sanitaria fino ad ora raccolta e dopo essersi interfacciati con i colleghi rianimatori di Torino. Questi ultimi, inoltre, mi sembra di poter dire stiano facendo un lavoro più che egregio in termini di "neuroprotezione" adottando il coma farmacologico e la ipotermia, che verosimilmente non potranno essere protratte troppo a lungo. La neuroprotezione così come impostata ha la finalità di ridurre la necessità di consumo metabolico dell'encefalo mettendolo "per il momento" a riposo.

Dr. Otello Poli
http://www.europeanhospital.it/uos/neurologia_clinica.html
http://trepinilab.it/servizi/specialistica/neurologia/

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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