Parkinson avanzato
Salve, mi rivolgo a voi per avere un consiglio. Mio padre, 78 anni, è malato di Parkinson da quando ne aveva 50. Da due anni è ricoverato in un istituto in quanto non autosufficiente ( non cammina, ha bisogno di essere imboccato e lavato). Nelle scorse settimane le sue condizioni hanno subito un peggioramento, anche in seguito ad una bronchite che lo ha debilitato, e il suo medico mi ha detto che questo peggioramento è attribuibile alla fase finale della malattia, quella in cui anche i muscoli della masticazione e della deglutizione iniziano ad essere meno efficienti, che non c'è da aspettarsi che viva ancora a lungo e che la prima cosa da fare è sospendere tutta la terapia anti-parkinson che sta facendo perchè tanto non serve più a niente e fa solo danni. Devo dire che questa ultima parte del discorso mi ha lasciata perplessa. A parte che poi mio padre ha ripreso a mangiare e a deglutire dopo alcune flebo di soluzione fisiologica, il che mi fa pensare che fosse anche disidratato, ma mi chiedo: è davvero opportuno sospendere ad una persona che prende L-dopa da oltre 20 anni tutta la terapia? E' vero che non serve più a niente? Devo lasciare che il medico agisca in questa direzione o devo oppormi e chiedere una visita specialistica? Vi sarò grata se mi darete un aiuto.
Gentile Utente,
ovviamente non conosco direttamente il caso di Suo padre ma la terapia con levodopa non va interrotta bruscamente perché è possibile l'insorgenza di una sindrome neurolettica maligna con rischio per la vita del paziente. Al massimo si può rimodulare il dosaggio dopo attenta valutazione specialistica, anche dopo avere valutato l'emocromo e gli indici di funzionalità epatica e renale.
Indispensabile una buona idratazione continua soprattutto in questo periodo di caldo intenso.
Pertanto il mio consiglio è di fare visitare Suo padre da un neurologo esperto di Parkinson e seguire le sue indicazioni.
Cordiali saluti ed auguri
ovviamente non conosco direttamente il caso di Suo padre ma la terapia con levodopa non va interrotta bruscamente perché è possibile l'insorgenza di una sindrome neurolettica maligna con rischio per la vita del paziente. Al massimo si può rimodulare il dosaggio dopo attenta valutazione specialistica, anche dopo avere valutato l'emocromo e gli indici di funzionalità epatica e renale.
Indispensabile una buona idratazione continua soprattutto in questo periodo di caldo intenso.
Pertanto il mio consiglio è di fare visitare Suo padre da un neurologo esperto di Parkinson e seguire le sue indicazioni.
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Antonio Ferraloro
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.4k visite dal 27/07/2013.
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Approfondimento su Parkinson

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