Cefalea vasomotoria dopo sforzo intenso
Salve, da anni pratico sport. Basket e bicicletta, ultimamente mountain bike.
La mattina seguente ad una uscita in bici impegnativa mi si presenta un attacco di emicrania intenso nella zona sopra o dietro all'occhio destro tipicamente ma anche sinistro a volte. L'attacco si risolve con un farmaco, tipo OKI. Chiaramente l'assunzione di farmaci mal si sposa con la pratica sportiva.
L'attacco è accompagnato da nausea, difficolta intestinali e si intensifica nei cambi di posizione o di nuovi sforzi.
Ho fatto alcune visite neurologiche, una risonanza con contrasto e un elettrocardiogramma. Tutto negativo, la diagnosi è una cefalea vasomotoria da sforzo, mi è stato detto che è un limite del mio fisico e se possibile devo ridurre gli sforzi o limitare l'uso della MTB.
Detto questo, prima di appendere la bici al chiodo e passare ad uno sport diverso, vorrei fare un percorso alternativo alla ricerca delle cause secondarie.
Per esempio soffro di ipertrofia ai turbinati, e durante l'attacco mi sebra sempre di avere il naso chiuso o addirittura le narici chiuse. Tra le cause potrei pensare anche una postura in sella non corretta, oppure di alimentazione, di disidratazione o di qualche valore che precipita (potassio, calcio)
In questo intervento mi interessa capire quale sia il percorso terapeutico alternativo alla neurologia da dove iniziare a cercare una nuova relazione al problema e da quale specialista potrei rivolgermi? La medica dello sport potrebbe essere un inizio oppure meglio rivolgersi ad un centro cefalee?
Non vorrei fare una cura farmacologia, se trovo una relazione bene, altrimenti significa che ci sarà un ciclista in meno.
Grazie per il consulto
Saluti
La mattina seguente ad una uscita in bici impegnativa mi si presenta un attacco di emicrania intenso nella zona sopra o dietro all'occhio destro tipicamente ma anche sinistro a volte. L'attacco si risolve con un farmaco, tipo OKI. Chiaramente l'assunzione di farmaci mal si sposa con la pratica sportiva.
L'attacco è accompagnato da nausea, difficolta intestinali e si intensifica nei cambi di posizione o di nuovi sforzi.
Ho fatto alcune visite neurologiche, una risonanza con contrasto e un elettrocardiogramma. Tutto negativo, la diagnosi è una cefalea vasomotoria da sforzo, mi è stato detto che è un limite del mio fisico e se possibile devo ridurre gli sforzi o limitare l'uso della MTB.
Detto questo, prima di appendere la bici al chiodo e passare ad uno sport diverso, vorrei fare un percorso alternativo alla ricerca delle cause secondarie.
Per esempio soffro di ipertrofia ai turbinati, e durante l'attacco mi sebra sempre di avere il naso chiuso o addirittura le narici chiuse. Tra le cause potrei pensare anche una postura in sella non corretta, oppure di alimentazione, di disidratazione o di qualche valore che precipita (potassio, calcio)
In questo intervento mi interessa capire quale sia il percorso terapeutico alternativo alla neurologia da dove iniziare a cercare una nuova relazione al problema e da quale specialista potrei rivolgermi? La medica dello sport potrebbe essere un inizio oppure meglio rivolgersi ad un centro cefalee?
Non vorrei fare una cura farmacologia, se trovo una relazione bene, altrimenti significa che ci sarà un ciclista in meno.
Grazie per il consulto
Saluti
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Gentile Utente,
la cefalea che si verifica temporalmente in seguito ad un eccessivo sforzo fisico non riconosce cause secondarie come quelle che Lei cita o di altro tipo.
Ovviamente Lei è libero di ascoltare un secondo parere, per es. presso un centro cefalee.
Non volendo assumere farmaci una strategia potrebbe consistere nell'arrivare a prove impegnative dopo un graduale allenamento oppure evitare gli sforzi eccessivi, se non pratica sport professionistico, cercando di mantenere l'attività sportiva priva di picchi di eccessivo sforzo.
Cordiali saluti
la cefalea che si verifica temporalmente in seguito ad un eccessivo sforzo fisico non riconosce cause secondarie come quelle che Lei cita o di altro tipo.
Ovviamente Lei è libero di ascoltare un secondo parere, per es. presso un centro cefalee.
Non volendo assumere farmaci una strategia potrebbe consistere nell'arrivare a prove impegnative dopo un graduale allenamento oppure evitare gli sforzi eccessivi, se non pratica sport professionistico, cercando di mantenere l'attività sportiva priva di picchi di eccessivo sforzo.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.2k visite dal 26/07/2013.
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