Nevrosi o malattia organica?
Gentile staff di Medicitalia,
sono un ragazzo di 26 anni, affetto da alcuni disturbi che, ormai da più di un anno, compromettono notevolmente la qualità della mia vita.
Cercherò di essere il più sintetico possibile.
Tutto ebbe inizio nel corso di dicembre 2006, con un episodio di stanchezza improvvisa, caratterizzato da confusione mentale, debolezza agli altri inferiori e senso generale di malessere.
A causa della mia tendenza all'ipocondria, mi sono preoccupato molto e mi sono recato subito dal mio medico curante, il quale ha riscontrato dei valori di pressione arteriosa molto elevati e mi ha prescritto tutte le analisi del caso che, fortunatamente, sono risultate tutte negative. In particolare, oltre alle analisi del sangue generiche, ho eseguito ecografie di ogni genere, sondando fegato, polmoni, reni, milza, cuore e circolazione, nonchè visite neurologiche che hanno escluso qualunque patologia.
L'unico dato significativo emerso fu la presenza di anticorpi contro la mononucleosi e contro il cytomegalovirus. La conclusione del medico fu, dunque, che la pressione elevata fosse causata dalla mia preoccupazione eccessiva per un malessere passeggero.
Nel corso dei primi mesi del 2007, invece, io continuai a soffrire degli stessi mali, trascorrendo intere giornate a letto a causa della stanchezza, delle vertigini e del senso di confusione mentale sempre più presente, cui si aggiunsero anche dolori alle gambe di tipo muscolare e una specie di scossa nella parte frontale della testa in occasione dei movimenti del capo. Ero disperato e preoccupatissimo e rinunciai a qualsiasi forma di attività fisica.
Continuai a sottopormi ad esami di molti generi che risultavano sempre negativi.
Durante le vacanze estive, come d'incanto, i miei sintomi si alleviarono pian piano, fino a scomparire. Mi pareva di essere resuscitato.
Nel corso di ottobre 2007 decisi, dunque, di riprendere l'attività fisica per rimettermi in forma, ma mi accorsi che, dopo una corsa lenta di appena 10 minuti, iniziavano a manifestarsi dei crampi dolorosissimi ai polpacci che scomparivano dopo appena 1 minuto di riposo. Credetti, a questo punto, che si trattasse solo di rimettermi in forma con pazienza dopo un lungo periodo di inattività, ma purtroppo questi crampi si continuavano puntuali a manifestare, nonostante l'impegno. Inoltre tornarono con l'inverno i disturbi relativi alle vertigini, le scosse alla testa e, soprattutto, quel senso di debolezza agli arti inferiori, condito questa volta da rigidità muscolare che mi impedisce talvolta di camminare in modo coordinato, ma soprattutto di svolgere qualsiasi tipo di attività fisica prolungata per più di 5-6 minuti, cui seguirebbero altrimenti i consueti crampi, estesi ora anche ai quadricipiti.
Mi sono rivolto dunque nuovamente a un neurologo, il quale ha riscontrato un'accentuazione moderata dei miei riflessi e mi ha prescritto una serie di esami alla colonna vertebrale, da cui è emersa una rettileinizzazione del tratto cervicale e un'elettromiografia agli arti inferiori, da cui è emersa una sofferenza radicolare nella zona lombare, non confermata però dalla seguente risonanza magnetica in quella zona, che non ha evidenziato alcuna patologia organica.
Ora è circa un mese che il mio neurologo mi ha prescritto delle piccole dosi di cortisone (1mg ogni sera) e alcune vitamine per rinforzare il sistema nervoso.
Lui sostiene che si tratti di una nevrosi d'ansia, ma sta di fatto che da quando prendo regolarmente il cortisone, i dolori alla testa e le vertigini (secondo me imputabili alla rettileinizzazione del tratto cervicale) sono scomparsi, ma la rigidità alle gambe è rimasta tale e quale.
Ormai devo ammettere di essere piuttosto rassegnato. Continuo questa cura, ma davvero con scarse speranze di migliorare.
Vorrei sapere se da un esame neurologico si può escludere qualsiasi patologia ed essere dunque certi che si tratti di nevrosi, oppure se sarebbe necessario, a questo punto, approfondire la ricerca svolgendo esami di laboratorio più precisi, data soprattutto la mia condizione psicologica precedente ai fatti, che non era di tipo nevrotico e depresso, anzi, era esplosiva e vitale.
Io vorrei solo tornare ad avere le energie e la forza fisica che mi contraddistinguevano prima di questo calvario.
Scusate per la lunghezza di questo testo,
vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali Saluti
sono un ragazzo di 26 anni, affetto da alcuni disturbi che, ormai da più di un anno, compromettono notevolmente la qualità della mia vita.
Cercherò di essere il più sintetico possibile.
Tutto ebbe inizio nel corso di dicembre 2006, con un episodio di stanchezza improvvisa, caratterizzato da confusione mentale, debolezza agli altri inferiori e senso generale di malessere.
A causa della mia tendenza all'ipocondria, mi sono preoccupato molto e mi sono recato subito dal mio medico curante, il quale ha riscontrato dei valori di pressione arteriosa molto elevati e mi ha prescritto tutte le analisi del caso che, fortunatamente, sono risultate tutte negative. In particolare, oltre alle analisi del sangue generiche, ho eseguito ecografie di ogni genere, sondando fegato, polmoni, reni, milza, cuore e circolazione, nonchè visite neurologiche che hanno escluso qualunque patologia.
L'unico dato significativo emerso fu la presenza di anticorpi contro la mononucleosi e contro il cytomegalovirus. La conclusione del medico fu, dunque, che la pressione elevata fosse causata dalla mia preoccupazione eccessiva per un malessere passeggero.
Nel corso dei primi mesi del 2007, invece, io continuai a soffrire degli stessi mali, trascorrendo intere giornate a letto a causa della stanchezza, delle vertigini e del senso di confusione mentale sempre più presente, cui si aggiunsero anche dolori alle gambe di tipo muscolare e una specie di scossa nella parte frontale della testa in occasione dei movimenti del capo. Ero disperato e preoccupatissimo e rinunciai a qualsiasi forma di attività fisica.
Continuai a sottopormi ad esami di molti generi che risultavano sempre negativi.
Durante le vacanze estive, come d'incanto, i miei sintomi si alleviarono pian piano, fino a scomparire. Mi pareva di essere resuscitato.
Nel corso di ottobre 2007 decisi, dunque, di riprendere l'attività fisica per rimettermi in forma, ma mi accorsi che, dopo una corsa lenta di appena 10 minuti, iniziavano a manifestarsi dei crampi dolorosissimi ai polpacci che scomparivano dopo appena 1 minuto di riposo. Credetti, a questo punto, che si trattasse solo di rimettermi in forma con pazienza dopo un lungo periodo di inattività, ma purtroppo questi crampi si continuavano puntuali a manifestare, nonostante l'impegno. Inoltre tornarono con l'inverno i disturbi relativi alle vertigini, le scosse alla testa e, soprattutto, quel senso di debolezza agli arti inferiori, condito questa volta da rigidità muscolare che mi impedisce talvolta di camminare in modo coordinato, ma soprattutto di svolgere qualsiasi tipo di attività fisica prolungata per più di 5-6 minuti, cui seguirebbero altrimenti i consueti crampi, estesi ora anche ai quadricipiti.
Mi sono rivolto dunque nuovamente a un neurologo, il quale ha riscontrato un'accentuazione moderata dei miei riflessi e mi ha prescritto una serie di esami alla colonna vertebrale, da cui è emersa una rettileinizzazione del tratto cervicale e un'elettromiografia agli arti inferiori, da cui è emersa una sofferenza radicolare nella zona lombare, non confermata però dalla seguente risonanza magnetica in quella zona, che non ha evidenziato alcuna patologia organica.
Ora è circa un mese che il mio neurologo mi ha prescritto delle piccole dosi di cortisone (1mg ogni sera) e alcune vitamine per rinforzare il sistema nervoso.
Lui sostiene che si tratti di una nevrosi d'ansia, ma sta di fatto che da quando prendo regolarmente il cortisone, i dolori alla testa e le vertigini (secondo me imputabili alla rettileinizzazione del tratto cervicale) sono scomparsi, ma la rigidità alle gambe è rimasta tale e quale.
Ormai devo ammettere di essere piuttosto rassegnato. Continuo questa cura, ma davvero con scarse speranze di migliorare.
Vorrei sapere se da un esame neurologico si può escludere qualsiasi patologia ed essere dunque certi che si tratti di nevrosi, oppure se sarebbe necessario, a questo punto, approfondire la ricerca svolgendo esami di laboratorio più precisi, data soprattutto la mia condizione psicologica precedente ai fatti, che non era di tipo nevrotico e depresso, anzi, era esplosiva e vitale.
Io vorrei solo tornare ad avere le energie e la forza fisica che mi contraddistinguevano prima di questo calvario.
Scusate per la lunghezza di questo testo,
vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali Saluti
[#1]
Gentile Utente, da quanto esposto, il quadro clinico è specificatamente suggestivo di uno stato d'ansia somatizzata, occorerebbe però effettuare una diagnosi precisa, l'ansia in sè è solo un sintomo, presente in diversi quadri clinici. L'esame neurologico, in casi come da lei descritti, nella maggior parte dei casi può essere significativamente dirimente. Pertanto potrebbe essere utile prendere in cinsiderazione l'ipotesi di iniziare ad esplorare il versante psico-affettivo.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.5k visite dal 17/05/2008.
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