Parestesie piedi
Buongiorno,
premetto che ho 46 anni, e che mai prima d'ora ho avuto problemi simili a quelli che vado a descrivere. Il 4 febbraio scorso ho subito un intervento di cataratta, in seguito al quale, dopo circa dieci giorni, si è manifestata una infiammazione dell'occhio interno, L'oculista mi ha prescritto collirio antinfiammatorio steroideo e un collirio (Azopt)il quale serviva a mantenere bassa la pressione intraoculare proprio a causa dell'utilizzo del collirio antinfiammatorio. Dopo 14 giorni di tale terapia, l'occhio risponde bene e si riprende, ma compaiono strani sintomi ai piedi, ovvero sensazioni di avere oggetti semi rigidi sotto la pianta dei piedi, in vari punti e non contemporaneamente, comunque. Il bugiardino dell'Azopt, consultato, dice in effetti che come effetti collaterali possono esserci parestesie degli arti. Contatto l'oculista, che mi suggerisce in ogni modo di sentire un neurologo. la visita neurologica risulta negativa. L'oculista allora uppone si tratti del collirio, e, constatato che la cos aè per me fastidiosa ma non insopportabile, opta per continuare per ancora un mese con il collirio in questione, anche se in misura ridotta. Arriviamo alla metà di aprile e il collirio Azopt viene finalmente sospeso. Passano dieci giorni ma i sintomi non cessano, anche se si riducono un poco. Effettuo una serie di esami di sangue, urine, da cui non risulta nulla di anomalo. Torno da un altro neurologo, il quale non riscontra nulla di irregolare, e ritiene che i disturbi siano di natura psicosomatica, causati dal grande stress (soo in effetti un po' ansioso) legato all'intervento all'occhio e al resto, che mi ha causato preoccupazioni serie. Mi prescrive un ansiolitico blando per dieci giorni. Risultati, scarsi, i disturbi ai piedi continuano. A questo punto il neurologo effettua una EMG, la quale risulta sssolutamente nella norma, nessun danno ai nervi periferici. Mi prcrive dunque, avallando sempre comunque la natura psicosomatica, un ciclo di iniezioni intramuscolari di complesso vitaminico B, che ho quasi ultimato, con esiti poco rilevanti, anche se un ulteriore miglioramento c'è stato. La situazione attuale è la seguente: nessun dolore o crampo notturno. Le parestesie alla pianta dei piedi sono limitate a un paio di zone nel piede destro e a una in quello sinistro, e il fastidio lo avverto solo camminando. Muovo bene le dita dei piedi. Le gambe sono leggermente indolenzite, ma credo sia dovuto a oltre due mesi di fastidi ai piedi. Le gambe, sotto il ginocchio, sono leggermente insensibili a volte, ma in modo davvero leggero, e questo comunque accade dall'inizio o quasi dei disturbi. Come novità, da circa 15 giorni avverto a volte leggerissimi formcolii o sensazioni simili alle mani, entrambe, sui palmi e in alcune dita. In conclusione: cosa posso fare? E' opportuno sentire un ortopedico, per valutare se ci sono nervi compressi o dischi vetebrali in disordine (ma la EMG di due settimane fa era normale, e non ho affatto mal di schiena), oppure un cardilogo, per vedere la situazione delle arterie (problemi circolatori, forse?). Oppure, è davvero il caso di privilegiare la teoria della natura psicosomatica? In effetti sono oltre due mesi che ho questi strani disturbi ai piedi e non si viene a capo di nulla, con conseguente mia grande ansia e preoccupazione. Un ultimo dato, sono alto 1,78 e peso 84 kg, dovei pesarne dieci in meno. E' plausibile che 10 kg in più abbiano causato le parestesie ai piedi? O è davvero stato il collirio a scatenare tutto ciò, e non l'ho ancora smaltito? Grazie in anticipo per l'attenzione.
premetto che ho 46 anni, e che mai prima d'ora ho avuto problemi simili a quelli che vado a descrivere. Il 4 febbraio scorso ho subito un intervento di cataratta, in seguito al quale, dopo circa dieci giorni, si è manifestata una infiammazione dell'occhio interno, L'oculista mi ha prescritto collirio antinfiammatorio steroideo e un collirio (Azopt)il quale serviva a mantenere bassa la pressione intraoculare proprio a causa dell'utilizzo del collirio antinfiammatorio. Dopo 14 giorni di tale terapia, l'occhio risponde bene e si riprende, ma compaiono strani sintomi ai piedi, ovvero sensazioni di avere oggetti semi rigidi sotto la pianta dei piedi, in vari punti e non contemporaneamente, comunque. Il bugiardino dell'Azopt, consultato, dice in effetti che come effetti collaterali possono esserci parestesie degli arti. Contatto l'oculista, che mi suggerisce in ogni modo di sentire un neurologo. la visita neurologica risulta negativa. L'oculista allora uppone si tratti del collirio, e, constatato che la cos aè per me fastidiosa ma non insopportabile, opta per continuare per ancora un mese con il collirio in questione, anche se in misura ridotta. Arriviamo alla metà di aprile e il collirio Azopt viene finalmente sospeso. Passano dieci giorni ma i sintomi non cessano, anche se si riducono un poco. Effettuo una serie di esami di sangue, urine, da cui non risulta nulla di anomalo. Torno da un altro neurologo, il quale non riscontra nulla di irregolare, e ritiene che i disturbi siano di natura psicosomatica, causati dal grande stress (soo in effetti un po' ansioso) legato all'intervento all'occhio e al resto, che mi ha causato preoccupazioni serie. Mi prescrive un ansiolitico blando per dieci giorni. Risultati, scarsi, i disturbi ai piedi continuano. A questo punto il neurologo effettua una EMG, la quale risulta sssolutamente nella norma, nessun danno ai nervi periferici. Mi prcrive dunque, avallando sempre comunque la natura psicosomatica, un ciclo di iniezioni intramuscolari di complesso vitaminico B, che ho quasi ultimato, con esiti poco rilevanti, anche se un ulteriore miglioramento c'è stato. La situazione attuale è la seguente: nessun dolore o crampo notturno. Le parestesie alla pianta dei piedi sono limitate a un paio di zone nel piede destro e a una in quello sinistro, e il fastidio lo avverto solo camminando. Muovo bene le dita dei piedi. Le gambe sono leggermente indolenzite, ma credo sia dovuto a oltre due mesi di fastidi ai piedi. Le gambe, sotto il ginocchio, sono leggermente insensibili a volte, ma in modo davvero leggero, e questo comunque accade dall'inizio o quasi dei disturbi. Come novità, da circa 15 giorni avverto a volte leggerissimi formcolii o sensazioni simili alle mani, entrambe, sui palmi e in alcune dita. In conclusione: cosa posso fare? E' opportuno sentire un ortopedico, per valutare se ci sono nervi compressi o dischi vetebrali in disordine (ma la EMG di due settimane fa era normale, e non ho affatto mal di schiena), oppure un cardilogo, per vedere la situazione delle arterie (problemi circolatori, forse?). Oppure, è davvero il caso di privilegiare la teoria della natura psicosomatica? In effetti sono oltre due mesi che ho questi strani disturbi ai piedi e non si viene a capo di nulla, con conseguente mia grande ansia e preoccupazione. Un ultimo dato, sono alto 1,78 e peso 84 kg, dovei pesarne dieci in meno. E' plausibile che 10 kg in più abbiano causato le parestesie ai piedi? O è davvero stato il collirio a scatenare tutto ciò, e non l'ho ancora smaltito? Grazie in anticipo per l'attenzione.
[#1]
Gentile utente,
non è ovviamente semplice esprimere un parere a distanza, senza esame obiettivo. Infatti sarebbe importante conoscere i dettagli dell'esame neurologico già effettuato (andatura, segno di Romberg, prove cerebellari, nervi cranici, riflessi profondi, forza muscolare, esame delle sensibilità, Lasègue, ecc.)
Inoltre consiglierei di richiedere un esame completo del sangue con valutazione anche di TSH, FT3, FT4, folati, vitB12, elettroliti con magnesiemia, glicemia, VES, elettroforesi proteine sieriche, emocromo, eventuale curva da carico orale di glucosio.
Mi faccia sapere.
Tanti saluti.
non è ovviamente semplice esprimere un parere a distanza, senza esame obiettivo. Infatti sarebbe importante conoscere i dettagli dell'esame neurologico già effettuato (andatura, segno di Romberg, prove cerebellari, nervi cranici, riflessi profondi, forza muscolare, esame delle sensibilità, Lasègue, ecc.)
Inoltre consiglierei di richiedere un esame completo del sangue con valutazione anche di TSH, FT3, FT4, folati, vitB12, elettroliti con magnesiemia, glicemia, VES, elettroforesi proteine sieriche, emocromo, eventuale curva da carico orale di glucosio.
Mi faccia sapere.
Tanti saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
SPECIALISTA IN NEUROLOGIA
ASL BARI
[#2]
Utente
Buonasera Dr. Muciaccia,
la ringrazio innanzitutto per la sua velocissima e cortese risposta. Ho effettuato TUTTI gli esami che lei menziona, e TUTTI hanno dato esito negativo, o nella norma. Da dove arrivano questi disturbi ai piedi? Si può a questo punto pensare alla psicosomatica, o consiglia di approfondire, e se si come? Il disturbo è inferiore ai primi tempi, ma persiste. Possibile che sia stato il collirio usato per un mese e mezzo a fare tutto questo? La ringrazio anticipatamente per la sua eventuale nuova risposta.
la ringrazio innanzitutto per la sua velocissima e cortese risposta. Ho effettuato TUTTI gli esami che lei menziona, e TUTTI hanno dato esito negativo, o nella norma. Da dove arrivano questi disturbi ai piedi? Si può a questo punto pensare alla psicosomatica, o consiglia di approfondire, e se si come? Il disturbo è inferiore ai primi tempi, ma persiste. Possibile che sia stato il collirio usato per un mese e mezzo a fare tutto questo? La ringrazio anticipatamente per la sua eventuale nuova risposta.
[#3]
Gentile utente,
non credo che il collirio possa aver causato il disturbo.
Nel caso siano escluse eventuali neuropatie, radicolopatie o altre malattie del sistema nervoso, si potrebbe pensare ad un disturbo psicosomatico, sebbene sia necessario definire con precisione tale diagnosi sulla base della classificazione internazionale del DSM IV.
Cordiali saluti.
non credo che il collirio possa aver causato il disturbo.
Nel caso siano escluse eventuali neuropatie, radicolopatie o altre malattie del sistema nervoso, si potrebbe pensare ad un disturbo psicosomatico, sebbene sia necessario definire con precisione tale diagnosi sulla base della classificazione internazionale del DSM IV.
Cordiali saluti.
[#4]
Utente
Buonasera Dr. Muciaccia,
se possibile, vorrei ancora una volta approfittare della sua cortesia e competenza per chiarirmi questo dubbio. Sto effettuando le cura a base di iniezioni di complesso vitaminico B, ma onestamente non vedo molti risultati; c'è un miglioramento, ma è davvero modesto, almeno per ora, e devo acora fare tre iniezioni. Richiamo la sua attenzione sui tempi: Inizio dei disturbi, 28 febbraio. Disturbi da subito evidenti e costanti, e non preceduti da alternanze e da sintomi crescenti; al contrario, sono andati diminuendo leggermente con il tempo. Prima visita neurologica: 7 marzo. Esami completi di sangue, urine, eccetera: 12 marzo. Seconda visita neurologica: 9 aprile. Terza visita neurologica con EMG: 29 aprile.
In breve, dopo tutti gli esami, con esito negativo, ho fatto la EMG 61 giorni dopo la comparsa dei sintomi, e tutto è risultato assolutamente a posto. Domando: è possibile che si tratti comunque di una neurpatia e che ben 60 giorni di tempo (di sintomi, ripeto,chiari e costanti) non siano stati sufficienti a renderla evidente? Se così non fosse, allora vuol dire che in teoria (non scomparendo o diminuendo decisamente i sintomi) dovrei ripetere l'EMG ogni quindici giorni fino a che non compaiono risultati? Oppure 60 giorni sono sufficienti ad escludere (in assenza di risultati negativi dell'EMG) una neuropatia? Chiedo questo perchè non so bene cosa fare o rifare se i sinomi persistono. E le dirò che la teoria psicosomatica mi convince pochino.
Un grazie di cuore per il suo eventuale e auspicabile aiuto.
se possibile, vorrei ancora una volta approfittare della sua cortesia e competenza per chiarirmi questo dubbio. Sto effettuando le cura a base di iniezioni di complesso vitaminico B, ma onestamente non vedo molti risultati; c'è un miglioramento, ma è davvero modesto, almeno per ora, e devo acora fare tre iniezioni. Richiamo la sua attenzione sui tempi: Inizio dei disturbi, 28 febbraio. Disturbi da subito evidenti e costanti, e non preceduti da alternanze e da sintomi crescenti; al contrario, sono andati diminuendo leggermente con il tempo. Prima visita neurologica: 7 marzo. Esami completi di sangue, urine, eccetera: 12 marzo. Seconda visita neurologica: 9 aprile. Terza visita neurologica con EMG: 29 aprile.
In breve, dopo tutti gli esami, con esito negativo, ho fatto la EMG 61 giorni dopo la comparsa dei sintomi, e tutto è risultato assolutamente a posto. Domando: è possibile che si tratti comunque di una neurpatia e che ben 60 giorni di tempo (di sintomi, ripeto,chiari e costanti) non siano stati sufficienti a renderla evidente? Se così non fosse, allora vuol dire che in teoria (non scomparendo o diminuendo decisamente i sintomi) dovrei ripetere l'EMG ogni quindici giorni fino a che non compaiono risultati? Oppure 60 giorni sono sufficienti ad escludere (in assenza di risultati negativi dell'EMG) una neuropatia? Chiedo questo perchè non so bene cosa fare o rifare se i sinomi persistono. E le dirò che la teoria psicosomatica mi convince pochino.
Un grazie di cuore per il suo eventuale e auspicabile aiuto.
[#5]
Caro utente,
purtroppo non è semplice esprimere un ulteriore parere senza valutazione diretta. Infatti in questi casi è molto importante un accurato e prolungato esame obiettivo neurologico al fine di individuare eventuali aree di disestesia tattile e termodolorifica ovvero alterazioni delle sensibilità profonde (sensibilità vibratoria, di posizione, di movimento, ecc.). Inoltre potrebbe essere utile estendere gli esami strumentali richiedendo lo studio dei potenziali evocati somato-sensoriali (PESS) che indagano le vie nervose sensitive centrali o effettuando una RMN del midollo spinale. In ogni caso deve essere il suo neurologo a decidere la strada da intraprendere.
In ogni caso può inviarmi copia del referto degli esami già espletati all'indirizzo di posta elettronica sottoelencato come files jpg o pdf, per ulteriori valutazioni.
Cordiali saluti.
purtroppo non è semplice esprimere un ulteriore parere senza valutazione diretta. Infatti in questi casi è molto importante un accurato e prolungato esame obiettivo neurologico al fine di individuare eventuali aree di disestesia tattile e termodolorifica ovvero alterazioni delle sensibilità profonde (sensibilità vibratoria, di posizione, di movimento, ecc.). Inoltre potrebbe essere utile estendere gli esami strumentali richiedendo lo studio dei potenziali evocati somato-sensoriali (PESS) che indagano le vie nervose sensitive centrali o effettuando una RMN del midollo spinale. In ogni caso deve essere il suo neurologo a decidere la strada da intraprendere.
In ogni caso può inviarmi copia del referto degli esami già espletati all'indirizzo di posta elettronica sottoelencato come files jpg o pdf, per ulteriori valutazioni.
Cordiali saluti.
[#6]
Utente
Dr. Muciaccia buonasera,
nuovamente la ringrazio per la risposta. Ho deciso di terminare la terapia a base di complesso vitaminico B, se poi non ci dovessero essere ulteriori miglioramenti evidenti, tornerò dal neurologo e vedremo il da farsi. Resta il problema psicologico: nonostante io cerchi di non pensarci, la cosa peggiore di uta questa vicenda è il non sapere esattamente cosa ho. Da tutte le descrizioni che le ho fornito, secondo lei posso almeno in buona percentuale escludere di avere sintomi di SLA o sclerosi multipla? Questo pensiero, che tento di scacciare, mi tormenta parecchio, mi farebbe piacere un suo ultimo parere.
nuovamente la ringrazio per la risposta. Ho deciso di terminare la terapia a base di complesso vitaminico B, se poi non ci dovessero essere ulteriori miglioramenti evidenti, tornerò dal neurologo e vedremo il da farsi. Resta il problema psicologico: nonostante io cerchi di non pensarci, la cosa peggiore di uta questa vicenda è il non sapere esattamente cosa ho. Da tutte le descrizioni che le ho fornito, secondo lei posso almeno in buona percentuale escludere di avere sintomi di SLA o sclerosi multipla? Questo pensiero, che tento di scacciare, mi tormenta parecchio, mi farebbe piacere un suo ultimo parere.
[#7]
Gentile utente,
non vedo motivi per pensare a malattie neurologiche gravi. Tuttavia non è possibile esprimere un parere attendibile senza le valutazioni obiettive ed eventuali ulteriori esami strumentali.
Richieda pertanto una visita neurologica di controllo per le opportune valutazioni del Collega.
Cordiali saluti ed auguri.
non vedo motivi per pensare a malattie neurologiche gravi. Tuttavia non è possibile esprimere un parere attendibile senza le valutazioni obiettive ed eventuali ulteriori esami strumentali.
Richieda pertanto una visita neurologica di controllo per le opportune valutazioni del Collega.
Cordiali saluti ed auguri.
[#9]
Utente
***ATTENZIONE!***
Questo consulto risulta aggiornato a più di DUE MESI fa:
valuta attentamente se la tua risposta può ancora essere utile all'utente!
Se ritieni opportuno inviare comunque il tuo consulto all'utente allora CANCELLA TUTTO QUESTO AVVISO e scrivi qui di seguito, grazie.
Gent.mo Dottor Muciaccia,
mi permetto di chiedere ancora il suo parere. Sono trascorsi altri 4 mesi e la situazione è leggermente migliorata. I disturbi del piede sinistro sono pressochè spariti, la sensazione di lieve insensibilità ala parte bassa delle gambe pure, rimangono i disturbi, ma minori di prima, al piede destro. Tali disturbi, che, ripeto, sono avvertibili solo camminando o inarcando il piede spingendo la pianta contro la suola della scarpa (la manovra a piede scalzo non ha effetto alcuno), sono assolutamente più avvertibili dal pomeriggio in avanti, come se se il riposo notturno in qualche modo alleviasse la pressione. Di notte non ho, come sempre, mai disturbi di sorta. Fino al mese di luglio il neurologo mi ha visitato più volte, convincendosi del fatto che trattisi di disturbi di tipo psicosomatico. Non solo, ma mi ha fatto assumere Xanax 0,5 e Cipralex 10 mg, per un mese circa, a dosi moderate e poi ridotte. Gli effetti sono stati lievi, almeno dormivo meglio la notte ed ero un po' più tranquillo. Poi il neurologo, a fine luglio, mi ha detto che in pratica io non ho bisono di lui, semmai di uno psichiatra. Nel frattempo, da giugno, sporadicamente e per brevi periodi (ore o minuti), a volte compaiono leggerissimi formicolii (la definizione esatta è qualcosa di simile a quando si indossa un capo sulla pelle di lana grezza, quindi non proprio formicolio, bensìun leggerissimo senso di fastidio sulla pelle) sulla gamba destra, raramente la sinistra, ancora più raramente al braccio destro, sempre di lieve entità e breve durata. Comunicato questo al neurologo, insisteva comunque per la tesi psicosomatica. In conclusione, sono trascorsi 7 mesi dalla comparsa dei sintomi; io non avverto, a parte quanto descrittole, null'altro, la forza è la stessa, tanto che faccio esercizio fisico (sono tutora in sovrappeso), e faccio ogni giorno due volte, in scioltezza, otto piani di scale a piedi, salendo gli scalini a due a due. Posso chiederle che dea si è fatto, pur comprendendo che lei mi legge e non mi vede? Ho fatto un controllo ortopedico, risulta solo una postura un po' errata, ma lieve, l'ecografia dei piedi non ha prodotto nulla di anomalo. Le viene in mente una ipotesi diagnostica? Consiglia una nuova EMG (la prima l'ho fatta dopo 2 mesi dall'esordio dei sintomi, ovvero 5 mesi fa. La ringrazio di cuore, anche perchè lo stress emotivo dopo tutto questo tempo ce l'ho davvero.
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Se ritieni opportuno inviare comunque il tuo consulto all'utente allora CANCELLA TUTTO QUESTO AVVISO e scrivi qui di seguito, grazie.
Gent.mo Dottor Muciaccia,
mi permetto di chiedere ancora il suo parere. Sono trascorsi altri 4 mesi e la situazione è leggermente migliorata. I disturbi del piede sinistro sono pressochè spariti, la sensazione di lieve insensibilità ala parte bassa delle gambe pure, rimangono i disturbi, ma minori di prima, al piede destro. Tali disturbi, che, ripeto, sono avvertibili solo camminando o inarcando il piede spingendo la pianta contro la suola della scarpa (la manovra a piede scalzo non ha effetto alcuno), sono assolutamente più avvertibili dal pomeriggio in avanti, come se se il riposo notturno in qualche modo alleviasse la pressione. Di notte non ho, come sempre, mai disturbi di sorta. Fino al mese di luglio il neurologo mi ha visitato più volte, convincendosi del fatto che trattisi di disturbi di tipo psicosomatico. Non solo, ma mi ha fatto assumere Xanax 0,5 e Cipralex 10 mg, per un mese circa, a dosi moderate e poi ridotte. Gli effetti sono stati lievi, almeno dormivo meglio la notte ed ero un po' più tranquillo. Poi il neurologo, a fine luglio, mi ha detto che in pratica io non ho bisono di lui, semmai di uno psichiatra. Nel frattempo, da giugno, sporadicamente e per brevi periodi (ore o minuti), a volte compaiono leggerissimi formicolii (la definizione esatta è qualcosa di simile a quando si indossa un capo sulla pelle di lana grezza, quindi non proprio formicolio, bensìun leggerissimo senso di fastidio sulla pelle) sulla gamba destra, raramente la sinistra, ancora più raramente al braccio destro, sempre di lieve entità e breve durata. Comunicato questo al neurologo, insisteva comunque per la tesi psicosomatica. In conclusione, sono trascorsi 7 mesi dalla comparsa dei sintomi; io non avverto, a parte quanto descrittole, null'altro, la forza è la stessa, tanto che faccio esercizio fisico (sono tutora in sovrappeso), e faccio ogni giorno due volte, in scioltezza, otto piani di scale a piedi, salendo gli scalini a due a due. Posso chiederle che dea si è fatto, pur comprendendo che lei mi legge e non mi vede? Ho fatto un controllo ortopedico, risulta solo una postura un po' errata, ma lieve, l'ecografia dei piedi non ha prodotto nulla di anomalo. Le viene in mente una ipotesi diagnostica? Consiglia una nuova EMG (la prima l'ho fatta dopo 2 mesi dall'esordio dei sintomi, ovvero 5 mesi fa. La ringrazio di cuore, anche perchè lo stress emotivo dopo tutto questo tempo ce l'ho davvero.
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Gentile utente,
come avevo già detto, non è semplice esprimere un parere senza valutazione clinica diretta. Infatti in questi casi è molto importante un accurato esame obiettivo neurologico al fine di individuare eventuali aree di disestesia tattile e termodolorifica ovvero alterazioni delle sensibilità profonde (sensibilità vibratoria, di posizione, di movimento, ecc.). In effetti l'esame obiettivo delle sensibilità è verosimilmente la parte più difficile di un esame neurologico e richiede attenzione da parte del medico e collaborazione da parte del paziente.
Inoltre potrebbe risultare utile una nuova EMG/ENG degli arti inferiori.
In ogni caso deve essere considerata la possibilità di un disturbo somatoforme, eventualità che deve essere presa in considerazione soltanto al termine di tutti gli esami clinici e strumentali consigliati.
Cordiali saluti ed auguri.
come avevo già detto, non è semplice esprimere un parere senza valutazione clinica diretta. Infatti in questi casi è molto importante un accurato esame obiettivo neurologico al fine di individuare eventuali aree di disestesia tattile e termodolorifica ovvero alterazioni delle sensibilità profonde (sensibilità vibratoria, di posizione, di movimento, ecc.). In effetti l'esame obiettivo delle sensibilità è verosimilmente la parte più difficile di un esame neurologico e richiede attenzione da parte del medico e collaborazione da parte del paziente.
Inoltre potrebbe risultare utile una nuova EMG/ENG degli arti inferiori.
In ogni caso deve essere considerata la possibilità di un disturbo somatoforme, eventualità che deve essere presa in considerazione soltanto al termine di tutti gli esami clinici e strumentali consigliati.
Cordiali saluti ed auguri.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 21.5k visite dal 14/05/2008.
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