Frequenti episodi di vertigini, difficoltà di parola

Buongiorno, Le scrivo per avere una sua opinione sul mio stato di salute che spero di riassumere in breve. Da maggio 2012 si presenta ai polpalstrelli una parestesia (più evidente a destra) che peggiora nell'arco della giornata e con le alte temperature. In settembre mi reco in un istituto neurologico per effettuare una visita neurologica su consiglio del mio medico curante. Effettuo quindi i seguenti esami: elettromiografia (esito negativo), PESS (esito negativo), RMN (si evidenzia una lesione in C2 non più attiva), RMN all'encefalo con contrasto. A questo punto subentra (siamo a dicembre 2012) una diplopia all'occhio DX e vengo ricoverato per ulteriori accertamenti. Una nuova RMN all'encefalo mostra una ischemia al mesencefalo e mi viene prescritto il Cardirene ed un farmaco per ridurre il colesterolo (era circa 244 all'atto del ricovero). Il 21 dicembre vengo dimesso (la diplopia è svanita in circa 3/4 giorni) con la diagnosi di ischemia cerebrale con causa probabile cardiovascolare (all'interno della clinica ho nuovamente effettuato i PESS (negativi), l'Ecodoppler ed altro. Mi viene prescritta una ecografia transesofagea che effettuo il 7 gennaio 2013 il cui esito è di una possibile causa dovuta alla presenza di trombi nell'arteria DX. Effettuo quindi una visita cardiologica che però, a meno delle possibili eccezioni, esclude la causa cardiovascolare consigliandomi di continuare le investigazioni neurologiche. Dalle dimissioni (21 dicembre) non presento nessun sintomo particolare mentre, dal 3 gennaio 2013, mi si presentano delle "scosse" molto frequenti (più di 3/4 l'ora) di alcuni secondi: in pratica è come se qualcosa mi attraversasse il corpo (dall'alto verso il basso) dandomi sensazioni di vertigini/capogiri, difficoltà di parola ed appesantimento degli arti (sia superiori che inferiori). Nell'arco della giornata il ripetersi frequente di tali episodi (anche 10/ora) comportano uno stato di malessere soprattutto agli arti inferiori (come se tali scosse si accumulassero).
Ho quindi ricontattato il neurologo clinico che mi ha prescritto un EEG ed una nuova risonanza. L'EEG risulta negativo (anche in presenza delle scosse) e la risonanza conferma quanto già evidenziato in precedenza senza nuove evenienze. A questo punto il neurologo non ritiene che ci possano essere elementi tali da effettuare prescrizioni farmacologiche (epilessie od altro) rimandando ad eventuali nuovi sintomi un successivo incontro. Avrei bisogno di un Vostro consiglio su come procedere, tenga conto che ho prenotato un'altra visita, con un neurologo differente per capire cosa possa essere anche perché la difficoltà di parola è un evenienza oggettiva riscontrata anche dalla mia famiglia e quindi non credo che possano essere sintomi dovuti a problemi non neurologici. Cordiali Saluti
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Gentile utente,
lungi da chi le scrive circa l'esprimere un parere sui suoi disturbi senza averla visitata ed aver potuto consultare de visu gli esami effettuati;
credo tuttavia che le ultime 4 righe del suo scritto siano già di per sè la risposta alla sua domanda.
Ovvero come mi debbo comportare?.
Credo che dopo le visite effettuate e gli esami cui è stato sottoposto essere ancora senza una risposta formata e supportata EBM (medicina basata sull'evidenza) la autorizzi assolutamente a chiedere "un così detto "secondo parere" specialistico.
Nell'eventuale prossimo contatto, ove credesse, definisca meglio cosa intende per "scosse" ovvero 1)sensazione di scossa elettrica senza movimento di segmento corporeo, o 2)movimento evidente (ritmico e stereotipato) di gruppi muscolari e pertanto di segmenti corporei).
Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, aspetterò la visita specialistica per vedere se il suo collega ha qualche idea in proposito.
Relativamente alle "scosse" non ho alcun movimento e più che una vera e propria scossa è una sensazione interna che si preannuncia (cioè capisco che sta arrivando) come se qualcosa di molto leggero partisse dall'alto verso il basso e mi provoca prima le vertigini/capogiri, poi la difficoltà di scandire bene le parole e poi l'appesantimento delle gambe; se dovessi trovare un esempio è come se fossi fortemente ubriaco per pochissimi secondi. Grazie nuovamente
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Utente
Utente
Ho effettuato la visita neurologica e lo specialista non ha potuto dagli esami effettuati ricavare una diagnosi certa. Mi ha quindi prescritto una TAC all'encefalo e un ecodoppler alle gambe che ho prenotato ed effettuerò prossimamente.
Per quanto riguarda il problema segnalato in precedenza il neurologo ipotizza che possa essere una causa dell'ischemia avuta in dicembre e mi ha quindi prescritto dei farmaci anti-epilettici sperando che gli stessi possano darmi giovamento. Purtroppo la terapia anticolesterolo ha provocato dei valori al fegato (AST=74, ALT=136, GAMMA GT=113) fuori standard e, d'accordo con il mio medico di famiglia, abbiamo sospeso il medicinale anti-colesterolo e, tra una settimana, se i valori torneranno nella norma inizierò la terapia anti-epilettica.
Le scrivo anche perché è da un paio di giorni che quelle scosse si sono un po' ridotte ma mi ritrovo con giramenti di testa quasi continui e molto fastidiosi, secondo Lei potrebbero anche questi essere una conseguenza dell'ischemia oppure devo tornare dal neurologo se dovessero peristere?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Gentile utente,
brevemente:
-le scosse di natura critica ovvero epilettica provocano spostamento di segmenti corporei,
a meno che per scosse intenda una "sensazione sensitiva" (crisi semplicemente sensitive? possibile ma mi sembra che durino troppo poco tempo: lei parla di alcuni secondi, una crisi solitamente si protrae per almento 2-3 minuti),
inoltre l'EEG eseguito è risultato negativo cioè normale anche durante le scosse medesime, ergo...
-gli episodi critici ovvero epillettici vengono quasi sempre prodotti da sofferenze/lesioni sopratentoriali ovvero situate a livello degli emisferi cerebrali;
Non credo di aver mai visto un focolaio epilettogeno a livello del troncoencefalico (del quale il mesencefalo rappresenta una porzione).
Per quel che concerne i "giramenti di testa" possono dipendere dai farmaci anti-epilettici che, nel primo perido di assunzione di sovente provocano come effetti collaterali sonnolenza, sedazione "senso di stordimento e di testa vuota".
A questo punto siamo con una lesione del midollo cervicale (entrambe per localizzazione possono essere responsabili di disturbi dellequilibrio) ed una lesione del mesencefalo cioè a livello troncoencefalico.
Chiederei al suo neurologo di prendere in considerazioni altre ipotesi che non siano episodi critici epilettici.
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Utente
Utente
Gent.mo Dott. Poli, innanzitutto la ringrazio per la sua risposta però, probabilmente non sono stato chiarissimo nella mia precedente.
Il neurologo che mi ha visitato non ha diagnosticato episodi epilettici (e quindi indicato la terapia conseguente) ma ha ipotizzato che quanto da me segnalato sia una conseguenza dell'ischemia che, secondo lui, potrebbe avere giovamento da una cura anti-epilettica prescrivendomi così i farmaci conseguenti.
Relativamente ai giramenti di testa che ho da qualche giorno non possono essere dovuti ai farmaci anti-epilettici non avendo ancora iniziato la somministrazione a causa dei valori sulla funzione epatica ricavati dagli ultimi esami del sangue. Ad oggi gli unici farmaci che sto assumendo sono: gastroprotettore (mi sembra Pantoprazolo) e Cardirene; come detto l'anticolesterolo è stato sospeso.
Grazie nuovamente
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