Kickboxing - colpi alla testa
Buongiorno,
ho 28 anni e da circa un anno e mezzo pratico kickboxing a livello amatoriale.
Già da tempo sto pensando di smettere per questioni di tempo, ma soprattutto ora poiché ho letto cose che non mi sono piaciute affatto sui possibili danni cerebrali provocati dai colpi alla testa.
Purtroppo a schivare non sono un fenomeno e ad ogni allenamento (ne svolgo 2 a settimana) mi capita di subire molti colpi alla testa, soprattutto perché ho un paio di compagni privi di capacità di autocontrollo e che colpiscono con la massima potenza. Fermo restando che utilizziamo guantoni e caschetto, alcuni colpi li sento lo stesso.
Preciso che finora non mi è mai capitato di perdere coscienza dopo un colpo, o dopo una sequenza di colpi subiti, anzi ragiono in maniera lucida anche dopo ogni impatto. Non mi pare di aver nemmeno mai provato amnesie o confusione mentale.
Tuttavia, dopo un allenamento in cui ho subito tanti colpi, mi pare che perdurino per ore, o anche fino a metà del giorno successivo, come un lievissimo capogiro e qualche saltuaria, quasi impercettibile, fitta alla testa. Può darsi che in tutto questo ci sia una componente psicologica, ma la sensazione è che ci sia anche qualcosa di reale.
Effettuando alcune ricerche su internet, ho capito a grandi linee come funziona la meccanica delle concussioni secondo gli studi più recenti.
Ho così appreso che, in caso di concussioni lievi, il pericolo non è rappresentato tanto dal singolo trauma (come si pensava una volta), che a riposo guarisce dopo un certo numero di giorni, ma dalla ripetizione dei traumi. Questo perché, dopo un trauma, le cellule colpite diventano particolarmente vulnerabili per un certo lasso di tempo e, se colpite nuovamente, possono subire un danno permanente.
Questa scoperta mi ha preoccupato molto perché, come accennato, in allenamento mi capita di subire anche 7-8 pugni forti alla testa. Quindi, tra un allenamento e l’altro, a rigor di logica non credo ci siano problemi essendo i sintomi così lievi; mi preoccupa invece ciò che accade all’interno di uno stesso allenamento, quando appunto subisco tanti colpi a distanza di secondi o minuti l’uno dall’altro.
Dunque mi chiedo:
- Potrei già aver subito danni irreversibili? Oppure in tal caso avrei avuto sintomi più evidenti? Non parlo solo di malattie gravi come Alzheimer ecc., ma anche magari di un semplice calo del QI o di memoria che potrei riscontrare fra anni. È possibile?
- Inoltre mi chiedo: per provocare una concussione (anche microscopica), e quindi entrare nella fase di vulnerabilità, è sempre necessaria una botta molto violenta, oppure può bastare un semplice pugno subito?
- Quando ci si trova in tale fase vulnerabile, può bastare anche una piccola scossa per provocare danni permanenti, oppure serve un altro colpo molto violento?
- Infine: è possibile, tramite determinati esami, verificare di non aver subito alcun danno permanente? Nel caso, credete valga la pena di farmelo prescrivere?
Grazie in anticipo.
ho 28 anni e da circa un anno e mezzo pratico kickboxing a livello amatoriale.
Già da tempo sto pensando di smettere per questioni di tempo, ma soprattutto ora poiché ho letto cose che non mi sono piaciute affatto sui possibili danni cerebrali provocati dai colpi alla testa.
Purtroppo a schivare non sono un fenomeno e ad ogni allenamento (ne svolgo 2 a settimana) mi capita di subire molti colpi alla testa, soprattutto perché ho un paio di compagni privi di capacità di autocontrollo e che colpiscono con la massima potenza. Fermo restando che utilizziamo guantoni e caschetto, alcuni colpi li sento lo stesso.
Preciso che finora non mi è mai capitato di perdere coscienza dopo un colpo, o dopo una sequenza di colpi subiti, anzi ragiono in maniera lucida anche dopo ogni impatto. Non mi pare di aver nemmeno mai provato amnesie o confusione mentale.
Tuttavia, dopo un allenamento in cui ho subito tanti colpi, mi pare che perdurino per ore, o anche fino a metà del giorno successivo, come un lievissimo capogiro e qualche saltuaria, quasi impercettibile, fitta alla testa. Può darsi che in tutto questo ci sia una componente psicologica, ma la sensazione è che ci sia anche qualcosa di reale.
Effettuando alcune ricerche su internet, ho capito a grandi linee come funziona la meccanica delle concussioni secondo gli studi più recenti.
Ho così appreso che, in caso di concussioni lievi, il pericolo non è rappresentato tanto dal singolo trauma (come si pensava una volta), che a riposo guarisce dopo un certo numero di giorni, ma dalla ripetizione dei traumi. Questo perché, dopo un trauma, le cellule colpite diventano particolarmente vulnerabili per un certo lasso di tempo e, se colpite nuovamente, possono subire un danno permanente.
Questa scoperta mi ha preoccupato molto perché, come accennato, in allenamento mi capita di subire anche 7-8 pugni forti alla testa. Quindi, tra un allenamento e l’altro, a rigor di logica non credo ci siano problemi essendo i sintomi così lievi; mi preoccupa invece ciò che accade all’interno di uno stesso allenamento, quando appunto subisco tanti colpi a distanza di secondi o minuti l’uno dall’altro.
Dunque mi chiedo:
- Potrei già aver subito danni irreversibili? Oppure in tal caso avrei avuto sintomi più evidenti? Non parlo solo di malattie gravi come Alzheimer ecc., ma anche magari di un semplice calo del QI o di memoria che potrei riscontrare fra anni. È possibile?
- Inoltre mi chiedo: per provocare una concussione (anche microscopica), e quindi entrare nella fase di vulnerabilità, è sempre necessaria una botta molto violenta, oppure può bastare un semplice pugno subito?
- Quando ci si trova in tale fase vulnerabile, può bastare anche una piccola scossa per provocare danni permanenti, oppure serve un altro colpo molto violento?
- Infine: è possibile, tramite determinati esami, verificare di non aver subito alcun danno permanente? Nel caso, credete valga la pena di farmelo prescrivere?
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile utente,
credo sia il caso di interrompere una attività che le provoca continui colpi al cranio ed almeno una parte di essa si ripercuota al cervello.
Rammenta Mohamed Alì?
Alle prime 3 domande la risposta è: si sarebbe possibile.
Alla ultima domanda le consiglierei una preliminare visita specialistica neurologica. Credo non mancheranno alcuni esami (soprattutto se il collega dovesse rilevare segni e/o sintomi neurologici):
La regola dovrebbe essere: prima visita specialistica poi eventuali esami strumentali e non, mai il contrario.
Cordialmente.
credo sia il caso di interrompere una attività che le provoca continui colpi al cranio ed almeno una parte di essa si ripercuota al cervello.
Rammenta Mohamed Alì?
Alle prime 3 domande la risposta è: si sarebbe possibile.
Alla ultima domanda le consiglierei una preliminare visita specialistica neurologica. Credo non mancheranno alcuni esami (soprattutto se il collega dovesse rilevare segni e/o sintomi neurologici):
La regola dovrebbe essere: prima visita specialistica poi eventuali esami strumentali e non, mai il contrario.
Cordialmente.
Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile dottore,
grazie innanzitutto per la risposta.
Ho già deciso di interrompere l'attività, immediatamente e definitivamente.
Mi attivo subito per prenotare una visita neurologica.
Non nascondo che a questo punto sono molto preoccupato.
Preciso comunque che la mia mente mi sembra funzionare in maniera perfettamente uguale a come funzionava prima di cominciare l'attività, ma forse questo non significa molto visto che gli effetti si potrebbero vedere a lungo termine.
Vorrei farle ancora la seguente domanda: se il neurologo mi dovesse prescrivere esami come, ad esempio, una risonanza magnetica, l'esito fugherebbe definitivamente ogni dubbio? Cioè, se gli esami non dovessero rilevare nulla di anomalo, potrei stare tranquillo definitivamente?
Infine, mi saprebbe gentilmente consigliare un valido specialista, che lavora a Milano, da cui farmi visitare?
Grazie mille.
grazie innanzitutto per la risposta.
Ho già deciso di interrompere l'attività, immediatamente e definitivamente.
Mi attivo subito per prenotare una visita neurologica.
Non nascondo che a questo punto sono molto preoccupato.
Preciso comunque che la mia mente mi sembra funzionare in maniera perfettamente uguale a come funzionava prima di cominciare l'attività, ma forse questo non significa molto visto che gli effetti si potrebbero vedere a lungo termine.
Vorrei farle ancora la seguente domanda: se il neurologo mi dovesse prescrivere esami come, ad esempio, una risonanza magnetica, l'esito fugherebbe definitivamente ogni dubbio? Cioè, se gli esami non dovessero rilevare nulla di anomalo, potrei stare tranquillo definitivamente?
Infine, mi saprebbe gentilmente consigliare un valido specialista, che lavora a Milano, da cui farmi visitare?
Grazie mille.
[#3]
Credo che se il neurologo che dovesse visitarla (mi rivolgerei all'Istituto Besta oppure al Niguarda Ca' Granda) le dovesse prescrivere una RM Encefalo questa fornirebbe informazioni anatomo morfologiche. E' verosimile che il collega vorrà vedere anche una valutazione funzionale attraverso test di valutazione cognitiva.
Cordialmente.
Cordialmente.
[#4]
Utente
Grazie dottore,
mi scusi ma sono molto in ansia e ne approfitterei per farle ancora qualche domanda:
1) Riformulo meglio la domanda di prima: non per "cantare vittoria" prima del tempo, ma per ipotesi, SE il neurologo non dovesse rilevare nulla di anomalo dalla valutazione cognitiva funzionale, e allo stesso tempo la RM encefalo non mostrasse anomalie morfologiche, significherebbe che non ho subito danni irreversibili e potrei stare tranquillo definitivamente? O almeno che i danni sono trascurabili?
Oppure ci possono essere danni gravi non rilevati dalle metodologie di cui sopra e che magari si potrebbero manifestare solo fra anni o decenni?
2) Ho letto che in realtà abbiamo molti più neuroni di quanti ce ne servano realmente, tanto è vero che vengono gradualmente eliminati quelli in "sovrannumero" mediante apoptosi.
E' quindi verosimile che, chiaramente se non se ne perdono troppi e non si producono ematomi ecc., la differenza in teoria non dovrebbe mai manifestarsi?
3) Sfogliando i vari studi effettuati sui pugili, sembrerebbe che i disturbi cognitivi interessino perlopiù atleti con una lunga e intensa carriera alle spalle (come appunto Mohamed Ali), oppure pugili che hanno subito KO ripetuti.
Posso essere "cautamente" ottimista in questo senso, dal momento che mi sono allenato soltanto per un annetto, 2 ore a settimana (peraltro saltando molti allenamenti), senza mai subire perdite di coscienza né amnesie né confusione mentale?
mi scusi ma sono molto in ansia e ne approfitterei per farle ancora qualche domanda:
1) Riformulo meglio la domanda di prima: non per "cantare vittoria" prima del tempo, ma per ipotesi, SE il neurologo non dovesse rilevare nulla di anomalo dalla valutazione cognitiva funzionale, e allo stesso tempo la RM encefalo non mostrasse anomalie morfologiche, significherebbe che non ho subito danni irreversibili e potrei stare tranquillo definitivamente? O almeno che i danni sono trascurabili?
Oppure ci possono essere danni gravi non rilevati dalle metodologie di cui sopra e che magari si potrebbero manifestare solo fra anni o decenni?
2) Ho letto che in realtà abbiamo molti più neuroni di quanti ce ne servano realmente, tanto è vero che vengono gradualmente eliminati quelli in "sovrannumero" mediante apoptosi.
E' quindi verosimile che, chiaramente se non se ne perdono troppi e non si producono ematomi ecc., la differenza in teoria non dovrebbe mai manifestarsi?
3) Sfogliando i vari studi effettuati sui pugili, sembrerebbe che i disturbi cognitivi interessino perlopiù atleti con una lunga e intensa carriera alle spalle (come appunto Mohamed Ali), oppure pugili che hanno subito KO ripetuti.
Posso essere "cautamente" ottimista in questo senso, dal momento che mi sono allenato soltanto per un annetto, 2 ore a settimana (peraltro saltando molti allenamenti), senza mai subire perdite di coscienza né amnesie né confusione mentale?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 16.3k visite dal 25/01/2013.
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