Topamax, pensieri suicidi ed effetti collaterali

Un saluto e un ringraziamento allo staff di medicitalia. Scrivo per chiedere delucidazioni sul caso di mio fratello e il suo infelice (eufemismo) rapporto con la somministrazione di questo farmaco.

Prescrittogli dal neurologo alla seconda visita per normalizzare il suo umore instabile caratterizzato da scatti di rabbia (io ho da tempo penso sia bipolare - tanto che premevo più per portarlo a una visita psichiatrica che neurologica - ma non ho una diagnosi in merito), dopo una prima cura che non ha avuto risultati soddisfacenti inizia il Topamax con 50 mg al giorno una settimana per poi salire a 100 mg dopo.. ma abbiamo interrotto relativamente presto per gli incredibili effetti che ha avuto sullo stato psicofisico del paziente. Ora sono 7 giorni che non assume il farmaco, in totale ha preso 48 pillole su un flacone da 60 mi pare.

Nel merito, mio fratello ha subito un vero ulteriore crollo psico-fisico: inappetenza accompagnata da nausea, stato di ansia perenne, 'sbambolamento' generale, è assente risponde lentamente alle domande che gli si pongono e parla il minimo indispensabile, a volte facendo capire che davvero vorrebbe solo non sentire niente e nessuno (come fa un nauseato, in effetti). Ha perso di vitalità ed è totalmente abbattuto e affranto, preso dai rimpianti di ciò che ha sbagliato nella vita, di come sono andate le cose.. molto triste e molto malinconico. Ma soprattutto, butta lì ora pensieri suicidi, cosa cui in 10 anni e più di quotidiane lotte e confronti con i suoi demoni e le sue problematiche non aveva mai accennato prima. Leggo molto in giro della correlazione tra questo farmaco e l'aumento di questa tendenza nel paziente, unita a depressione, ma passata una settimana non vediamo miglioramenti in tal senso e siamo preoccupati in famiglia.

Mi domando dunque nella mia assoluta ignoranza: fermo restando che io ne sarei assolutamente convinto sia così ma non posso dirlo al 100%, ma alla luce di un effetto collaterale dichiarato e così coincidente e sovrapponibile alle tempistiche dell'assunzione del farmaco (certo, mio fratello dice che non è stato il farmaco, ma ciò che è andato male, le cose che ha sbagliato, le scelte, che ha sbagliato tutto e quindi sta così..ma sinceramente la coincidenza della tempistica è troppo sospetta) quanto potrà perdurare questo stato di cose? Cosa devo attendermi molto realisticamente nelle prossime settimane?

In generale, il 'decorso' di un (o più) effetto collaterale del Topamax dal momento in cui lo si è smesso di prendere (ripeto è oramai una settimana di non assunzione a fronte di circa un mese di somministrazione nei modi che ho su descritto) quanto può metterci, dovremo attendere un periodo simile o anche superiore a quello che il farmaco ci ha messo a 'entrare in circolo' e scatenare tutto ciò? Possono esserci di tutto ciò strascichi più duraturi di altri o addirittura danni permanenti?

Non vedrà comunque il neurologo prima del 15 gennaio, realisticamente.
Vi ringrazio per l'attenzione.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Caro utente,
affrontiamo, mi pare, un argomento molto delicato: pertanto prenda quello che scriverò per quello che è ovvero "solo" un consulto a distanza (nessuna notizia anamnestica sul paziente, nessuna visita diretta, nessun reattivo mentale a disposizione, nessuna osservazione "longitudinale nel tempo") di quello che sembra, come lei dice, essere un disturbo di competenza neuropsichiatrica. Lei accenna a dieci anni di disagio/sofferenza psichica: viene, intanto, da pensare ad una personalità pre-morbosa. Poi appare suggestivo l'inquadramento diagnostico che lei propone in un "disturbo bipolare" (possibile...i criteri diagnostici DSM IV TR sono in sintesi: "alternanza" tra depressione maggiore ed ad almento un episodio ipomaniacale (bipolare II) o francamente maniacale (bipolare I).
Il neurologo che suo fratello ha consultato voglio ben sperare che si sia espresso nel formulare quanto meno una ipotesi diagnostica giacchè ha prescritto una terapia. Il Topamax (Topiramato) è validato per varie patologie neuropsichiatriche: epilessia, profilassi dell'emicrania, trattamento dell' "addiction" (abuso/dipendenza) da sostanze e, per l'appunto, viene adoperato quale stabilizzatore del tono dell'umore (pertanto c'è ipotizzare che nella mente del collega si sia fatta luce la ipotesi di un disturbo bipolare, di una ciclotimia, ecc.). Il farmaco, naturalmente usato in tutto il mondo civile (validato sia dall'FDA e poi dall'AIFA) non è "satana". E' che: 1)non sempre si ha la fortuna di trovare il farmaco giusto per quello specifico paziente; 2)nei disturbi neuropsichiatrici, in questo caso direi in "fase depressiva", è assolutamente insito il rischio di persieri e di comportamente suicidiari. Pertanto in rapido ordine: -consulto quanto meno telefonico con lo specialista (se le cose stanno come Lei racconta non è pensabile aspettare metà gennaio pv) mettendo anche il "allarme" il medico di famiglia; -eventuale "secondo parere" presso altro specialista neurologo o psichiatra (ciò che conta è la professionalità; e poi trattasi di "evetuale patologia di confine" che potrebbe alfine rivelarsi essere altro); 3)se la ideazione suicidiaria divenisse seriamente propositiva e quindi ad elevato rischio di "passaggio all'atto autolesionistico" prenda in seria considerazione un rivovero volontario presso l'SPDC (servizio psichiatrico diagnosi e cura) competente per territorio. Consideri, inoltre, che le festività sono momenti "critici" per pazienti come mi racconta essere suo fratello.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

[#2]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
dottore la ringrazio profondamente della risposta e chiedo scusa per il ritardo della 'replica', ma sono giorni un pò particolari, come può immaginare (abbiamo passato natali migliori)

Sono conscio che il Topamax non è satana, che mio fratello abbia preso un dosaggio tutt'altro che elevato (ci sono anche le compresse da 100mg e oltre giusto?) e molti pazienti ne traggono effetti estremamente benefici, ma infatti non dicevo questo (sebbene in queste ore abbia tutti i motivi per 'considerarlo' se non satana qualcosa di simile) ma chiedevo generalmente se gli effetti che questo farmaco può recare possono permanere tutto questo tempo (domani sarà il decimo giorno che non lo assume) e/o soprattutto possano essere in qualche modo permanenti e a tempo indeterminato. Non mi sono mai trovato ad affrontare un decorso simile quindi sono totalmente alla deriva.

Mio fratello ha visto questo vostro collega una seconda volta e dopo una cura molto leggera che non ha dato benefici ha ricevuto il Topamax per "normalizzare l'umore", indubbiamente una diagnosi in qualche modo 'c'è' - o almeno credo - ma sinceramente non saprei dare ulteriori elementi perchè io non ero presente, mia madre ha accompagnato mio fratello e quando ha chiesto di parlare il collega ha detto "ho riferito tutto al paziente", ma non ci risulta abbia consegnato un foglio con la diagnosi. Dovevamo e volevamo parlarci ma ci è sfuggito per una sfortunata congiuntura di eventi e quando abbiamo telefonato la seconda volta era in partenza. La prima volta invece, contattato dopo i primi sintomi, ci ha consigliato di interrompere o al massimo terminare il flacone (mancavano un 14 pillole, una settimana di cura). Noi a seguito di ciò abbiamo diminuito a una pillola al giorno (d'altronde se ci ha detto che si sarebbe anche potuto portare a termine il flacone...) e ciò è durato 3 giorni, fino alla scelta di interrompere la cura, di comune accordo con il medico di base (che conosce lo stato di mio fratello, avendogli prescritto lo xanax diverse volte in questi anni, causa scatti di rabbia)

Ora spero non siano stati effettuati gravi danni anche nelle modalità di interruzione della terapia, perchè leggo che anche la sospensione deve essere in qualche modo 'seguita'. Credo e spero di no comunque, se ci si dice che si può interrompere o portare alla fine il flacone (14, 2 al giorno) non credo che avergliene date altre 3 in 3 giorni possa aver compromesso qualcosa.

Mio fratello è sempre giù, denuncia quello che, non so, definirei un vero crollo nervoso, o una depressione montante, dice sempre che è finita, non ce la fa più ha sbagliato tutto nella vita a 35 anni non ha realizzato niente vuole solo morire e se non fa nulla di eclatante è solo perchè darebbe un dispiacere a noi etc.. però è strano, poi da varie cose si vede che non è una persona che ha chiuso, ha probabilmente mandato più CV e fatto ricerche internet di lavoro in questi giorni che negli ultimi 6 mesi e non scherzo, lo fa sempre con una sorta di infelicità e 'rabbia non violenta' verso se stesso ma lo fa da solo e nessuno di noi glie lo ha chiesto, se qualcuno lo interpella in maniera formale risponde bene e a tono (parla poco e è assente quando sta tra noi e assorto nei suoi pensieri, ma dal dottore si è espresso benissimo e come sempre, ha detto mia madre) dice di voler chiamare tizio e caio per farsi aiutare a cercare lavoro... mi domando, una persona che voglia davvero in cuor suo farla finita si comporterebbe anche così? Anche se ha fatto benissimo a palesarmi il 'peggior scenario', sento di poter dire che può essere controllato con dello Xanax (sia il neurologo che il medico di base han detto che poteva prenderlo)

Sì, lo abbiamo portato dal neurologo perchè dopo anni che le cose non andavano (spesso sottovalutate da noi stessi in famiglia, considerate come particolarità del suo carattere) abbiamo deciso di intervenire e capire... quando da qualche anno oramai ho ben compreso che le eccessive euforie e stati di gioia immotivata (seppur minoritari rispetto alla controparte) non sono il suo carattere, ma il 'contraltare' del problema, ho compreso che c'era qualche turba psichica a generare questo continuo ondeggiare dell'umore e ho premuto in famiglia perchè si facesse vedere (sebbene in queste ore me ne stia anche in parte un pò pentendo)
[#3]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Mio fratello ha sempre avuto molto costanti scatti di rabbia, anche più al giorno, accompagnati (o meglio, alimentati di volta in volta) da tutta una casistica fatta di eventi/piccole e grandi delusioni della vita/persone precise (familiari, conoscenti, alcuni ex amici) che lo hanno in qualche mod deluso/atti di bullismo subiti da piccolo nelle scuole e situazioni varie (un paio di dozzine, se le sommiamo tutte) che è come se non fosse mai riuscito a elaborare e accettare per poi poterseli lasciare tutti alle spalle come di solito fa, nel bene e nel male, ogni altra persona, Cose che tra una sottovalutazione e/o un periodo più tranquillo vanno avanti oramai da una dozzina di anni. Scatta per cose subite da piccolo, litigi con mio padre di 15 anni prima (chi non ne ha avuti?) o familiari, per amici che lo hanno deluso... ma il tutto è anche accompagnato da stati di ingiustificata eccitazione, felicità, positività e voglia di ridere e divertirsi (tutto ciò prima dell'assunzione del topamax, ovvio)

Quante volte ha promesso che non li avrebbe più fatti, ma tante volte mi ha confessato l'inevitabile ("io ci provo, ma è più forte di me non ci riesco!")

Ho letto in internet le basi della bipolarità e di mio sono certo che se non ha quella, ha comunque una qualche patologia di quel tipo (molto interessante anche la 'ciclotimia' da voi nominata Dr. Poli e da me mai sentita prima, non del tutto sovrapponibile ma per molte cose anche coincidente), ma ovviamente attendo solo l'insostituibilità di una visita+diagnosi. Cosa che, paradossalmente come spiegato, ahimè ancora non ho.

Se si decidesse di non attendere il neurologo il 15, lo si potrebbe portare al pronto soccorso facendolo visitare da un neurorologo e spiegando tutta la situazione? Lo Xanax può calmarlo e tenerlo a bada, ma non so per quanto, vorremo ufficialmente sapere cosa ha ora. Stanotte ha anche sudato tantissimo e si è svegliato con "ansia e il cuore che batteva fortissimo" (parole sue)

Ringrazio ancora lo staff e il sito per questo ottimo servizio. Ancora scuse per essermi dilungato.
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