Lo scorso 18 marzo 2008 ha avuto un ictus
Salve,
mio padre, dell'età di 56 anni, lo scorso 18 marzo 2008 ha avuto un ictus. E' stato dimesso dopo 15 giorni di ricovero presso un reparto specializzato. All'inizio ha mostrato notevoli difficoltà nell'uso della parte sinistra del corpo, in particolare la mano, piccole difficoltà nel linguaggio e una notevole sonnolenza. Grazie alla terapia riabilitativa sta recuperando molto bene a livello motorio, infatti cammina e utilizza nuovamente l'arto sinistro. Si sente però sempre confuso, si stanca facilmente e tende a stare tutto il giorno sul divano a guardare la televisione. Per facilitare il suo recupero sarebbe opportuno spronarlo ad uscire, magari per fare piccole passeggiate, oppure è più opportuno per lui continuare a riposarsi stando in casa? Temo che si stia un pò demoralizzando per il suo stato, infatti quando gli proponiamo di uscire un pò, anche davanti casa, è molto riluttante, perchè dice che gli gira la testa e che si stanca. Abitiamo in campagna, credo che stare un pò all'aria aperta gli farebbe più che bene.Come è opportuno per noi familiari comportarci per favorire il suo recupero?
Grazie in anticipo per le risposte
mio padre, dell'età di 56 anni, lo scorso 18 marzo 2008 ha avuto un ictus. E' stato dimesso dopo 15 giorni di ricovero presso un reparto specializzato. All'inizio ha mostrato notevoli difficoltà nell'uso della parte sinistra del corpo, in particolare la mano, piccole difficoltà nel linguaggio e una notevole sonnolenza. Grazie alla terapia riabilitativa sta recuperando molto bene a livello motorio, infatti cammina e utilizza nuovamente l'arto sinistro. Si sente però sempre confuso, si stanca facilmente e tende a stare tutto il giorno sul divano a guardare la televisione. Per facilitare il suo recupero sarebbe opportuno spronarlo ad uscire, magari per fare piccole passeggiate, oppure è più opportuno per lui continuare a riposarsi stando in casa? Temo che si stia un pò demoralizzando per il suo stato, infatti quando gli proponiamo di uscire un pò, anche davanti casa, è molto riluttante, perchè dice che gli gira la testa e che si stanca. Abitiamo in campagna, credo che stare un pò all'aria aperta gli farebbe più che bene.Come è opportuno per noi familiari comportarci per favorire il suo recupero?
Grazie in anticipo per le risposte
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Genttle ragazza,
è naturale che per Suo padre, ancora molto giovane,un aesperienza di questo tipo possa deprimere il suo umore.
E' importante fargli capire che i progressi già ottenuti, possono ulteriormente migliorare se si impegna sia nei periodici cicli di FKT prescritti, sia in attività domiciliari, tra cui brevi passeggiate in un posto che immagino molto bello e salutare.
Anche il Vostro affetto servirà moltissimo al miglioramento sia fisico che psicologico.
Detto questo, consiglierei però di eseguire periodicamente una TAC encefalo per controllare lo stato dei ventricoli cerebrali che, in situazioni di tal genere, possono aumentare di dimensione e creare problemi sia comportamentali che motori.
Ne parli con il Medico Curante.
Cordialmente e molti auguri per Suo papà
è naturale che per Suo padre, ancora molto giovane,un aesperienza di questo tipo possa deprimere il suo umore.
E' importante fargli capire che i progressi già ottenuti, possono ulteriormente migliorare se si impegna sia nei periodici cicli di FKT prescritti, sia in attività domiciliari, tra cui brevi passeggiate in un posto che immagino molto bello e salutare.
Anche il Vostro affetto servirà moltissimo al miglioramento sia fisico che psicologico.
Detto questo, consiglierei però di eseguire periodicamente una TAC encefalo per controllare lo stato dei ventricoli cerebrali che, in situazioni di tal genere, possono aumentare di dimensione e creare problemi sia comportamentali che motori.
Ne parli con il Medico Curante.
Cordialmente e molti auguri per Suo papà
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2k visite dal 13/04/2008.
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