Piede cadente

Buon giorno,
scrivo per avere informazioni circa le eventuali soluzioni al mio "piede cadente".
A seguito di una operazione di rimozione di mezzi di sintesi apposti su una vertebra "consolidata" (D9), al mio risveglio non avevo più alcuna funzione motoria dall'a vertebra operata in giù.
Dopo tanti mesi di consulti e una risonanza magnetica, si evinceva che era stata creata una compressione midollare, probabilmente a seguito di una errata manovra da parte dell'operatore. Premetto che prima dell'intervento godevo di ottima saluta (dato che fino a 3 giorni prima dell'operazione lavoravo regolarmente).Sono già passati 5 anni, e dopo tanta riabilitazione, tanta palestra e soprattutto una incredibile voglia di ritornare alla normalità, oggi ho recuperato circa il 70% della mia capacità di deambulare. Purtroppo, però, a causa della spasticità alla gamba sinistra (l'arto che ad oggi rimane il più danneggiato) e del piede "quasi" cadente, zoppico e assolutamente non posso correre; ho perso la fluidità dei movimenti della gamba e ho qualche problemino di stabilità e propriocettività. I sintomi: gamba pesante, difficoltà a rilassare alcuni muscoli (specialmente durante il cammino),pochissima sensibilità nelle zone esterne della gamba, minima capacità di sollevare il piede se in posizione eretta, clonia in alcuni momenti.
Consapevole del tempo che è passato, ma anche dei miglioramenti ottenuti negli anni, mi chiedo: cosa posso fare per recuperare ulteriormente? è possibile pensare ad una compressione del peroneo che continua a bloccare la gamba?
In attesa di un Vs. parere, invio i miei più cordiali saluti e mi complimento per il servizio che offrite.
Grazie
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Caro paziente,
passati ben 5 anni dal trauma midollare che le ha procurato spasticità con ipertono e clonie all'arto inferiore ho idea che ci sia più poco da fare se non il continuare l'encomiabile percorso riabilitatorio intrapreso che ha contribuito al una rilevante percentuale di recupero.
Piuttosto non capisco cosa voglia significare quello che Lei definisce "piede cadente". Quest'ultimo è un segno neurologico di danno periferico (o della radice L5 o del nervo sciatico popliteo esterno), mentre lei parla di un livello D9, danno midollare quindi di tipo centrale. C'è una seconda diagnosi non ben definita o semplicemente non ha usato una terminologia atta a descrivere il suo disturbo ovvero il "piede cadente"? Credo abbia fatto una elettromioneurografia (Emg/Eng) per la esplorazione del sistema nervoso periferico. In caso contrario e qualora vi sia veramente un piede cadente la effettui.
Circa la spasticità se eccessiva giacchè le provoca dei cloni: beh esistono farmaci o altri trattamenti specifici. Si faccia nuovamente rivisitare dal suo neurologo.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille per la tempestiva risposta,
ne approfitto per darLe qualche ulteriore chiarimento:
Confermo che la vertebra ricosrtuita è la D9; tornato in stanza dalla sala operatoria ho avuto una crisi che tecnicamente non sono in grado di definire, consistita in incontrollabile tremore ad entrambe le gambe,lo sterno in giurazione, abbassamento della pressione e svenimento. Al risveglio mi rendevo conto di non sentire nulla dallo sterno in giù. Dopo diverse settimane, la gamba che continuava a non "funzionare" aveva il piede che stava completamente esteso e girato verso l'interno, per i primi mesi era impossibile camminare senza inciampare continuamente; camminavo falciado e inciampando, ora piede ha assunto una posizione quasi normale (c'è chi mi ha detto di fare un intervento per ridurre la lunghezza del tendine di Achille) ma tende ancora un po a strisciare in avanti.Come anche Lei ha osservato, come mai ho questo problema consuetamente riferito ad un problema con L5 se l'operazione ha riguardoto la D9? L'eletromiografia fatta circa 4 anni fa parlava di danno "piramidale" (?).
Altra cosa strana è che la gamba destra (lla quale ho recuperato la funzionalità dopo poche settimane dall'intervento di rimozione dei mezzi di sintsi) a tutt'oggi mi da una senzazione di continui formicolii e la pianta del piede e quasi insensibile al dolore ed alle alte o basse temperaure ma per tutto il resto funziona bene.
In pratica la gamba sinistra (quella interessatadproblema) è rigida e non riesco a piegarla e rilassarne i muscoli nelle fasi del cammino. Come crede sia correlato l'interveto di rimozione dei mezzi di sintesi su D9 con il mio problema del tutto simile a quello di una pressione sul nervo peroneo? tutti gli altri problemi immediatamente successivi all'intervento sono finiti (difficoltà a digerire,mancanza di erezione, difficolta ad andare di corpo, insensibilità quasi totale dallo sterno in giù, piede totalmente cadente ed "equino")
Quale consiglio piuò darmi? quali analisi/controlli potrei fare per vederci più chiaro?
Ho 39 anni,tanta energia e voglia di guarire!
Grazie immensamente per il tempo dedicatomi
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Mi resta molto difficile correlare le complicanze con lesione midollare per rimozione dei mezzi di sintesi a livello D9 con una sofferenza radicolare periferica L5 o con una sofferenza radicolare del nervo peroniero. Forse non ha un "piede cadente" ma gli esiti di un errato posizionamento del piede durante la fase di massimo deficit (e quindi: rigidità articolare e/o miotendinea da malposizionamento forzato all'epoca della lesione midollare ed in parte recuperata con riabilitazione motoria. Rifarei, per sicurezza una elettromioneurografia, e poi mi ricolgeri ad un chirurgo ortopedico per una eventuale correzione di quello che verosimilmente è un blocco meccanico.
Per l'ipertono spastico rammenti che grazie a questo Lei mantiene stazione eretta e deambulazione. Di per se l'arto inferiore è più debolre e senza ipertono muscolare non la sorreggerebbe. Se ha "cloni" frequenti ed invalidanti ci sono farmaci miorilassanti centrali (Rivotril, Sirdalud, Baclofen, ecc) oppure infiltrazioni periodiche di tossina botulinica maneggiata, però, da persone di acclarata esperienza nel campo.
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Utente
Utente
Gent.mo Dr. Poli,
la ringrazio per la sua disponibilità e per i suoi preziosi suggerimenti.
Seguiro il suo consiglio e farò una elettromioneurografia per vedere di scoprire se il motivo del problema e collegato all'ematoma sul midollo (ormai notevolmente ridotto) a ad eventuali altre cause.
Grazie ancora di vero cuore.
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