Ischemia
Egregio Dottore
Mia madre ha 77 anni, è un soggetto molto ansioso, assume farmaco per la pressione e è di costituzione robusta ( h 1,72 per 95 kg).
Circa una settimana fa abbiamo dovuto accompagnarla al pronto soccorso in quanto presentava
difficoltà nel parlare,si esprimeva in modo incomprensibile e appariva disorientata, nessun problema nel camminare. Tale evento si era già presentato in forma minore due volte negli ultimi 4 anni ma era stata, visto che presentava uno stato influenzale in tutte e due le occasioni, “liquidata” dalla guardia medica come una mancanza di liquidi( beve poco) e stato debilitante per influenza.
Dopo qualche ora, come nelle precedenti occasioni, la situazione è migliorata progressivamente e il giorno dopo tutto è tornato alla normalità.
Referti ospedale. All’ingresso: disorientata nel tempo , saltuarie anomie e parafasie semantiche, spianamento solco nasogenieno a destar, ipostenia agli arti inferiori, lieve dismetria alla prova indice naso a dx, lieve retropulsione al Romberg.
Esami alterati: glicemia 62 mg/dl, creatinina 1.39 mg/dl, acido urico 5.9 mg/dl, proteine tot 6.3, PCR: 2.72 mg/dl.
TC cranio controllo (seconda TAC a due giorni dal ricovero): IV ventricolo regolare per morfovolumetria,in situ; discreta dilatazione del III ventricolo e dei ventricoli laterali, in asse; discreto ampliamento degli spazi subaracnoidei periencefalici , modesto di quelli pericerebellari; bilateralmente sono visibili aree di ipodensità in regione nucleo-capsulare che si stendono cranialmente, attaverso le corone radiate, sino ai centri semiovali – sfumata ipodensità della sostanza bianca periventricolare. Conclusioni: discreta atrofia cortico-sottocorticale sopratentoriale. Esiti ipossico-ischemici in corrispondenza dei territori di pertinenza delle cerebrali medie. Segni di encefalopatia vascolare cronica.
EcodopplerTSA: marcati ispessimenti intimali lungo le CC. Placca all’origine dell’arteria succlavia dx del 30%. A sinistra placca fibrosa a superficie regolare del terzo medio della CC., con stenosi del 20%, stenosi origine della CI del 30%.
ECG: fibrillazione atriale, blocco di branca destra incompleto.
Conclusioni: la sintomatologia ha avuto un andamento migliorativo: alla dimissione la paziente presenta un buon recupero spontaneo dell’espressione verbale. In riscontro di FA è stata inserita terapia anticoagulante con coumadin. Utile controllo funzionalità renale.
Le chiederei cortesemente alcuni chiarimenti:
1) In base a quanto refertato giusto attribuire l’evento al problema di fibrillazione riscontrato dai cardiologi; la tac non evidenzia nulla di preoccupante come detto?? è quindi sufficiente la cura con coumadin? (oltre alla solita pastiglia per la pressione e il controllo dal nefrologo)
2) Non mi hanno suggerito, oltre ai controlli per l’assunzione del coumadin, nessun ulteriore controllo futuro, TAC o nuovo elettrocardiogramma, giusto se non ci sono ulteriori problemi evidenti?
3) Nessuna dieta particolare giusto?
La ringrazio anticipatamente .
Mia madre ha 77 anni, è un soggetto molto ansioso, assume farmaco per la pressione e è di costituzione robusta ( h 1,72 per 95 kg).
Circa una settimana fa abbiamo dovuto accompagnarla al pronto soccorso in quanto presentava
difficoltà nel parlare,si esprimeva in modo incomprensibile e appariva disorientata, nessun problema nel camminare. Tale evento si era già presentato in forma minore due volte negli ultimi 4 anni ma era stata, visto che presentava uno stato influenzale in tutte e due le occasioni, “liquidata” dalla guardia medica come una mancanza di liquidi( beve poco) e stato debilitante per influenza.
Dopo qualche ora, come nelle precedenti occasioni, la situazione è migliorata progressivamente e il giorno dopo tutto è tornato alla normalità.
Referti ospedale. All’ingresso: disorientata nel tempo , saltuarie anomie e parafasie semantiche, spianamento solco nasogenieno a destar, ipostenia agli arti inferiori, lieve dismetria alla prova indice naso a dx, lieve retropulsione al Romberg.
Esami alterati: glicemia 62 mg/dl, creatinina 1.39 mg/dl, acido urico 5.9 mg/dl, proteine tot 6.3, PCR: 2.72 mg/dl.
TC cranio controllo (seconda TAC a due giorni dal ricovero): IV ventricolo regolare per morfovolumetria,in situ; discreta dilatazione del III ventricolo e dei ventricoli laterali, in asse; discreto ampliamento degli spazi subaracnoidei periencefalici , modesto di quelli pericerebellari; bilateralmente sono visibili aree di ipodensità in regione nucleo-capsulare che si stendono cranialmente, attaverso le corone radiate, sino ai centri semiovali – sfumata ipodensità della sostanza bianca periventricolare. Conclusioni: discreta atrofia cortico-sottocorticale sopratentoriale. Esiti ipossico-ischemici in corrispondenza dei territori di pertinenza delle cerebrali medie. Segni di encefalopatia vascolare cronica.
EcodopplerTSA: marcati ispessimenti intimali lungo le CC. Placca all’origine dell’arteria succlavia dx del 30%. A sinistra placca fibrosa a superficie regolare del terzo medio della CC., con stenosi del 20%, stenosi origine della CI del 30%.
ECG: fibrillazione atriale, blocco di branca destra incompleto.
Conclusioni: la sintomatologia ha avuto un andamento migliorativo: alla dimissione la paziente presenta un buon recupero spontaneo dell’espressione verbale. In riscontro di FA è stata inserita terapia anticoagulante con coumadin. Utile controllo funzionalità renale.
Le chiederei cortesemente alcuni chiarimenti:
1) In base a quanto refertato giusto attribuire l’evento al problema di fibrillazione riscontrato dai cardiologi; la tac non evidenzia nulla di preoccupante come detto?? è quindi sufficiente la cura con coumadin? (oltre alla solita pastiglia per la pressione e il controllo dal nefrologo)
2) Non mi hanno suggerito, oltre ai controlli per l’assunzione del coumadin, nessun ulteriore controllo futuro, TAC o nuovo elettrocardiogramma, giusto se non ci sono ulteriori problemi evidenti?
3) Nessuna dieta particolare giusto?
La ringrazio anticipatamente .
[#1]
Gentile utente
La prescrizione dell'anticoagulante e' assolutamente corretta. Il disturbo che ha lamentatato la mamma,non presentando la TC di cui riporta il referto danni acuti, ma solo esiti di pregresse ischemie, va considerato un evento minore. I controlli successivi neurologici andrebbero fatti con cadenza almeno trimestrale nel primo periodo e poi ogni 6 mesi 1 anno. La terapia anticoagulante, invece va gestita dal Suo curante con controlli ravvicinati del valore di INR fatto con prelievo di sangue.
La prescrizione dell'anticoagulante e' assolutamente corretta. Il disturbo che ha lamentatato la mamma,non presentando la TC di cui riporta il referto danni acuti, ma solo esiti di pregresse ischemie, va considerato un evento minore. I controlli successivi neurologici andrebbero fatti con cadenza almeno trimestrale nel primo periodo e poi ogni 6 mesi 1 anno. La terapia anticoagulante, invece va gestita dal Suo curante con controlli ravvicinati del valore di INR fatto con prelievo di sangue.
cordiali saluti
Dr. Rosario Vecchio
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 27/10/2012.
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