Circolazione?ansia?boh
Salve.sono una ragazza di 21 anni, nn fumatrice, nn sportiva ma finorA STAVO UN GRAN BENE.é da circa 4 mesi che mi succedono cose strane: tutto è cominciato con dolori cervicali, occhi stanchi, brividi, sensazione di torpore..poi s'è aggiunta una strana sensazione di "collo gonFio", oppressione al torace, fatica a respirare, aritmia...faccio i primi controlli, 2 medici di base+emocromo e urine completi, tutto ok..ma a breve compaiono anche emicranie molto forti, sensazione di "paralisi" al viso e alla mandibola,dolore all'occhio destro, faccio visita oculistica approfondita, tutto ok...iniziano dolori alla schiena molto forti, fatico a stare seduta dritta, dolore nella fascia lombare, dolore alla gambache però sembrano prodondi, spasmi muscolari, sempre alla gamba destra, crampi,INFORMICOLAMENTI, E ADDORMENTAMENTI TUTTE LE NOTTI DELLLE BRACCIA!! rifaccio l'emocromo, questa volta anche elettroforesi, c reattiva, esami per la tiroide, tutto piu che nella norma, apparte i valori del fegato a detta del medico ancora un pelo alterati per una mononucleosi avuta in passato, seguono 2 visite neurologiche, entrambe con la stessa diagnosi: =) stato d'ansia con somatizzazioni multiple....sarà, ma io i dolori li sento eccome, mi sento le ossa rotte, la schiena a pezzi...inoltre da qualche settimana ho come dei "congelamenti" improvvisi delle dita del piede (destro) e di alcune dita delle mani, anche quando nn fa freddo, diventano per una mezz'oretta pallide, giallastre ed insensibili, poi quando tornano alla normalita bruciano molto, una notte mi sono pure svegliata con la gamba destra informicolata, come se il sangue dentro mi scorresse gelato...so che possono sembrare idiozie, me ne rendo conto, ma nn sto bene, e mi chiedo se ho fatto davvero tutti gli esami necessari, se potrebbe essere la schienA, o se dovreii davvero prendere in considerazione gli psicofarmaci che gentilmente piu di una volta mi son stati proposti, ho 21 anni cavolo, e fino a 4 mesi fa stavo benissimo....
confido in un consiglio!!
confido in un consiglio!!
[#1]
Neurologo
Gentile Signora,
dalla descrizione della sintomatologia e dall'andamento clinico non mi pare di considerare necessari ulteriori approfondimenti diagnostici di natura strumentale, in considerazione della negatività delle valutazioni neurologiche effettuate.Si potrebbe però prendere in considerazione l'assunzione terapeutica dei farmaci prescritti, non specificati,che non vanno valutati come "psicofarmaci", ma che trovano indicazione in molti casi in dolori quali quelli da Lei descritti e nella prevenzione stessa delle cefalee e di altre algie.Prenderei inoltre in considerazione lo svolgimento di una regolare attività fisica che può essere sicuramente di giovamento nelle cervicalgie e rachialgie da lei descritti.
Cordiali saluti
dalla descrizione della sintomatologia e dall'andamento clinico non mi pare di considerare necessari ulteriori approfondimenti diagnostici di natura strumentale, in considerazione della negatività delle valutazioni neurologiche effettuate.Si potrebbe però prendere in considerazione l'assunzione terapeutica dei farmaci prescritti, non specificati,che non vanno valutati come "psicofarmaci", ma che trovano indicazione in molti casi in dolori quali quelli da Lei descritti e nella prevenzione stessa delle cefalee e di altre algie.Prenderei inoltre in considerazione lo svolgimento di una regolare attività fisica che può essere sicuramente di giovamento nelle cervicalgie e rachialgie da lei descritti.
Cordiali saluti
[#2]
Gentile utente a volte il nostro corpo diventa lo strumento privilegiato per esprimere un disagio ad origine prevalentemente psicologica.
Tale modalità di espressione che rientra nel campo dei sintomi da conversione può trarre giovamento sia da un intervento farmacologico, sia anche da un approccio di tipo psicoterapico.
Se l'assunzione di farmaci Le crea disagio, data la netta caratterizzazione di malattia che ne deriva, perché non prova ad approcciare il problema dal punto di vista psicoterapico.
Forse un approccio "chiaccherato" Le risulterà meno disturbante.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Tale modalità di espressione che rientra nel campo dei sintomi da conversione può trarre giovamento sia da un intervento farmacologico, sia anche da un approccio di tipo psicoterapico.
Se l'assunzione di farmaci Le crea disagio, data la netta caratterizzazione di malattia che ne deriva, perché non prova ad approcciare il problema dal punto di vista psicoterapico.
Forse un approccio "chiaccherato" Le risulterà meno disturbante.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.7k visite dal 27/03/2008.
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