Disturbo comportamentale infantile
Abbiamo un bambino di 9 anni che fin dalla nascita presentava disturbi del sonno con l' insorgenza fin dall'età di nove mesi di "Pavor notturnis " tre quattro volte alla settimana. Intorno all'età di due anni e mezzo abbiamo somministrato su prescrizione del pediatra il " Nopron " per cercare di regolarizzare il sonno, ottenendo successo.
Dall' età di tre anni il bambino non presenta più disturbi del sonno. Precocissimo nelle tappe evolutive, molto vivace, curioso, sta fermo poco su un gioco. Nel periodo scolastico, fino ad ora, ha rispettato le regole (scuola), è socievole, non disturba gli altri, ma le maestre ci riferiscono che non riesce a star fermo e ha qualche difficoltà sulla concentrazione. Alla fine della II elementere omette le lettere e salta le parole, scrivendo le successive che ha nella sua testa. Fatta una valutazione sulla concentrazione nulla di rilevante. Da un anno circa, primavera '07 a tutt'ora il bambino manifesta grave impulsività solo in famiglia; con il fratello più piccolo, con la madre e anche con il padre quando lo rimprovera. Non dimostra alcun impegno sullo studio a casa.
Da ottobre '07 abbiamo iniziato un percorso di consulenza ai genitori senza peraltro sortire effetti positivi. La psicologa ha diagnosticato " Disturbo comportamentale all' interno della famiglia " di natura neurologica con iperattività, impulsività, disturbi del sonno e difficoltà non significative sull' attenzione (dopo appropriati test). La domanda è la seguente: Ipotizzando che il bambino abbia queste difficoltà a livello dei neurotrasmettitori, perchè l'impulsività esplode solo all'interno della famiglia e non a scuola o altrove? non dovrebbe esserci sempre?
Che tipo di evoluzione hanno queste patologie ammesso che lo siano?
Dall' età di tre anni il bambino non presenta più disturbi del sonno. Precocissimo nelle tappe evolutive, molto vivace, curioso, sta fermo poco su un gioco. Nel periodo scolastico, fino ad ora, ha rispettato le regole (scuola), è socievole, non disturba gli altri, ma le maestre ci riferiscono che non riesce a star fermo e ha qualche difficoltà sulla concentrazione. Alla fine della II elementere omette le lettere e salta le parole, scrivendo le successive che ha nella sua testa. Fatta una valutazione sulla concentrazione nulla di rilevante. Da un anno circa, primavera '07 a tutt'ora il bambino manifesta grave impulsività solo in famiglia; con il fratello più piccolo, con la madre e anche con il padre quando lo rimprovera. Non dimostra alcun impegno sullo studio a casa.
Da ottobre '07 abbiamo iniziato un percorso di consulenza ai genitori senza peraltro sortire effetti positivi. La psicologa ha diagnosticato " Disturbo comportamentale all' interno della famiglia " di natura neurologica con iperattività, impulsività, disturbi del sonno e difficoltà non significative sull' attenzione (dopo appropriati test). La domanda è la seguente: Ipotizzando che il bambino abbia queste difficoltà a livello dei neurotrasmettitori, perchè l'impulsività esplode solo all'interno della famiglia e non a scuola o altrove? non dovrebbe esserci sempre?
Che tipo di evoluzione hanno queste patologie ammesso che lo siano?
[#1]
Gentile utente,
prima di avanzare ipotesi diagnostiche di natura medica, sarebbe corretto che il bembino e la famiglia venissero ascoltati da un neuropsichiatra infantile che è la figura competente per il vostro problema.
cordiali saluti
prima di avanzare ipotesi diagnostiche di natura medica, sarebbe corretto che il bembino e la famiglia venissero ascoltati da un neuropsichiatra infantile che è la figura competente per il vostro problema.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Generalmente l'espressione sintomatica del disagio nei bambini ed anche negli adolescenti è più vivace all'interno del nucleo familiare, rispetto all'ambiente esterno, perché è in quest'ultimo, che (fino all'età adulta) si esercitano i legami a maggiore intensità affettiva.
Per quanto riguarda la possibile evoluzione di disturbi del comportamento, ciò dipende soprattutto da un corretto inquadramento diagnostico, cosa assai complessa da attuare in età evolutiva, stante la continua evoluzione sia del soggetto, sia del Suo quadro clinico.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Per quanto riguarda la possibile evoluzione di disturbi del comportamento, ciò dipende soprattutto da un corretto inquadramento diagnostico, cosa assai complessa da attuare in età evolutiva, stante la continua evoluzione sia del soggetto, sia del Suo quadro clinico.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
[#3]
Non si tratta di 'patologie', ma di manifestazioni comportamentali di disagio che vanno approfondite a livello di neuropsichiatria infantile o di psicologia dell'età evolutiva, perchè non evolvano in disturbi più conclamati. Va ricercata la presenza di fattori che possono inquietare il bambino: il riferimento all'inizio dei comportamenti più alterati 'un anno fa' e alla presenza di un fratellino fa pensare che qualche evento abbia modificato l'equilibrio e l'organizzazione familiare e del bambino stesso. Una consulenza su questi aspetti può aiutare a trovare eventuali ostacoli o piccole disfunzioni che possono essere modificate per trovare un equilibrio evolutivo più favorevole.
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#4]
Non si tratta di 'patologie', ma di manifestazioni comportamentali di disagio che vanno approfondite a livello di neuropsichiatria infantile o di psicologia dell'età evolutiva, perchè non evolvano in disturbi più conclamati. Va ricercata la presenza di fattori che possono inquietare il bambino: il riferimento all'inizio dei comportamenti più alterati 'un anno fa' e alla presenza di un fratellino fa pensare che qualche evento abbia modificato l'equilibrio e l'organizzazione familiare e del bambino stesso. Una consulenza su questi aspetti può aiutare a trovare eventuali ostacoli o piccole disfunzioni che possono essere modificate per trovare un equilibrio evolutivo più favorevole. Per attribuire una causa 'neurologica' ai disturbi devono esserci alterazioni documentabili all'eeg o alla risonanza magnetica o altri esami specifici o a livello cromosomico o metabolico, ecc. Sconsiglierei di ricorrere a farmaci in età infantile, per evitare di coprire un problema che può ripresentarsi in seguito con altri sintomi (come forse è successo per i disturbi del sonno nel terzo anno, spesso correlati con difficoltà di separazione o avvenimenti squilibranti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.7k visite dal 24/03/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.