Conseguenze ictus

egreg. dottori,
mia nonna il 10 di questo mese ha avuto un ictus che gli ha bloccato tutto il lato destro. ora è in una clinica riabilitativa ma le cose non sembrano andare molto bene.alle nostre domande i medici rispondono che dobbiamo aspettare, ma io ho bisogno di risposte.vorrei sapere c'è la possibilità che arrivi un altro ictus?visto che ha 85 anni , il recupero è più complesso?a quali complicazioni andiamo incontro?l'attesa di vita è compromessa?
ringrazio anticipatamente chi gentilmente mi risponderà
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Dr. Marco Trucco Neurologo, Neurofisiopatologo 154 10
Gent. ma Utente,
in un soggetto che ha presentato un ictus, la possibilità di una recidiva è senz'altro presente e non trascurabile.
E' pertanto indispensabile che la Signora assuma una terapia preventiva che deve essere prescritta dagli Specialisti che la seguono. Questa terapia si avvale di antiaggreganti piastrinici o di anticoagulanti a seconda che l'ictus sia a genesi trombotica od embolica.
Naturalmente, data anche l'età avanzata della paziente, sarà necessario valutare attentamente nel caso specifico se siano presenti controindicazioni a tali terapie.
Il recupero è sicuramente più difficile ad un'età avanzata come quella di Sua nonna, ma dipende molto dalla disabilità iniziale e dalla collaboratività del soggetto. A questo proposito giocano un ruolo importante anche le condizioni psichiche della paziente, in quanto la comparsa di una depressione del tono dell'umore in un paziente post-ictale (evenienza abbastanza comune) compromette significativamente le possibilità di recupero.
La prognosi è difficile senza aver visionato la paziente, la complicazioni sono in genere quelle di un prolungato allettamento se il soggetto non inizia precocemente la mobilizzazione e se non collabora. Possono verificarsi soprattutto complicanze di natura infettiva (broncopolmoniti o infezioni urinarie).
Talvolta possono presentarsi problemi embolici a partenza dagli arti inferiori, specie alla ripresa della stazione eretta. E' importante a questo proposito una profilassi con eparina a basso peso molecolare, anche a piccole dosi.
Cordiamente

Dott. Marco Trucco
Specialista in Neurologia e Neurofisiologia Clinica
www.marcotrucco.it

[#2]
Utente
Utente
in primis la ringrazio per la esauriente risposta.
mia nonna sta già seguendo una cura a base di anticoagulanti ,quello che ci preoccupa è proprio il suo stato emotivo.è presente in lei una forte depressione anche se comunque esegue la terapia fisica,avevamo pensato ad un sostegno psicologico,lei pensa che possa essere utile?sono ormai quasi 20 giorni che è allettata e fa terapia da una decina di giorni,più o meno quando avviene la ripresa in forma eretta?
approfittando della sua gentilezza le vorrei chiedere anche se è normale che da un paio di giorni ha anche un pò di febbre?
la ringrazio
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Dr. Marco Trucco Neurologo, Neurofisiopatologo 154 10
Gent. ma Utente,
all'età di Sua nonna, e dopo un ictus, un sostegno psicologico, anche se utile, non è certo risolutivo.
La paziente avrà molto probabilmente bisogno di una terapia antidepressiva, che in genere nell'anziano e nel post-ictus, si avvale di farmaci (per lo più della categoria degli SSRI, ma non lo prenda come una prescrizione, non è possibile prescrivere via e-mail). L'effetto di tali farmaci, come di qualsiasi antidepressivo, non è tuttavia immediato, ma richiede come minimo una settimana-dieci giorni.
La ripresa in corso di fisioterapia dipende molto dallo stato di base e dalla collaboratività del soggetto, incluso come ho già specificato il tono dell'umore. Dopo 10 giorni di fisioterapia dovrebbe già essere per lo meno seduta.
Per quanto riguarda la febbe, ovviamente non è "normale", la febbre è un sintomo in genere di uno stato infettivo, bisogna valutare gli indici di infiammazione e i più probabili focolai infettivi quali torace e urine, cosa che compete ai Colleghi che l'hanno in terapia.
Consideri quanto Le scrivo come uno stimolo alla discussione con i Medici del Reparto che si prende cura della paziente.
Cordialità
[#4]
Utente
Utente
egr. dottore,

purtroppo le cose sono peggiorate. mia nonna ha avuto un blocco intestinale ed urinario accompagnato dal suo rifiuto a mangiare e soprattutto prendere le medicine(causato credo dalla sua forte depressione).per tale motivo dalla clinica riabilitativa è stata spostata in ospedale...non so cosa pensare....i medici ci hanno detto che non è uno stato "normale", ma non si espongono più di tanto.mi fido del suo parere(naturalmente puro stimolo di conversazione visto che non ha visitato la paziente)...cosa ne pensa?attento con ansia sua risposta e la ringrazio
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Dr. Marco Trucco Neurologo, Neurofisiopatologo 154 10
Gent. ma Utente,
da quanto mi scrive, come prevedibile, sua nonna soffre di depressione post-ictus. Purtroppo come Le ho già scritto è una conseguenza comune di un evento ictale, ma può complicare notevolmente le conseguenze dell'evento stesso.
Se la paziente rifiuta di mangiare e di assumere la terapia per bocca, può essere necessario applicare un sondino naso-gastrico ed alimentarla con nutrizione bilanciata per quella via e/o curarla per via intramuscolare/endovenosa, compresa una terapia antidepressiva (che può essere anche somministrata per sondino, con le compresse sminuzzate). Fondamentale l'idratazione (per fleboclisi, in modo da riattivare la diuresi).
Cerchi di stimolare i medici del reparto su questi argomenti ed eventualmente chieda che venga valutata da un neurologo. Suppongo tuttavia che tale consulenza sia già stata richiesta.
Cordialmente
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