Effetti collaterali alprazolam?
Sto assumendo da circa 3 anni Alprazolam compresse, in passato in associazione con Cipralex, per attacchi di panico. Da agosto 2006 il neurologo mi ha sospeso il cipralex, perchè riteneva che fossi guarita (fisicamente), ma mi ha mantenuto l'alprazolam perchè continuavo ad avere attacchi di panico e a non riuscire ad affrontare certe situazioni specialmente se da sola (spesa nei supermercati, stare in coda all'ufficio postale, ecc). Da agosto 2007, assumevo mezza compressa da 0,50 al mattino e mezza al pomeriggio, fino al mese di novembre, quando i miei sintomi sono aumentati (anche a causa,credo, di vari problemi familiari accaduti nei mesi precedenti), e il mio neurologo mi ha aumentato la dose da assumere a una compressa al mattino e una al pomeriggio. Essendo consapevole che assumo questo medicinale da parecchio tempo, sto cercando di diminuire la dose a poco a poco, all'inizio assumendo 3/4 di compressa al pomeriggio anzich'è una intera, mantenendo la compressa del mattino. Dopo un paio di settimane di questa dose, sono passata a mezza compressa al pomeriggio (oltre a quella intera del mattino), ma da circa due settimane, nel pomeriggio (non tutti i giorni) sento come un "nodo" sopra lo sterno e una strana ansia nel petto. Questo dura fino a quando vado a letto, ma alcune sere prima di andare a letto sento la bocca e la gola "arse" e ho l'impressione di non riuscire a inghiottire correttamente, e a volte quando mi addormento mi risveglio subito dopo con la sensazione di soffocare. Alla fine, con molta fatica riesco ad addormentarmi, ma il mio sonno non è tranquillo (sento anche una sensazione di freddo). Questo che mi sta succedendo (e che è molto spiacevole...) può essere un effetto collaterale per l'uso prolungato dell'alprazolam, o perchè ho diminuito la dose? Non so più cosa fare, perchè in nessun modo riesco a scacciare queste brutte sensazioni...
[#1]
Gentile Signora,
i sintomi che descrive possono essere dovuti alla sospensione dell'alprazolam ma anche al fatto che, sempre da quello che descrive, i motivi per cui aveva cominciato a prenderlo non sono scomparsi.
Se l'escitalopram le faceva bene sarebbe preferibile continuare con quello e limitare l'alprazolam ad eventi acuti perché l'uso prolungato di benzodiazepine causa dipendenza e tolleranza: la dipendenza la porta a dover ricorrere sempre al farmaco pena una sindrome di astinenza che può essere variabile in intensità e durata, la tolleranza significa che la dose iniziale di farmaco non è più sufficiente e per ottenere lo stesso effetto curativo deve aumentarlo.
In conclusione le consiglio una consulenza psichiatrica per affrontare il problema e scegliere la cura più adatta a lei.
Cordiali saluti
ML
i sintomi che descrive possono essere dovuti alla sospensione dell'alprazolam ma anche al fatto che, sempre da quello che descrive, i motivi per cui aveva cominciato a prenderlo non sono scomparsi.
Se l'escitalopram le faceva bene sarebbe preferibile continuare con quello e limitare l'alprazolam ad eventi acuti perché l'uso prolungato di benzodiazepine causa dipendenza e tolleranza: la dipendenza la porta a dover ricorrere sempre al farmaco pena una sindrome di astinenza che può essere variabile in intensità e durata, la tolleranza significa che la dose iniziale di farmaco non è più sufficiente e per ottenere lo stesso effetto curativo deve aumentarlo.
In conclusione le consiglio una consulenza psichiatrica per affrontare il problema e scegliere la cura più adatta a lei.
Cordiali saluti
ML
Massimo Lai, MD
[#2]
Utente
La ringrazio molto per la gentile risposta. Il cipralex l'avevo sospeso perchè, come ho già detto, il mio neurologo mi considerava "guarita", anche se persistevano gli attacchi di panico, forse causati più che altro dalla "paura degli attacchi". Ora ho appuntamento per una visita dal neurologo la prossima settimana, ma nel frattempo, per arginare questa situazione che mi fa stare molto male, non so se posso tornare alle 2 compresse al giorno... O se potrei peggiorare la situazione. Preciso che questa sera, proprio perchè non sopporto più questo malessere, ho pianto, ed in seguito mi sono sentita un po' meglio. In passato il pianto era la mia valvola di sfogo, piangevo piuttosto facilmente, mentre negli ultimi anni non riesco più a sfogarmi in quel modo come prima. Crede che mi stia "trattenendo" tutto dentro e che questa possa essere la causa della mia mancata guarigione nonostante 3 anni di cure?
ho provato ad andare da una psicologa, ma mi ha detto che non può farmi psicoterapia perchè, avendo un carattere molto chiuso non riesco a parlare liberamente... Ho paura che non uscirò più da questa situazione...
Cordiali saluti e grazie.
ho provato ad andare da una psicologa, ma mi ha detto che non può farmi psicoterapia perchè, avendo un carattere molto chiuso non riesco a parlare liberamente... Ho paura che non uscirò più da questa situazione...
Cordiali saluti e grazie.
[#3]
Gentile utente,
se il neurologo la considerava "guarita" avrebbe dovuto sospendere anche l'Alprazolam! Infatti che senso avrebbe lasciare un farmaco ad una persona che non ha più bisogno di assumerlo?
Io credo che se ci fosse stato un farmaco da sospendere quello era proprio l'Alprazolam ed occorreva lasciarle il Cipralex, ma per il collega era guarita...
se il neurologo la considerava "guarita" avrebbe dovuto sospendere anche l'Alprazolam! Infatti che senso avrebbe lasciare un farmaco ad una persona che non ha più bisogno di assumerlo?
Io credo che se ci fosse stato un farmaco da sospendere quello era proprio l'Alprazolam ed occorreva lasciarle il Cipralex, ma per il collega era guarita...
Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
info@cesidea.it
[#4]
Prima di riprendere quel farmaco consulti comunque il medico e per arginare la situazione continui con l'alprazolam alla dose normale cui era abituata, lo scalerà sotto controllo medico quando l'altra terapia sarà a regime.
Se ha un carattere molto chiuso i farmaci come l'escitalopram danno un aiuto anche se non fanno cambiare carattere. Non si dia per vinta e riprovi ancora... e se non è sodisfatta del neurologo o della psicologa può sempre fare in un secondo tempo una visita psichiatrica.
Saluti
ML
Se ha un carattere molto chiuso i farmaci come l'escitalopram danno un aiuto anche se non fanno cambiare carattere. Non si dia per vinta e riprovi ancora... e se non è sodisfatta del neurologo o della psicologa può sempre fare in un secondo tempo una visita psichiatrica.
Saluti
ML
[#6]
Utente
Se possibile, vorrei ancora un chiarimento: secondo la consuetudine, lo psichiatra è il medico per i "matti", quindi la prospettiva di una visita mi fa un po' paura, dato che io non mi considero certo pazza, anche se ho un problema.... In cosa consiste una visita psichiatrica? e le cure prescritte quali possono essere?
Grazie ancora e cordiali saluti.
Grazie ancora e cordiali saluti.
[#7]
Cara Signora, andare dallo psichiatra non significa essere matti e le sue paure sono molto comuni: testimoniano l'importanza dello stigma che c'è verso certe malattie e certi malati e i motivi di questo sono tanti.
La visita psichiatrica non è altro che una visita medica in cui le verranno poste delle domande, probabilmente richiesti degli esami del sangue e quello che sarà necessario.
Le cure sono simili a quelle che le ha dato il neurologo, essenzialmente farmacologiche ma non solo, e dovrebbero essere mirate al tipo di problema e al tipo di persona.
Non si demoralizzi per quello che le disse la psicologa. Era comunque riuscita ad andare da lei quindi può riprovarci e può comunque farsi consigliare e indirizzare dal suo medico di famiglia.
Auguri
ML
La visita psichiatrica non è altro che una visita medica in cui le verranno poste delle domande, probabilmente richiesti degli esami del sangue e quello che sarà necessario.
Le cure sono simili a quelle che le ha dato il neurologo, essenzialmente farmacologiche ma non solo, e dovrebbero essere mirate al tipo di problema e al tipo di persona.
Non si demoralizzi per quello che le disse la psicologa. Era comunque riuscita ad andare da lei quindi può riprovarci e può comunque farsi consigliare e indirizzare dal suo medico di famiglia.
Auguri
ML
[#9]
Gentile utente,
si affidi con fiducia ad uno specialista in psichiatria, vedrà che troverò le giuste risposte alle sue problematiche. Purtroppo abbiamo la fama di essere i medici dei "matti", è per questo che per problemi di competenza psichiatrica si fa prima una tappa dal neurologo. Concordo con i colleghi nell'affermare che il farmaco per la sua terapia a lungo termine doveva essere il cipralex e non l'alprazolam. Per lo scalaggio di quest'ultimo poteva essere utile ricorrere alla formulazione in gocce che consente minime variazioni di dosaggio e quindi riduce al minimo i rischi di sintomi da astinenza o di rimbalzo. E non abbandoni l'idea di seguire un percorso psicoterapico.
si affidi con fiducia ad uno specialista in psichiatria, vedrà che troverò le giuste risposte alle sue problematiche. Purtroppo abbiamo la fama di essere i medici dei "matti", è per questo che per problemi di competenza psichiatrica si fa prima una tappa dal neurologo. Concordo con i colleghi nell'affermare che il farmaco per la sua terapia a lungo termine doveva essere il cipralex e non l'alprazolam. Per lo scalaggio di quest'ultimo poteva essere utile ricorrere alla formulazione in gocce che consente minime variazioni di dosaggio e quindi riduce al minimo i rischi di sintomi da astinenza o di rimbalzo. E non abbandoni l'idea di seguire un percorso psicoterapico.
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#10]
Gentile utente,
non posso che confermare quanto già detto dai colleghi: lo psichiatra è il medico che si occupa in prima battuta (in quanto i più frequenti) dei problemi di ansia, depressione, sonno, ipocondria, attacchi di panico. Ovviamente anche le problematiche più stigmatizzanti (quali la schizofrenia, peraltro la cui percentuale è minma rispetto alle precedenti problematiche) sono di sua competenza ma non per questo può essere considerato il medico dei "matti".
Il neurologo è il medico che è competente in materia neurologica (per esempio disturbi epilettici, disturbi distrofici, disturbi di carattere demenziale, ecc.).
Cordialmente
non posso che confermare quanto già detto dai colleghi: lo psichiatra è il medico che si occupa in prima battuta (in quanto i più frequenti) dei problemi di ansia, depressione, sonno, ipocondria, attacchi di panico. Ovviamente anche le problematiche più stigmatizzanti (quali la schizofrenia, peraltro la cui percentuale è minma rispetto alle precedenti problematiche) sono di sua competenza ma non per questo può essere considerato il medico dei "matti".
Il neurologo è il medico che è competente in materia neurologica (per esempio disturbi epilettici, disturbi distrofici, disturbi di carattere demenziale, ecc.).
Cordialmente
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 27.2k visite dal 12/02/2008.
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