Parestesie dolori cervicali vertigini

Gentili Dottori, nel 2001 mi è stata diagnosticata la sindrome di Meniére. A causa di una serie di disturbi (vertigini, sbandamenti, parestesie, torpore e tensione metà viso, dolori zona cervicale, acufeni e perdita di udito) che vanno avanti da più di 2 anni e che ultimamente si sono intensificati fatta eccezione per le vertigini, ho eseguito una serie di accertamenti fra cui:
- RM con mdc angolo pontocerebellare, encefalo e cervicale. Mi è stata esclusa la presenza di un neurinoma dell'acustico e lesioni infiammatorie tipiche della SM. Quanto alla cervicale le scrivo il referto: "Ridotto grado della fisiologica lordosi con tendenza alla rettilineizzazione, in clinostatismo. Quadro di patologia degenerativa delle unità disco-somatiche, con dischi intersomatici che appaiono ipointensi in T2 in relazione a fenomeni di disidratazione degenerativa. Si documenta la presenza di protrusioni ad ampio raggio del margine posteriore discale a livello di C5-C6 e C6-C7, che improntano sacco durale. Canale vertebrale nella norma. Corda midollare in fisiologica posizione e con normale intensità di segnale".
- Evocati somatosensoriali arti superiori risultati nella norma.
- Elettroencefalogramma nella norma.
- Visita e accertam otorinolaringoiatrici in cui pare mi si confermi la Meniére.
- Visita neurologica in cui mi si riscontra una ipoestesia tattile dolorifica lato sinistro (braccio, tronco, gamba).
- Altra visita neurologica in cui mi si fà ipotesi di somatizzazione.
Mi è stato spiegato dal medico di base che i problemi alla cervicale non possono spiegare tutti i miei sintomi. Dunque, cos'altro posso fare per capire cosa ho? E soprattutto... qual è il mio problema?
Ringrazio e saluto cordialmente

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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.7k 215
Gentile paziente, come ho scritto nell'articolo linkabile in questo stesso sito ( https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-di-meniere-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare.html ), da qualche tempo si sta facendo strada nella letteratura scientifica una corrente di pensiero che ipotizza uno stretto legame della Malattia di Meniere con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l’organo della masticazione (e quindi in particolare con l’ATM) e l’orecchio sono state ipotizzate e descritte da vari autori, sulla base di alcuni rilievi clinici:
1) Alcuni pazienti presentano sintomi auricolari senza patologia dell’Orecchio.
2) L’incidenza dei sintomi dai quali la MdM è caratterizzata risulta essere maggiore nei casi di disfunzione dell’ATM rispetto al resto della popolazione.
3) Tali sintomi vengono riferiti in miglioramento o in risoluzione dopo trattamento odontoiatrico, e in ricaduta alla sospensione del trattamento stesso.
4) Per contro, in molti pazienti menierici sono presenti sintomi caratteristici della disfunzione dell’ATM , e un adeguato trattamento della disfunzione articolare è spesso in grado di risolvere o migliorare anche tali sintomi.
L’esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell’ATM può causare sintomi all’Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della MdM non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l’Emicrania.
Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica.
In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide).
Per vari motivi, in parte legati all’ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola , accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi.
Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell’orecchio e muovendo la mandibola).
L’interessamento dell’orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati.
Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, dell'equilibrio pressorio sule due superfici del timpano alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell’Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica.
Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione , una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale).
Altra importante concausa nell’insorgenza della sintomatologia menierica è stata ipotizzata nei difetti di postura della colonna cervicale: con adeguato trattamento fisiatrico, associato a quello volto a correggere le disfunzioni dell’ATM, si sono riscontrate diminuzioni della sintomatologia menierica. La colonna va considerata, nella maggior parte dei casi, un sistema di compenso di malposizioni che intervengono nei distretti inferiori ( bacino, ginocchia, caviglie, piedi ) solitamente chiamate " Ascendenti ", o superiori ( malocclusione dentaria con dislocazione della mandibola e eventuale disfunzione dell’ATM in particolare ) solitamente denominate " Discendenti ", questi ultimi assai spesso trascurati.
La postura della mandibola è dunque pienamente coinvolta ( anche se spesso trascurata ) nella postura del sistema cranio - vertebrale. Se per varie ragioni ( scheletriche, dentarie, iatrogene ) la mandibola è costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione spaziale scorretta, ad esempio deviata, ciò causerà necessariamente degli atteggiamenti compensatori a livello dell' intera struttura corporea e del rachide in particolare: nel tentativo di mantenere la linea bipupillare orizzontale, il tutto viene compensato con la disposizione a S della colonna, che si incurva con concavità omolaterale alla deviazione a livello cervicale e controlaterale ( sempre rispetto alla deviazione mandibolare ) a livello lombare.
C'è infine da osservare che anche il meccanismo vascolare di insorgenza delle vertigini può costituire un fenomeno connesso con di una disfunzione dell’ATM. Infatti gli atteggiamenti compensatori posturali del rachide cervicale (a seguito di una malposizione mandibolare), associati o meno a fenomeni di degenerazione artrosica, possono causare un ostacolato afflusso di sangue al cervello attraverso le arterie vertebrali, ed esitare conseguentemente in episodi vertiginosi.
Nell’approccio odontoiatrico-occlusale la terapia è rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici e radiografici, la postura corretta della mandibola.
Viene dunque allestito un disposivo intra-orale in resina acrilica ( può essere denominato bite, splint, Oral device ecc.) che, grazie alla conformazione decisa caso per caso dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici.
Con questo approccio, in parte di conferma diagnostica , in parte già terapeutico, è quindi possibile testare l’effettiva incidenza della malocclusione dentaria e della disfunzione dell’ATM sulla sintomatologia menierica, e sulle vertigini in particolare, il tutto in maniera totalmente reversibile, priva di qualunque rischio biologico: in caso di insuccesso la rimozione del dispositivo ripristinerà esattamente la situazione di partenza. In caso invece di successo, il paziente potrà scegliere se avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso un piano di trattamento individuale ortodontico, protesico o misto, che verrà però realizzato sulla base delle indicazioni attenute con il trattamento iniziale.

Le suggerisco pertanto di consultare anche un dentista-gnatologo esperto in problemi dell'Articolazione Temporo Mandibolare.
Inoltre le consiglio di dare un'occhiata agli articoli qui linkati, nell'ipotesi che vi possa riscontrare qualche elemento di somiglianza con il suo problema:

http://www.studiober.com/pdf/La%20vertigine%20di%20pertinenza%20odontoiatrica.pdf

www.studiober.com/pdf/Cefalea_Otite_Cervicalgia.pdf

( attendere con pazienza quando si vuole aprire questi link: sono molto pesanti)

Resto a disposizione per eventuali ulteriori delucidazioni.

Cordiali saluti ed auguri

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

[#2]
Utente
Utente
Innanzitutto... grazie per la sua celere risposta. Su consiglio del medico di base ho eseguito un ATM il cui referto (ritirato ieri) dice:
Regolare e simmetrica rappresentazione delle articolazioni temporo-mandibolari, con normale escursione, a bocca aperta, dei condili mandibolari rispetto alle rispettive fossette glenoidee.
Ritornando al problema dei miei sintomi, ora non sono le vertigini a preoccuparmi dato che le crisi tipiche della Meniére si sono notevolmente diradate, bensì la sintomatologia che riguarda metà corpo lato sinistro (che comunque è il lato interessato dalla Meniére) con parestesie, torpore e tensione, dolori intensi zona cervicale e metà viso, tutti sintomi molto invalidanti e che quando più intensi peggiorano anche l'udito.
La situazione rilevata dalla Risonanza magnetica del tratto cervicale di cui le ho scritto il referto nel primo messaggio, potrebbe dare questa sintomatologia? Oppure una postura sbagliata considerando che lavoro al computer per molte ore al giorno?
Cordiali saluti
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.7k 215
Gentile Signora, il Medico di base é stato scrupoloso, ma la RM é ininfluente quasi sempre nei casi disfunzionali, e sarebbe bene che, se mai, la richiedesse il dentista , nei pochissimi casi in cui può essere utile, altrimenti sono soldi e tempo buttati.
Il referto relativo alla colonna cervicale potrebbe essere significativo, ma non leggo nel suo racconto che i neurologi , che hanno potuto visionalre le immagini, vi abbiano dato gran peso, né' proposto alcun intervento , propendendo anzi per "ipotesi di somatizzazione" .
Sul coinvolgimento della colonna cervicale , se ha letto gli articoli che le ho indicato, avrà colto il possibile legame con la malocclusione e la disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare, che possono essere elementi importanti a sostegno di una cattiva postura quanto il PC, perché agiscono anche a PC spento!
Cordialis aluti edf auguri

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Utente
Utente
Grazie infinite per la sua risposta... ne terrò conto... purtroppo non riesco a visionare il sito http://www.studiober.com/pdf/Cefalea_Otite_Cervicalgia.pdf.
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