Emicrania cronicizzata
Sono in cura da anni per un problema di emicrania, senza alcun risultato. Riporto il nome delle ultime terapie seguite:
- amitriptilina, non tollerata e cambiata con venlafaxina 37.5-75-150, usata da gennaio 2010 fino a novembre 2011senza alcun risultato;
- da dicembre 2010 ad aprile 2011 in aggiunta alla venlafaxina depakin chrono 300, tutto senza risultati;
- da aprile 2011 a settembre 2011venlafaxina 75 e topamax in crescendo fino a 100 mg/die.
Il topamax ha prodotto qualche risultato temporaneo, ma ha causato forti effetti collaterali (depressione, nonostante l'efexor, palpitazioni, affanno, diarrea, ingrossamento e dolenzia di linfonodi, ecc.), per cui, da settembre, è stato cambiato con sandomigran 0,5 mg (3 cps/die) associato alla solita venlafaxina 75 mg. Nessun risultato anche stavolta e aumento smodato di appetito (da rasentare la bulimia) e, conseguentemente, di peso (quasi 7 kg in meno di due mesi.
Di mia iniziativa ho smesso l'assunzione del sandomigran e ho scalato gradualmente l'efexor nel corso del mese di novembre. Le crisi emicraniche non sono variate in intensità e frequenza. Intensità e frequenza che, però, risultano intollerabili, perché si parla di una media di due crisi settimanali, senza contare le crisi dell'alba, praticamente quotidiane, che si dissolvono spontaneamente. Contrasto queste crisi, abusandone, col rilamig.
Sono sfiduciata e non so proprio come andare avanti con questo dolore pressoché continuo che mi invalida la vita.
Grazie per una risposta
- amitriptilina, non tollerata e cambiata con venlafaxina 37.5-75-150, usata da gennaio 2010 fino a novembre 2011senza alcun risultato;
- da dicembre 2010 ad aprile 2011 in aggiunta alla venlafaxina depakin chrono 300, tutto senza risultati;
- da aprile 2011 a settembre 2011venlafaxina 75 e topamax in crescendo fino a 100 mg/die.
Il topamax ha prodotto qualche risultato temporaneo, ma ha causato forti effetti collaterali (depressione, nonostante l'efexor, palpitazioni, affanno, diarrea, ingrossamento e dolenzia di linfonodi, ecc.), per cui, da settembre, è stato cambiato con sandomigran 0,5 mg (3 cps/die) associato alla solita venlafaxina 75 mg. Nessun risultato anche stavolta e aumento smodato di appetito (da rasentare la bulimia) e, conseguentemente, di peso (quasi 7 kg in meno di due mesi.
Di mia iniziativa ho smesso l'assunzione del sandomigran e ho scalato gradualmente l'efexor nel corso del mese di novembre. Le crisi emicraniche non sono variate in intensità e frequenza. Intensità e frequenza che, però, risultano intollerabili, perché si parla di una media di due crisi settimanali, senza contare le crisi dell'alba, praticamente quotidiane, che si dissolvono spontaneamente. Contrasto queste crisi, abusandone, col rilamig.
Sono sfiduciata e non so proprio come andare avanti con questo dolore pressoché continuo che mi invalida la vita.
Grazie per una risposta
[#2]
Utente
Sono in cura da due anni presso il centro cefalee dell'ospedale di Livorno, ma in passato sono stata in cura a Prato (città in cui abitavo prima) privatamente, da un neurologo , ex direttore del centro cefalee del policlinico di Careggi, a Firenze. Tutto senza risultati.
Ho fatto vari esami diagnostici: TAC, con e senza contrasto, eco-color doppler carotideo, risonanza magnetica, ECG, anche a seguito di un episodio di amnesia globale transitoria, (durato circa un'ora), verificatosi a fine 2005. Tali esami hanno dato tutti esito negativo.
Soffro di emicrania da circa 25 anni (ho 58 anni). I primi attacchi si sono verificati in concomitanza con l'assunzione della pillola anticoncezionale, utilizzata peraltro per brevi periodi. Durante il periodo fertile le crisi si verificavano in media due volte al mese e duravano due giorni, nel periodo peri-mestruale e peri-ovulatorio. Con la menopausa (giugno 2005) gli attacchi si sono intensificati. A volte ho degli episodi di aura (scintillii) , non seguiti da emicrania, mentre spesso le crisi sono precedute da un altro tipo di aura, costituita da un senso di spossatezza e malessere generale.
Faccio uso di triptani da gennaio 2005. Circa 15 anni fa sono diventata allergica a vari FANS (desketo, aspirina, novalgina) per cui, nel dubbio, li evito tutti. Posso usare solo il paracetamolo che, però, non si è dimostrato mai efficace per i miei attacchi di emicrania.
Fino a due anni fa usavo il rizaliv, che però aveva perso progressivamente efficacia. Col rilamig è andata un po' meglio per qualche tempo, sebbene quasi sempre la crisi si ripresenti dopo 24 ore, anche per quattro giorni di seguito.
Dal 30 novembre scorso, in concomitanza con un episodio influenzale, ho avuto forti e continui attacchi emicranici, per cui ho assunto finora già otto compresse di rilamig. L'ultima l'ho presa ieri sera e, a 24 ore di distanza, si sta già ripresentando il dolore. Non so se ce la farò ad andare a dormire senza ricorrere ad un'altra compressa, anche perché a letto il dolore aumenta fino a diventare insopportabile. Ultimamente mi capita di avere paura di andare a dormire.
Ho fatto vari esami diagnostici: TAC, con e senza contrasto, eco-color doppler carotideo, risonanza magnetica, ECG, anche a seguito di un episodio di amnesia globale transitoria, (durato circa un'ora), verificatosi a fine 2005. Tali esami hanno dato tutti esito negativo.
Soffro di emicrania da circa 25 anni (ho 58 anni). I primi attacchi si sono verificati in concomitanza con l'assunzione della pillola anticoncezionale, utilizzata peraltro per brevi periodi. Durante il periodo fertile le crisi si verificavano in media due volte al mese e duravano due giorni, nel periodo peri-mestruale e peri-ovulatorio. Con la menopausa (giugno 2005) gli attacchi si sono intensificati. A volte ho degli episodi di aura (scintillii) , non seguiti da emicrania, mentre spesso le crisi sono precedute da un altro tipo di aura, costituita da un senso di spossatezza e malessere generale.
Faccio uso di triptani da gennaio 2005. Circa 15 anni fa sono diventata allergica a vari FANS (desketo, aspirina, novalgina) per cui, nel dubbio, li evito tutti. Posso usare solo il paracetamolo che, però, non si è dimostrato mai efficace per i miei attacchi di emicrania.
Fino a due anni fa usavo il rizaliv, che però aveva perso progressivamente efficacia. Col rilamig è andata un po' meglio per qualche tempo, sebbene quasi sempre la crisi si ripresenti dopo 24 ore, anche per quattro giorni di seguito.
Dal 30 novembre scorso, in concomitanza con un episodio influenzale, ho avuto forti e continui attacchi emicranici, per cui ho assunto finora già otto compresse di rilamig. L'ultima l'ho presa ieri sera e, a 24 ore di distanza, si sta già ripresentando il dolore. Non so se ce la farò ad andare a dormire senza ricorrere ad un'altra compressa, anche perché a letto il dolore aumenta fino a diventare insopportabile. Ultimamente mi capita di avere paura di andare a dormire.
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Gentile Utente,
una tecnica non farmacologica che Le posso suggerire, che in alcuni studi ha evidenziato una significativa riduzione degli attacchi emicranici (35-50%), è il biofeedback, terapia oggi praticata anche diversi centri cefalee. Se tutte le cure farmacologiche utilizzate (per l'attacco e preventive) non hanno avuto l'efficacia sperata, potrebbe provare la terapia di biofeedback.
Cordialmente
una tecnica non farmacologica che Le posso suggerire, che in alcuni studi ha evidenziato una significativa riduzione degli attacchi emicranici (35-50%), è il biofeedback, terapia oggi praticata anche diversi centri cefalee. Se tutte le cure farmacologiche utilizzate (per l'attacco e preventive) non hanno avuto l'efficacia sperata, potrebbe provare la terapia di biofeedback.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.2k visite dal 08/12/2011.
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Approfondimento su Emicrania
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