Deprivazione del sonno, allucinazioni e lavoro su turni.

Lavoro in una RSA geriatrica in un regime impostato in
1pomeriggio
2mattina-notte
3smonto
4riposo
5riposo

Quando faccio la notte non riesco a dormire ne tanto meno a stendermi per 10 minuti obbligandomi a restare sveglio dalle 5:50 del mattino fino alle 8:30 della mattina del giorno seguente.
Nel giorno di smonto dormo per circa 18 ore, 9 appena rientro in casa le restanti la sera stessa fino al mattino.
Durante l'ultima notte di lavoro ho sperimentato alcune esperienze di natura allucinatoria, piuttosto transitorie, di pochi attimi che tuttavia mi hanno reso molto evidente che sto dormendo troppo poco.
Vorrei quindi chiedere se questo problema motiva un mio allontanamento dal servizio notturno.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
benché Lei ha fatto la domanda nella sezione di Neurologia, per ora è rimasta senza risposta, e mi permetto di risponderLe, essendomi uno psichiatra.

Certamente la privazione del sonno può favorire il fenomeni dispercettivi. Tuttavia, importante capire da quanto tempo segue questo grafico dei turni, perché col tempo l'organismo può adattarsi al fatto che le ore del sonno mancato Lei recupera il giorno dello smonto (18 ore recuperano teoreticamente due notti di sonno). Dire che è un regime sano non si può, ma molte persone seguono grafici simili senza sperimentare le dispercezoni.

Quello che però distingue la Sua situazione, da quanto apprendo dai Suoi post precedenti, è la storia pregressa di allucinazioni ed il disturbo psichico. Dunque è possibile che l'irregolarità del regime sonno-veglia sia dannosa per Lei più che per una persona "media" a causa della maggiore fragilità della Sua psiche determinata dalla malattia. L'altro fattore è l'eventualità della assunzione irregolare della psicofarmacoterapia atta a mantenere il disturbo compensato (nel caso nel quale durante il turno notturno non assumesse la terapia per rimanere sveglio..).

Se Lei è libero di scegliere il grafico dei turni, sarebbe meglio cambiarlo. Se non ne è libero, forse potrebbe esserLe d'aiuto come una motivazione formale il fatto che secondo le normative non sarebbe lecito fare più di 12 ore di lavoro continuativamente (non so dirle secondo quali normative esattamente, ma so che esistono).

Se al lavoro sono al corrente del fatto che assume la psicofarmacoterapia, potrebbe anche chiedere di esonerarLa dai turni notturni sulla base della necessità di regolare assunzione della terapia dietro un certificato dello specialista (al mio avviso, non dovrebbe essere necessaria la menzione né della diagnosi né dei nomi dei farmaci specifici).

Se invece per motivi lavorativi non è opportuno, e deve (o preferisce) lavorare anche di notte, bisognerebbe concordare con lo specialista che La segue una terapia psicofarmacologica che abbia minore effetto ipnotico e che Lei potesse assumere anche durante il lavoro notturno.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Utente
Utente
Il problema non è determinato dall'assunzione di farmaci psicotropi visto che non ne assumo da quasi 2 anni colla conoscienza e benestare del medico che mi aveva allora in cura.

No, oltretutto ho poi scoperto attraverso la psicoterapia col mio psicologo che il disturbo schizoaffettivo non è affatto il mio problema.
Non sono psicotico, sono solo estremamente ansioso, fin troppo, abbastanza da non riuscirmi sempre a destreggiare normalmente nella socialità ma non abbastanza da poter rientrare nella classe di coloro che hanno necessità assoluta di farmaci per non commettere sciocchezze, e distaccarsi dalla realtà.

Se dopo quasi 2 anni da allora, la mia vita è migliorata e per di più da 1 anno e mezzo non seguo più una psicoterapia e nonostante ciò sto bene per il mio standard allora evidentemente non ho bisogno di quella roba ne del supporto psicoterapico.
Il problema oggetto del consulto si è risolto comunque, da solo recuperando ore di sonno.

Grazie per l'impegno e l'attenzione e buona giornata.